La vera prigionia di Saddam Hussein inizia oggi, con il primo giorno
che scandisce il conto alla rovescia che lo porterà al capestro. In
quel momento diventerà prigioniero per sempre della
menzogna che lo farà passare alla storia come il diabolico, malvagio,
perfido dittatore venuto a contagiare il mondo del Bene in cui tutti
crediamo di vivere. Esattamente come Hitler, ricorderemo di lui solo la
perfidia, la crudeltà, la follia incontrollabile che solo una morte
cruenta per mano della Giustizia Collettiva avrebbe potuto arrestare.
E
così non verrà mai a nessuno il sospetto che quell’oggetto di Male
incarnato lo abbiano creato le stesse persone che crearono la sua
precedente incarnazione. Fu il nonno dell’attuale presidente americano
a costruire la figura di Hitler, fu suo figlio, il padre dell’attuale
presidente, a creare quella di Saddam. Esattamente come Hitler, Saddam
è stato messo al potere dai Paladini del Bene, per fronteggiare un Male
assoluto che nessuno di loro si sentiva di fronteggiare: Stalin, per il
burattino viennese che non sapeva nemmeno disegnare, l’Iran, per il
burattino iracheno che non sapeva nemmeno pregare.
Due animali
perfettamente inutili, perfetti proprio perchè inutili, e quindi
spendibili in qualunque momento, senza costi aggiuntivi, nell’istante
stesso in cui avessero portato a termine il loro becero compito di
devastazione. Bloccare l’avanzata del comunismo, fino all’arrivo
ufficiale delle forze del Bene, che hanno aspettato che Hitler mandasse
al massacro anche i ragazzini di quindici anni prima di “salvare
l’Occidente dalla dittatura”. Bloccare gli Ayatollah intrattabili, fino
all’arrivo ufficiale delle forze del Bene, che hanno aspettato che
migliaia di bambini iracheni morissero letteralmente di sete, prima di
intervenire e salvare l’Occidente dalle “armi di distruzione di massa”.
Ambedue
ricacciati come topi di fogna, al momento della fine, nel sottosuolo da
cui erano venuti: Hitler nel suo tragicomico bunker, Saddam nel suo
misero tombino di campagna.
Stesso meccanismo, stessa
menzogna, stessa prassi. E ora, l’atto finale. Il capestro, la catarsi,
con la cancellazione istantanea di tutte le colpe reali, le colpe
profonde, le colpe vere: le colpe del mandante, non quelle
dell’assassino.
(Tratto da www.luogocomune.net)