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I SOCIAL MEDIA SONO ARMI PER LA GUERRA PSICOLOGICA (E TU SEI IL BERSAGLIO)

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Per secoli il più potente servizio di intelligence e raccolta dati è stato il rito cattolico della “confessione”, con cui milioni di persone rivelavano informazioni vitali al Pontefice riguardo i loro atti di colpevolezza e grazie ai quali, quindi, potevano essere ricattati assieme ai loro amici peccatori. Ma saremmo in errore se pensassimo che il problema è stato risolto con Lutero e la sua Riforma Protestante. I preti-spia della nuova chiesa quali Google e Facebook hanno preso il posto del confessionale. “Facebook possiede tutta la mia vita e sono preoccupato, che cosa ne faranno?’” mi ha rivelato un amico questa settimana.

Gli esperti del Threat Operations Center nelle loro postazioni all'interno della sede della National Security Agency (NSA), nella periferia di Fort Meade, Maryland (Foto AFP – Fonte: Russia Today)

È una preoccupazione comprensibile, che i giganti del software e dei social network hanno evitato grazie ai loro uffici legali e di pubbliche relazioni, pagati lautamente al fine di tenere il dibattito pubblico ad un livello minimo. Senza una giustificazione a prova di bomba che i nostri dati sono realmente tenuti privati, dobbiamo sempre presumere che vengano comunicati alla NSA (National Security Agency: Agenzia di Sicurezza Nazionale, ndt).
Zuckerberg e il suo Consiglio d’Amministrazione di Facebook, tergiversando con la nostra privacy, omettendo e rinviando, stanno chiaramente rivelando che sono più impauriti di “loro” che di “noi”, e si stanno piegando alle loro richieste.

Perché preoccuparci, se non abbiamo fatto nulla di male? Il personaggio agghiacciante del capo torturatore della Gestapo, lo Sturmbahnfuhrer Kessler, lo ha riassunto perfettamente nella serie televisiva sulla Resistenza Francese “L’esercito Segreto” (“Secret Army”), trasmessa dalla BBC nel 1978. Nell’episodio “In trappola” ci racconta: “Informazioni. Sono l’arma più importante che abbiamo. Informazioni. Ed il mio lavoro è ottenerle. Ogni governo in lotta contro il terrorismo ha ed avrà sempre questo problema.
Certo, quelle spie malate di potere alla NATO hanno oltrepassato il limite, sono entrate in territorio Gestapo, dove hanno deciso di trattare la popolazione dell’intero pianeta allo stesso modo in cui i Nazisti e il personaggio Kessler facevano con la Resistenza Francese. Ottenendo le nostre informazioni private senza passare da un giudice hanno infranto la legge e criminalizzato il loro stesso lavoro. L’enorme abuso nazista di informazioni private fu la ragione principale per cui vennero promulgate quelle leggi, al fine di evitare che un giorno potesse riaffermarsi qualcosa di simile alla Gestapo.

Nessuno rischia il confronto con la NSA & il mantenimento della privacy

Come utenti di Internet abbiamo bisogno di una rassicurazione ferrea sul fatto che i nostri dati siano veramente privati, ma non l’abbiamo mai avuta. Non ci viene più richiesto di avere solamente una password, ormai consegniamo direttamente le chiavi delle nostre vite. Un qualcosa che durante il Medioevo il Vaticano avrebbe potuto solamente sognarsi. Partendo dal nostro numero di cellulare, data di nascita, cognome da nubile della madre (per aiutare a costruire il nostro albero genealogico), e continuando con le nostre scuole primarie e secondarie (per quei registri degli alunni dimenticati), l’intelligence della Nato, GCHQ e del NSA sanno molto più su di noi che noi stessi.

Sopra: Foto AFP / Mario Tama

Che cosa succede quindi? Qualcuno potrebbe lasciare le nostre informazioni su un treno o perderle a causa di comunicazioni disattente con una società privata. Qualora non filtrassero, il crimine organizzato potrebbe comunque pagare profumatamente impiegati senza scrupoli al fine di scavare nella vita dei loro nemici politici. Nel Settembre del 2013 la debole SOCA (Serious Organised Crime Agency: Antimafia inglese, ndt) ha provato che non solo i detective privati senza scrupoli che hanno creato un crimine organizzato trafugando e sottraendo dati privati non verranno perseguiti a fin di legge, ma neanche i loro nomi saranno resi pubblici. A Londra il mercato nero del furto di dati ha ottenuto un altro semaforo verde.
La raccolta di dati quali il cognome da nubile delle nostre madri viene fatta in nome della “sicurezza” dei nostri account online, tuttavia recentemente usando il “codice di verifica” di Yahoo inviato sul mio cellulare con un sms, mi è apparsa una schermata che mi informava che qualcuno stava cercando di violare la mia identità con un codice falso e che quindi sarei rimasto fuori dal mio account. Che cosa stiamo ottenendo quindi in cambio dei nostri dati personali? Nulla? O qualcosa di molto peggio?
Chiamatemi pure cinico ma in sostanza l’idea di poter scegliere tra “pubblico” e “privato” sui social network serve solo a indicare alle spie quali informazioni potrebbero essere usate contro di noi. Politici e giornalisti, cosiddetti opinion-formers (coloro che formano un’opinione che poi il pubblico dibatterà, ndt), sono il bersaglio primario quando si parla di cellule di Operazioni Informative e Guerra Psicologica.

