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Battaglia Terme

Lettera aperta al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Continuiamo a far maturare le coscienze


Il dottor Mariano Amici ha scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

 

Oggetto: RICHIESTA INFORMAZIONI E CHIARIMENTI
Illustrissimo Presidente,
avendo appreso da fonti aperte notizie riguardanti possibili conflitti di interessi relativi al Ministro della Salute, on. Orazio Schillaci, al solo fine di fugare ogni possibile illazione nell’interesse della trasparenza e della credibilità della Pubblica Amministrazione.
CHIEDO
di conoscere, anche con NOTA STAMPA PUBBLICA, se le informazioni riportate in più circostanze da fonti giornalistiche e riprese anche recentemente sul web, corrispondano a verità oppure no.
In particolare, credo che sia eticamente doveroso per ogni Governo – e in particolare per il Suo – escludere ogni possibile ombra sull’operato di chi ha ricevuto su delega del Presidente del Consiglio il compito di guidare un Dicastero importante come quello preposto alla tutela della salute dei cittadini, e a maggior ragione se si tratta di adottare decisioni e provvedimenti su temi e ambiti che negli ultimi anni hanno fortemente condizionato l’operato di sanitari e cittadini, peraltro senza riuscire a evitare che l’Italia abbia contato uno dei più alti numeri di morti per la pandemia e provocando altresì una spaccatura molto profonda nell’opinione pubblica, prima ancora che nel mondo della medicina e della scienza.
A tal proposito sarebbe auspicabile sapere se corrisponda al vero la notizia secondo cui nel patrimonio personale del dottor Orazio Schillaci sarebbero detenute azioni per alcune centinaia di migliaia di euro relative a otto società farmaceutiche, tutte quotate alla borsa di New York e attive nel settore “tecnologie mediche, farmaci innovativi per la cura di Covid e tumori, screening della salute per le assicurazioni”.
Secondo quanto ricostruito dal Fatto Quotidiano, l’Onorevole Schillaci disporrebbe di:
– un pacchetto di azioni di 70mila dollari nella Hepion Pharmaceutical, società biofarmaceutica impegnata nella ricerca di una cura per le malattie del fegato, dalla cirrosi al cancro;
– un pacchetto di 28mila azioni nella Athossa Therapeutics, società che si occupa di prevenzione e cura del cancro al seno;
– azioni in Moleculin Biotech che ha sei farmaci candidati alla distribuzione per la cura di tumori e virus; ⁠
– 1400 azioni nella Celsion Corporation, che si occupa di terapie basate sull’ingegnerizzazione di Rna;
– 2000 azioni in Inovio Pharmaceutical, che sta sviluppando prodotti a base di Dna sintetico per la cura di tumori;
– azioni della Navidea Biopharm e della Vyant Bio, che si occupa di medicina predittiva e lo scorso aprile ha annunciato il suo ritiro dal listino Nasdaq (indice di borsa dell’omonima multinazionale americana di servizi finanziari che possiede e gestisce tre borse negli Stati Uniti e sette borse europee).
Se è vero che, come hanno già avuto modo di precisare ai giornalisti i collaboratori del Ministro, “tutte le azioni sono in suo possesso “da alcuni anni, molto tempo prima dell’assunzione dell’incarico di governo” e anche ammesso che – come dichiarato – queste “non abbiano nessuna attinenza con l’attuale impegno” nel governo e che “si tratti di titoli di scarso valore”, sarebbe tuttavia opportuno sapere se corrisponda al vero la notizia secondo cui il dottor Schillaci, “comunicando la situazione nella sua dichiarazione patrimoniale”, avrebbe dichiarato “che non ha alcuna intenzione di vendere le azioni, non intravedendo un possibile conflitto d’interesse con il suo ruolo di guida del dicastero della Salute di un Paese membro del G7” ma sarebbe ancor di più urgente sapere quale opinione abbia al riguardo Lei, illustrissimo Presidente, che ha sempre rivendicato con giusto orgoglio i principi di autonomia e indipendenza della Politica rispetto a qualunque fattore esterno.
