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Battaglia Terme
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Le verita’ nascoste

coscienziale che
sembra
avvolgere come una cappa la nostra cosiddetta civiltà. Si
comincia a
comprendere sempre di più quanto siamo interdipendenti e legati
allo stesso
destino planetario, caratterizzato da cambiamenti di portata epocale
ormai
talmente evidenti da non poter più essere negati.

I mezzi d’informazione
sembrano aver adottato la strategia della “normalizzazione”, dando ad
intendere
che l’umanità è destinata a convivere con gli imminenti
cambiamenti climatici
indotti dal riscaldamento globale di origine industriale, e trattano
quasi come
una curiosità il fatto che a Mosca ci siano stati i dieci giorni
consecutivi
più caldi mai registrati nella storia, numerosi gradi al di
sopra delle medie
stagionali. In tutto il mondo, gli alpinisti raccontano dei ghiacciai
che si
stanno sciogliendo, mentre ben poco si parla dell’insolita
attività solare,
particolarmente intensa in questi giorni con forti emissioni sulla
banda X.


E mentre nelle zone
tailandesi colpite dallo Tsunami si moltiplicano le segnalazioni di
fantasmi
delle vittime che fanno avvertire la loro presenza in quei luoghi nei
modi più
svariati, in India le popolazioni dei villaggi presso le città
di Khopoli, Uran e Panvel sono state
testimoni di una palla di
fuoco dal cielo, probabilmente un meteorite, che precipitando avrebbe
addirittura prodotto una piccola scossa sismica. Non vi sembra un
copione già
visto? Ultimamente segnalazioni di eventi di questo e di altri tipi si
stanno
moltiplicando, a indicare quanto meno che qualcosa di realmente anomalo
sta succedendo
sul (e al) nostro pianeta.

Nel frattempo in
Iraq, alla faccia di chi si ostina a sostenere che il 30 gennaio vi
saranno
regolari elezioni, siamo arrivati alla farsa: di molti candidati non si
potrà
conoscere l’identità sino al momento del voto! Poco male, visto
che ormai ben
53 partiti e organizzazioni politiche locali e 30 individui, contrari
ad
elezioni sotto occupazione statunitense, hanno chiesto di essere
rimossi dalle
liste elettorali…

Per quanto riguarda quello
che veramente accade laggiù, se si deve dar credito alle fonti
della
resistenza, le perdite sono assai più elevate di quanto
dichiarato
dall’amministrazione statunitense: il Pentagono ha
rilasciato un rapporto
aggiornato al 14 gennaio, secondo il quale sinora le perdite durante
l’occupazione
ammontano a 1.361 morti e oltre 10.000 feriti; c’è chi invece
sostiene che i
dati reali siano circa 6.000 e 48.000 rispettivamente. Riesce difficile
dar
credito a queste cifre, ma le immagini che giungono da laggiù (e
che i media
occidentali si guardano bene dal diffondere) non aiutano certo a fugare
queste
stime…

Di seguito trovate una
piccola selezione tratta dall’ampia documentazione fotografica che
potete
visionare qui:
http://www.rense.com/general61/loses.htm



E per concludere, in questi
giorni di frenesia nazionale per il problema delle polveri sottili e
dei
blocchi del traffico, una piccola notazione: possibile che a nessuno
venga in
mente di mettere in relazione le polveri sottili con le scie chimiche?
L’incredibile attività aerea in corso quotidianamente nei nostri
cieli, che
comporta l’immissione costante e massiccia di minuscolo particolato
nell’atmosfera, deve senz’altro incidere in qualche modo con i
quantitativi
fuori misura di polveri sottili riscontrati al suolo. Basterebbe
un’analisi di
queste polveri che riscontrasse la presenza di quantità anomale
di metalli come
l’alluminio o il bario, e questa ipotesi sarebbe dimostrata oltre ogni
ragionevole dubbio.

Ma eccovi le immagini
scattate da un pilota professionista con dodici anni di servizio, che
ricorda
come sino a qualche anno fa gli aerei che incrociava in volo a 10.000
metri e
oltre producevano, ma non sempre, normali scie di condensazione che si
dissolvevano entro breve, al contrario di queste che vedete.






Iraq: democrazia o farsa?

maggioranza dei media ogni giorno che passa.
L’ultima in ordine di tempo è il rapimento in Iraq di Giuliana
Sgrena
,
giornalista del Manifesto:
una
giornalista”vera”, di quelle che lavorano sul campo cercando di farsi
un quadro
autentico della situazione, al contrario della maggior parte dei
colleghi che
se ne stanno tranquillamente rinchiusi negli alberghi della capitale
costruendo
i propri servizi in base alle veline rilasciate dalle autorità
militari delle
forze di occupazione. Diciamocelo chiaramente: è proprio per
questo che è stata
rapita. Quando sento le ipotesi ufficiali secondo le quali
probabilmente è
stata sequestrata da integralisti sunniti, contrari al suo palese
appoggio
all’emancipazione delle donne islamiche, mi domando se chi ha formulato
questa
spiegazione sia davvero così sprovveduto da non riuscire a
cogliere il nesso fra
quanto è accaduto e il fatto che fosse appena uscita da una
moschea dove aveva
intervistato, per oltre quattro ore, un gruppo di profughi provenienti
da
Falluja. Chissà cosa avrebbe potuto raccontarci su quanto
è davvero successo
laggiù, basandosi sulle testimonianze in prima persona di coloro
che vi si
trovavano, e che hanno vissuto sulla propria pelle una delle più
tragiche
vicende di questa sporca guerra… Mi auguro con tutto il cuore che torni
presto
sana e salva fra noi, ma non posso impedirmi di riandare con la memoria
a Enzo
Baldoni
, un altro esempio di giornalismo indipendente e
tremendamente
scomodo,
sequestrato e barbaramente ucciso da un gruppo di “terroristi” che, con
ogni
probabilità, sono armati e controllati da non meglio
identificati servizi
segreti che hanno tutto l’interesse a mettere a tacere qualunque fonte
di
informazione alternativa a quella ufficiale e a delegittimare il
movimento di
resistenza irachena, ormai regolarmente associato al terrorismo e a
personaggi
come il fantomatico al-Zarqawi,
l’ipotetico braccio armato di al-Qaeda
in Iraq
che, se chiedete a me, probabilmente nemmeno esiste. Di questo
personaggio mi
occuperò estesamente quanto prima, non dubitate. E non
mancheranno informazioni
piuttosto sorprendenti…

