NO alla globalizzazione nè di uomini nè di capitali nè delle merci nè dei diritti
NO al capitalismo e al marxismo, due facce della stessa medaglia, l’industrialismo
NO alla mistica del lavoro, di derivazione tanto capitalista che marxista
NO alla democrazia rappresentativa
NO alle oligarchie politiche ed economiche
SÍ alla autodeterminazione dei popoli
SÍ alle piccole patrie
SÍ al ritorno, graduale, limitato e ragionato, a forme di autoproduzione e autoconsumo
SÍ alla democrazia diretta in ambiti limitati e controllabili
SÍ al diritto dei popoli di filarsi da sè la propria storia , senza pelose supervisioni “umanitarie”
Passando ad altro, è sconcertante apprendere che a Verona sorgerà il primo ospedale per sani, con microchip monitorati 24 ore su 24. L’iniziativa è di don Luigi Verzè, rettore dell’ospedale San Raffaele di Milano, e servirà per monitorare costantemente la salute di pazienti sani, per di più senza che siano ricoverati: grazie a un microchip sotto la pelle verranno avvisati in caso di patologie. Insomma il paziente potrà condurre la sua vita in modo assolutamente normale. Uscire di casa, prendere l’aereo, recarsi ovunque e fare qualsiasi attività. Qualora i medici dovessero riscontrare l’insorgere di patologie si preoccuperanno di avvisare la persona e di consigliarle i centri migliori per la cura. Per dirla con un caro amico, fra un po’ per tenerci “sotto controllo” ci pianteranno microchip persino in quel posto…
Non bastasse il recente scandalo sugli OGM della Monsanto, salta fuori che a Tokyo dei ricercatori inseriscono nel riso un gene prelevato dal fegato umano, dando il via ad esperimenti di introduzione di geni di esseri umani in coltivazioni per il consumo e aprendo nuovi drammatici orizzonti alle tecniche di manipolazione genetica. Neanche a dirlo, l’iniziativa sta causando disgusto e raccapriccio presso gli oppositori, ed è destinata a rinvigorire le accuse secondo cui la tecnologia OGM sta creando “cibi Frankenstein” e ad infiammare il dibattito intorno a questo argomento. A detta degli ambientalisti, nessuno vorrà mangiare cibo parzialmente derivato dall’essere umano in quanto susciterebbe l’impressione di praticare il cannibalismo; i sostenitori, invece, affermano che questa controversa iniziativa non presenta alcun problema etico e potrebbe anzi comportare vantaggi per l’ambiente. Le coltivazioni OGM attuali sono modificate con i geni di batteri per renderle resistenti agli erbicidi, in modo che non vengano danneggiate quando i campi vengono irrorati per combattere le erbe infestanti. La maggior parte di questi geni, però, è in grado di combattere un solo erbicida, così che deve essere usato ripetutamente, permettendo in tal modo alle erbacce di sviluppare resistenza al rimedio.
Ma i ricercatori dell’Istituto nazionale di scienze agrobiologiche di Tsukuba, a nord di Tokyo, hanno scoperto che l’aggiunta del “tocco umano” rendeva il riso immune a 13 erbicidi diversi: questo significherebbe che le erbe infestanti potrebbero essere tenute a bada cambiando continuamente i prodotti chimici utilizzati. Sì, insomma, è tutta salute… anche perché se il gene migrasse in piante selvatiche affini al riso, potrebbe creare delle supererbe infestanti particolarmente aggressive e resistenti a una vasta gamma di erbicidi.
Rimanendo nell’ambito scientifico, una notizia a suo tempo passata inosservata la si deve al britannico Observer, che il 25 novembre del 2003 segnalò un curioso incidente: nel numero di novembre 2003 Human Immunology, la rivista scientifica della Società Americana di Immunogenetica, aveva accolto una ricerca del genetista spagnolo Antonio Arnaiz-Villena sul patrimonio genetico di ebrei e palestinesi: nello studio il genetista dimostrava che i due popoli non sono "geneticamente separabili", avendo un patrimonio genetico comune, e ne concludeva che il loro conflitto "è fondato su differenze religiose e culturali, non razziali". L’articolo suscitò tali proteste fra i lettori sionisti, che la direzione della rivista dovette scusarsi della sua pubblicazione, invitando chi aveva ricevuto il numero a strappare le pagine incriminate e a buttarle via. Alla faccia del pragmatismo scientifico…
In questi tempi di crisi petrolifera, è sorprendente scoprire che negli Stati Uniti c’è un tizio che fa il pieno di benzina alla propria auto all’incirca ogni due mesi: in effetti, per congelare il prezzo della benzina ha dovuto congelare qualcos’altro… David Hutchison, questo è il suo nome, è un esperto di criogenia che si è costruito questa particolare crio-lavorazione nel garage di casa, dove tempera criogenicamente metalli di ogni genere, sommergendoli in una vasca di vapore di azoto congelato a temperature estreme. Secondo lui, “durante l’immersione a -150°C le molecole rallentano, per poi riorganizzarsi: è allora che si verifica il cambiamento chimico”.Con questo procedimento, Hutchison tempera criogenicamente parti di motore, attrezzi, mazze da golf e persino rasoi: dice che questo li fa durare da tre a cinque volte più a lungo.
Alcuni anni fa iniziò a fare esperimenti sulla sua Honda ibrida, congelandone gli elementi del motore. I risultati sono stati incredibili. “Un motore ‘criogenizzato’ durerà da 600.000 a 1 milione di miglia senza rompersi”, dice l’inventore.
Normalmente una Honda ibrida ha già una percorrenza elevata, circa 20 chilometri al litro, ma il motore temperato criogenicamente da David è arrivato quasi a 50. All’anima dell’efficienza! Non per niente il processo è stato accettato e viene utilizzato dai team delle formule NASCAR e Indy-car…
{mosimage}