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Battaglia Terme
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Testa e croce

tutto il mondo,
si è
rivelato una bufala architettata dallo stesso “decapitato”, in
realtà
un
giovane statunitense che ha voluto dimostrare quanto sia facile
costruire false
decapitazioni (e chissà cos’altro, aggiungo io…) da immettere in
rete,
e in tal
modo diffondere false informazioni attraverso l’attuale, perverso
meccanismo
dell’informazione globale. Pensavo che, almeno per pudore, per qualche
tempo i
media ci avrebbero risparmiato ulteriori annunci di orribili
decapitazioni, ma
non è stato così: come se nulla fosse successo, non passa
giorno senza
che i
telegiornali ne presentino di nuove, dimostrando in tal modo quale sia
la
considerazione che hanno nei confronti dell’intelligenza del pubblico.

Per non parlare poi dei
continui allarmi relativi ad
imminenti attacchi terroristici, alcuni dei quali legati alla cattura o
all’identificazione di presunti appartenenti o collaboratori di
al-Qaeda, la
fantomatica organizzazione dell’inafferrabile (almeno fino a novembre…)
bin
Laden
. Peccato che uno di questi “terroristi”, tale Mohammad
Naeem Noor Khan, fosse in realtà un infiltrato dell’intelligence
pakistana, e
che la divulgazione del suo nome su svariati giornali statunitensi
abbia
mandato a monte un’operazione antiterrorismo in corso da tempo,
costringendo i
servizi segreti di quel paese a nasconderlo in una località
segreta.
Sembra
inoltre che questa leggerezza abbia costretto le forze di polizia
britanniche a
procedere in fretta e furia alla cattura di dodici presunti
fiancheggiatori,
già da mesi sotto sorveglianza in Gran Bretagna, per evitare che
mangiassero la
foglia.

Dunque,
quando leggo sui giornali che nei
combattimenti tuttora in corso a Najaf, in Iraq, le truppe statunitensi
avrebbero ucciso circa 300 miliziani in un solo giorno, ritengo sia
ragionevole
domandarsi quanto sia attendibile una notizia del genere: esistono
altre fonti,
come il corrispondente locale di Mafkarat al-Islam attraverso
PakTribune, che
ci raccontano invece di violentissimi combattimenti avvenuti a Fallujah
tra il
31 luglio e il 1° agosto, nel corso dei quali la resistenza avrebbe
attaccato una
colonna e distrutto un gran numero di veicoli statunitensi, alcuni dei
quali
per il trasporto truppe, e presumibilmente ucciso un gran numero di
soldati
americani.


Inoltre,
sarebbe stata attaccata a colpi di
razzi e di mortaio la base americana che si trova in quella zona, a
Samarra,
uccidendo 27 soldati (cinque dei quali comandanti responsabili di
operazioni
militari in quella regione) e lasciando esterrefatte le truppe di
occupazione
per la precisione di tiro, dovuta con ogni probabilità ad
accurate
informazioni
in possesso della resistenza irachena; in un altro episodio ben cinque
veicoli
per il trasporto truppe sarebbero stati completamente distrutti a colpi
di RPG.

Ovviamente
verrebbe da domandarsi come mai, se
le perdite statunitensi sono tanto elevate, i media occidentali non ne
facciano
menzione: secondo una fonte russa, un’elevata percentuale di militari
in forza
all’esercito USA sarebbe composta da immigranti che, prestando servizio
per un
certo periodo nelle fila delle forze armate, si conquisterebbero
l’agognato
diritto di cittadinanza ma che ovviamente, non essendo ancora cittadini
statunitensi, in caso di morte non vengono conteggiati come tali.

Ma torniamo
per un istante ai continui allarmi
terroristici che, giorno dopo giorno, vengono diffusi
dall’amministrazione
Bush, la quale dà ormai per certo ed imminente un devastante
attentato
in stile
“11 settembre” ad opera di al-Qaeda: una notizia che non ha fatto
notizia è che
lungo il confine tra Messico e Arizona, USA, solo nel mese scorso sono
stati
fermati dalle guardie di confine ben 77 immigranti illegali, tutti di
madrelingua araba! Piuttosto insolito, non trovate? Secondo le
autorità
di
Tombstone, località da cui provengono queste notizie,
consistenti
gruppi di
questi clandestini sarebbero riusciti a penetrare negli Stati Uniti,
facendo
perdere le proprie tracce.

Vi avevo
promesso di tornare ad occuparmi dei
fatti e delle menzogne sull’11 settembre: sto raccogliendo materiale
molto
interessante, e vi rimando per questo alla prossima volta. Nel
frattempo e per
concludere, passando ad argomenti altrettanto interessanti ma meno
drammatici,
vi propongo un’interessante segnalazione di
Paolo C. Fienga, di Lunar
Explorer Italia:

“Ritengo di aver
individuato, controllando gli archivi delle
‘raw images’ della Sonda
Cassini Huygens
, qualcosa di veramente
straordinario.
Si tratta di una striscia di luce simile ad un’altra già
individuata
nel cielo
di Marte e che la NASA
aveva liquidato come "…vecchio satellite
americano – probabilmente la Sonda Viking 2
– o sovietico che
precipitava,
incendiandosi nell’atmosfera marziana…" . Tralasciando in questa sede
i
motivi per cui la fotografia scattata da Spirit su Marte non
poteva
essere
riferita a quanto dichiarato dalla NASA, ci troviamo ora
davanti ad un
fenomeno
assolutamente identico, ma nello spazio di Saturno. La foto rappresenta
un
corpo luminoso che emette luminosità intensa e costante e che si
muove
rapidamente ad una distanza imprecisata (ma, riteniamo, nell’ordine di
solo
qualche centinaio di Km) da Cassini Huygens. Che
si tratti di un
oggetto non
stellare nè planetario in movimento rapido è agevolmente
dimostrabile:
gli
altri corpi celesti visibili sullo sfondo dell’immagine NON descrivono,
a loro
volta, segmenti luminosi (chiaro indice di fotografia scattata a posa
medio
lunga e su obiettivo fisso). È chiaro, quindi, che lo scatto
è stato
breve e
che la striscia è il prodotto di un movimento rapido rispetto
alla
telecamera.
Da notare che, a quanto sappiamo, la Sonda Cassini Huygens
NON possiede
un
sistema fotografico "ad inseguimento" (come invece i telescopi
terrestri o lo stesso Hubble
Space Telescope
) e quindi essa può solo
effettuare
scatti "fissi": se, mentre scatta, qualcosa passa davanti
all’obiettivo,
la conseguenza è quanto si vede nella foto.

Riteniamo questa
‘scoperta’ della massima importanza e ci
auguriamo che Lei, grazie anche alla Rivista ed al Sito per cui
collabora,
potrà darci un significativo rilievo.” Detto, fatto: un sentito
ringraziamento
al Dr. Paolo Fienga e a tutti i collaboratori del bellissimo sito di Lunar
Explorer Italia
!

Ombre rosse

aveva numerosi amici ed estimatori, tra
i quali
il sottoscritto) che da anni ne seguivano le vicende accademiche e ne
apprezzavano la professionalità, il coraggio e l’onestà
intellettuale. John è
stato uno scienziato nel senso più autentico che si possa
attribuire a questo
termine, e il suo lavoro ha lasciato un segno indelebile nel campo
della
ricerca sui cosiddetti “rapimenti alieni”.

Nel
commosso editoriale che gli ha dedicato, Maurizio
Baiata (www.dnamagazine.it)
fra le altre cose
ha scritto:

“John
Mack è stato il professore docente
di psichiatria che ha sfidato la sua
università, Harvard, affermando che il
fenomeno delle abductions è reale, che le persone
non sono allucinate, che vanno aiutate, non
derise. Mack ha fatto migliaia di
chilometri
per parlarne alla gente, ha scritto dei libri, ha accettato di farsi
riprendere
gratuitamente in decine di interviste filmate, e aveva quel ‘tocco di
classe’
che altri non hanno.”

