È la scoperta annunciata pochi giorni fa sulla rivista Science da parte di un team di ricercatori diretti da David Moss, direttore del Centro di Micro-Fotonica alla Swinburne University of Technology, e da Roberto Morandotti, dell'Istituto Nazionale per la Ricerca Scientifica di Montreal.
Il "quantum computing chip" si distingue per la complessità senza precedenti. Il principio alla base è quello dell'entanglement quantistico, per cui due particelle, in questo caso fotoni, che hanno interagito tra loro, continuano ad influenzare i reciproci stati anche dopo essere state separate.
La struttura del chip implica centinaia di livelli paralleli in cui vengono prodotte simultaneamente coppie di fotoni entangled. Nell'ambito delle telecomunicazioni, questo comporta una sicurezza estremamente elevata. Si prevedono possibili applicazioni nell'informazione quantistica e nell'ambito della microscopia.
Ma non è tutto: il processo di creazione del "quantum computing chip" è compatibile con quello utilizzato nella comune industria di computer, cosicchè un'ulteriore applicazione di questa sofisticata tecnologia potrebbe essere rappresentata da laptop e smartphone, oggetti di uso quotidiano.
Finalmente una scoperta avanzata di cui potranno beneficiare tutti i comuni mortali.