È venuto alla luce che gli spyware trovati nel 2005 sul network di Vodafone in Grecia ascoltavano attentamente i telefoni privati dei più importanti politici del paese e l’ingegnere che rivelò al mondo la cosa, Kostas Tsalikidis, si crede comunemente che sia stato “suicidato” appena dopo il suo racconto su questa intrusione tecnocratica nella politica democratica. Chi voleva conoscere dall’interno la posizione greca sulla rinegoziazione del debito sovrano? Con chi stavano negoziando all’epoca?
Vodafone molto di rado è una compagnia telefonica “per la gente”, ma molto spesso è una compagnia per la creazione di percorsi alternativi al fine di evitare le tasse e occasioni per vedere che cosa riescono ad ottenere. Avendo uno smart phone con la connessione internet, mi sembra di essere diventato una sorta di giocattolo nelle mani di Vodafone. Navigando tra i dati in questi giorni ho scoperto che il microfono del mio telefono può essere spento in remoto in ogni momento, anche nel bel mezzo di una telefonata. Molto elegante come cosa, non hanno neanche più bisogno di licenziarmi, possono semplicemente silenziarmi da lontano.
Lasciare messaggi sulle caselle vocali dei deputati quando non so se il mio microfono funziona o no è diventato una sorta di gioco del gatto col topo. Per quanto ancora continuerò a cercare di invitare i politici alla radio prima che gli hacker mi fermino? Adesso gli hacker riescono a separare un giornalista dalla sua fonte con il clic di un mouse, o forse anche solo con un semplice programma che il colossale mainframe della NSA svolge per loro.

Ho pure disinstallato Twitter la scorsa settimana perché quella dannata applicazione mi bloccava internet e avrebbe tagliato fuori il mio collegamento telefonico completamente se solo ne avesse avuto voglia. La vita è diventata molto più semplice senza Twitter in giro sul mio telefono a fare disastri. Ma ecco il problema: stiamo parlando di Twitter, non delle spie, il quale richiede che la sua applicazione abbia il permesso di modificare la mia rubrica (come scusa?) e le impostazioni del mio account protetto. Twitter si sta piegando a 90 agli spioni.

Foto AFP / Hoang Dinh Nam

I rapporti ufficiali con l’elite di delinquenti del Bilderberg

La maggior parte di noi è a conoscenza dei disonesti banchieri “tecnocrati” di Goldman Sachs e del loro spietato controllo, in sempre più paesi Europei, sull’emissione di leggi e sulla rigorosa spesa pubblica. Cosa ne pensiamo invece dei guru corporativi dei social network, ai quali il termine “tecno” potrebbe essere applicato in maniera anche più precisa? Proprio come sopra: Facebook, Twitter, LinkedIn, Google e Amazon sottoscrivono tutti assieme il credo Bilderberg, partecipando agli incontri segreti dell’elite transatlantica.
È precisamente alla conferenza annuale del Bilderberg che la “divisione” USA/UE inizia a scomparire lasciandosi dietro nient’altro che la classica illusione del “poliziotto buono, poliziotto cattivo”. E’ li che le multinazionali bancarie, dei media, dell’energia e della difesa plasmano e dominano le politiche da una parte all’altra degli “Stati Uniti” di America ed Europa messi assieme. Il Pentagono rappresenta il potere aggressivo mentre gli incaricati europei sorridono dolcemente col “dolce tocco” diplomatico, alzando le mani come in una rapina e dicendo: “che cosa FAREMO con quei violenti Americani?”

Quantunque buona ed originale l’idea, il piccolo pesce rosso di internet sta venendo assimilato dal cyber-Borg NATO-Bilderberg, il marchingegno che divora le civiltà intergalattiche di Star Trek, lasciando loro nessuno scampo all’assimilazione che la morte. Un esempio può essere il sito oldversion.com il quale forniva versioni libere da spyware, malware e bloatware di programmi per noi ciber-Luddisti. Qualcosa di strano si è intromesso invece adesso tra noi e ciò che volevamo, un piccolo e misterioso programmino speciale che ci dicono dobbiamo installare al fine di ottenere il software che vogliamo. Ecco un altro sito web silurato.
Quando si parla della regolamentazione di internet per contrastare i monopoli, ci si dimentica semplicemente di ciò. Se i “servizi” internet conosciuti e famosi come Yahoo!, AOL e Ebay non sono ancora stati comprati dagli amanti del Bilderberg (FB, Twitter, LinkedIn, Google, Amazon), lo saranno molto presto. Ognuno ha il suo prezzo e chi è rimasto indietro verrà riportato in riga alla fine.