Mi
trovo assolutamente d’accordo con Maurizio: ho avuto il privilegio di
conoscere
John Mack l’anno scorso, a Firenze, e pur rischiando di sembrare
retorico devo
dire in tutta sincerità che si trattava di un personaggio
eccezionale, uno di
quelli che incontri una volta sola nella vita. Un
animo nobile, un gentiluomo come pochi, un ricercatore
lucido e tutto
d’un pezzo. Sapere che non è più fra noi mi addolora
immensamente, ma sapere
che è morto travolto da un’automobilista ubriaco mentre
attraversava sulle
strisce pedonali di una strada di Londra, dove si trovava lunedì
dopo aver
partecipato come oratore ad una conferenza su Lawrence d’Arabia
tenutasi la
domenica ad Oxford, be’, questo mi
fa impazzire! Comunque sia, per
approfondimenti vi rimando al suo stesso sito (http://www.johnemackinstitute.org).

Passando
ad altro, un argomento del quale si vociferava qualche anno fa torna
alla
ribalta: il 24 settembre la polizia britannica ha arrestato quattro
sospetti
che apparentemente tentavano di acquistare un ‘materiale radioattivo
estremamente potente, di origine russa, conosciuto come Mercurio
Rosso’. Sembra
che questi quattro individui fossero disposti a pagarlo 541.000 dollari
al
chilo, per conto di un arabo saudita non meglio identificato.

A
quanto si dice, questo esotico materiale fu sviluppato dagli scienziati
sovietici durante la Guerra Fredda, allo scopo di realizzare delle
“valigette
nucleari” in grado di uccidere chiunque entro alcuni isolati di una
città.

In
proposito Sam Cohen, il fisico che inventò la bomba a neutroni,
il 15 giugno
1997 ebbe a dire che la cosa più spaventosa fosse la
facilità con cui si
potevano creare bombe a neutroni tramite una sostanza chiamata mercurio
rosso,
il quale è un composto contenente mercurio sottoposto a
irradiazione.
Esplodendo, crea enorme calore e pressione, dello stesso tipo
necessario a
innescare un congegno a fusione, come una mini-bomba a neutroni delle
“dimensioni di una palla da baseball”.

In
precedenza, un ostacolo alla creazione di una bomba nucleare era la
necessità
di poter disporre di plutonio, il quale esplodendo creasse una reazione
di
fusione negli atomi di idrogeno; tuttavia questo mercurio rosso ha
cambiato le
cose: prodotto in Russia a basso prezzo, sarebbe in seguito venduto al
mercato
nero di tutto il mondo.

Secondo
la CIA il mercurio rosso non esiste,
eppure un sacco di terroristi in tutto il
mondo sembrano disposti a pagare somme enormi per entrarne in possesso…
d’altra
parte, pur essendo anni che se ne sente parlare, sinora non è
mai successo
nulla ad indicarne l’uso da parte di qualcuno. Speriamo bene…

Intanto,
lontano dai riflettori dei media, tutti puntati sulle vicende irachene,
la
tensione in estremo oriente sta salendo: qualche giorno fa il
vice-ministro
degli esteri della Corea del Nord, Choe Su Hon, ha esplicitamente
dichiarato
che il suo paese ha sviluppato un’arma nucleare e che se venisse
attaccato
dagli USA verrebbero colpite le basi statunitensi in Giappone.

Nel
frattempo negli Stati Uniti stanno circolando documenti e analisi
sempre più
intriganti a riguardo delle innumerevoli anomalie che circondano i
fatti
dell’11 settembre 2001 e la versione ufficiale che i media,
imperterriti,
continuano a propinarci. Un esempio è la questione del “pod”, un
oggetto
anomalo che si distingue, collocato sotto il ventre, in numerose
fotografie e
riprese video da svariate angolazioni del secondo aereo, il presunto
volo 175
della United Airlines, che va a schiantarsi contro il World Trade
Center
(vedere il precedente articolo nel
quale me ne ero occupato).



Naturalmente
sono insorti qua e là dei “debunkers” a spiegare a noi, i
“teorici della
cospirazione”, che in realtà sotto l’aereo non c’era niente, che
si trattava
soltanto di giochi di luci e di ombre, che avevamo preso un granchio
insomma (salvo
poi non saper dare una spiegazione plausibile al “lampo” che si
distingue
perfettamente in corrispondenza del misterioso oggetto, pardon, ombra,
nel
momento in cui l’aereo penetra nell’edificio…).

Bene,
l’Escola Universitaria Politécnica De Mataró, in Spagna,
ha effettuato una
dettagliata analisi delle immagini, usando le più sofisticate
attrezzature
disponibili, ed è giunta alla conclusione che quanto vi si
osserva non è frutto
di ombre bensì sono oggetti reali, solidi, per quanto non
identificabili con
certezza.

L’ufficio
commerciale della Boeing
a Seattle ha esaminato le fotografie per dieci giorni
e, pur avendo annunciato una spiegazione per il fenomeno, si è
poi rifiutato di
rilasciare una dichiarazione. Alla fine un portavoce ha dichiarato che
la Boeing non era in
grado di offrire un’opinione “per motivi di sicurezza” e
perché non aveva partecipato ufficialmente alle indagini sugli
attacchi.


In
attesa di potervi offrire ulteriori novità, sempre per rimanere
in ambito
aeronautico, in questi giorni di intensa attività di scie
chimiche nei cieli di
casa nostra, vi offro una bella immagine proveniente da oltreoceano che
mostra
in tutto il suo splendore un gigantesco “sprayer” all’opera…

…e
poi quella curiosa di un UFO dalla forma insolita: sembra quasi uno
sparviero
Klingon, o un incrociatore Vulcaniano con le sue due belle gondole di
curvatura…

Per
lasciarvi, un cartello di avvertimento: a buon intenditor…

Traduzione:

ATTENZIONE

Nuovo
Ordine Mondiale

I
potenziali rischi includono:

Leva
obbligatoria

Terza Guerra Mondiale

Vaccinazioni forzate

Complessi industriali penitenziari

Spopolamento
controllato dall’elite

ORRORE E DISONORE

notizie, voci, comunicati, smentite e via dicendo sulla sorte delle “due Simone”,
dall’Iraq giungono notizie talmente raccapriccianti e incredibili da
mostrare,
una volta di più e se ancora ce ne fosse bisogno, il vero volto
di questa
guerra, quello di tutte le guerre: un orrore senza fine.






Sono
curioso di vedere se questa storia diventerà di dominio
pubblico, se ci sarà
un‘inchiesta e, qualora fosse così, quale sarà la
reazione del popolo
americano. In breve, sembra che a Falluja sia stata trovata una fossa
comune
con sedici cadaveri apparentemente appartenenti alle forze di
occupazione,
probabilmente soldati americani

(http://www.albasrah.net/images/3loj/mass-grave-us-soldiers.htm).

La fossa si trova nel
settore nord-occidentale della città, e contiene i resti di
sedici individui di
aspetto straniero (notate tra l’altro il tatuaggio nella foto sopra,
l’unica
che mi sono sentito di riportare: se avete stomaco, le altre andate a
vedervele
da voi…), con un taglio di capelli tipicamente militare.

Una storia simile
sembra accaduta anche a Ramadi, dove sarebbero stati trovati seppelliti
i resti
di numerosi soldati, senza uniformi o piastrine di riconoscimento,
rinchiusi
nei famigerati “body
bags
”, quei sacchi neri tristemente famosi sin dalla
guerra del Vietnam. All’apparenza erano sepolti lì da mesi.

I corpi sono stati
rimossi dai membri dell’Esercito Islamico dell’Iraq e verranno appena
possibile
consegnati alla Croce Rossa, che
cercherà di restituirli alle rispettive
famiglie.

Fra
le altre cose, questo video che documenta la scoperta dichiara che
questi
soldati sarebbero stati seppelliti per nascondere le reali cifre delle
perdite
statunitensi in Iraq, domandando se è questo il modo in cui
l’amministrazione
americana tratta i suoi uomini e puntando il dito ad un altro scandalo,
un
nuovo crimine di guerra perpetrato dai governi statunitense e
britannico.
Suggerisce alle famiglie in cerca di notizie dei propri cari di
rivolgersi alla Croce Rossa o altre
organizzazioni, piuttosto che alle amministrazioni militari
delle truppe di occupazione.

Staremo
a vedere quali sviluppi avrà, se ne avrà, questa storia
allucinante (ma anche
illuminante). Vi lascio con un poster particolarmente appropriato,
dice:
“Arruolati nell’esercito – posti disponibili”.

