agli attentati dell’11 settembre
2001. La
gente è soddisfatta : aveva distrattamente realizzato che
qualcosa
veniva
rimproverato al governo federale USA circa i grandi attentati di quel
giorno,
ed ora constata come anche questo nodo sia giunto al fatidico anche se
forse un
po’ lento pettine della " grande " democrazia statunitense. A
rafforzare l’impressione il fatto che la medesima Condoleezza
inizialmente
aveva rifiutato l’interrogatorio pubblico, dicendosi disponibile solo
per
incontri con la Commissione a porte chiuse. Ma la delusione popolare –
la
delusione dell’elettorato – l’aveva fatta tornare sui suoi
passi. Democracy
at work dunque, come dicono gli statunitensi : Democrazia al
lavoro.
No. Questa è Propaganda at work.
La vera, seria e grave accusa che da più parti è
stata portata
al
governo del presidente Bush circa gli attentati dell’11 settembre 2001
è stata
quella, nientemeno, che di averli scientemente favoriti, o di esserne
stato
addirittura l’ideatore, il mandante e forse anche l’esecutore.
Queste
accuse sono state formulate da vari osservatori, negli Stati Uniti e
all’estero, che si sono ricordati come spesso in passato i governi USA
abbiano
attirato o agevolato degli attentati o degli attacchi militari contro
propri
interessi e cittadini, o che anche li abbiano ideati ed eseguiti
direttamente
loro sotto mentite spoglie, allo scopo avere la scusa di aggredire lo
Stato
caduto nella provocazione o falsamente accusato. Dell’ultimo caso
l’esempio
più eclatante è quello dell’esplosione ( con relativa
perdita
dell’equipaggio
di 160 uomini ) nel 1898 nel porto dell’Avana dell’incrociatore
statunitense Maine,
che diede la scusa di dichiarare guerra alla Spagna e di conquistare
così Cuba,
Guam e le Filippine ma che fu opera di agenti inviati dallo stesso
governo USA
( presidente era McKinley, che non per niente poco dopo fu freddato in
un
attentato – come i compari Lincoln e Kennedy ). Del
primo si ha invece quello che è il più grande esempio di
provocazione
di tutta
la Storia, di quello che è diventato il monumento stesso alla
provocazione : l’attacco giapponese a Pearl Harbor del 7 dicembre
1941.
Negli USA subito si levarono le accuse contro il presidente Roosevelt
di averlo
in qualche modo " sollecitato " ai giapponesi tramite insistite
provocazioni politiche, poi negli anni successivi si arrivò a
dimostrare che
non solo fu effettivamente così, ma anche che i vertici politici
e
militari
dell’Amministrazione Roosevelt, a cominciare dal Capo di Stato
Maggiore gen.
George Marshall, agirono attivamente ( ad esempio trattenendo
informazioni
) perché l’attacco giapponese riuscisse al meglio, perché
facesse in
particolare il maggior numero possibile di vittime fra i militari
statunitensi
della base ( i morti furono da 2.400 a 2.700, ironia della sorte come
alle
Torri Gemelle ).
Questo dunque era il vero sospetto sull’amministrazione Bush, se
avesse ripetuto una infamia, del tipo del Maine o del tipo di
Pearl
Harbor. Sospetto in più alimentato dalle rivelazioni che dopo
gli
attentati
dell’11 settembre 2001 cominciarono a piovere da tutte le parti, sia
negli USA
che all’estero, sui tentacolari ed ingentissimi rapporti di affari che
c’erano
stati e continuavano a esserci fra le famiglie Bush e bin Laden.
Cosa ha invece
cercato di contestare alla Rice la Commissione del Congresso, quale
è
sembrata
essere per la Commissione la colpa più grave di cui qualcuno
potesse
immaginarsi che si fosse reso responsabile il governo del presidente
Bush ? Questa : che lo stesso governo avesse sottovalutato la
pericolosità del terrorismo di Al Qaeda in generale, e in
particolare
che
avesse ignorato alcuni avvertimenti dei servizi segreti giunti prima
degli
attentati. Tutto qui. Il principio applicato è questo, se
volete
chiamatelo
la Legge di Kleeves del 9 aprile, che recita :
Se c’è un
devastante sospetto su di te, che più è il silenzio che
lo circonda e
più si
ingigantisce, allora prendi l’iniziativa e fatti apertamente accusare
di
qualcosa che gli somigli, ma che sia alla fin fine tollerabile ;
se
insomma sei silenziosamente sospettato di un peccato mortale, fatti
accusare a
gran voce di un peccato della stessa sfera ma veniale. Ciò
distoglierà
l’attenzione dall’accusa mortale, dalla quale sarai di fatto assolto. E
mi
raccomando, respingi con forza, a costo di sembrare bugiardo, anche il
peccato
veniale : altrimenti non saresti credibile.