Non è la prima volta che vengono avanzati dubbi su possibili conflitti di interesse dell’onorevole Schillaci – e del Ministero stesso – rispetto al settore farmaceutico. Sempre fonti di stampa, per esempio, ci ricordano che accadde a maggio 2023, quando due consulenti del Ministro (il farmacologo Guido Rasi, ex-direttore dell’Aifa e dell’Ema nonché consulente del commissario Figliuolo nella campagna vaccinale anti-Covid, e l’economista dell’università di Tor Vergata Francesco Saverio Mennini) sono diventati membri di Ithaca, il neonato think tank sostenuto da colossi come Roche, Gsk, MSD e AstraZeneca e molti altri sponsor con l’obiettivo di rappresentare gli interessi delle aziende nell’ambito dei nuovi «modelli di governance» proprio mentre si discuteva la riforma dell’AIFA, ovvero proprio l’agenzia nazionale deputata a regolamentare l’attività delle case farmaceutiche.
Questa vicenda torna inevitabilmente alla memoria in queste settimane segnate dal clamore per la decisione del Ministro di revocare il neonato NITAG, travolto certo dalle polemiche politiche bipartisan per la presenza in commissione di due medici, Bellavite e Serravalle, colpevoli soltanto di essere in posizione critica nei confronti dei vaccini, ma anche dalle perplessità e dai sospetti alimentati dalla presenza in commissione di altri membri in aperto conflitto di interesse con alcune case farmaceutiche: ebbene, nella nota stampa diramata dopo la revoca, proprio il Ministro Schillaci ha comunicato l’intenzione di nominare un nuovo NITAG garantendo la presenza al suo interno dei medici e dei vari esperti della sanità ma anche degli stakeholder, che sono i portatori di interessi economici per le aziende, e i relativi interessati rappresentanti dalle Case Farmaceutiche che, come è facilmente ipotizzabile, essendo aziende tenute a garantire utili e dividendi agli azionisti tenderanno inevitabilmente a esercitare pressione per ottenere provvedimenti utili alla vendita di farmaci, rischiando di piegare gli interessi di salute pubblica a quelli di natura economica e privatistica.
Illustre Presidente, se tutto quanto sopra rappresentato dalle varie fonti aperte dovesse essere vero, io – in qualità di Cittadino e di Medico – non posso sentirmi rappresentato da un Ministro, peraltro anche Medico, che ricopre un incarico così Nobile ma che potrebbe potenzialmente dedicare la propria missione anche ad interessi particolari tutti in potenziale conflitto con la salute pubblica, proprio in un momento storico in cui sarebbe invece necessario ristabilire il rapporto di fiducia medico – paziente attraverso il reale rispetto del codice deontologico che è basato su aspetti scientifici e su principi inderogabili e non sulla divisione dei medici e dei cittadini in “Pro Vax” e “No Vax”.
Dopo quanto accaduto negli anni del Covid con i provvedimenti adottati dai precedenti governi (che oggi tra l’altro si stanno rivelando sbagliati se non addirittura nocivi per i cittadini), dovrebbe essere interesse dalle Scienza, della Medicina ma anche della Politica adottare provvedimenti e iniziative in grado di recuperare i rapporti di fiducia medico/paziente e cittadino/istituzione, ormai sviliti da tempo, restituendo al medico la dignità ed il ruolo che merita, tutelando prima di tutto la possibilità del medico stesso di poter agire secondo scienza e coscienza nell’interesse esclusivo del paziente e della salute pubblica anziché ricattarlo con possibili persecuzioni laddove non accetti di chinare il capo per rispettare assurdi protocolli imposti dalla politica e fatti calare ai vari medici dalle Direzioni Sanitarie e, per di più, perchè magari “suggeriti” dagli interessi dei produttori.
Solo liberando i medici dai condizionamenti economici relativi agli interessi dell’industria farmaceutica e liberando la ricerca ed il confronto scientifico dagli interessi di parte potremo rivalutare il ruolo del medico, riunire la classe medica e metterla realmente al servizio della Pubblica Salute.
Dobbiamo cambiare il paradigma: il medico deve insegnare la salute alla collettività, deve stare al servizio dei malati e di chi soffre e non al servizio degli interessi privati dell’Industria Farmaceutica che invece dovrebbe stare al servizio del medico, e non il contrario.
Spero caldamente, Illustre Presidente Meloni, che vorrà leggere questa missiva che mi sono permesso di inviare alla Sua attenzione credendo di rappresentare le aspettative di moltissimi colleghi e cittadini e soprattutto sperando che Ella voglia adottare tutte le azioni atte a restituire quella fiducia e quella credibilità di cui tutte le Istituzioni, ormai mortificate da troppi lustri di cattiva politica, dovrebbero godere nel rapporto con i propri amministrati.
Con rispettosa osservanza
Mariano Amici, medico



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