I NUMERI DELL’APOCALISSE

intenderci la
solita “PsyOps”. Secondo Paul Joseph Watson (propagandamatrix.com)
già la questione dei due Tupolev
precipitati a pochi minuti di distanza il 26 agosto, poco prima di
quelle
elezioni presidenziali in Cecenia che il Guardian
di Londra ha definito una “farsa”, presenta molti punti oscuri, tanto
da far
ipotizzare ad alcuni giornalisti indipendenti russi che in effetti
siano stati
addirittura abbattuti dalla difesa aerea nazionale. Il fatto che i
rottami
fossero sparsi lungo un’area assai vasta rafforza questa ipotesi,
più
plausibile di quella secondo la quale a bordo sarebbe stata fatta
esplodere una
scarpa imbottita di esplosivo.

Per
quanto riguarda un’intera scuola presa in ostaggio, evento già
di per sé
clamoroso, si fa giustamente osservare che l’identità e le
richieste dei
terroristi dovrebbero essere chiare sin dall’inizio, ma in questo caso
è stato
esattamente il contrario. Eppure, qualunque seria organizzazione
terrorista si
assumerebbe quasi immediatamente la paternità di un’azione di
tale portata.
Invece i capi separatisti ceceni hanno preso le distanze tanto dai Tupolev
abbattuti che da questa tragedia inimmaginabile. Akhmed Zakavev,
inviato
speciale del capo separatista Aslan Maskhadov ha
affermato che dietro tutti gli
attacchi terroristici commessi in Russia nelle ultime due settimane vi
è “una
terza forza, quella che ha messo al potere il presidente russo Vladimir Putin”,
e che “le forze della resistenza cecena guidata da Maskhadov non
hanno nulla a
che fare col massacro nella scuola in Ossezia del nord”. Secondo lui vi
è in
atto un piano per destabilizzare la situazione in tutta la regione del
Caucaso
settentrionale.

A
Beslan, le
autorità russe hanno tagliato tutte le linee di comunicazione
telefonica, presumibilmente per impedire ai “terroristi” di comunicare
coi loro
complici altrove: come se dei terroristi in grado di pianificare ed
eseguire
un’azione di tale portata non disponessero di radio o telefoni
satellitari… e
ancora bisogna capire come hanno fatto ad ammassare nella scuola,
assolutamente
indisturbati, armi ed esplosivi in quantità.

Poi
c’è la questione della videocassetta contenente le
rivendicazioni, fatta
pervenire dai sequestratori alle autorità russe: era vuota. O
forse è stata
cancellata da qualcuno…

Per
non parlare delle orribili storie circolate sui media in questi giorni,
storie
che raccontavano ogni genere di abusi ed atrocità: avrete letto
o sentito
certamente quella della madre costretta a scegliere quale dei due figli
portare
in salvo con sé. Be’, indovinate un po’?
In uno degli spot televisivi andati in onda per settimane
negli USA, a
favore della rielezione di Bush, vi è
quest’ultimo che si riferisce a una madre
costretta a scegliere quale figlio salvare da scuola nel caso di un
attacco
terroristico!

Per
chi mastica un po’ di tecniche psicologiche usate nelle “PsyOps” da
svariate
organizzazioni di intelligence, la mente andrà alla storia dei
neonati
prematuri kuwaitiani staccati dagli incubatori e sbattuti sul pavimento
dai
soldati iracheni, durante l’invasione di Kuwait City nel 1990
(sdegnò il mondo
intero e fu determinante per l’approvazione dell’azione militare
multinazionale
che diede il via alla “Guerra del Golfo”; peccato che poi si
dimostrò del tutto
falsa e costruita a tavolino…), o a innumerevoli altri esempi del
genere.
Disinformazione. Manipolazione dell’opinione pubblica attraverso i
media. Quei
media che si sono clamorosamente dimenticati di Saddam Hussein
(Che fine ha
fatto? Ne avete più sentito parlare voi? Forse il sosia
cominciava ad essere
troppo imbarazzante, se non ricordo male le ultime notizie lo davano
colpito da
collasso, o qualcosa del genere…) ma ricominciano a parlare di Osama bin Laden
e di una sua possibile cattura. Già, perfettamente in orario con
le elezioni
presidenziali statunitensi e le ambizioni di “ancora quattro anni” per Bush
scommettiamo che da qui a novembre salterà fuori? Joseph Cofer Black,
coordinatore dell’antiterrorismo per conto del Dipartimento di Stato
USA, ha
dichiarato che non sarebbe sorpreso di svegliarsi una di queste mattine
e
venire a sapere della sua cattura. Se lo dice lui…

E
mentre dilaga lo scandalo dello spionaggio israeliano al Pentagono, un alto
ufficiale appartenente a tale ministero, William Luti, ha
recentemente
dichiarato che la dottrina della guerra preventiva potrebbe presto
applicarsi a
nuovi “clienti”. Che si riferisse all’Iran, del quale ho già
detto la volta
scorsa?

Sia
quel che sia, è di un certo interesse quanto divulgato da un
ufficiale
dell’intelligence dell’esercito USA, il capitano Eric H. May, il quale
tramite
il suo cosiddetto “Ghost Group” si è ultimamente dedicato
all’analisi di certe
“stranezze” numerologiche collegate ai più recenti fatti
terroristici, perlopiù
ignorate dalla stampa, come ad esempio i 911 giorni intercorrenti tra
l’attentato di New York e Washington dell’11 settembre 2001 e quello di
Madrid
dell’11 marzo 2004. Basandosi su queste analisi, il Ghost Group ha
previsto con
uno scarto di ventiquattro ore un attacco terroristico nella zona
petrolchimica
di Houston, avvenuto il 30 marzo di quest’anno a Texas City, trenta
miglia da
Houston, e che le autorità hanno ridimensionato a incidente.
Quel che è peggio,
prevede un grosso evento preconfezionato di natura terroristica per il
27
settembre 2004: per la precisione, 1111 giorni dopo l’11 settembre
2001. La
località prescelta sarà Houston/Pasadena, e il numero di
morti catastrofico
(decine, se non centinaia di migliaia di persone). C’è solo da
sperare che i
conti siano sbagliati, o che di fronte all’anticipazione i perpetratori
rinuncino al colpaccio (o come afferma il capitano May, nel caso
vogliano prima
vedere il risultato delle elezioni presidenziali, lo pospongano
all’11/11), ma
la sintesi dell’analisi numerologica degli eventi più recenti
lascia pochi
dubbi sulle capacità di previsione del Ghost Group. A proposito,
vi ricordate
quella data del 1991 in cui papà George Bush
annunciò un “nuovo ordine
mondiale”? Era l’11 settembre…

La politica delle mutande

John
Mack
,
qualche giorno fa è morto a Parigi il biologo Jacques
Benveniste, 69
anni, padre della controversa teoria sulla “memoria dell’acqua” che
divulgò in
uno studio su
Nature negli anni
’80, nel quale sosteneva che le cellule sanguigne reagivano a una
soluzione che era stata in
contatto, ma non conteneva più
anticorpi. Si trattava di una scoperta rivoluzionaria, una conferma
sulla
validità dei principi di base dell’omeopatia. Malauguratamente,
come troppo
spesso è successo e continua a succedere, la comunità
scientifica lo emarginò
come un ciarlatano, pur se alcuni recenti studi hanno invece confermato
i
risultati da lui ottenuti (ma naturalmente di questi non si parla).

Anche il mitico Gordon
Cooper ha lasciato per l’ultima volta
questo pianeta: fu uno dei primi sette astronauti del progetto Mercury, che culminò proprio col suo
storico volo del 1963 durante il quale compì 22 orbite attorno
alla Terra, cui
due anni più tardi seguirono le 120 in otto giorni a bordo della
Gemini
5
.

Tuttavia fu dopo il suo
pensionamento dalla NASA che Cooper si
rivelò un convinto sostenitore dell’esistenza degli UFO,
accusando il governo
di nascondere le prove dell’attività extraterrestre; nel 1985 di
fronte ad un
gruppo di lavoro delle Nazioni Unite dichiarò:

“Ritengo che questi veicoli
extraterrestri, i quali coi loro
equipaggi stanno visitando questo pianeta, provengano da altri pianeti
evidentemente un po’ più avanzati tecnologicamente di quanto lo
siamo noi qui
sulla Terra. Penso sia necessario disporre di un programma coordinato
ad alto
livello per raccogliere e analizzare scientificamente i dati relativi
ad ogni
tipo di incontro in tutto il pianeta, e stabilire il modo migliore per
interagire in modo amichevole con questi visitatori.” Aggiunse inoltre:
“Ho
vissuto per molti anni con un segreto, una segretezza imposta a tutti
gli
specialisti e agli astronauti. Ora posso rivelare che negli Stati
Uniti, ogni
giorno, i nostri radar rilevano oggetti di forma e composizione a noi
sconosciute.”