Ma a proposito di
disinformazione, credo che
le recenti “elezioni” irachene, propagandate come un ”trionfo della
democrazia”, siano un ottimo esempio di come si possa stravolgere la
realtà dei
fatti ad uso e consumo degli interessi costituiti che gestiscono questa
guerra
assolutamente illegale sin da quando questa sciagurata avventura ha
avuto
inizio. Sia chiaro: personalmente nutro il più grande rispetto e
ammirazione
nei confronti di tutti quegli iracheni che, nonostante gli enormi
rischi per la
propria incolumità, si sono recati a votare, anche perché
nella maggioranza dei
casi l’hanno fatto nella speranza di poter riprendere in mano il
destino del
loro paese e di poter deliberare “democraticamente” la fuoriuscita
delle truppe
di occupazione. Ma lo stesso Robert Fisk ha fatto notare
come le
telecamere dei media di tutto il mondo, le quali mostravano lunghe file
di
cittadini in attesa di poter votare, fossero confinate esattamente a
cinque
seggi, localizzati in aree a predominanza scita e letteralmente
circondate da
legioni di truppe e mezzi corazzati, in modo da fornire l’impressione
di una
grande partecipazione popolare. Lontano dalle telecamere, ci sono stati
attacchi ai seggi a
Baghdad, Balad, Bassora,
Baquba, Hilla, Kirkuk, Mosul, Tal
Afar, Al-Duluiya, Al-Mhawil, Al Muqtadiya e Samarra.

Tanto per darvi un’idea del
grado di
manipolazione mediatica attorno a queste “elezioni”, sentite questa: i
corrispondenti di Mafkarat al-Islam, quotidiano in lingua araba, sin
dalle
prime ore del mattino di domenica erano in giro per le vie di Baghdad
allo
scopo di documentare e verificare il regolare svolgimento di queste
votazioni
fortemente volute dall’amministrazione USA. Nel corso della giornata,
hanno
rilevato numerosi casi di veri e propri brogli. Sia il Partito
Comunista
Iracheno, organizzazione fantoccio spalleggiata dalle truppe di
occupazione,
sia il Partito di Unità Nazionale guidato dal “primo ministro”
Allawi, avevano
assoldato gruppi di donne, bambini, giovani e disoccupati portandoli
diverse
volte di fronte alle telecamere delle varie televisioni per mostrare
come vi
fosse un gran numero di votanti ai seggi elettorali. Stessa cosa per
quel che
riguarda il principale partito curdo di Jalal Talibani, che ha offerto
soldi e
gadget elettronici, ad esempio radioline portatili, a tutti quelli che
si
recavano ai seggi per votare.

Sono emerse precise
testimonianze secondo le
quali nel distretto di al-Karakh ath-Thani, presso Baghdad, a coloro
che si
recavano nei seggi veniva chiesto di votare per uno specifico candidato
e, in
svariati casi, erano gli stessi funzionari a compilare le schede per
conto
degli elettori. In quello di Mahallat ash-Shaykh Ma’ruf al-Karakhi vi
sono
stati quattro casi confermati di voti falsi nel giro di cinque minuti:
membri
dell’Iraqi National Congress Party (quello del discusso Ahmad Chalabi)
introducevano nel seggio cittadini non iracheni, con tutta
probabilità
iraniani, ai quali venivano rilasciati dei falsi certificati di
cittadinanza
grazie ai quali poi votavano, naturalmente proprio per il partito di
Chalabi…
Quanto sopra è stato rilevato anche da un osservatore delle
Nazioni Unite, il
quale ha dichiarato a un’agenzia di stampa straniera: “Abbiamo appena
scoperto
quattro casi di frode, e non sappiamo quanti possano esservene stati
senza essere
rilevati.”

I corrispondenti hanno
inoltre parlato di
interviste a votanti e funzionari combinate espressamente da alcune
emittenti
televisive (al-‘Arabiyah Satellite Network, Iraqi Qanat ash-Sharqiyah,
la televisione ufficiale del governo
iracheno e la
statunitense CNN) e poi distribuite
a tutti gli altri network.

Nel distretto di
al-Karradah, che avrebbe
dovuto avere circa 22.000 elettori, si sono presentati appena in 700,
tutti a
votare per candidati filogovernativi.

Il giornale israeliano
Ma’ariv ha
pubblicato
una foto del suo corrispondente, Jaki Huji, di origini irachene ma
cittadino
israeliano, mentre votava per le elezioni irachene in un seggio in
Giordania.
Costui ha dichiarato che anche un suo collega del quotidiano Haaretz
è riuscito
a votare, e la stessa cosa hanno fatto altri due a Washington e a
Londra. A
tutto questo si aggiungano i numerosi rapporti secondo i quali, alla
vigilia
delle elezioni, le forze armate della coalizione hanno intrapreso
un’estesa
campagna di arresti nei confronti di leader religiosi sunniti, che
hanno
portato al fermo di ventotto tra imam, predicatori, studenti e mufti,
con
l’accusa di incitamento al boicottaggio e alla resistenza armata contro
gli
invasori.

Comunque sia, un altro
elemento da tenere in
considerazione è il fatto che molti iracheni si sono recati a
votare in quanto
correvano il rischio di vedersi sospendere il diritto a ricevere gli
approvvigionamenti alimentari garantiti dalle forze di occupazione… in
altre
parole, non più “oil for food” (petrolio in cambio di cibo)
bensì “vote for
food” (voto in cambio di cibo).

