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Riti italiani – di Paolo Cortesi

Per il futuro antropologo che tenterà di studiare a analizzare (ma certo non potrà del tutto capire) la società italiana del 2010, ecco alcuni materiali.

Si tratta di osservazioni relative a comportamenti di massa dell’italiano videomutato (cioè prodotto di mutazione da esposizione costante a trasmissioni tv).

  1. Esasperazione parossistica di ogni espressione. L’italiano videomutato (d’ora in poi: I.V.) esprime le proprie sensazioni in modo enfatico, rumoroso e teatrale. E’ da qualche anno invalso l’uso di applaudire ai funerali: segno estremo di come si confonda la vita reale (e la morte reale) con la finzione, la recita e le leggi dello spettacolo. L’I.V. considera massimo tributo ciò che invece è un’indecente piazzata; ma per l’I.V. la massima espressione di apprezzamento è l’applauso, come gli è stato insegnato da decenni di tv. Accade dunque l’opposto di quanto avvenne per secoli: si onorava il defunto col silenzio e con un discorso; oggi lo si celebra con battimani frenetici; fra non molto avremo fischi e urla da stadio che chiuderanno le cerimonie funebri dei vip.

  2. La sub-cultura calcistica assorbe ogni altra residua traccia di cultura. Oggi l'I.V. dedica vittorie elettorali e ogni altro evento importante come si dedicano i goals delle partite di calcio.

  3. Aumento del livello di aggressività. La nevrotizzazione indotta dalla tv ha alzato notevolmente il livello di aggressività e di violenza; da una parte, infatti, la confusione tra realtà e finzione tv ha opacizzato i criteri di giudizio, per cui la violenza non è più un fatto tragico, ma un elemento spettacolare: facce sporche di sangue, esplosioni, pugni, sparatorie, braccia legate, coltelli, armi automatiche non sono più, per l'I.V., oggetti ed emblemi che negano l'umanità, ma strumenti coreografici di quella scenografia che è diventato il mondo.

  4. Rifiuto della cultura. La tv ha addestrato l'I.V. a detestare ogni forma di elaborazione culturale. Per l'I.V. leggere e pensare è una fatica ormai insopportabile, la sua mente è atrofizzata ed è divenuta un ricettacolo di tutti i messaggi che siano opportunamente veicolati dalla tv (ovvero abbastanza elementari, colorati, sonori e ripetuti per entrare nella mente dell'I.V.) L'I.V. non conosce più l'uso corretto ed efficace della lingua italiana, e questo è funzionale alla sempre più totale dipendenza dalla tv.

  5. Declino inarrestabile dell'etica civile e della politica. L'I.V. è sostanzialmente un uomo ipnotizzato 24 ore al giorno: la mancanza della facoltà i libero arbitrio impedisce l'esercizio della volontà, senza volontà e senza giudizio non esiste più vera libertà.

 

 



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