Per passare ad argomenti
più leggeri (si fa per dire), il partito
repubblicano del Michigan ha richiesto ufficialmente l’arresto del
regista Michael Moore, reo
di
aver offerto biancheria intima pulita a chiunque
si
recasse a votare alle prossime elezioni presidenziali americane, fra
coloro che
non avevano mai votato o non l’avevano fatto alle ultime elezioni.
L’enorme
successo della sua iniziativa, con oltre centomila giovani corsi a
registrarsi
per esercitare il loro diritto di voto, non è affatto piaciuto
al partito
repubblicano, che ha richiesto la sua carcerazione con l’accusa di
“corrompere”
gli studenti per farli votare…

Tempi duri per i
repubblicani, e in particolare il loro
“presidente” il quale sembra addirittura che indossi un auricolare
durante i
suoi dibattiti pubblici: nel corso del recente faccia a faccia con Kerry,
malgrado né quest’ultimo né il moderatore Jim Lehrer gli
avessero detto nulla,
a un certo punto è sbottato esclamando “lasciatemi finire”, per
non parlare
delle strane pause che intercalano i suoi interventi. Semplici
espedienti
drammatici, o qualcosa di più? Comunque sia, osservate in questa
foto la
schiena di Bush: notate niente sotto la giacca?

Nel frattempo, in Iraq le
cose vanno sempre peggio per le forze di
occupazione, malgrado le valanghe di bugie riversate quotidianamente da
giornali e televisioni che, a quanto pare, omettono particolari
importanti su
ciò che sta davvero accadendo laggiù. Stando ad un
resoconto giunto da quel
paese, e del quale non sono in grado di confermare la
veridicità, nei recenti scontri
avvenuti a Samarra per occupare la città le truppe statunitensi
fiancheggiate
da quelle del governo fantoccio dell’Iraq hanno subito pesanti perdite.
Il loro
tentativo di penetrare nel centro abitato da tre direzioni (nord, sud e
ovest)
ha subito il violento contrattacco della resistenza, che ha adoperato
armi
pesanti come
lo
"Al-Tariq" (gittata 33 km), il "Karad" (gittata 24 km), i
celeberrimi "Katiusha" (gittata 11,3 km e 8,3km), nonché mortai
da
120mm (gittata 9,2 km e 7,2 km).

Per
contrastare questo assalto le forze statunitensi hanno chiamato in
appoggio gli
elicotteri, divenuti facile preda dei guerriglieri nascosti fra i
numerosi
alberi di palma della zona, i quali ne avrebbero addirittura abbattuti
7: un Black Hawk,
un Cobra, poi un
altro Cobra, un Chinook utilizzato
per
sbarcare
truppe ad ovest di Samara, e per finire due Apache. Tra le armi
utilizzate allo
scopo vi sarebbero i micidiali missili a spalla Strella. La
resistenza
sarebbe
riuscita a distruggere anche 4 carri armati Abrams,
7 Humvee, 2
veicoli
da
trasporto e a uccidere 82 soldati iracheni e 65 statunitensi. Al
momento la
resistenza controllerebbe circa il 70% del territorio, mentre le truppe
di
occupazione il rimanente 30%. I civili uccisi dai bombardamenti aerei
della
coalizione sarebbero 115, con 154 feriti, mentre i morti fra le fila
della
resistenza ammonterebbero a 23-25, senza contare i feriti.

Sul
fronte climatico le cose non vanno meglio: un recente rapporto dichiara
che i
danni derivati dal riscaldamento globale stanno ormai diventando
irreversibili.
I ricercatori del WRI stimano che le
emissioni di gas come il monossido
di
carbonio nell’ultimo decennio siano aumentate dell’11% e cresceranno di
un
ulteriore 50% entro il 2020. Insomma, c’è di che stare allegri,
anche perché
non sono in vista misure significative per arginare il fenomeno. Mi
sembra
quasi di vivere gli ultimi giorni di Pompei…

Bene,
sabato e domenica (9-10 Ottobre) sarò impegnato col nostro
Convegno di NEXUS

ad Abano
Terme
: abbiamo fatto di tutto perché sia un evento
memorabile, e vi
attendo numerosi per condividerlo con voi. Vi lascio quindi con un po’
di
pubblicità…

Triangoli

Falluja si continua a morire, da una parte e dall’altra, tra
l’indifferenza di
un’opinione pubblica ormai anestetizzata dall’incessante conteggio dei
morti e
dei feriti. È notizia recente che uno studio ha stabilito come
sinora nel
conflitto iracheno siano stati uccisi qualcosa come 100.000 civili.
Morti di
serie B, per i quali non vi saranno commemorazioni come quelle che ogni
11
settembre vengono dedicate alle vittime americane dei tragici fatti del
2001.

Come da più fonti
riportato, comunque,
ora l’attenzione degli USA (e di Israele) si sta spostando verso un
nuovo
“nemico”
:
l’Iran. Il fatto è che, secondo un’eccellente analisi di Mark
Gaffney, gli
Stati Uniti si stanno cacciando in una trappola mortale.

Ricorderete
quella gigantesca esercitazione navale
condotta dalla flotta statunitense durante il luglio scorso
prevalentemente nel
Pacifico, Summer Pulse, la quale
aveva scatenato una ridda di speculazioni (dall’arrivo di meteoriti
alla
dimostrazione di forza verso la Cina). Per la prima volta nella storia,
la US
Navy dispiegò addirittura sette portaerei contemporaneamente,
ognuna con la
relativa scorta di 7-8 navi e una settantina di aerei. Ma qual era il
vero
scopo di questa esibizione di strapotenza navale? Sembra che tale
esercitazione
riflettesse una decisione ad alto livello del Pentagono, secondo la
quale era
necessaria una dimostrazione di forza mai vista prima onde contrastare
quella
che viene percepita come una crescente minaccia, ovvero la Cina, in
virtù del
suo recente acquisto dalla Russia di un certo numero di nuovissime
cacciatorpediniere lanciamissili di classe Sovremenny.

Verrebbe
da pensare che questa sia una solenne
sciocchezza: come può una manciata di insignificanti
cacciatorpediniere essere
una minaccia nei confronti della flotta statunitense del Pacifico?

Il
fatto è che Summer
Pulse
ha costituito una sorta di tacito riconoscimento del
fatto che gli
Stati Uniti sono stati letteralmente surclassati in un importante ramo
della
tecnologia militare, la cui avanguardia qualitativa ora è
detenuta da altri
paesi, tra cui la Cina. Queste cacciatorpediniere, infatti, sono
piattaforme di
lancio per il missile antinave 3M-82 Moskit
(designazione NATO: SS-N-22
Sunburn
), un’arma per la quale
attualmente la marina statunitense non possiede alcuna difesa.

Ancor
prima del crollo dell’Unione Sovietica, dovuto
ad un’impossibile corsa all’equilibrio militare con gli Stati Uniti,
nave per
nave, cannone per cannone, dollaro per dollaro, i russi adottarono
un’alternativa basata sulla difesa strategica: indagarono sui punti
deboli del
nemico e cercarono modi economici per avvantaggiarsene. Ebbero
successo, sviluppando
tra le altre cose svariati tipi di missili antinave supersonici, uno
dei quali,
l’SS-N-22 Sunburn,
è stato definito
“il più letale missile esistente al mondo”. Naturalmente adesso
la Russia sta
traendo economicamente profitto dalla vendita di questa tecnologia,
nella quale
si trova in vantaggio di dieci anni rispetto agli USA, a paesi come
India,
Cina, Vietnam, Cuba e anche Iran.