Ora, andate a rileggervi
quanto si è scritto
e detto in questi giorni su queste elezioni irachene. Fatto? Bene. E
adesso,
godetevi questa chicca:

“Oggi i funzionari
statunitensi sono rimasti sorpresi
e commossi dall’esito delle elezioni presidenziali nel Vietnam del Sud,
malgrado la campagna terroristica dei vietcong per sabotare le
votazioni.
Secondo i resoconti da Saigon, ieri l’83% dei 5,85 milioni di elettori
registrati hanno espresso le loro preferenze. Molti di loro hanno
rischiato le
rappresaglie minacciate dai vietcong. Il successo di queste elezioni
è da molto
tempo considerato un cardine nella politica del presidente Johnson,
volta ad
incoraggiare lo sviluppo di un processo costituzionale nel Vietnam del
Sud.”

(Peter Grose, in un articolo
a pagina 2 del New York
Times
intitolato ‘Gli Stati
Uniti incoraggiati dal voto in Vietnam’, 4 settembre 1967)

Se è vero il detto
che la storia si ripete,
quali conclusioni se ne possono trarre?

Per concludere, un’ultima
considerazione
sulla questione della simbologia satanica della quale mi sono occupato
nel mio
precedente intervento. Osservate questa illustrazione del demone
Bafometto:

Ed ora, date un’occhiata a
questa foto di Laura
Bush:


Avete ancora qualche dubbio?
Io no…

L’altra faccia del terrorismo

stavolta gli inglesi ci battono alla grande! Pensate
che il
canale televisivo Channel 4 sta per mandare in onda un reality show,
dall’emblematico titolo “Guantanamo Guidebook”, nel quale sette
volontari
maschi verranno sottoposti a tortura ricreando alcune delle pratiche
utilizzate
nella famigerata base navale americana. Lo scenario, ricreato basandosi
su
alcuni documenti declassificati ottenuti da fonti statunitensi,
verrà allestito
in un magazzino di Londra, dove i sette volontari, tre dei quali
musulmani,
subiranno per 48 ore le forme di tortura più “blande”, come la
privazione del
sonno, l’utilizzo di temperature estreme e “leggeri” contatti fisici,
oltre a
nudità forzata e umiliazioni fisiche e religiose. Gli annunci
pubblicitari per
reclutare queste persone chiedevano quanto “duri” fossero… Secondo i
produttori, il programma fa parte di un pacchetto più ampio,
inteso ad
esaminare il diffuso uso della tortura e valutare se sia giustificato
in questa
cosiddetta “guerra al terrorismo”.

Guerra al terrorismo? Se
volete farvi un’idea di cosa sia il
terrorismo, e di chi siano i veri terroristi, vi racconterò la
storia di un
medico iracheno, attualmente rifugiato ad Amman e minacciato dalle
truppe
statunitensi qualora rimettesse piede in Iraq. La colpa di questo uomo
è stata
quella di raccontare, con tanto di prove fotografiche e video,
ciò che ha visto
durante i due assedi di Falluja, in particolare durante il secondo. Per
questo
motivo, ha subito tre irruzioni in casa sua da parte degli americani,
ed è
stato costretto ad abbandonare il paese.

Quando entrò nella
città a dicembre, al seguito di un convoglio
umanitario britannico, vide che era come se Falluja fosse “stata
devastata da
uno tsunami”. Afferma che il disastro causato da questo secondo assedio
è di
gran lunga peggiore del primo, e a titolo di esempio racconta la storia
di una
ragazza di sedici anni, rimasta per tre giorni chiusa in casa coi
cadaveri dei
suoi familiari. Quando i soldati irruppero nella sua abitazione, ella
vi si
trovava in compagnia del padre, della madre, del fratellino di dodici
anni e
delle due sorelle. Vide i militari entrare e sparare direttamente a suo
padre e
a sua madre, senza proferire parola.

La ragazza riuscì a
nascondersi dietro il frigorifero col
fratellino, giusto in tempo per vedere le due sorelle prima picchiate e
poi
colpite alla testa. A questo punto il fratellino, sconvolto, corse
urlando
verso i soldati, solo per essere ammazzato pure lui.

Per paura di essere uccisa
anche lei, rimase in quella casa senza
cibo e senza acqua per tre giorni, prima di essere infine soccorsa e
portata in
un ospedale.

Questo medico ha numerose
storie di questo tenore da raccontare,
tutte documentate, e mi limiterò a riportarvene solo alcune.

Ad esempio, il bombardamento
della clinica Hay Nazal durante la
prima settimana di assedio: conteneva tutti gli aiuti umanitari
stranieri e le
apparecchiature mediche che avevano a Falluja, e per questo era stata
segnalata
ai comandanti delle truppe statunitensi affinché non la
bombardassero. Neanche
a dirlo, fu bombardata per ben due volte durante la prima settimana. E
laggiù
chiunque sa che anche tutte le ambulanze e i medici furono bersagli
privilegiati. Ma una storia davvero interessante, ben documentata e per
la
quale lui e altri colleghi stanno cercando di far incriminare i
militari USA
avvenne verso la fine di novembre:

“Durante la seconda
settimana dell’assedio arrivarono annunciando
che tutte le famiglie dovevano lasciare le proprie abitazioni e
radunarsi ad un
incrocio stradale portando bene in vista delle bandiere bianche.
Diedero 72 ore
di tempo, dopodichè sarebbero stati considerati dei nemici.
Quanto vado a
raccontare è documentato su video: una famiglia di dodici
persone, fra le quali
un parente col figlio di sette anni, sentito questo annuncio,
radunò tutto il
cibo e il denaro che avevano e si avviò sventolando le bandiere
bianche. Quando
raggiunsero l’incrocio dove si stavano radunando le famiglie, udirono
qualcuno
urlare in inglese “Ora!” e cominciarono spari provenienti da ogni dove.
Pur se
avevano in mano le bandiere bianche, secondo la testimonianza di un
giovane di
questa famiglia, la madre fu colpita alla testa e il padre al cuore.
Poi in
successione le due zie, e poi suo fratello; quando si alzò da
terra per gridare
aiuto, anche lui fu colpito sul fianco.

Dopo un po’, alzò il
braccio in cerca di aiuto e fu colpito al
braccio. Dopo un altro po’ alzò debolmente la mano e fu colpito
alla mano. Un
bimbo di sei anni, appartenente a questa famiglia, stava piangendo
disperato
fra i cadaveri e fu colpito anche lui. Insomma, chiunque si muovesse
veniva
colpito.”