2) Ieri giovedì 8 aprile alla televisione hanno mostrato
dall’Iraq un
filmato agghiacciante : tre giovani giapponesi legati e
terrorizzati erano
minacciati con affilati pugnali e anche corte scimitarre alla gola da
arabi
mascherati. Gli arabi sembravano in preda al più cieco fanatismo
islamico : facevano scivolare le lame sulle carotidi gialle e
intanto
urlavano isterici slogan, fra i quali tutti – credo – hanno individuato
il
celebre " Allah akbahr ! " ( " Dio è grande !
" ) ripetuto ossessivamente più volte. Si trattava, dicevano
quelli
della
televisione, di tre civili giapponesi, che erano stati rapiti dai
guerriglieri
( o miliziani, o terroristi come li chiamano ) dello sceicco Al Sadr,
nel corso
dei grandi combattimenti della giornata ; nella stessa giornata
erano
stati rapiti anche altri civili stranieri, un canadese, un britannico,
due
arabi israeliani e sette sudcoreani definiti come " religiosi ", ma
solo i giapponesi avevano subito un tale trattamento. Il filmato era
stato
girato dagli stessi rapitori ed inviato ad Al Jazeera con l’intento di
ricattare il governo giapponese : se non ritirava le truppe
dall’Iraq i
tre sarebbero stati uccisi, evidentemente tagliando loro la gola come
ben
illustrato.
Anche qui non abbiamo altro che propaganda at work ( in
inglese propaganda si scrive come in italiano ma si pronuncia "
propaghènda " ) . E’ ovvio che il filmato è un plateale
falso girato da
qualcuno della coalizione che occupa l’Iraq, e direi che nella
fattispecie il
coalizzato sono sicuramente gli statunitensi. Il suo scopo è di
diffamare gli
insorti, di dipingerli secondo il solito e falso clichè
dei
musulmani
fanatici e sanguinari. E’ un clichè che l’Occidente
bugiardo e
diffamatore ha inventato al tempo delle crociate, e che ritira fuori
ogni volta
che gli serve, tale e quale : addirittura nel filmato hanno messo
in mano
a una delle comparse mascherate una scimitarra ! Sì, la
scimitarra
del Feroce
Saladino !
Proprio mentre stavo scrivendo queste parole, il giorno dopo
venerdì
9 aprile, mi hanno avvertito che una notizia del televideo RAI, ore
15.00,
riportava la smentita del campo iracheno : un portavoce dello
sceicco Al
Sadr aveva negato che i suoi uomini avessero mai rapito tre giapponesi,
tantomeno minacciati con le scimitarre nel mentre che giravano un film.
Poco
prima era stata diffusa la notizia che i sette religiosi sudcoreani
erano stati
rilasciati.
Bene, il portavoce dice certamente il vero. Noi però a questo
punto
dobbiamo riflettere sulle tre comparse giapponesi. Il primo ministro
giapponese
Koizumi, nel respingere il barbaro ricatto petto e mento in fuori,
aveva detto
che i tre erano dei giapponesi non solo civili, ma anche pacifisti,
presenti in
Iraq a scopi umanitari. Nel filmato oltre ai loro volti erano mostrati
anche i
loro documenti di identità, cosa che ci garantisce che Koizumi
aveva
detto il
vero, e cioè che i tre, vista l’associazione certa fra il loro
aspetto
e la
loro identità, erano effettivamente dei civili giapponesi
presenti in
Iraq a
scopi diciamo pure umanitari. Ma allora dobbiamo concludere che tre
civili
giapponesi, che si dichiaravano pacifisti e che erano presenti in Iraq
a scopi
puramente " umanitari ", si sono prestati a girare un infame
filmetto propagandistico anti iracheno ! Ah no. Gli individui, che
si
dichiarano dei civili, dei pacifisti e degli umanitari, che stanno in
Iraq in
questi periodi non devono fare queste cose : fare queste cose
significa
parteggiare attivamente per uno dei due contendenti ( occupanti e
occupati ),
significa combattere !
Ma già lo sapevamo tutti, immagino, che tutto il personale
civile
straniero che si trova in Iraq e che proviene da Paesi appartenenti
alla
coalizione occupante ( i coalizzati ), per quanto innocuo sia il suo
aspetto e
le sue dichiarazioni di intenti, è là per aiutare in un
modo o
nell’altro la
coalizione ; è là per fare fessi gli iracheni.
Vieppiù se è un
religioso o
se appartiene a una organizzazione laica ma di ispirazione religiosa, e
vieppiù
se questa religione è quella cristiana delle versioni (
scismatiche ed
illegali
entrambe, fra l’altro ) Cattolico-Romana e Protestante. Chissà
di quale
religione erano i sette sudcoreani prima rapiti e poi rilasciati. Fossi
in loro
direi grazie e tornerei a casa.