Il
fatto che il Sunburn
non sia mai stato utilizzato in combattimento non deve trarre in
inganno: è
proprio per questo che le sue terrificanti capacità offensive
non sono
ampiamente riconosciute. Ma l’efficacia dei missili antinave è
comunque stata
dimostrata sin dalla guerra delle Falkland, quando gli argentini
riuscirono ad
affondare la HMS Sheffield e un’altra
nave britannica coi letali Exocet
francesi, dei quali peraltro possedevano soltanto cinque esemplari.
Pensate
cosa sarebbe accaduto se ne avessero avute alcune decine…

Il
Sunburn
è in grado di trasportare, entro un raggio di 100 miglia, una
testata nucleare
da 200 kilotoni, o in alternativa una testata convenzionale da 750
libbre,
volando a 2,1 Mach (più di due volte la velocità del
suono) e manovrando in
modo tale da eludere le difese nemiche (è stato specificamente
progettato per
sconfiggere il sistema radar di difesa AEGIS statunitense). Oltretutto,
la
combinazione tra la sua velocità supersonica e il suo carico
bellico producono
un tremendo rilascio di energia cinetica al momento dell’impatto, con
conseguenze devastanti per nave ed equipaggio: uno solo di questi
missili
potrebbe affondare una grossa nave, forse persino una portaerei, e il
suo costo
è considerevolmente inferiore a quello di un aereo da caccia. La
sua
strabiliante precisione è stata dimostrata poco tempo fa durante
un collaudo in
mare da parte dei cinesi, quando centrò perfettamente la nave
bersaglio
trapassando l’incrocio della “X” dipinta sul ponte.

Ma
cosa c’entra tutto questo con l’Iran? Be’, se
dovesse verificarsi un attacco, magari da parte degli israeliani (che
hanno da
poco acquistato 25 nuovi F-15
e alcune migliaia di bombe da penetrazione,
presumibilmente proprio nell’eventualità di un attacco agli
impianti nucleari
iraniani), immaginate cosa potrebbe succedere alla flotta statunitense
nel
Golfo Persico, percepita dall’Iran come una forza ostile (dato che gli
aerei
israeliani dovrebbero giocoforza attraversare lo spazio aereo
dell’Iraq,
attualmente controllato dagli americani). Essa si troverebbe nel raggio
d’azione dei Sunburn iraniani,
disseminati e nascosti lungo la costa settentrionale, oltre che degli
ancor più
avanzati SS-NX-26 Yakhonts (sempre
russi, velocità 2,9 Mach, portata 180 miglia), nonché
delle centinaia di Exocet già da tempo in possesso della
repubblica islamica. Il risultato sarebbe un’autentica mattanza.

E
dopo la mattanza, l’Iran con tali missili potrebbe
controllare l’unico accesso al Golfo Persico, ovvero lo stretto di
Hormuz,
tagliando fuori da possibili soccorsi quanto resterebbe
dell’agonizzante flotta
statunitense, e impedendo di fatto l’apporto di consistenti appoggi
logistici
alle truppe stanziate in Iraq, che in breve tempo da forze di
occupazione si
trasformerebbero in forze assediate.

Per
non parlare del fatto che, controllando lo
stretto di Hormuz, gli iraniani potrebbero bloccare il traffico navale
delle
petroliere, riducendo gli approvvigionamenti petroliferi
internazionali,
facendo schizzare il prezzo del petrolio alle stelle e provocando un
collasso
dell’economia mondiale. Insomma, c’è da sperare di non assistere
ad altre
azioni militari “preventive”, perché stavolta gli esiti
potrebbero essere
ancora più drammatici, per tutti noi.

Ma
in fondo, perché preoccuparsi? In aree
precedentemente turbolente, grazie alla sacrosanta guerra al
terrorismo, ora
l’ordine regna sovrano e tutto va come deve andare, come nel caso delle
piantagioni di oppio in Afghanistan…

A
volte verrebbe proprio voglia di cambiare pianeta.
A proposito, su Marte come butta? Per essere un pianeta virtualmente
privo di
atmosfera, che ci dicono sia quanto mai rarefatta, queste nuvolette
sono piuttosto singolari, non credete?

Ma
parliamo d’altro. In queste ultime settimane, vi è
stato un aumento esponenziale di avvistamenti UFO, da tutte le parti
del mondo
e in tutte le salse. In particolare, numerosi casi riguardano strani
oggetti
volanti triangolari, con tutta probabilità prototipi militari
del tipo TR3-B o
similari, che in particolari occasioni sono stati fotografati, come
documentano
queste immagini davvero singolari (le foto sono state scattate tramite
telescopio!).

Io
stesso devo dire di aver avuto recentemente la
possibilità di visionare un documento mozzafiato,
in assoluto il migliore filmato UFO che abbia
mai visto. Si
tratta di un classico “disco volante”, ripreso presumibilmente
quest’anno
(anche se la fonte anonima afferma che risalga a due anni fa) in
Italia, lungo
il fiume Cellina (a due passi da Aviano). Le prime analisi fanno
ritenere che
si tratti, anche in questo caso, di un prototipo militare. Il filmato
lo mostra
mentre arriva, si ferma davanti alla telecamera per esibirsi in volo
stazionario (e nel farlo estende delle appendici non meglio
identificate, che
qualcuno ha ipotizzato possano essere dispositivi di propulsione MHD,
ovvero
magnetoidrodinamica) e poi, dopo alcuni istanti, schizza via ad una
velocità da
paura!!!

Con
tutta probabilità, l’autore del filmato non si
trovava in loco per caso: molti elementi fanno ritenere che sapesse
perfettamente cosa andava a riprendere, e come. Purtroppo questo
incredibile
documento è oggetto di una contesa a carattere legale, e per il
momento non è
stato divulgato. Non appena possibile (ma non so proprio dirvi quando),
entrerò
in possesso di una copia, che naturalmente metterò in rete.

Visto
che siamo in periodo di elezioni presidenziali
USA, vi suggerisco di andarvi a vedere questa divertentissima parodia
del
“Rocky Horror Picture Show”:

http://davechase.net/presidential_horror_show.swf

Se non altro,
qualunque sia il risultato elettorale, con qualche
sana risata vi risolleverete lo spirito…

Il ritorno dei morti viventi

predetto che in concomitanza delle
elezioni
presidenziali sarebbe stato catturato bin Laden, e hanno avuto torto”.
Io sono
stato fra questi, e francamente non mi sembra di aver mancato di molto:
bin
Laden è magicamente apparso qualche giorno prima del voto sugli
schermi di
tutte le televisioni americane, e se questo non è un tentativo
di pressione
psicologica sulle masse allo scopo di manipolare i risultati
elettorali, come
ipotizzavo nel caso della sua cattura, ditemi voi cos’è.
Naturalmente, sui
media nostrani è poi rimbalzata la notizia secondo cui questa
comparsata non
avrebbe inciso sulle votazioni statunitensi, ma personalmente non lo
credo
affatto: guarda caso, un paio di sondaggi effettuati negli USA
mostravano
invece che dopo la diffusione del proclama di bin Laden, Bush avesse
guadagnato
sei punti sull’avversario.

Fatto sta che appena saputo del video,
ho cominciato a sentire la solita puzza di bruciato, e non sono stato
il solo.

L’ex anchorman dei notiziari della CBS,
il celeberrimo Walter
Cronkite
, nel corso di un’intervista da parte della CNN
la settimana scorsa, con un sorrisino ha affermato di “essere incline a
ritenere che probabilmente Karl Rove, brillante
manager politico alla casa
Bianca
, possa aver organizzato la cosa con bin Laden”.
Naturalmente, Larry
King

si è ben guardato dal domandare a Cronkite di
spiegare la sua osservazione…

E poi c’è la questione del
messaggio
stesso: bin Laden si assume la responsabilità degli attacchi
dell’11 settembre,
e se consideriamo che in realtà non avrebbe potuto e di fatto
non ha
organizzato quegli attacchi, allora il sospetto che si tratti di
un’ennesima
bufala è assai forte. La mia domanda è: chi è
davvero la persona presentata nel
video? La CIA, interrogata in merito
alla sua autenticità, ha affermato di aver
condotto delle appropriate analisi,
senza però specificare quali. In seguito a tali analisi, si ritiene possa essere autentico. Ma allora,
perché non tagliare la testa al toro con un test di verifica e
riconoscimento
vocale? E se è stato fatto, perché non dirlo? Tanto per
cambiare, i principali
media si sono ben guardati dal fare o dal farsi domande
sull’identità del
personaggio che compare nel video, e hanno sposato la tesi che si
trattasse
davvero di bin Laden.

E se invece
quest’ultimo fosse già morto da
tempo? L’amministrazione statunitense divulgherebbe la notizia, o la
terrebbe
segreta per continuare i suoi giochetti mantenendo in vita il Nemico
Nr. 1 e
con esso il terrore (e il controllo) sul popolo americano?