Tutto questo è
documentato da foto dei cadaveri e delle ferite sui
sopravvissuti.

Col sopraggiungere
dell’oscurità, alcuni dei sopravvissuti
riuscirono a strisciare sino a un edificio, dove rimasero per otto
giorni
curando le ferite infette con olio da cucina e mangiando radici e
qualche
dattero.

Interessante, ma troppo
lungo da riportare qui, il modo in cui in
seguito furono girati filmati propagandistici ad un checkpoint, nel
corso dei
quali venivano offerti 200 dollari a famiglia per tornare a Falluja, in
modo da
poter essere riprese dalle telecamere e mostrare gli abitanti che
rientravano
in città, quando invece nessuno neanche si sognava di tornarci.

Ora, se avete letto il mio
intervento precedente (a proposito: a
causa di un errore, per i primi due giorni è stata inserita
un’immagine che non
c’entrava niente con Laura Bush, e in molti si saranno chiesti cosa
volesse
dire…) capirete ancora di più le mie perplessità in
merito al rapimento della
giornalista Giuliana Sgrena, dato che guarda caso aveva appena raccolto
testimonianze di esuli da questa città…

E allora, osservate bene
questo individuo: è il generale James
Mattis che recentemente, parlando dell’Iraq, ha dichiarato in un
discorso
pubblico quanto sia divertente sparare a certa gente…

Polveri sottili:l’annebbiamento dell’evidenza di Tom bosco

conferenze internazionali:
tuttavia,
curiosamente, nei giorni scorsi ai notiziari e ai commentatori di varie
estrazioni politiche è sfuggita questa sua dichiarazione,
rilanciata
dall’agenzia di stampa Interfax,
secondo la quale “quelle del 30 gennaio in
Iraq sono ben lungi dal poter essere definite vere elezioni”.

Gorbaciov ha
affermato:
“Sebbene io sia un sostenitore del processo elettorale e del
trasferimento dei
poteri alla popolazione irachena, queste elezioni sono una farsa. Non
ritengo
siano di qualche utilità, e potrebbero avere un impatto negativo
sul paese. Non
si può imporre o appoggiare la democrazia con carri armati e
cannoni.”

Intanto,
stando ad
un’audizione ufficiale divulgata qualche giorno fa, l’amministrazione
statunitense in Iraq , l’adesso defunta CPA (Autorità
Provvisoria della
Coalizione), ha perso di vista qualcosa come 9 miliardi di dollari, dei
quali
si è persa ogni traccia. Il rapporto parla di pagamenti a
funzionari “fantasma”
e cosette del genere, e della mancanza di qualunque documento atto a
stabilire
quanti fondi sono stati impiegati e per che cosa.

Questa dai
notiziari non
l’abbiamo proprio sentita: quando venerdì scorso il segretario
alla difesa (!)
statunitense Ronald
Rumsfeld
si è recato con una visita a sorpresa in Iraq,
sembra sia stato accolto da un tiro di sbarramento con 36 razzi di tipo
Grad,
che hanno colpito il quartier generale della base aerea di al-Ghazlani
dov’era
appena arrivato. L’operazione della guerriglia, da quest’ultima
battezzata
“Condividi l’Inferno coi tuoi soldati”, ha avuto inizio poco dopo che
il suo
elicottero è atterrato alla base, alle 5.30 antimeridiane: fonti
locali
affermano che Rumsfeld
abbia abbandonato in tutta fretta la base su un C-130,
coi guerriglieri che cercavano senza successo di abbattere il suo aereo
con dei
razzi SAM-7.

Chissà
se avremo mai conferme
sulla veridicità di quest’altra notizia: secondo una fonte
vicina al governo
afgano, che ha parlato mantenendo l’anonimato a Radio Teheran, il
disastro
dell’aereo della KAM AIR
precipitato in Afghanistan alcuni giorni fa (aveva a
bordo anche alcuni nostri connazionali) sarebbe avvenuto per diretta
responsabilità delle truppe statunitensi. Sembra che questo
velivolo,
proveniente da Herat e diretto a Kabul, si sia trovato
nell’impossibilità di
atterrarvi a causa di una tempesta di neve. Il pilota era intenzionato
ad
atterrare alla base aerea di Bagram, dove si trovano le forze armate
USA,
tuttavia queste ultime non ne hanno autorizzato l’atterraggio, malgrado
questi
le avesse informate di essere in grado di rimanere in volo ancora per
quindici
minuti soltanto, e così alla fine l’aereo è precipitato
uccidendo i 104
passeggeri a bordo…

Nel
frattempo, quaggiù siamo
tutti in preda alla frenesia causata dal problema delle polveri
sottili.
Personalmente sono nauseato dalla totale incapacità dei media,
delle competenti
autorità locali e nazionali, delle varie associazioni ecologiste
e compagnia
bella di collegare il problema delle polveri sottili alla vera,
principale
causa delle stesse. Non che auto catalizzate o meno, camion, impianti
di
riscaldamento, industrie, etc. siano estranei al problema, ci
mancherebbe: però
sono convinto che se si analizzassero queste famigerate polveri sottili
vi si
scoprirebbero anomali quantitativi di alluminio, di bario e di
chissà
cos’altro. Una prova chiara e definitiva che gran parte di queste
polveri
piovono dal cielo, in seguito all’attività di aerei militari e
civili i quali
producono quelle che vengono definite chemtrails, ovvero “scie
chimiche”. Vi
propongo qualche esempio fotografico degli indiziati, e ditemi voi se
non ho ragione
a pensarla così:



E
osservate questa foto
ripresa a terra: potrebbe con tutta probabilità trattarsi di un
dispositivo di
emissione, un ugello particolare applicato alla sonda di un “tanker”
normalmente utilizzato per il rifornimento in volo di aerei militari.


Tutta
questa attività
potrebbe avere qualche attinenza anche con una notizia, secondo la
quale il
sistema HAARP
in Alaska, dopo le 132 dell’anno scorso, sta per installare ulteriori
516 nuove antenne, commissionate alla Phazar Corp di Forth Worth,
Texas, con un
contratto di 3.723.531 dollari: se pensate che in origine ne aveva 48,
più che
sufficienti per friggere la ionosfera a volontà, fate i vostri
conti e
immaginate le conseguenze di questa totale follia.

