19.9 C
Battaglia Terme

Sì vax? No vax? Ma vaaax!

Ago, filo e marmellata

di Maria Grazia E. Roselli


Tutti nella vita facciamo delle belle esperienze (e delle altre brutte).

Poiché il “protocollo” mainstream dell’informazione da anni lo impone1: mi tengo quelle belle, e parlerò solo di quelle brutte.

Vediamo.. e se ne analizzassimo una brutta per vedere se può diventare bella o almeno chiara, per darci la possibilità di decidere cosa ne pensiamo?

Per dare il mio contributo (economico) alla scienza, sono rimasta iscritta a Medicina per 40 anni, e, già che c’ero, ne ho approfittato per ascoltare qualche lezione, leggere qualche libro, fare qualche esame… partecipare a qualche ricerca, seguire qualche congresso, organizzarne qualcuno… e… notare delle discrepanze tra ciò che avevo studiato e ciò che dai Superiori veniva messo in pratica!

Se ci sono delle discrepanze ci sono due punti di vista e se i punti sono due, si possono confrontare ed analizzare e alla fine trarne delle conclusioni.

Quando è arrivata la vaccinazione trivalente mi sono venute le tachicardie, [ho chiesto: perché inoculare tre virus in una volta sola invece di fare 3 monovalenti a distanza di tempo, così da permettere ad un organismo non ancora completamente formato di produrne gli anticorpi? (come era sempre stato da quando sono esistite le vaccinazioni,) la risposta è stata: perché costa meno]; alla esavalente sono andata in modalità panico, ma quando è arrivata la “vaccinazione” per il Covid ho capito che non potevo più aspettare (anche a causa dell’età) e dovevo rivolgermi a qualcuno competente nel settore.

Ma prima un po’ di storia.

Nel 1796 – Edward Jenner Medico di campagna a Berkeley, nel Gloucestershire, osservò che i contadini contagiati dal vaiolo bovino (cowpox), una volta superata la malattia, non si ammalavano della sua variante umana (smallpox), di gran lunga più grave.

Edward Jenner

In Italia, fu Luigi Sacco (1769-1836) a diffondere la vaccinazione jenneriana. Medico della Repubblica Cisalpina, nato a Varese, laureato a Pavia e primario dell’Ospedale Maggiore di Milano, alla fine del 1799 vaccinò sé stesso e poi cinque bambini con il pus raccolto da due vacche affette da cow-pox. A distanza di tempo, verificò l’avvenuta immunità sua e dei vaccinati con l’innesto di vaiolo umano.

Nel 1806 Sacco riferì di avere fatto vaccinare o vaccinato personalmente nei soli Dipartimenti del Mincio, dell’Adige, del Basso Po e del Panaro più di 130.000 persone. In breve, i vaccinati del Regno d’Italia giunsero a un milione e mezzo, riducendo drasticamente la mortalità da vaiolo. Il vaccino si diffuse in breve anche nel Regno delle due Sicilie. […]

Luigi Sacco
Emil Von Behring

Nel 1880, Behring rese un animale temporaneamente immune dalla difterite e dal tetano iniettandogli siero sanguigno infettato di un altro animale e dimostrò che questa pratica era non solo preventiva, ma anche curativa, se il siero veniva iniettato ai primi sintomi delle malattie.

Assodato che, per ottenere resistenza a una determinata infezione, era necessario inoculare nell’organismo lo stesso batterio della malattia, l’originalità dei vaccini di Pasteur sta nell’utilizzo di batteri “indeboliti” artificialmente in laboratorio. Attenuandone l’aggressività si riduceva la possibilità di un’eventuale risposta violenta da parte dell’organismo.

Jonas Salk (1914-1995) presentò il suo vaccino antipoliomielite il 12 aprile 1955.

Si trattava di un vaccino “inattivato” (IPV), da somministrare con iniezione intramuscolo. Perché restasse a disposizione di tutti, non lo brevettò mai.

Jonas Salk

Appena due anni dopo, nel 1957, Albert Sabin (1906-1993) ne sviluppò un altro, con

caratteristiche diverse: un vaccino “vivo attenuato” (OPV), da somministrare per via orale”. 2 [Prevalse questo]

Albert Sabin

Ecco la Regione Lombardia ci ha perfettamente illustrato almeno 2 discrepanze:

1) l’uso del siero (Behring 1880-De Donno 2020) Già trattato ampiamente dalla informazione non convenzionale.

2) “indeboliti” artificialmente in laboratorio. Attenuandone l’aggressività. (e gli RNA?)

Ecco, potremmo guardare i “vaccini” più all’avanguardia in questo momento (a RNA) per confrontarli con quelli del passato e vedere tra Jenner, Behring, Pasteur, Salk, Sebin e Pfizer, chi vincerà!

Ma se vogliamo parlare di vaccini RNA, Georges Maestroni mi insegna che prima dobbiamo sapere cos’è l’RNA.

