Dalla
mezzanotte infatti, a
Gorizia ci saranno le celebrazioni ove verrĂ simbolicamente
abbattuto l’ultimo
pezzo di muro che per 60 anni ha diviso l’Europa della NATO dai paesi
filo
sovietici del PATTO DI VARSAVIA, ma in Italia purtroppo una beffarda
coincidenza
di eventi, vuole che nello stesso giorno venga celebrato l’ennesimo e
vergognoso restauro di un muro che si è voluto tenere in piedi
per 24 anni e
che difficilmente sarĂ mai abbattuto.
Sto
parlando del muro di
gomma che è stato eretto all’indomani della sciagura del DC-9
ITAVIA per
coprire la veritĂ su cosa sia veramente accaduto nei cieli di
Ustica al volo Bologna-Palermo.
E’
un muro di omertĂ , che ha
fondamenta sulle menzogne, sui depistagli, sui misteri volutamente
irrisolti, sulle
bugie e sulle mezze veritĂ mai ascoltate. Dopo 24 anni la corte
di cassazione
ha proclamato l’ennesima beffa ai danni delle famiglie che quella sera
aspettavano all’aeroporto di Palermo il ritorno dei loro cari.
La
sentenza infatti è stata per
l’assoluzione di due dei Generali dell’Aeronautica indagati,
perché il fatto
non sussiste; per gli altri due alti Ufficiali indagati invece il reato
è passato
in prescrizione per decorrenza dei termini.
Il
fatto non sussiste?
Prescrizione per decorrenza dei termini? Ma è così
impossibile sapere la veritĂ
su cosa sia realmente accaduto quella notte del 1980?
In
uno stato "democratico"
avere la certezza della condanna per i colpevoli di un reato sembra
essere
diventata utopia.
E’
pur vero che all’indomani
del 25 aprile 1945 l’Italia uscì dalla guerra da perdente, da
paese
conquistato, da colonia americana; ma è anche vero che 60 anni
di sudditanza e
di silenzi sono troppi e la misura per chi cerca la veritĂ
è oramai colma.
Infatti
ogni qualvolta che i
soldati dello "zio sam" combinano qualcosa all’estero ma in special
modo in
Italia l’esito delle inchieste è sempre lo stesso, e passa
così la teoria del tutti
colpevoli = tutti innocenti.
Da
Ustica al Cermis,
all’incidente del sommergibile nucleare americano in Sardegna il
risultato non
cambia e non cambierĂ mai, la risposta a noi umili sudditi
è identica e utile
per tutte le occasioni passate, presenti e future.
Con
queste parole non voglio cercare una utopica condanna per i colpevoli,
o delle
impossibili scuse da quei giudici, o chi per loro, ci doveva e deve
tutelare,
il mio è solo un grido di protesta che verrà puntualmente
ignorato avendo
l’effetto di una pietra scagliata contro un muro di gomma.