I
risultati di questo
incredibile aumento di potenza dell’impianto HAARP si vedono
già: speculando
che un giorno questo procedimento potrebbe essere utilizzato per
illuminare una
città o generare pubblicità “celeste”, i ricercatori di
stanza
nell’installazione in Alaska hanno sparato nel cielo notturno intensi
fasci di
onde radio, eccitando gli elettroni nel plasma della ionosfera i quali,
collidendo coi gas atmosferici, hanno creato un’illuminazione tipo neon
visibile da terra.

Per finire
con un po’ di
buonumore, vorrei condividere con voi questa divertente e sempre
più popolare
comunicazione: si tratta certamente di una storiella ben congegnata, ma
chissà…
non mi stupirei troppo se quanto segue fosse accaduto davvero!

Conversazione
realmente registrata sulla frequenza di emergenza marittima sul canale
106 al
largo della costa di Finisterra (Galizia), tra galiziani e americani,
il 16
ottobre 1997.

Spagnoli:
(rumore di fondo) … vi parla l’A-853, per favore, virate 15 gradi sud
per
evitare di entrare in collisione con noi. Vi state dirigendo
esattamente contro
di noi, distanza 25 miglia nautiche.

Americani:
(rumore di fondo) … vi suggeriamo di virare 15 gradi nord per evitare
la
collisione.

Spagnoli:
Negativo. Ripetiamo, virate 15 gradi sud per evitare la collisione.

Americani:
(un’altra voce) Vi parla il Capitano di una nave degli Stati Uniti
d’America.
Vi intimiamo di virare 15 gradi nord per evitare la collisione.

Spagnoli: Non lo
consideriamo fattibile, né conveniente, vi suggeriamo di virare
di 15 gradi per
evitare di scontrarvi con noi.

Americani: (tono
accalorato) VI PARLA IL CAPITANO RICHARD JAMES HOWARD, AL COMANDO DELLA
PORTAEREI USS LINCOLN, DELLA
MARINA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, LA
SECONDA NAVE DA GUERRA PIÚ GRANDE DELLA FLOTTA AMERICANA. CI
SCORTANO 2
CORAZZATE, 6 DISTRUTTORI, 5 INCROCIATORI, 4 SOTTOMARINI E NUMEROSE
ALTRE NAVI
D’APPOGGIO. NON VI "SUGGERISCO", VI "ORDINO" DI CAMBIARE LA
VOSTRA ROTTA DI 15 GRADI NORD. IN CASO CONTRARIO CI VEDREMO COSTRETTI A
PRENDERE LE MISURE NECESSARIE PER GARANTIRE LA SICUREZZA DI QUESTA
NAVE. PER
FAVORE OBBEDITE IMMEDIATAMENTE E TOGLIETEVI DALLA NOSTRA ROTTA !!!

Spagnoli: Vi
parla Juan Manuel Salas Alcantara. Siamo 2 persone. Ci scortano il
nostro cane,
il cibo, 2 birre, e un canarino che adesso sta dormendo. Abbiamo
l’appoggio
della stazione radio "Cadena Dial de La Coruña" e il canale 106
di
emergenza marittima. Non ci dirigiamo da nessuna parte, visto che
parliamo
dalla terraferma, siamo nel faro A-853 di Finisterra sulla costa
Galiziana. Non
abbiamo la più pallida idea di che posto abbiamo nella
classifica dei fari
spagnoli. Potete prendere le misure che considerate opportune e fare
quel che
vi pare per garantire la sicurezza della vostra nave che si
sfracellerà sulla
roccia. Pertanto insistiamo di nuovo e vi suggeriamo di fare la cosa
più
sensata e di cambiare la vostra rotta di 15 gradi sud per evitare la
collisione.

Americani: Bene,
ricevuto, grazie.

GIORNALISTI E “BLACK OPS” di Tom Bosco

aggiungere nulla alla
questione.
Concordo però sull’ipotesi secondo la quale potrebbe essere
stata rapita
nell’ambito di quelle operazioni “antiguerriglia” messe in piedi dal Pentagono,
in quanto avrebbe potuto diffondere informazioni critiche su quanto
è accaduto
davvero a Falluja dove, secondo testimoni oculari, camion e bulldozer
militari
hanno rimosso tonnellate di detriti dai quartieri di Julan e Jimouriya,
le
località dove l’anno scorso si sono verificati i combattimenti
più aspri. Pare
che siano stati spianati due chilometri, proprio come fu fatto presso
l’aeroporto di Baghdad dopo l’invasione, e dove gli americani avrebbero
usato
le loro armi speciali.

Sembra inoltre che i militari
siano penetrati in ogni abitazione sparando
ai serbatoi dell’acqua, apparentemente per cercare di occultare la
presenza di
composti chimici nell’acqua, ma questo soltanto in certe aeree, come
Julan e la
zona del mercato. Che questo abbia qualcosa a che fare col presunto
impiego
illegale di napalm, o peggio, da parte delle forze armate statunitensi?

Nel frattempo, l’assassinio
dell’ex primo ministro libanese Rafiq Hariri e il modo in cui
l’attentato è
stato dato in pasto all’opinione pubblica dai media mi hanno subito
spinto a
domandarmi: a chi giova? Soprattutto la storia dell’autobomba imbottita
di
tritolo proprio non mi convince: non occorre essere dei luminari in
esplosivi
per notare che il gigantesco cratere prodotto dall’esplosione e i vasti
danni
agli edifici circostanti mal si conciliano con questo scenario. Questa
è
un’operazione bellica altamente sofisticata, realizzata da
un’organizzazione
estremamente efficiente e tecnologicamente ben attrezzata. Qui
c’è di mezzo
qualche servizio segreto, e se osserviamo le reazioni internazionali
seguite
all’evento non è difficile puntare il dito in qualche direzione.