Georges J.M. Maestroni

Georges J.M. Maestroni, Laureato in Scienze Biologiche all’Università degli Studi di Milano. Ricercatore all’Istituto di Idrobiologia di Verbania Pallanza, nel 1975 si trasferisce allo Schweizersches Medizinisches Forschungsinstitut di Davos, Svizzera dove inizia la sua carriera scientifica specializzandosi sul dialogo funzionale tra sistema nervoso e immunità e in particolare nello studio del ruolo della melatonina e del sistema nervoso simpatico nel sistema immune ed emopoietico. In seguito postdoc al Department of Chemical Immunology, Weizmann Institute for Science, Rehovot, Israel; poi ricercatore all’ Anatomisches Institute, University of Zürich, Switzerland, quindi dal 1984 al 2008, fondatore e direttore del Laboratorio di Patologia Sperimentale all’Istituto Cantonale di Patologia di Locarno, Svizzera. Attualmente affiliato al Center for Research in Medical Pharmacology, University of Insubria, Varese, Italia come consulente scientifico.


  • Tock tock: Georges…

– Eccomi, iniziamo:

L’RNA questo sconosciuto! (ma tutti ne parlano)

Come tutti sanno le proteine sono i mattoni fondamentali del nostro organismo e le loro funzioni sono di vitale importanza per tutte le cellule.

Qualche esempio: l’emoglobina trasporta ai tessuti l’ossigeno che respiriamo, gli enzimi favoriscono le varie reazioni biochimiche necessarie alla vita, i canali ionici presenti sulle cellule nervose permettono il funzionamento di nervi e cervello, l’actina e la miosina fanno contrarre i muscoli e così via, chi più ne ha più ne metta.

Nonostante siano migliaia ed estremamente diverse tra loro, le proteine sono sorprendentemente composte da soli 20 amminoacidi in varia proporzione e sequenza. Ma come sono prodotte le proteine nell’organismo?

Innanzitutto occorre dire che per ogni singola proteina esiste un gene che governa la sua produzione.

I geni sono formati da varie sequenze di basi azotate o nucleotidi, l’adenina (A), la guanina (G), la citosina (C), la timina) (T) che avvolti in doppia spirale attorno a proteine chiamate istoni formano il DNA.

Quando un gene si attiva, la doppia spirale del DNA si apre in corrispondenza della sequenza che codifica la proteina attraverso l’azione dei fattori di trascrizione3 che sono attivati dai segnali ormonali, nervosi o biochimici che le cellule ricevono sulla loro superficie. Fonte.

Questo può avvenire grazie alla presenza di recettori specifici di membrana ovvero proteine in grado di legarsi specificamente alla molecola che trasporta il segnale, un po’ come accade per una chiave che apre la sua serratura.

I fattori di trascrizione favoriscono l’azione fondamentale di un enzima chiamato RNA polimerasi che trascrive la sequenza del gene nella corrispondente molecola di RNA messaggero (mRNA) con la differenza che nel mRNA il posto della timina viene preso dall’uracile (U).

La trascrizione comincia sempre in una regione specifica del DNA, adiacente al gene, chiamata promoter e avviene grazie alla proprietà dei nucleotidi di appaiarsi tra loro tramite legami a idrogeno, con l’A (Adenina) che si unisce sempre alla T (Timina o all’U) e la G (Guanina) con la C (Citosina).

Una volta formata in questo modo la catena dell’mRNA, essendo più piccola del DNA può uscire dal nucleo e raggiungere i ribosomi, organelli cellulari localizzati su una serie di membrane ripiegate su sé stesse a formare cisterne o sacchi che dal nucleo si protendono verso il citoplasma della cellula.

La presenza dei ribosomi su queste membrane le rende rugose da cui il termine di reticolo endoplasmatico rugoso (RER). L’ mRNA che contiene la sequenza di nucleotidi complementari alla porzione di DNA trascritta, trasmette questo messaggio ad un altro tipo di RNA presente nel citoplasma, cioè il tRNA (RNA transfer) che trasporta gli amminoacidi.

Di conseguenza, siccome gli amminoacidi sono 20, esistono 20 tipi di tRNA.

Infatti, ogni molecola di tRNA riconosce attraverso una tripletta di nucleotidi (anticodone) la corrispondente tripletta di nucleotidi complementari nel mRNA (codone) ognuna delle quali è quindi specifica per un amminoacido.

Per esempio se il codone dell’mRNA è formato da G C A, l’anticodone del tRNA che trasporta l’amminoacido x sarà formato da C G U e tutte le volte che si presenterà nella sequenza dell’mRNA lo stesso codone l’amminoacido x sarà trasferito dallo stesso tipo di tRNA contenente l’anti-codone.

In questo modo, tripletta dopo tripletta il messaggio dell’mRNA viene tradotto in una sequenza di amminoacidi che si legano assieme e formano una catena polipeptidica la quale poi ripiegandosi su sé stessa produce la struttura tridimensionale della proteina essenziale per la sua funzione biologica.

