indifferente a quel microscopico pianeta sul quale due astronomi
californiani hanno cominciato a calcolarne le complicate movenze. Ma –
assicurano i due – tra otto secoli punterà su qualche oceano di quaggiù
causando ondate mostruose, sufficienti a spazzar via quel che
incontreranno oltre la spiaggia (qualsiasi cosa ci sarà allora). Accadrà
davvero? I calcoli parlano dello 0,3% di possibilità, ma guai a
scherzare con gli asteroidi. Quello che è quasi certamente caduto il 3
ottobre 2002 sulla regione di Bodaibo, Siberia remota, ha fatto capire
di non aver gradito l’indifferenza globale con cui è stato accolto il
suo considerevole tonfo. Spiaccicandosi nella taiga, infatti, il macigno
galattico ha causato un’onda sismica simile a un discreto terremoto,
oltre ad aver terrorizzato gli abitanti (radi, peraltro) della zona. Ma
al di fuori degli ambienti accademici nessuno ha considerato l’evento.
Strano? L’asteroide deve solo prendersela con se stesso: dovendo
scegliere un posto dove atterrare, proprio la Siberia? C’è voluta la
cocciutaggine di una spedizione russa: trovati i soldi, s’è incamminata
giorni fa verso l’area dell’impatto, distante chilometri da un qualsiasi
centro abitato. E qui inizia un giallo planetario degno di X-Files.
Sarà
che a inviare gli esploratori è stata la «Cosmopoik», organizzazione
specializzata in «fenomeni anomali»; sarà che la zona è davvero
sterminata: sta di fatto che i tre scienziati sono spariti nel nulla.
Non chiamano, non rispondono, non si trovano. Svaniti. Caduti nel
cratere? Ingoiati in un buco nero aperto dal sasso extraterrestre?
Catturati da quella che – scambiata per asteroide – era un’astronave
marziana? Su Internet circolano varie ipotesi. Tranne una, la più
verosimile: qualche vodka di troppo in una isba.