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Negli esempi fotografici, che giungono rispettivamente dal lido di Ostia (Roma) e da Sacile (Pordenone), possiamo notare lo schema di sempre; le modificazioni indotte sul clima le stiamo appena iniziando a vedere, in particolare la siccità che, se non interverranno altri fattori, non potrà che peggiorare (grazie in particolare ai sali di bario presumibilmente immessi nell’atmosfera in quantità davvero massiccie, che con le loro proprietà igroscopiche si “ciucciano” tutti i cumuli in fase di formazione, spesso lungo i fronti freddi che tentano di arrivare dall’Atlantico…). Naturalmente, sarebbe assai semplice per le autorità verificare la fondatezza di queste affermazioni: basterebbero delle analisi specifiche o una revisione di quelle ambientali già esistenti. Ma questo da quanto lo andiamo ripetendo?
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E visto che siamo in tema di fenomeni anomali, sembra che tra il 15 e il 19 gennaio sul Sole si sia verificato un evento che ha creato molto scompiglio presso la comunità scientifica. Quattro potenti vampe solari sono eruttate dalla “macchia solare 720”, dopodiché il giorno 20 una quinta esplosione ha prodotto un’espulsione di massa coronale (CME) che ha raggiunto velocità incomparabilmente maggiori di qualunque altra osservata in precedenza dagli astronomi.
Laddove normalmente le particelle cariche di una vampa solare ci mettono 24 ore a raggiungere la Terra, in questo caso ci hanno messo appena trenta minuti per percorrere i 96 milioni di miglia di distanza dal Sole, inondando il nostro pianeta con quella che gli scienziati della NASA hanno chiamato “la più intensa tempesta protonica da decenni”. Un comunicato stampa dell’ente spaziale afferma che questo evento “ha scosso alle fondamenta la teoria sulla meteorologia spaziale”. Laddove prima si ragionava in termini di onde d’urto per spiegare l’accelerazione dei protoni emessi dall’espulsione di massa coronale, l’incredibile velocità registrata in gennaio ha completamente smantellato questa spiegazione: stiamo parlando di circa un quarto della velocità della luce! Questo evento dà fiato alle trombe dei proponenti di quel modello chiamato “Universo Elettrico”, i quali spiegano questa accelerazione in termini di campi elettrici presenti nel cosmo, che ovviamente accelerano le particelle cariche. (Per approfondimenti: http://www.thunderbolts.com)
Comunque sia, sembra che dallo spazio non arrivino solo particelle cariche: il 24 giugno a Xalapa, in Messico, si è verificato uno strabiliante avvistamento di massa. Il governatore di Xalapa, Fidel Herrera Beltran, membri del suo staff, molti ufficiali del locale dipartimento di polizia, giornalisti, inviati televisivi e parecchia gente erano riuniti a Casa Veracruz per la cerimonia ufficiale della consegna di nuove auto per le pattuglie del dipartimento di polizia.
Verso le 10:30 il governatore aveva appena terminato il suo discorso, quando la sua attenzione è stata richiamata dagli ufficiali che segnalavano qualcosa di strano nel cielo.
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Di lì a qualche istante, tutta la folla riunita a Casa Veracruz si è messa a urlare “UFO, UFO!!!” indicando una spettacolare flotta di almeno 14 oggetti volanti sconosciuti che apparivano in cielo; i misteriosi oggetti sono rimasti in perfetta formazione triangolare quasi statica per circa 30 minuti.
In mezzo alla confusione, mentre i giornalisti scattavano foto e le televisioni riprendevano lo spettacolo, il governatore ha preso il microfono e con fare scherzoso ha annunciato: “Sembra che i marziani siano arrivati!”