Secondo alcune fonti, bin Laden sarebbe
rimasto in cura presso ospedali statunitensi nel corso del 2001, fino
alla sua
morte avvenuta a metà dicembre. Tutti i video seguenti sarebbero
dei falsi.
Anche il presidente pakistano Musharraf
aveva affermato che fosse deceduto per insufficienza
renale, e
ricorderete come il quotidiano francese Figaro
avesse pubblicato la notizia che il 4 luglio bin Laden fosse stato
sottoposto
ad una operazione ai reni a Dubai. Molte altre notizie correlate
supportano
questa tesi, tra cui un annuncio mortuario pubblicato il 26 dicembre
2001 sul
quotidiano egiziano al Wafd, secondo
il quale bin Laden sarebbe morto a causa di una complicazione polmonare
e
sarebbe stato sepolto a Tora Bora, nel corso di un solenne funerale
celebrato
anche da alcuni suoi familiari e da 30 guerriglieri. Eppure, qualcuno
sta
facendo molti sforzi per convincerci che sia ancora vivo: i nastri
audio del
novembre 2002 si sono dimostrati falsi alle analisi di laboratorio, e
nel
maggio compaiono vecchi video che vengono spacciati per nuovi. E adesso
questo.
Ma osservate la foto seguente, risalente all’inizio del 2001:


E ora, confrontatela con questa
immagine tratta da un video del 7 dicembre 2001:


Non sembrano nemmeno la stessa persona,
tanto bin Laden appare logoro e provato nella seconda immagine.

Sia quel che sia, i risultati di queste
elezioni non mi sorprendono: il sistema elettronico ampiamente
utilizzato nelle
votazioni era già stato oggetto di controversie durante le
elezioni precedenti,
in particolare in Florida (e ricorderete che fu proprio lì che Al Gore “perse”
le elezioni…), e quest’anno se possibile è andata ancora peggio!
Approfondirò
la questione in un mio prossimo intervento, ma è significativo
il commento del
Dr. David L. Dill,
professore di scienza informatica presso l’università di
Stanford:

“Perché mi
chiedono sempre di dimostrare che questi sistemi non sono sicuri?
L’onere della
prova dovrebbe essere dei venditori.

Domandi loro
qualcosa sull’hardware. ‘Segreto.’

Il software?
‘Segreto.’

Qual è la
crittografia? ‘Non possiamo dirglielo perché comprometterebbe la
segretezza
delle macchine.’

Le procedure
federali di controllo? ‘Segreto.’

Risultati dei
test? ‘Segreto.’

Fondamentalmente,
ci viene chiesto di avere cieca fiducia.”

E allora,
datevi un’occhiata a questo simpatico e preveggente filmato

Pasticci a stelle e strisce

delle
forze della “coalizione”, sembra che il corso degli eventi abbia subito
un’improvvisa accelerata. Il problema è dove ci condurrà
tutto questo…

Ma partiamo dal massacro
iracheno: a sentire gli scarni comunicati ufficiali, parrebbe che
l’efficiente macchina bellica statunitense abbia fatto quasi piazza
pulita degli “insorti”, arrivando ad acquisire il controllo di gran
parte della città di Falluja.

Alcune fonti però
contraddicono questa edulcorata versione dei fatti. Parlano di
violentissimi combattimenti strada per strada, di parecchi blindati
statunitensi colpiti, di bombardamenti aerei più intensi di
quelli su Baghdad nel 2003, di numerosi morti e feriti fra i civili, di
un contrattacco da parte dei combattenti della resistenza irachena, col
quale hanno ricacciato gli americani arrivando a controllare il 70% del
centro urbano. Sembra addirittura che gli statunitensi, per la
disperazione, abbiano utilizzato armi chimiche e gas proibiti dalle
convenzioni internazionali per “stanare” i rivoltosi, col risultato di
colpire anche la popolazione civile. Nel frattempo gli ospedali
militari statunitensi in Germania hanno visto l’arrivo di oltre 200
soldati feriti durante questa offensiva, che per la violenza dei
bombardamenti e le sofferenze dei cittadini qualcuno ha, giustamente,
battezzato come la nuova Guernica (tanto per fare un esempio, un raid
aereo ha colpito un ospedale uccidendo dozzine di persone, tra cui
venti medici…).

E il fuoco della resistenza
pare si sta estendendo a Baghdad, Ramadi, Samarra, Latifiyah, Kirkuk,
Mosul…

Poi c’è stata la morte
di Arafat, dovuta
ad una patologia talmente misteriosa da spingere il
suo medico personale a richiedere un’inchiesta ufficiale sul decesso e
un’autopsia. Molti hanno mormorato che Arafat sarebbe stato
avvelenato:
considerando che ancora il 18 settembre, in un incontro con la stampa
israeliana, Ariel
Sharon
aveva ribadito una volta di più di
voler espellere Arafat
dai territori palestinesi al “momento giusto”, e
che non vedeva alcuna differenza tra quest’ultimo e lo sceicco Ahmed
Yassin
, il leader spirituale di Hamas assassinato in marzo dagli
israeliani, o Abdel-Aziz
al-Rantissi
, che ha fatto la stessa fine un
mese dopo, qualche sospetto è legittimo. Aveva detto:

“Abbiamo agito contro Yassin e
Rantissi,
nonché alcuni altri assassini, quando si è
presentata l’occasione e il momento giusto. Per quanto riguarda Arafat,
agiremo allo stesso modo, quando si presenterà l’occasione e il
momento più adatto. Basta aspettare e fare ciò che va
fatto.” Curiosamente, Arafat
è morto proprio in concomitanza con
le elezioni americane e la rielezione di Bush

E proprio quanto sta emergendo
negli USA in questi giorni post-elettorali ha del clamoroso: le
votazioni, grazie anche al massiccio ricorso all’elettronica (da alcuni
documenti richiesti in base alla Legge sulla Libertà di
Informazione, sembra che i collaudi e i test anti-contraffazione sui
dispositivi non siano nemmeno stati effettuati; in una contea, una di
queste macchine poteva ricevere i voti di 32.000 elettori, poi iniziava
a contare all’indietro…), sarebbero state pesantemente falsate e il
vero vincitore delle elezioni presidenziali sarebbe John Kerry!

Un esempio dalla Florida
(già, sempre lì…): in 47 delle 67 contee dello stato,
Bush ha avuto
più voti del totale dei votanti repubblicani
registrati nelle varie giurisdizioni; in 15 di queste contee, il totale
dei voti a suo favore è il doppio di tali votanti, e in 4 contee
il totale sale al triplo. In altre parole, Bush ha ricevuto
20.000 voti
in più del totale dei repubblicani registrati. Stessa cosa in
Ohio, con 90.000 voti in più. Storie analoghe arrivano dalla
Carolina del Nord, da San Francisco in California… e la strana
arrendevolezza di Kerry,
il quale ha “concesso” la vittoria
all’avversario (illegalmente, in quanto non sta a lui una decisione del
genere) ha destato molti sospetti. Data la loro comune appartenenza
alla società segreta “Skull &
Bones
” al tempo
dell’università, a Yale,
qualcuno si domanda se la
Star&Stripes”,
come viene comunemente indicata la bandiera
americana, sarà presto sostituita dalla “Jolly Roger”,
ovvero la
nota bandiera nera dei pirati, con tanto di teschio e di ossa…

Insomma, queste elezioni erano
una farsa sin dall’inizio? Il “pasticcio” dell’Ohio ha lasciato in
dubbio qualcosa come 200.000 voti, che valevano una presidenza: senza
tutta questa fretta di chiudere le elezioni, entro dieci giorni
sarebbero stati contati e probabilmente avrebbero assegnato la vittoria
a Kerry, ma
quest’ultimo, senza attendere i risultati, nel giro di
dodici ore aveva “concesso” (è proprio il caso di dirlo…)
l’elezione a George W.
Bush
. Si sa, ai membri della stessa
società segreta certi favori non si negano, soprattutto se
suggeriti dall’alto…

Insomma, è un dato di
fatto che negli stati in cui si è votato con sistemi
tradizionali, gli exit poll e i risultati più o meno
coincidevano; in quelli in cui si è votato con l’ausilio di
sistemi elettronici, lo scarto tra exit poll e risultati arrivava anche
ad 8 punti percentuali!