Una volta esaurito il suo compito di trascrizione, l’mRNA viene poi degradato da vari enzimi per evitare un’eccessiva produzione della proteina che potrebbe essere dannosa nella fisiologia dell’organismo.

La capacità dell’mRNA di legarsi ai ribosomi presenti sul RER e di collaborare con il tRNA per la produzione di proteine è stata recentemente sfruttata farmacologicamente dai vaccini a mRNA per far produrre alle cellule [del nostro corpo] la proteina Spike del virus SARS-COV2 che ha dato origine alla pandemia di COVID-19.

Il razionale è stato quello di far produrre alle cellule dell’organismo uno dei più importanti antigeni del virus allo scopo di stimolare una risposta immunitaria contro di esso e immunizzare così l’organismo.

La sequenza dell’mRNA è stata costruita in laboratorio e poi associata a nanoparticelle lipidiche per veicolarla all’interno del citoplasma delle nostre cellule.

Virtualmente quindi, ogni cellula dell’organismo se “penetrata” dal mRNA (della Spike) ha potuto produrre la Spike e diventare bersaglio della risposta immunitaria.

Caratteristica che sta probabilmente alla base delle reazioni avverse al vaccino.

• Ultima domanda prima di aprire le votazioni su chi vincerà: si poteva fare una vaccinazione inattivando o indebolendo, artificialmente in laboratorio, il virus, per attenuarne l’aggressività, come si era sempre fatto in passato (con ottimi risultati)?

Non pensavo di entrare nei dettagli del vaccino perché ci sarebbero molte cose da dire.

Comunque, sicuramente si sarebbe potuto creare un vaccino “classico” inattivando il virus ed è stato fatto in Cina e anche in altri paesi ma non ricordo quali (mi sembra Cuba).

Per quanto riguarda il vaccino cinese io ho fatto pure il referee di uno studio che ne valutava a posteriori l’efficacia ma nonostante il mio parere favorevole non è stato pubblicato per via di altri pareri negativi.

D’altra parte un vaccino classico, a mio parere, ha alcuni vantaggi su quello a mRNA.

  1. L’iniezione del virus inattivato innanzitutto stimola maggiormente l’immunità innata per via di molecole virali in grado di attivare fisiologicamente i Toll like receptors nei macrofagi e altri fagociti.

  2. La presenza di numerosi altri antigeni oltre alla Spike determina probabilmente una risposta immunitaria più completa contro il virus con conseguente immunità più duratura. Che, assieme alla considerazione di cui al punto 1, è poi una delle ragioni per cui l’immunità prodotta dall’infezione è di gran lunga più efficace e duratura di quella prodotta dal vaccino a mRNA.

  3. La risposta immunitaria si sviluppa partendo solo dal sito di inoculazione del vaccino, mentre nel caso del mRNA ci sono studi nei topi che dimostrano come il mRNA si distribuisca più o meno at random [a caso] nell’organismo provocando quindi focolai di infiammazione qua e là dove le cellule assorbono il messaggio del mRNA e producono la Spike.

Grazie Caro Georges! E non solo da parte mia.

 


1. Cronaca nera (brutte notizie): Rapporto Demos-Unipolis. Analizzati i principali tg di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna nel periodo 2008-2009: il Tg1 ha il doppio di notizie del Tg spagnolo e venti volte in più di quello tedesco.
https://www.redattoresociale.it/article/notiziario/tg_europei_a_confronto_in_italia_piu_notizie_di_cronaca_nera

2. https://www.wikivaccini.regione.lombardia.it/wps/portal/site/wikivaccini/DettaglioRedazionale/storia

3. Transcription factors activate genes through the phase-separation capacity of their activation domains. Cell, 175(7), 1842-1855.



Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 2)

ULTIME NOTIZIE

Lettera aperta al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Continuiamo a far maturare le coscienze Il dottor Mariano Amici ha scritto una lettera aperta...

Quando il dibattito medico si trasforma in un duello al tramonto

Continuiamo a far maturare le coscienze Quando il dibattito medico si trasforma in un duello...

La differenza fra soldi veri e soldi del Monopoli

Ago, filo e marmellata di Maria Grazia E. Roselli È domenica pomeriggio, ho appena finito di...

Cospaia: nata per sbaglio e vissuta di fumo

In Umbria c'era un microstato, la Repubblica di Cospaia, nato per un errore cartografico...

Continua a leggere su NexusEdizioni.it

Errore, il gruppo non esiste! Controlla la tua sintassi! (ID: 2)

NOTIZIE CORRELATE

La differenza fra soldi veri e soldi del Monopoli

Ago, filo e marmellata di Maria Grazia E. Roselli È domenica pomeriggio, ho appena finito di...

L’emergenza economica è una bufala?

Ago, filo e marmellata di Maria Grazia E. Roselli Incontriamo Fabio Conditi (approfittiamone intanto che è qui)   Beppe...