Cade un mito della nostra epoca circa l’aspettativa di vita destinata ad allugarsi sempre di più grazie ai progressi costanti della medicina e della tecnologia.
È una recentissima ricerca scientifica a smantellarlo, ed era proprio ora. Lo studio è dell’Università del Wisconsin-Madison ed ha analizzato le tendenze dell’aspettativa di vita per 23 nazioni con redditi elevati e bassi tassi di mortalità, utilizzando i dati dell’Human Mortality Database e sei diversi metodi di previsione della mortalità. I dati dimostrano che i progressi in termini di longevità registrati nella prima metà del XX secolo hanno subito un rallentamento significativo negli ultimi decenni e che nessuna generazione nata dopo il 1939 potrebbe raggiungere la media dei 100 anni d’età.
L’aspettativa di vita media di una persona nata in un paese ad alto reddito nel 1900 era di 62 anni, per una persona nata appena 38 anni dopo era di 80 anni. Ma questo aumento sta rallentando in modo significativo. Fin qui la scienza. Ora passiamo al buonsenso.
Nel 1900 oltre il 30% dei bambini moriva prima di aver compiuto 5 anni e il 10% delle madri moriva di parto.
Adesso prendiamo una famiglia tipica:
Moglie: muore di parto a 20 anni
figlio n. 1: muore di malattia infantile a 2 anni
figlio n. 2: muore di tubercolosi a 30 anni
Marito: vive 80 anni
Suocera: vive 90 anni
Vita media=aspettativa di vita: (20+2+30+80+90):5= 44,4 anni
«da li conti che se fanno
secondo le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra ne le spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perché c’è un antro che ne magna due.»
Trilussa, La Statistica
In altre parole, tutti i ragionamenti e le statistiche sulla vita media e l’aspettativa di vita nel passato sono pesantemente influenzati da due fattori che incidevano in modo massiccio: la mortalità neonatale e infantile e la mortalità puerperale.
Poi bisogna aggiungere le guerre. Ogni guerra mieteva vittime nelle generazioni giovani, andando ad abbassare le statistiche (vedi i polli di Trilussa). Un maschio benestante nato nel 1900, se raggiungeva l’età adulta, aveva probabilmente un’aspettativa di vita non molto diversa da quella di oggi, perché se è indubbiamente vero che la medicina non consentiva di guarire molte malattie e traumi oggi curabili, quindi si poteva morire per un qualsiasi virus o incidente o infezione di ferita, è altrettanto innegabile che all’età adulta giungevano solo i più forti, con un sistema anticorpale in massima efficienza, con alimentazione sana e ambiente non inquinato. Per i poveri il discorso era diverso, perché la malnutrizione non li aiutava a restare in forze. Come era diverso per le donne, esposte al rischio di morte per parto durante tutta l’età fertile.
Un esempio? Ramses II, il faraone che morì nel 1212 a.C. a 90 anni (ps: era alto 185 cm, aveva i capelli rossi e la pelle bianca… come attesta la sua mummia, sfatando il mito che nel lontano passato erano tutti scuri e piccoletti).
Chi nasce oggi ha ottime possibilità di diventare adulto e le donne non rischiano più di morire di parto, il tasso di mortalità infantile è infatti attualmente di 1,76 su mille e quello per cause legate a parto e gravidanza è di 8 su 100.000.
Tuttavia chi nasce oggi è esposto ad un ambiente altamente inquinato, a cibo chimicamente alterato e l’eccesso di igiene (sì si può eccedere anche in questo) lo porta ad avere un sistema immunitario debole. Significa che è molto difficile che possa arrivare ad un’età molto avanzata.
Non lasciatevi ingannare dagli arzilli vecchietti che vedete in giro, quelli sono tutti nati prima del 1940, non oggi!