2001. La
gente è soddisfatta : aveva distrattamente realizzato che
qualcosa
veniva
rimproverato al governo federale USA circa i grandi attentati di quel
giorno,
ed ora constata come anche questo nodo sia giunto al fatidico anche se
forse un
po’ lento pettine della " grande " democrazia statunitense. A
rafforzare l’impressione il fatto che la medesima Condoleezza
inizialmente
aveva rifiutato l’interrogatorio pubblico, dicendosi disponibile solo
per
incontri con la Commissione a porte chiuse. Ma la delusione popolare –
la
delusione dell’elettorato – l’aveva fatta tornare sui suoi
passi. Democracy
at work dunque, come dicono gli statunitensi : Democrazia al
lavoro.
No. Questa è Propaganda at work.
La vera, seria e grave accusa che da più parti è
stata portata
al
governo del presidente Bush circa gli attentati dell’11 settembre 2001
è stata
quella, nientemeno, che di averli scientemente favoriti, o di esserne
stato
addirittura l’ideatore, il mandante e forse anche l’esecutore.
Queste
accuse sono state formulate da vari osservatori, negli Stati Uniti e
all’estero, che si sono ricordati come spesso in passato i governi USA
abbiano
attirato o agevolato degli attentati o degli attacchi militari contro
propri
interessi e cittadini, o che anche li abbiano ideati ed eseguiti
direttamente
loro sotto mentite spoglie, allo scopo avere la scusa di aggredire lo
Stato
caduto nella provocazione o falsamente accusato. Dell’ultimo caso
l’esempio
più eclatante è quello dell’esplosione ( con relativa
perdita
dell’equipaggio
di 160 uomini ) nel 1898 nel porto dell’Avana dell’incrociatore
statunitense Maine,
che diede la scusa di dichiarare guerra alla Spagna e di conquistare
così Cuba,
Guam e le Filippine ma che fu opera di agenti inviati dallo stesso
governo USA
( presidente era McKinley, che non per niente poco dopo fu freddato in
un
attentato – come i compari Lincoln e Kennedy ). Del
primo si ha invece quello che è il più grande esempio di
provocazione
di tutta
la Storia, di quello che è diventato il monumento stesso alla
provocazione : l’attacco giapponese a Pearl Harbor del 7 dicembre
1941.
Negli USA subito si levarono le accuse contro il presidente Roosevelt
di averlo
in qualche modo " sollecitato " ai giapponesi tramite insistite
provocazioni politiche, poi negli anni successivi si arrivò a
dimostrare che
non solo fu effettivamente così, ma anche che i vertici politici
e
militari
dell’Amministrazione Roosevelt, a cominciare dal Capo di Stato
Maggiore gen.
George Marshall, agirono attivamente ( ad esempio trattenendo
informazioni
) perché l’attacco giapponese riuscisse al meglio, perché
facesse in
particolare il maggior numero possibile di vittime fra i militari
statunitensi
della base ( i morti furono da 2.400 a 2.700, ironia della sorte come
alle
Torri Gemelle ).
Questo dunque era il vero sospetto sull’amministrazione Bush, se
avesse ripetuto una infamia, del tipo del Maine o del tipo di
Pearl
Harbor. Sospetto in più alimentato dalle rivelazioni che dopo
gli
attentati
dell’11 settembre 2001 cominciarono a piovere da tutte le parti, sia
negli USA
che all’estero, sui tentacolari ed ingentissimi rapporti di affari che
c’erano
stati e continuavano a esserci fra le famiglie Bush e bin Laden.
Cosa ha invece
cercato di contestare alla Rice la Commissione del Congresso, quale
è
sembrata
essere per la Commissione la colpa più grave di cui qualcuno
potesse
immaginarsi che si fosse reso responsabile il governo del presidente
Bush ? Questa : che lo stesso governo avesse sottovalutato la
pericolosità del terrorismo di Al Qaeda in generale, e in
particolare
che
avesse ignorato alcuni avvertimenti dei servizi segreti giunti prima
degli
attentati. Tutto qui. Il principio applicato è questo, se
volete
chiamatelo
la Legge di Kleeves del 9 aprile, che recita :
Se c’è un
devastante sospetto su di te, che più è il silenzio che
lo circonda e
più si
ingigantisce, allora prendi l’iniziativa e fatti apertamente accusare
di
qualcosa che gli somigli, ma che sia alla fin fine tollerabile ;
se
insomma sei silenziosamente sospettato di un peccato mortale, fatti
accusare a
gran voce di un peccato della stessa sfera ma veniale. Ciò
distoglierà
l’attenzione dall’accusa mortale, dalla quale sarai di fatto assolto. E
mi
raccomando, respingi con forza, a costo di sembrare bugiardo, anche il
peccato
veniale : altrimenti non saresti credibile.