L’elite giudiziaria sta al “loro” fianco, contro di “noi”

Al fine di forzare i grandi software e le grandi società di social network a fornire i dati, l’NSA ha dovuto usare i tribunali segreti USA della FISA (Foreign Intelligence Surveillance Agency, Agenzia di Sorveglianza dell’Intelligence Estera, ndt) ma tali ordini non dovrebbero essere validi in Gran Bretagna. Il giornalista Kevin Cahill, che si batte per la giustizia sociale e autore dei libri “Chi possiede la Gran Bretagna” e “Chi possiede il pianeta”, ha citato in giudizio Apple, Google, Facebook e Microsoft per aver infranto la severa legge britannica sulla protezione dei dati personali (Data Protection Act).
Sono azioni legali come questa che dovrebbero consentire ai social network ed alle società di software di informare il pubblico che tutte le risorse disponibili verranno utilizzate per proteggere la nostra privacy. Invece la loro evasività ci dice il contrario. Solo qualche raro caso scelto in cui si battono per i clienti contro le spie è tutto ciò di cui hanno bisogno al fine di dimostrare di avere del carattere.

Foto AFP / Paul J. Richards

Proprio questa settimana il Giudice Lucy Koh del Tribunale Distrettuale di San Jose, in America, ha fermato una class-action contro Google da parte di una dozzina di utenti, tra le centinaia di milioni, di Google Mail. Tutti loro accusano Google di violare la privacy degli utenti Gmail, leggendo i messaggi al fine di poter indirizzare meglio le pubblicità.
Nonostante le accuse fossero tutte contro l’intrusiva pubblicità di Google il giudice Koh ha dichiarato le dichiarazioni dell’accusa troppo diverse tra di loro al fine di poterle combinare assieme in una singola causa. Quegli utenti Google potrebbero essere le munizioni di cui Google ha bisogno, ma la volontà di Eric Schmidt di unirsi ai suoi clienti per combattere le spie non c’è, e quindi tutto quello che i coraggiosi accusatori hanno ottenuto è stato il classico divide et impera.

I tecnocrati fascisti vogliono vederci tutti ‘incatenati ad un computer’

La Guerra cibernetica ‘soft power’ che viene silenziosamente utilizzata dall’intelligence NATO contro la loro propria gente, per il momento non è ‘letale’, ma sta distruggendo la democrazia e lo stato di diritto. Sta portando criminali in posizioni di fiducia pubblica e in tal mondo sta alimentando il dispotismo e avviando una possibile guerra civile.
Nel 1996 l’uomo che predisse Bin Laden come capro espiatorio di un massiccio attacco all’America, l’Ufficiale dell’intelligence della Marina Americana e conduttore radiofonico texano William Cooper, ha condiviso con noi ciò che lui credeva fosse una visione credibile ma alo stesso tempo terrificante della futura elite tecnocratica, orrenda in ogni suo ingranaggio come in 1984 di George Orwell.
Parlando di un credo segreto in seno alla potente elite Nato, ha dichiarato: “Il loro obiettivo è di distruggere tute le religioni esistenti tranne la loro, tutti i governi tranne il loro, e di ingabbiare la popolazione in un sistema di debito eterno ed oppressivo incatenandola ad un computer per il resto della loro vita. In un mondo di propaganda dove far loro credere di essere felici all’interno del sistema”.

Questa settimana Edward Snowden, assieme all’inventore del World Wide Web, Sir Tim Berners-Lee, ha preso la scena per condividere la sua mesta visione sulla direzione di viaggio intrapresa da internet. La coppia ha utilizzato l’evento del TED (Technology, Entertainment and Design) tenutosi a Vancouver, Canada, per lanciare una campagna “salva-web” dal controllo delle multinazionali, preservare la “neutralità della rete”, e chiedendo una sorta di Magna Carta per Internet la quale tenga sotto controllo la potente combinazione del “complesso per la sicurezza industriale” delle lobby tra i cui complici possiamo includere Google e Facebook.
Internet sta diventando velocemente una parte essenziale delle nostre vite nell’era del “mondo interconnesso”. A meno di non prestare attenzione al’avviso di Edward e Tim, e di farlo adesso, tutti dovranno chiedersi: ‘voglio essere connesso, o voglio essere libero?’
In qualunque modo questa guerra silenziosa finirà, è chiaro che l’umanità intera, Oriente ed Occidente, non si piegherà senza combattere, diversamente da Google e Facebook.

Articolo di Tony Gosling

Fonte in lingua originale:  rt.com

Fonte in lingua italiana: comedonchisciotte.org

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