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La scuola che il sistema vuole per noi

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Da molti anni a questa parte, la scuola è diventata un diplomificio svuotato di ogni sostanza, dove si producono "pappagalli parlanti" che non ragionano e non si chiedono mai il perché delle cose.

È il sistema, bellezza, verrebbe da pensare: e in effetti è davvero così, dato che tutte le riforme della scuola, almeno negli ultimi 25 anni, hanno solo tentato di avvicinare la formazione a un sistema economico del tutto malato come quello attuale, svilendo sempre di più le personalità degli alunni, degli insegnanti e non producendo neanche il collegamento cui si auspicava.
Il risultato oggi è una scuola scollegata da tutto, sia dall'uomo che dall'"economia", che non contempla il reale sviluppo della personalità dell'individuo, che è il compito precipuo di qualunque organizzazione che si faccia chiamare in questo modo.

Non mi stancherò mai di dirlo, ma la scuola dovrebbe formare dei cittadini, e non dei lavoratori inseriti in un sistema schiavistico… dove bisogna lavorare sempre di più per del denaro creato dal nulla!
L'obiettivo però è esattamente questo, ovvero annullare le persone, trasformandole in stupidi automi senza cervello: questo non avviene solo con la scuola, anche se – come si può ben capire – essa resta uno degli obiettivi fondamentali, vista la pregnanza.
Una vera scuola, per esempio, dovrebbe insegnare all'individuo a gestire le proprie emozioni, non solo nozioni che dopo qualche giorno verranno dimenticate in quanto scollegate da tutto: materie come educazione civica, sessuale, spiritualità (che non c'entra nulla con le religioni!) così come materie pratiche di vita oltre che di lavoro, dovrebbero essere inserite in tutte le scuole, finanche nelle università, perché l'uomo è corpo, mente ma anche anima.

Oggi abbiamo una scuola che non forma, deforma. La prova è che la maggior parte degli studenti, una volta finito il percorso scolastico, non legge più e non s'informa se non attraverso la tv, dato che non ha mai sviluppato l'ingrediente essenziale di qualsivoglia crescita ed evoluzione umana: la curiosità.
La demonizzazione e la frustrazione degli insegnanti, a mio avviso, non è affatto una coincidenza, anzi li si sfinisce e deconcentra perché potenzialmente pericolosi: oggi, per esempio, abbiamo una scuola di insegnanti malpagati e giudicati fannulloni (la storia che lavorano 18 ore a settimana non regge, perché quelle sono solo le ore di lezione frontale, dietro le quali c’è tutto il lavoro di preparazione delle lezioni, così come le correzioni dei compiti, gli scrutini, i consigli scolastici e via dicendo); ma non solo, gli insegnanti precari (circa 400 mila) vengono licenziati a giugno per essere assunti a settembre, con un contratto senza diritti e tutele che alla fine, semplicemente, sfianca.
E ricordiamoci sempre, comunque, che un insegnante a tempo indeterminato si è laureato, ha fatto un tirocinio di formazione (TFA) e ha anche alle spalle un concorso, insomma si è fatto il mazzo, e un precario è tale solo perché non ha avuto la possibilità di concorrere a tale posizione.
Pochi sanno ma lo svilimento della posizione degli insegnanti avviene anche nelle scuole private: qui non solo ci sono i presidi sceriffi (figura che si vorrebbe creare anche nel pubblico con il ddl "buona scuola" di Matteo Renzi, istituendo una figura che possa perfino assumere e "dividere" il corpo insegnante) ma anche i genitori che "pagano" vogliono avere sempre più voce in capitolo, cosa che produce paura e repressione tra gli stessi insegnanti.
C’è da dire che oggi i genitori finanziano anche la scuola pubblica: qui il semplice contributo della carta igienica (vista la mancanza cronica di soldi propria di un sistema economico che – ripeto – crea il denaro dal nulla e ce lo addebita, facendoci sprofondare in crisi perenni e che ora pretende pure ciò che ci ha "prestato"!) si è trasformata in una vera e propria tassa occulta, con genitori che nelle scuole alberghiere finanziano perfino le ricette e gli ingredienti degli esperimenti culinari degli allievi.

Il problema principale quindi, come al solito, è a monte: se le scuole cadono a pezzi, se non ci sono laboratori e i PC eppure si pretendono gli stage, se piove nelle aule e cadono i calcinacci, e se gli insegnanti precari sono ricattati (o accetti ulteriore svilimento del tuo ruolo o non ti dò il contratto a tempo indeterminato e le varie tutele previste dalla stessa Costituzione!) è solo perché chi ci governa è un maggiordomo dei veri poteri, i quali desiderano ardentemente un manipolo di ignoranti.
Pochi sanno ma nel 1995, a Los Angeles, un braintrust di 500 persone – tra cui Bush senior, Margareth Thatcher e importantissime figure della finanza e aristocrazia internazionale – si riunì sotto l'egida della fondazione Gorbaciov per lavorare a un nuovo modello sociale dove solo l'attuale 20% della popolazione mondiale sarebbe stato importante, mentre il restante 80% sarebbe stato semplicemente "massa eccedente", che doveva essere distratto attraverso quello che all'epoca lo stratega politico Brzezinski definì "tittytainment" (dove tits sta per "tette" mentre la seconda parola – ovviamente – è la contrazione di entertainment, ovvero intrattenimento).
Questa massa, in sostanza, doveva essere intrattenuta col sesso, lo sport e l'infotainment, al fine di non scoraggiare troppo la sua autostima.
So che parliamo di "massimi sistemi", ma niente di quello che si decide nel nostro paese ormai ha natura endogena: l'importante, infatti, è che chi ti presta i soldi abbia tutto il suo tornaconto, economico, sociale e di controllo.
Tutto il resto – mi duole dirlo – sono solo e semplicemente delle "renzate".

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