Il Tehran
Times
non ha
dubbi: si tratta di un tentativo di destabilizzare un paese simbolo
della
coesistenza pacifica di svariate religioni e gruppi etnici, devastato
da 15
anni di guerra civile innescata da fattori interni, regionali e
internazionali
durante gli anni ’70 e ’80, e infine ricostruito e stabilizzato
economicamente
in parte anche grazie agli sforzi di Hariri. Ora gli Stati Uniti e il
regime
sionista, così lo definisce il quotidiano, stanno cercando di
gettare il Libano
in una crisi, allo scopo di estendere la propria presenza politica e
militare
in Medio Oriente e nel Mediterraneo. Un passo fondamentale è
l’estromissione
della Siria dal Libano e il suo isolamento regionale: sebbene né
il governo né
la popolazione libanese vedano di buon grado la presenza militare
siriana nel proprio
paese, nondimeno un suo ritiro spianerebbe la strada alle macchinazioni
ordite
da Stati Uniti e Israele. Ora, la domanda è: chi trae vantaggio
dall’assassinio
di Hariri, un uomo che ha giocato un ruolo costruttivo nel riportare
sicurezza
in Libano? Tutte le evidenze indicano che sia opera del Mossad, il servizio di
intelligence israeliano, dato che in precedenza aveva pianificato
l’assassinio
di importanti figure politiche libanesi. A quanto pare, la
stabilità del Libano
non è un vantaggio per Israele.

Che poi da tempo la Siria
fosse nel mirino dell’amministrazione statunitense è cosa ben
nota: le
provocazioni messe in atto da questo governo in seguito all’assassinio
di
Hariri sono una chiara indicazione che a Washington si preparano ad un
intervento militare in Siria e in Libano. I media hanno presto iniziato
ad
addossare la colpa dell’attentato alla Siria, e il fatto che gli USA
abbiano
persino ritirato il proprio ambasciatore non è certo un buon
segno…

Washington ha giustificato
le proprie accuse alla Siria col fatto che negli ultimi mesi Hariri si
era
avvicinato all’opposizione anti-siriana in Libano, unendosi ad una
richiesta
del ritiro delle truppe siriane dal paese prima delle elezioni di
aprile.
Hariri si era dimesso da primo ministro quattro mesi fa, dopo essere
entrato in
conflitto col presidente filo-siriano, Emile Lahud.

La Siria nega energicamente
qualunque coinvolgimento, e in effetti non avrebbe tratto alcun
vantaggio da
un’iniziativa del genere. Gli USA, d’altra parte, hanno conti aperti
con Iran e
Siria, e al momento quest’ultima è senz’altro la gatta
più facile da pelare… e
non è escluso che ci si possano mettere di mezzo anche i
francesi, dati gli
storici interessi in quella regione.

Sia quel che sia a
Washington, recentemente, hanno ricevuto visite da uno strano oggetto
volante
immortalato da una webcam:


E mentre un gruppo di
scienziati ricomincia a sollevare la possibilità della presenza
di vita su
Marte, dal pianeta rosso arrivano un paio di immagini interessanti. La
prima è
una “piramide” che spunta in questa foto, ma curiosamente sinora non
sono
disponibili altre immagini di questa zona.


Chissà, forse c’è qualche
malfunzionamento dovuto a fattori anomali: ad esempio, le strane tracce
osservabili sul pannello solare di Opportunity che assomigliano proprio
a
quelle che lascerebbe una comune lumaca terrestre di passaggio…

LE ZANZARE DEL CNR di Tom Bosco

il
Pm10 di
cui tanto si parla ultimamente, sarebbe in realtà composto da
elementi naturali
come il sale marino, polveri di zone aride e persino frammenti di
insetti
morti, come zanzare e mosche. Certo, in prossimità di una strada
trafficata,
secondo il direttore del dipartimento inquinamento urbano del CNR, Ivo
Allegrini, la percentuale di inquinanti può arrivare anche al
70% e quindi, per la salvaguardia
dell’ambiente, "è utile
interdire il traffico, ma è altrettanto importante conoscere con
precisione le
percentuali di inquinanti naturali che contribuiscono a formare le
polveri
sottili".

Insomma, forse ci stiamo
preoccupando troppo, e l’ipotesi che una
buona parte delle polveri sottili sia dovuta alla ricaduta dei composti
chimici
(alluminio, bario, etc.) rilasciati dagli aerei responsabili delle
onnipresenti scie
chimiche
che imperversano nei cieli del nostro paese, secondo
questo
rapporto del CNR,
sarebbe dunque senza fondamento. Be’, ora mi sento
decisamente più tranquillo. Magari si potrebbe trovare il modo
di scomporre e
riutilizzare queste polveri sottili per ricavarne condimenti per la
pasta e
mangimi per i pesci… Comunque sia, vedrò se sarà
possibile ottenere
un’intervista con questo prof. Allegrini per cercare di capire con
quali
modalità sono stati ottenuti i risultati dello studio in
questione.

E mentre in Italia in questi
giorni si fa un gran parlare
dell’epidemia di influenza che costringe a letto grandi e piccini,
negli USA la
Dott.ssa Julie L.
Gerberding
, a capo del dipartimento per il controllo
e la
prevenzione delle malattie, ha dichiarato che un virus della cosiddetta
influenza
aviaria, quella che in Asia sta facendo strage di pollame e già
annovera casi
(mortali) di trasmissione all’uomo, potrebbe mutare in un patogeno
mortale per
gli esseri umani e risultare altrettanto letale dell’epidemia di
influenza che
fece milioni di morti all’inizio del ventesimo secolo.

Tanto per rimanere nel
continente asiatico, dall’India continuano
a giungere strani rapporti: ad esempio, la prima missione lunare di
questo
paese, originariamente pianificata con equipaggio umano ed estremamente
importante
sia per il prestigio internazionale che per le ricadute scientifiche e
tecnologiche, sembra sia stata momentaneamente sospesa e modificata
dietro
“suggerimento” di un non meglio identificato gruppo di extraterrestri,
da
qualche tempo apparentemente in contatto col governo indiano.