Per la precisione, ecco gli
scarti incriminati:


Wisconsin: Bush più 4%
Pennsylvania: Bush più
5%

Ohio: Bush più 4%
Florida: Bush più 7%
Minnesota: Bush più 7%
New Hampshire: Bush più
15%

North Carolina: Bush più
9%.



Ecco perché inizialmente
(basandosi sugli exit poll) sembrava che Kerry fosse avviato a
vincere
queste elezioni (da noi sono usciti alcuni quotidiani che titolavano la
sua vittoria su Bush…).
I risultati elettorali hanno deluso tanti di
quei cittadini statunitensi, che le richieste di cittadinanza in Canada
adesso sono sestuplicate (molto gettonata anche la Nuova Zelanda).

Urla nel silenzio


Sinceramente non so se ci sia da ridere o da piangere nel seguire le
polemiche di questi giorni, relative ai presunti brogli nelle elezioni
presidenziali ucraine. Trovo quanto meno paradossale il grande risalto
dato alla vicenda dagli organi di informazione, gli stessi che non
hanno fatto cenno alcuno alla enorme quantità di
irregolarità emerse e denunciate durante le recenti votazioni in
USA per l’elezione del nuovo presidente. Irregolarità talmente
rilevanti da aver indotto il
GAO
(ente per il controllo amministrativo
e contabile statunitense) ad avviare un’indagine ufficiale in seguito a
qualcosa come 57.000 segnalazioni. Il nocciolo del problema sta nel
sistema di votazione elettronica, adottato in diversi stati
dell’unione, le cui tecnologie sono state sviluppate e fornite alle
amministrazioni locali principalmente da due aziende, la ESS e la
Diebold, guardacaso
entrambe grandi sostenitrici del partito
repubblicano, lo stesso che tempo fa ha impedito l’approvazione di una
proposta di legge per mettere al bando queste tecnologie o quantomeno
garantire l’emissione di un certificato di votazione cartaceo per la
verifica e l’eventuale riconteggio dei voti. Tanto per darvi un’idea,
in una circoscrizione dell’Ohio ci sono stati 4.258 voti per
Bush a
fronte di un numero di votanti registrati pari a 638! In Florida, nella
contea di Baker, vi sono 12.887 votanti registrati, il 69,3% dei quali
iscritti nelle liste democratiche e il 24,3% in quelle repubblicane. Il
conteggio dei voti assegnava solo 2.180 preferenze a
Kerry e ben 7.738
a
Bush: in pratica,
dovremmo credere che cinque iscritti democratici su
sette avrebbero votato per quest’ultimo… Episodi di questo tenore sono
stati segnalati in numerose contee della Florida e dell’Ohio, insieme a
diffuse intimidazioni nei confronti degli elettori nelle aree a
prevalenza democratica.


A mio modo di vedere, la questione dei brogli in Ucraina è stata
montata ad arte dagli organi di informazione (!), e l’aspetto
più grottesco della vicenda è stato il monito del
segretario di stato uscente,
Colin Powell, il
quale ha dichiarato che
gli Stati Uniti non riconoscono la validità dei risultati
elettorali in Ucraina e ha minacciato gravi ripercussioni. Accidenti,
la faccia tosta di questi individui ha raggiunto livelli parossistici.
Evidentemente era stato deciso che queste elezioni dovessero essere
vinte da
Yushchenko,
il candidato filo-occidentale che ha fatto di
tutto per infiammare gli animi con atteggiamenti “populisti” (come il
rinnegare i risultati delle elezioni e inscenare il suo giuramento di
insediamento presso il parlamento) al punto di evocare lo spettro della
guerra civile.


Comunque sia, questa esportazione forzata di modelli occidentali verso
oriente sembra controbilanciata dall’importazione in USA dei tipici
sistemi di propaganda dei regimi comunisti: avete presente l’ossessivo
culto dell’immagine caro a tanti dittatori di paesi come la Romania di
Ceausescu,
la Corea del Nord di
Kim
Il Sung
, o lo stesso Iraq di Saddam
Hussein
? Be’, guardate un po’ cosa campeggia da un’autostrada della
Florida…





Quello che però in questi giorni mi ha colpito maggiormente
è lo strano silenzio calato sull’Iraq: sembra letteralmente
sparito dalle cronache, che ne hanno parlato soltanto in relazione ai
colloqui internazionali avviati in Egitto per risolvere i problemi del
paese. Dopo incessanti resoconti giornalieri sulla situazione a
Falluja, Mosul e altre città in mano alla resistenza,
improvvisamente poco o nulla trapela sull’attuale situazione. Mi
domando se questo possa avere a che fare coi resoconti trapelati
qualche giorno fa, secondo i quali in realtà il 60% di
Falluja sarebbe tuttora sotto il controllo dei guerriglieri. In tutto
l’Iraq, sabato scorso sarebbe esploso un attacco generalizzato contro
le forze di occupazione statunitensi (uscite allo scoperto dopo due
giorni di calma apparente): a Baghdad, nel distretto di Al-‘Amiriyah,
un’auto bomba avrebbe distrutto due veicoli di comando GMC e due
Humvee,
mentre durante degli scontri diretti i guerriglieri iracheni
(usando C5K e
RPG7)
avrebbero distrutto due
Bradley e un Humvee, oltre
ad un altro veicolo blindato, e ucciso 22 soldati statunitensi; scena
analoga nel distretto di Al-A’Zamiyah, dove la coalizione avrebbe perso
tre
Humvee e due Bradley, oltre a due
pickup Nissan della “guardia
nazionale” irachena, e sarebbero stati uccisi 16 soldati statunitensi e
9 guardie irachene; più tardi nella stessa zona un
BradleyAbrams, sarebbero stati distrutti o
immobilizzati. Un successivo
resoconto parla di un totale di ben 185 soldati USA uccisi, 16
Humvee,
8
Bradley, 4 APC,
11 autocisterne o camion, 2 elicotteri
Chinook
distrutti o danneggiati (più di 50 sarebbero i morti accertati
su uno dei due elicotteri, mentre non si conosce il numero delle
vittime sul secondo).


Se ci fosse un fondo di verità in questi rapporti, questo
spiegherebbe l’improvvisa cappa di silenzio calata sull’Iraq. Anche
l’attività dei “tagliateste” è passata in secondo piano,
dopo che coincideva regolarmente con notizie o scandali che mettevano
in imbarazzo gli statunitensi (torture, massacri di civili inermi,
uccisioni a freddo di prigionieri feriti, etc.), il che rafforza in me
la convinzione che questi gruppi “terroristici” in realtà
facciano parte di una rete organizzata e gestita da qualche servizio
segreto non meglio identificato (qualcuno parla di
CIADIAMossad) per
screditare la legittima resistenza irachena. E così
Margaret
Hassan
, Nick Berg,
Daniel Perl
e
molti altri ne hanno fatto le spese,
pagando con la vita per queste “PsyOps”, queste operazioni psicologiche
contro la guerriglia. Nel caso della
Hassan, cosa
ci avrebbe guadagnato
il movimento di resistenza dalla morte di una persona impegnata da
oltre 25 anni nell’assistenza umanitaria alla popolazione irachena, e
per giunta sposata con un cittadino iracheno? E chi ci ha invece
guadagnato da questa atrocità? A tutt’oggi non è ancora
chiaro chi o quale gruppo l’avrebbe uccisa!


Cambiando argomento, con la crisi economica che aleggia, per
rimpinguare le vostre finanze potreste raccogliere la sfida da 100.000
dollari di premio, offerti dal milionario (in dollari) americano Jimmy
Walter a chiunque riuscirà a dimostrare scientificamente come
l’impatto degli aerei e il conseguente incendio abbiano potuto far
crollare le due torri del
WTC
nel corso degli attacchi dell’11
settembre 2001, secondo la versione ufficiale dei fatti fornita dal
governo. Sembra addirittura intenzionato a spendere un altro milione di
dollari (oltre all’uno e mezzo già spesi) in pubblicità
sul
Wall Street Journal,
sul
New York Times, sul New York Daily News e
molti altri quotidiani della Grande Mela… chissà, forse
avrà sentito di quel sondaggio della
CNN secondo il quale ben il
90% degli interpellati ritiene che il governo sia in qualche modo
implicato negli attentati.


