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Battaglia Terme

VENETO: LA NUOVA TERRA DEI FUOCHI

Dopo l’emergenza sanitaria che ha colpito la Campania nel 2009 (emergenza che è stata tamponata, ma non sanata grazie al mega-inceneritore di Acerra) in Italia ora si rischia un’altra “terra di nessuno”, uno scandalo sanitario di così vaste proporzioni che potrebbe aver contaminato 400 mila persone.

Si parla di sottoporre ad analisi, infatti, almeno 250 mila veneti.
Lo scandalo in oggetto riguarda i cosiddetti PFAS, alias i perfluorati utilizzati per anni nelle lavorazioni chimico-tessili del vicentino, per rendere i tessuti più impermeabili. 
Le aree più colpite dalla presenza dei perfluorati nelle falde acquifere sono le valli dell’Agno e del Chiampo, nel vicentino, ma in realtà le province colpite sarebbero anche Padova e Verona. 
L’Arpav si concentra soprattutto sul comune di Trissino (VI).
Tutto nasce grazie a un primo studio indipendente a stelle e strisce che ha rivelato l’avvelenamento delle falde, vista la folta rappresentazione di militari americani nella zona di Vicenza: qui una class action di cittadini ha finanziato uno studio commissionato dalla C8 Health Project, che ha rilevato livelli altissimi di perfluorati nelle acque potabili, tali da comportare patologie alla tiroide, effetti sui reni, ma anche – nei soggetti colpiti marginalmente – colesterolo, ipertensione e alterazione dei livelli di glucosio. 
Nei soggetti più colpiti, invece, si parlerebbe addirittura di tumori al testicolo e al rene. 
Un lavoro congiunto dell’Enea (l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile) e dell’Isde (medici per l’ambiente) non solo ha confermato gli studi americani, ma ha rincarato la dose, affermando che “In trent’anni di contaminazione in Veneto ci sono stati – nelle zone più colpite – 1.260 morti in più rispetto alla media nazionale per patologie di ictus, infarti del miocardio, tumori alla tiroide e ai reni, mentre nelle donne si è riscontrata un’alta incidenza di Alzheimer. 
Tutte patologie correlate ai perfluorati. 
Gli PFAS ci hanno messo anni per entrare nelle falde, e altrettanti per incidere sulla salute degli umani: chi e da quanto tempo continua a ignorare questa lenta ecatombe?
Secondo l’Istituto Superiore della Sanità e la Regione Veneto, 250mila persone sono attualmente coinvolte, ecco perché urge un controllo massivo della popolazione.
Il problema riguarda anche gli animali da allevamento e da latte, che non solo incidono sull’economia della zona, ma amplificano ancora di più la platea delle persone colpite: si parla ormai – ed è qui la vera paura – di un’emergenza nazionale, dato che tutta Italia mangia prodotti provenienti da queste zone.
Il Direttore Generale della Sanità veneta Riccardo Mantoan ha dichiarato di essere tra i super-esposti, dato che per 30 anni ha bevuto l’acqua del suo comune, Brendola, nel vicentino, aggiungendo che attualmente ha più di 250 nanogrammi per grammo di PFAS nel sangue. 
L’unico partito che al momento ha presentato un esposto sulla questione è il Movimento 5 stelle: secondo i suoi esponenti, la Regione Veneto sarebbe troppo cauta, insomma avrebbe paura delle conseguenze, tant’è vero che i vertici della Regione tendono ancora a minimizzare.
Al momento la stessa ha fatto già trapelare che le analisi delle 250mila persone saranno a carico della sanità regionale (in pratica le pagheremo indirettamente) e chi risulterà positivo sarà sottoposto a un follow-up semestrale a partire da gennaio 2017. 
Sono e restano ben lontani i tempi in cui l’eroina Erin Brockovich portò in tribunale la Pacific Gas & Electric Co. con l’accusa di aver contaminato le falde acquifere della città di Hinkley, in California, facendo guadagnare ai cittadini riunitisi in una class action ben 333 milioni di dollari (il caso fu talmente eclatante che ne nacque un film interpretato da Julia Roberts).
In Italia, infatti, la class action introdotta nel 2008 e modificata nel 2012 – pensate un po’ – dal decreto liberalizzazioni del governo Monti, è zoppa e fa acqua da tutte le parti: per avere un risarcimento bisogna che ci sia il diritto all’omogeneità (ovvero tutti devono aver subito lo stesso danno) per non parlare del fatto che può essere applicata solo a chi la richiede (negli USA è automatica) e che copre solo i danni effettivi, senza prevedere quelli morali e legali. 
Con queste premesse, c’è solo da diffondere queste notizie, prima che si decida che la questione… non sia mai realmente esistita. 



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