La cosa non sorprende
più di tanto: recentemente la televisione
svizzera
ha mandato in onda un documentario sulla famosa missione
dell’Apollo
11, durante il quale è stato fatto sentire il dialogo (all’epoca
intercettato
da un gruppo di radioamatori, prima che le trasmissioni dalla e per la
Luna
venissero trasmesse su canali criptati, e che potete sentire qui) del quale
vi
riporto la trascrizione:


Astronauta 1: Ma cos’è quello?

Astronauta 2: Avete una
spiegazione?

Houston: Non vi preoccupate,
attenetevi al programma!

Astronauta 1: Mio Dio, ma
è incredibile, questo è fantastico, non
lo potreste mai immaginare!

Houston: Sappiamo di questo,
andate dall’altra parte!

Astronauta 1: Ma che diavolo
è quello? È incredibile … Dio …
ma cos’è? Allora, me lo dite?

Houston: Cambiate frequenza,
usate Tango, Tango!

Astronauta 1: Allora
è una forma di vita, quella!

Houston: Cambia frequenza.

Houston: Usa Bravo Tango,
Bravo Tango, scegli Jezebel, Jezebel!

Astronauta: …Sì!
… ma tutto questo è incredibile!

Houston:
Passa su Bravo
Tango, Bravo Tango!


Ma torniamo coi piedi per terra, e sentiamo cos’ha da dirci l’ex
marine ed ex ispettore dell’UNSCOM, quello Scott Ritter
già
balzato agli onori
delle cronache quando, poco prima l’invasione dell’Iraq, affermava a
gran voce
che non esistevano armi di distruzione di massa né programmi
nucleari in quel
paese, e pertanto nemmeno i presupposti legali per un conflitto. A suo
dire, George Bush
avrebbe sottoscritto un piano per bombardare l’Iran nel
giugno di
quest’anno. Inoltre, sempre secondo lui, gli USA avrebbero manipolato i
risultati delle elezioni irachene del 30 gennaio, in modo tale da
portare la
percentuale di voti raccolti dalla United Iraqi Alliance dal 56% al
48%. La sua
fonte sarebbe un ufficiale implicato in questi brogli.

In base alle informazioni da
lui raccolte, il piano di
bombardamenti aerei dell’Iran servirebbe a distruggere il presunto
programma di
sviluppo di armi nucleari iraniane, ma anche a mettere in moto una
catena di
eventi che dovrebbero portare ad un cambiamento di regime in quel
paese,
un’ipotesi alla quale Ritter
guarda con grande scetticismo. Non escludo
che
della partita possa far parte anche l’aviazione israeliana, almeno
stando alle
voci che si raccolgono laggiù. Comunque sia, un giorno potremmo
arrivare a
considerare la guerra in Iraq come un evento relativamente minore che
ha
preceduto un conflitto di gran lunga più esteso e devastante…

Francamente,
mi domando dove vogliano arrivare gli Stati Uniti, che oggi come oggi
credo
siano l’unico paese al mondo dotato di non meno di 725 basi militari
“ufficiali” (più un gran numero di altre, però segrete)
che si estendono in
almeno 38 paesi diversi (ma con tutta probabilità sono di
più…), oltre ad una
presenza militare formale in non meno di 153 paesi diversi e a una
dozzina di
squadre navali in giro per i mari del pianeta (verificherò con
maggior
precisione questi dati, ma credo rispecchino abbastanza fedelmente la
realtà).
E quando qualcuno parla di imperialismo, viene bollato come
“antiamericano”…

Piramidi imperfette

Non ho ancora avuto occasione di vedere il video recentemente diffuso in cui compare in lacrime Giuliana Sgrena, quindi al momento non posso...

Il lavoro di Ricercatore, in fondo, non è noioso come si può pensare. Se la ricerca, poi, si sviluppa e/o si affaccia nei "Regni dell'Esplorazione Spaziale", allora il 'divertimento' è garantito! Certo, in fondo si tratta solo di analizzare dati (nel mio caso immagini, per lo più: a migliaia!) e quindi fare delle estrapolazioni e delle valutazioni. Però si guarda, sin nei minimi dettagli, verso e dentro un Mondo che, quando ero bambino (e si parla degli anni '60…), era possibile solamente immaginare, magari aiutandosi leggendo qualche libretto di fantascienza o guardando qualche pellicola al cinema (chi non ha visto "2001 Odissea nello Spazio"?!?).

Il lavoro di Ricercatore è anche un lavoro rischioso.

Lo è perchè, ogni qual volta si esprime un parere (e specialmente se si è tra i primi ad esprimerlo…), si corre il rischio di sbagliare. Si rischia di dire una sciocchezza e quindi di ritrovarsi, in poco tempo, privi di quella piccola 'aureola dorata' che ci si è costruiti con ed attraverso anni di sacrifici.

Un'aureola che si può fare a pezzi in un istante.

Un'aureola che si chiama 'credibilità'.

Però il lavoro di Ricercatore è bello, specie se si opera nel campo della Libera Ricerca: fuori dalle Istituzioni (Universitarie, Scientifiche, Commerciali: sia Pubbliche che Private…) e fuori dai vincoli ("attento a non dire", "attento a non fare"…) e dalle remore connesse alle prospettive di 'Carriera'.

Soprattutto, fuori dalle gerarchie e dagli 'ordini di scuderia': liberi.

Liberi di sbagliare (anche se gli errori si pagano, sempre) e liberi di cercare, con i propri mezzi e le proprie capacità ed attitudini, un frammento di Verità.

Verità Scientifica – e cioè dimostrabile – naturalmente!

Il lavoro di Ricercatore non è facile.

Occorrono confronti, riscontri, incroci, conferme dirette ed indirette e, chi più ne ha, più ne aggiunga.

Ed è qui, in questa fase specifica della Ricerca, di solito immediatamente successiva ad un "insight", ad un'intuizione – e cioè l'embrione di una scoperta – che subentrano ancora le Istituzioni: con i loro mezzi, le loro conoscenze, la loro 'cultura' e la loro 'credibilità'.

Esse possono confermare o respingere, avallare o confutare, assentire o negare e a noi va bene: esse esistono (anche) per questo!

O forse no.

