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Erice, 20 agosto 2001
Bel problema lo smaltimento delle scorie nucleari. L'ideale sarebbe non produrne nemmeno, ma é una soluzione troppo semplicistica, ridicolmente naif, persino offensiva dell'intelligenza del genere umano. E allora che fare? Per fortuna, in aiuto del pianeta e dei superscienziati riuniti anche quest'anno a Erice, é arrivato l'ex astronauta Usa David Scott. «Ghe pensi mi», ha detto ai cervelloni, nel suo tipico accento della West Coast, il 69enne ex comandante dell'Apollo 15. E ha tirato fuori di tasca un progetto vecchio di vent'anni e già scartato dalla Nasa: usiamo il Sole come una gigantesca pattumiera e spariamogli dei missili con dentro tutta la porcheria atomica del nostro pianeta. Un'idea geniale. Tant'è che la notizia é stata ripresa con grande enfasi un po' da tutti i nostri maggiori quotidiani, che hanno scambiato Scott per il Clint Eastwood di «Space Cowboys». Da «Odissea nello spazio» a «Odissea nell'ospizio». Curioso che quando ex astronauti come Gordon Cooper, Brian O'Leary e non ricordiamo più chi parlano pubblicamente di Ufo e civiltà extraterrestri, mai una volta che le loro dichiarazioni facciano breccia nel muro dei media («Sa, l'età…»). Ma se solo un loro coetaneo s'inventa, con un progetto da premio Alzheimer , un potenziale business per le industrie missilistico-aerospaziali, allora apriti cielo. La comunità scientifica di Erice, quella stessa che ha scomunicato il pioniere italiano della fusione fredda Roberto Monti, che sullo stesso problema delle scorie atomiche aveva proposto l'alchimia come antidoto, ha promesso che «vaglierà» il caso. Parafrasando Guzzanti, la risposta ai problemi ambientali della Terra é dentro di noi. Peccato che sia quella sbagliata.