Scoperta un’incredibile capacità nascosta della pelle umana: lanciare allarmi alle cellule circostanti quando subisce dei danni.
Fino ad oggi si riteneva che in caso di danno, fosse il sistema nervoso a comunicare velocemente il segnale di pericolo per attivare i meccanismi di riparazione. Una recente ricerca dell’Università del Massachusetts Amherst ha invece dimostrato le la pelle umana ha una propria capacità di comunicazione alle cellule circostanti, mediante segnali bioelettrici, per segnalare la presenza di una lesione.
Fino ad oggi si riteneva che la pelle fosse sostanzialmente “muta”, la scoperta della sua capacità di lanciare allarmi ha molte potenzialità nel settore biomedico, perché rende possibile ipotizzare, ad esempio, dei bendaggi “elettrici” per accelerare il processo di guarigione.
“Le cellule epiteliali fanno cose che nessuno ha mai pensato di cercare”, dice il poliedrico Steve Granick dell’Università del Massachusetts Amherst. “Quando vengono ferite, ‘urlano’ ai loro vicini, lentamente, persistentemente e su distanze sorprendenti. È come l’impulso di un nervo, ma 1.000 volte più lento”.
La ricerca del team ha coinvolto l’uso di un laser per ferire un singolo strato di cellule cutanee, usando elettrodi per rilevare i segnali. I segnali risultanti si sono propagati a velocità di circa 10 millimetri al secondo, su distanze abbastanza grandi fino a centinaia di micrometri dal sito della ferita. “Comprendere questi gridi tra le cellule ferite apre porte che non sapevamo esistessero”, affermano i ricercatori.