Riportato in vita l’enocione? No, ma è qualcosa di simile.
La Colossal Biosciences ha annunciato di aver riportato in vita l’enocione (reso famoso come Metalupo da G.R.R.Martin), estinto da 10.000 anni. È proprio così?
Non esattamente.
“Il metalupo è tornato” ha recentemente annunciato la Colossal Biosciences, una società biotecnologica con sede a Dallas, che ha presentato al mondo Romolo e Remo (attualmente di 6 mesi) e Khaleesi (di due mesi), cuccioli ottenuti con clonazione ed editing genetico a partire da DNA di enocione.


Gli enocioni, resi famosi come “metalupi” da “Il Trono di spade”, sono canidi lupini preistorici che si sono estinti circa 10.000 anni fa. Hanno antenati in comune con i lupi ma poi, ad un certo punto, qualche milione di anni fa, hanno seguito una diversa linea evolutiva diventando parenti più prossimi agli sciacalli africani che ai lupi, pur mantenendo un patrimonio genetico simile.

Un enocione somigliava in dimensioni e aspetto ad un grosso lupo grigio, ma con denti più grandi, aspetto più imponente e manto bianco. Dai resti fossili rinvenuti, l’esemplare più grande scoperto potrebbe aver raggiunto il peso di 110 kg. Siamo ben lontani, quindi, dai metalupi immaginati da George R.R. Martin, le cui dimensioni eguagliano quelle dei cavalli. I tentativi di estrarre DNA dai resti fossili hanno avuto successo solo a partire dal 2021.
“Il nostro team ha prelevato il DNA da un dente di 13.000 anni e da un cranio di 72.000 anni e ha creato dei cuccioli di enocione sani” ha dichiarato l’amministratore delegato della Colossal, Ben Lamm.

Gli scienziati hanno analizzato il genoma dell’enocione contenuto nel dente e nel cranio antichi, lo hanno confrontato con quello del lupo grigio e hanno identificato 20 differenze in 14 geni, responsabili dei tratti distintivi significativi, quali dimensioni maggiori, manto bianco, testa più larga, denti più grandi, spalle più robuste, zampe più muscolose e vocalizzazioni caratteristiche. Successivamente, hanno prelevato cellule progenitrici endoteliali (CPE), che formano il rivestimento dei vasi sanguigni, dal flusso sanguigno di lupi grigi viventi e hanno modificato i 14 geni per esprimere quei 20 tratti dell’enocione. Quindi hanno creato embrioni dalle cellule di lupo grigio modificate, li hanno impiantati in madri surrogate canine e hanno aspettato che partorissero.

Il risultato è tre lupi sani – due maschi di 6 mesi e una femmina di 2 mesi, chiamati Romolo, Remo e Khaleesi – che presentano alcuni tratti degli enocioni.
La Colossal, che a gennaio era valutata 10 miliardi di dollari, sta allevando i lupi in una struttura privata di 2.000 acri in una località non rivelata negli Stati Uniti settentrionali.
Beth Shapiro, chief scientific officer di Colossal, ha descritto i cuccioli di lupo come il primo caso riuscito di de-estinzione. “Stiamo creando copie funzionali di qualcosa che era vivo”, ha detto in un’intervista.
In realtà non si tratta esattamente di riportare in vita una specie estinta, come la notizia è stata sapientemente annunciata e divulgata, ma della creazione di un animale visivamente molto simile a quello originario ma con un corredo genetico ibrido prevalentemente derivato dalla specie vivente più prossima, con alcuni innesti di quella estinta.