Per lasciarvi, vi offro una bellissima immagine di Titano, una delle
lune di Saturno, che sembra possa essere “geologicamente viva”, o
almeno così dicono gli scienziati. Chissà, in futuro
potrebbe rivelarsi un buon posto per trasferirsi…





…anche perché su Marte, come attestano queste foto, le stagioni
non sono più quelle di una volta!



Le corna di Bush

tempo fu la culla della
odierna
civiltà (?) umana. Osservando l’attuale situazione in cui
versano le stesse
truppe di occupazione, ormai impantanate e incapaci di qualunque
iniziativa
militare che non sia la devastazione di intere città
(com’è accaduto a
Falluja), francamente mi riesce difficile immaginare come
l’amministrazione USA
possa pensare di intraprendere iniziative militari contro l’Iran, delle
quali
si parla sempre più insistentemente. Con quali risorse pensano
di poter
attaccare un paese grande circa tre volte l’Iraq, e assai meglio
organizzato e
determinato nella propria difesa? Alcune stime dicono che per
un’impresa del
genere sarebbe necessario mobilitare, riequipaggiare e addestrare
l’intera
Guardia Nazionale statunitense, operazione che potrebbe richiedere
parecchi
mesi (ma qualcuno parla di anni). Mi sa tanto che le voci che parlavano
della
probabile reintroduzione della leva obbligatoria negli USA non fossero
prive di
fondamento, ma non credo affatto che un’iniziativa del genere
troverebbe grandi
consensi presso l’opinione pubblica, per quanto non sia da
sottovalutare il
livello di manipolazione che i mezzi di comunicazione di massa sono in
grado di
effettuare ai danni della popolazione statunitense nel suo complesso.
Alcuni
segnali però sono significativi: la foto che vedete di seguito
(naturalmente
mai mostrata da alcun giornale o televisione) è stata scattata
il 20 gennaio
presso il Central Community College di Seattle.

Il
sergente Jeff Due è
stato circondato ed “espulso” dall’università insieme ad un
altro addetto al
reclutamento per conto dell’esercito; gli studenti hanno fatto a pezzi
il
materiale informativo sul tavolo dell’US Army e apostrofato in malo
modo i due
militari, che nel giro di una decina di minuti sono stati scortati
fuori dal
campus da alcuni addetti alla sicurezza.

Comunque
sia, in questi
giorni l’attenzione dei media sul tragico tsunami del 26 dicembre
è decisamente
in calo, malgrado l’attività sismica nell’area interessata dal
disastro stia
continuando al punto da essere stata definita dai sismologi “qualcosa
di mai
visto prima nella storia della sismologia”, con 120 scosse registrate
soltanto
nell’ultimo mese, 33 delle quali sorpassavano il quinto grado della
scala
Richter. Ciò che allarma di più è che non si
capisce se questi eventi sismici
possano davvero essere catalogati come semplici scosse di assestamento,
e non
si tratti invece del sintomo di un’incredibile quantità di
energia in fase di
rilascio con conseguenze al momento imprevedibili.

In rete
si fa un gran parlare
della possibilità che il terremoto e il relativo tsunami non
siano affatto un
evento naturale: c’è chi parla di HAARP, chi di
detonazioni nucleari
sottomarine, e chi invece collega l’innesco della tragedia ad alcune
prospezioni geologiche effettuate nella zona. Personalmente non ho
sufficienti
elementi né per sposare né per rigettare alcuna di queste
ipotesi, anche se
alcune di esse mi sembrano un po’ una forzatura. Quello che trovo
interessante
però è la questione dello spostamento dell’asse terrestre
di cui tanto si è
parlato: se alla fine è prevalsa la versione secondo la quale
quest’ultimo si
sarebbe spostato di appena qualche centimetro, ecco cosa recitava un
comunicato
ANSA del 28 dicembre:

“Il
sisma del 26 dicembre
è stato talmente violento da modificare in modo considerevole
l’inclinazione
dell’asse di rotazione terrestre. È quanto verificato dai
ricercatori del
Centro di Geodesia Spaziale dell’Agenzia spaziale italiana (ASI) di Matera che
stanno elaborando in tempo reale i dati prodotti dalla rete mondiale di
telemetria laser satellitare, della quale l’osservatorio lucano
è uno dei
capisaldi fondamentali.”

Molti di
voi saranno a
conoscenza della tesi proposta già diversi anni fa da Gregg
Braden e da altri
ricercatori, secondo la quale il pianeta starebbe rallentando la
propria
velocità di rotazione e l’intensità del suo campo
magnetico si starebbe
abbassando in concomitanza con un aumento della cosiddetta risonanza di
Schumann, ovvero la frequenza di risonanza del pianeta. Be’, trovo
quanto mai interessante
in questo contesto la notizia che segue:

“Un
cambiamento nella
velocità di rotazione della Terra potrebbe essere all’origine
del maremoto che
ha devastato i paesi affacciati sull’Oceano Indiano. Lo sostiene un
esperto
russo, Aleksandr Ponomariov, vicedirettore dell’Istituto di Fisica
Terrestre a
Mosca. ‘Pensiamo che il cambiamento di quella velocità sia una
possibile causa
dei più recenti cataclismi tettonici’, ha dichiarato Ponomariov.”

Ora, non
vorrei guastarvi
la giornata, ma dato che l’altro giorno ho seguito ad un telegiornale
un
servizio che parlava di quel gigantesco iceberg (120 chilometri di
lunghezza,
dimensioni paragonabili alla Valle d’Aosta) in rotta di collisione con
la
banchisa polare, il tutto raccontato come se si trattasse di una
curiosità
scientifica e corredato da un tranquillizzante sottofondo di arpe e
violoncelli, è bene che vi informi di uno studio scientifico
britannico
pubblicato dalla rivista Nature,
secondo il quale in realtà la minaccia del cosiddetto
riscaldamento globale è
stata di gran lunga sottovalutata dagli scienziati: pensate che, in
base ai
risultati dei rilevamenti, è ragionevole stimare l’aumento medio
della
temperatura planetaria tra i 2 e gli 11 gradi Celsius, ovvero circa il
doppio
delle previsioni considerate sino ad oggi che andavano da 1,4 sino a
4,5 gradi
Celsius. David Stainforth, responsabile del progetto che ha visto la
collaborazione di esperti da prestigiose università e
istituzioni accademiche
britanniche, ha affermato che all’inizio di questo studio non si
sarebbero mai
aspettati un risultato del genere: “Se le cose stanno così, la
faccenda è assai
seria e preoccupante.”

Che lo
sia non c’è davvero
più alcun dubbio: osservate in queste due foto la differenza tra
come si
presentava circa sessant’anni fa un importante ghiacciaio in Alaska,
all’epoca
spesso circa 700 metri, e come si presenta oggi.

Verrebbe
da dire “facciamo
le corna”, ma a questo, come potete osservare nelle foto che seguono,
ci ha già
pensato la famiglia Bush al gran completo, durante la festa per
l’insediamento
di quel genio di George W.


I media
si sono affrettati
a sottolineare come si trattasse del tradizionale saluto texano, e non
di
qualche oscura simbologia satanica che i soliti “teorici della
cospirazione”
associano alle élite di potere in tutto il mondo. Questo
però non è corretto,
in quanto il saluto texano si esegue con entrambe le mani, e poi non si
capisce
quale rapporto col Texas possano avere i personaggi che vedete nelle
foto che
seguono:




Per non
tediarvi vi
risparmio molti altri esempi fotografici di questo tenore, con i
personaggi più
svariati, però non ho alcun dubbio sul fatto che almeno una
parte di questi
abbiano affiliazioni o frequentazioni di qualche genere con ambienti
dediti al
satanismo vero e proprio. Sia chiaro, quando parlo di sette sataniche
non mi riferisco
certo a gruppi di persone deviate tipo “i bambini di satana” o “le
bestie di
satana”, i tipici mostri da sbattere in prima pagina per suggerire che
il
satanismo sia poco più che un allarmante ma circoscritto
fenomeno sociale, cui
sono dediti pochi individui psicologicamente disturbati e
potenzialmente
pericolosi. Dei veri satanisti e dei loro legami con importanti
ambienti
politici ed economici non sentirete mai parlare, statene certi.

E per
finire, una curiosità numismatica: dopo decenni di studi, gli
esperti hanno
concluso che l’oggetto rappresentato in questa moneta francese del XVII
secolo
è esattamente quello che sembra essere, ovvero un oggetto
volante non
identificato. Un UFO, insomma…