2) Ieri giovedì 8 aprile alla televisione hanno mostrato
dall’Iraq un
filmato agghiacciante : tre giovani giapponesi legati e
terrorizzati erano
minacciati con affilati pugnali e anche corte scimitarre alla gola da
arabi
mascherati. Gli arabi sembravano in preda al più cieco fanatismo
islamico : facevano scivolare le lame sulle carotidi gialle e
intanto
urlavano isterici slogan, fra i quali tutti – credo – hanno individuato
il
celebre " Allah akbahr ! " ( " Dio è grande !
" ) ripetuto ossessivamente più volte. Si trattava, dicevano
quelli
della
televisione, di tre civili giapponesi, che erano stati rapiti dai
guerriglieri
( o miliziani, o terroristi come li chiamano ) dello sceicco Al Sadr,
nel corso
dei grandi combattimenti della giornata ; nella stessa giornata
erano
stati rapiti anche altri civili stranieri, un canadese, un britannico,
due
arabi israeliani e sette sudcoreani definiti come " religiosi ", ma
solo i giapponesi avevano subito un tale trattamento. Il filmato era
stato
girato dagli stessi rapitori ed inviato ad Al Jazeera con l’intento di
ricattare il governo giapponese : se non ritirava le truppe
dall’Iraq i
tre sarebbero stati uccisi, evidentemente tagliando loro la gola come
ben
illustrato.
Anche qui non abbiamo altro che propaganda at work ( in
inglese propaganda si scrive come in italiano ma si pronuncia "
propaghènda " ) . E’ ovvio che il filmato è un plateale
falso girato da
qualcuno della coalizione che occupa l’Iraq, e direi che nella
fattispecie il
coalizzato sono sicuramente gli statunitensi. Il suo scopo è di
diffamare gli
insorti, di dipingerli secondo il solito e falso clichè
dei
musulmani
fanatici e sanguinari. E’ un clichè che l’Occidente
bugiardo e
diffamatore ha inventato al tempo delle crociate, e che ritira fuori
ogni volta
che gli serve, tale e quale : addirittura nel filmato hanno messo
in mano
a una delle comparse mascherate una scimitarra ! Sì, la
scimitarra
del Feroce
Saladino !
Proprio mentre stavo scrivendo queste parole, il giorno dopo
venerdì
9 aprile, mi hanno avvertito che una notizia del televideo RAI, ore
15.00,
riportava la smentita del campo iracheno : un portavoce dello
sceicco Al
Sadr aveva negato che i suoi uomini avessero mai rapito tre giapponesi,
tantomeno minacciati con le scimitarre nel mentre che giravano un film.
Poco
prima era stata diffusa la notizia che i sette religiosi sudcoreani
erano stati
rilasciati.
Bene, il portavoce dice certamente il vero. Noi però a questo
punto
dobbiamo riflettere sulle tre comparse giapponesi. Il primo ministro
giapponese
Koizumi, nel respingere il barbaro ricatto petto e mento in fuori,
aveva detto
che i tre erano dei giapponesi non solo civili, ma anche pacifisti,
presenti in
Iraq a scopi umanitari. Nel filmato oltre ai loro volti erano mostrati
anche i
loro documenti di identità, cosa che ci garantisce che Koizumi
aveva
detto il
vero, e cioè che i tre, vista l’associazione certa fra il loro
aspetto
e la
loro identità, erano effettivamente dei civili giapponesi
presenti in
Iraq a
scopi diciamo pure umanitari. Ma allora dobbiamo concludere che tre
civili
giapponesi, che si dichiaravano pacifisti e che erano presenti in Iraq
a scopi
puramente " umanitari ", si sono prestati a girare un infame
filmetto propagandistico anti iracheno ! Ah no. Gli individui, che
si
dichiarano dei civili, dei pacifisti e degli umanitari, che stanno in
Iraq in
questi periodi non devono fare queste cose : fare queste cose
significa
parteggiare attivamente per uno dei due contendenti ( occupanti e
occupati ),
significa combattere !
Ma già lo sapevamo tutti, immagino, che tutto il personale
civile
straniero che si trova in Iraq e che proviene da Paesi appartenenti
alla
coalizione occupante ( i coalizzati ), per quanto innocuo sia il suo
aspetto e
le sue dichiarazioni di intenti, è là per aiutare in un
modo o
nell’altro la
coalizione ; è là per fare fessi gli iracheni.
Vieppiù se è un
religioso o
se appartiene a una organizzazione laica ma di ispirazione religiosa, e
vieppiù
se questa religione è quella cristiana delle versioni (
scismatiche ed
illegali
entrambe, fra l’altro ) Cattolico-Romana e Protestante. Chissà
di quale
religione erano i sette sudcoreani prima rapiti e poi rilasciati. Fossi
in loro
direi grazie e tornerei a casa.