E veniamo al "caso concreto": Marte ed una delle sue 'Anomalìe di Superficie' (una degli ormai innumerevoli enigmi – irrisolti – che hanno intrigato e fatto sognare centinaia di migliaia di Appassionati, Ricercatori e Studiosi in generale).

Attraverso l'analisi delle immagini giunte dal Rover Spirit e relative al Giorno Marziano (o Sol) numero 390, ci siamo accorti – osservando un panorama (relativamente ravvicinato, per giunta) – che, sul margine superiore del frame, in alto, proprio sulla linea dell'orizzonte – diremmo sulla linea dello "skyline" – si stagliava una roccia apparentemente squadrata davvero molto simile alla sommità di una (piccola) piramide.

La distanza dall'oggetto anomalo non ci permetteva valutazioni dimensionali precise, ma la sensazione era che si potesse trattare di un corpo non molto grande; forse la porzione superiore di una struttura semi-interrata e della quale si riesce a vedere solo uno 'spigolo' che spunta dal terreno.

Gli Scienziati ed i Tecnici del Controllo Missione hanno messo a disposizione del Pubblico (attraverso il Sito NASA "Mars Exploration Rover Mission") una decina di frames (tutti ripresi in campo lungo) di questo 'oggetto' e poi…Poi basta (almeno per il momento e, mentre sto scrivendo, sono già passate quasi tre settimane dalla pubblicazione del 'frame originale').

Nessun commento, nessuna valutazione – neppure ironica (come spesso è accaduto in passato) sulla possibile "Piramidina Marziana" (posta sul ciglio di un rilievo chiamato Cumberland Ridge).

Nemmeno una riga per dire: "…guadate che strana struttura, ma attenti: NON è quello che sembra! Non è una piramide o un oggetto di possibile origini artificiali: è solo una blocco di pietra, un 'boulder' etc…". Nulla.

Una tra le più grandi (e se non la più grande certamente la più conosciuta!) fra le Istituzioni Scientifiche del Mondo, non ha visto.

E se ha visto, non ha commentato.

La NASA non ha "nulla da dire", ancora una volta.

Sappiate che, tutte le volte in cui ci siamo avvicinati (e ci avvicineremo ancora, statene pur sicuri!) a qualcosa di "curioso" – che potete chiamare e definire come "Anomalia" o "Singolarità" o "Stranezza" etc. -, abbiamo provato a contattare la NASA, ma il risultato è stato sempre il solito: silenzio.

Un silenzio che ci ha spinti indietro e, col tempo, ci ha sempre ricacciati nel "Girone dei Dubbiosi", perchè se è vero che noi (come Voi) coltiviamo opinioni e teorie, magari anche logicamente accettabili, è anche vero che queste opinioni e teorie, costruite e maturate sulla base di pochi frames (per giunta a bassa risoluzione ed a colori "quasi veri"…), sono e restano pur sempre delle "costruzioni deboli", difficili da sostanziare e semplici da demolire, se necessario.

Questa è la "Forza del Silenzio" della NASA: a questa "Istituzione" è sufficiente NON FARE ALCUNCHE' e NON DIRE UNA PAROLA per "respingere" le istanze (legittime) di coloro che spendono migliaia di ore a cercare, leggere, studiare, analizzare e commentare queste "tessere scomposte"; questi "tasselli sconnessi e scombinati" chiamati 'frames' che, ogni giorno, i Detentori della Conoscenza (letteralmente) "gettano sulla Rete", ora in un Sito ("Mars Exploration Rover Mission", come già dicevamo), ora in un altro ("NASA Planetary Photojournal", per avere un altro esempio).

Noi (come molti di Voi) cerchiamo di raccogliere questi "brandelli di informazione" (che ormai non sappiamo più neppure fino a quale punto siano davvero genuini…) e, dalla loro accurata e quanto più possibile obiettiva ed equilibrata analisi, tentiamo di estrapolare degli elementi di riflessione (o "contenuti logici") i quali, in fondo, altro non sono che l'interpretazione di semplici fatti.

Fatti che, nel tempo e con maggiori ricerche e riscontri, possono anche diventare le Basi di una Teoria.
Le Basi.

Soltanto le Basi.

Purtroppo le "Altezze" continuano a mancarci perchè, ogni qual volta tentiamo di fare un "passo in avanti", i dati diventano scarsi (o mancanti del tutto…) ed il "Silenzio" – che è comunque una fonte di "dubbi" – prende il sopravvento.

Noi possiamo sbagliarci, sia sui fatti, sia sulle loro interpretazioni: lo sappiamo e ce ne accolliamo il rischio e la responsabilità tutte le volte in cui scriviamo anche una sola riga di commento per un singolo frame. Però tentiamo di "parlare" e di "esprimere" idee, il che è fondamentale per cercare di evolvere.

Ma le nostre informazioni sono ben lontane dall'essere "di prima mano"! Chi invece le ha "di prima mano", o tace (sugli argomenti scomodi o 'non convenzionali') o fornisce spiegazioni risibili ed a contenuto divulgativo (ma di bassissimo livello) sugli eventi secondari o già acquisiti.

Le "Anomalìe" restano irrisolte e, chi le vede, resta un "visionario": questo è il Metodo utilizzato dalla NASA (e non solo…) per "aiutare a capire", "per fare scienza e cultura"

Ed è usando questo "Metodo" che si continua a costruire una Scienza, secondo noi, non solo fortemente incompleta, ma anche eticamente molto triste e discutibile.

Una Scienza imprecisa e solida solo in apparenza, come una (piccola) piramide, eretta sul ciglio di un dirupo.

Una piramide imperfetta…
 
Articolo di Paolo C. Fienga – Lunar Explorer Italia

Elezioni in Iraq: vince lo sciita Al Sistani, la costituzione ad ottobre

Con le elezioni del 30 gennaio 2005 l’Iraq da stato laico diventa uno stato confessionale sciita come il vicino Iran. Ecco il diretto effetto di una occupazione militare permanente che pretende di imporre la democrazia con la forza.

Le elezioni, indette per eleggere i 275 membri dell’Assemblea nazionale a cui è negata la sovranità nazionale che rimane in mano ai militari
occupanti, si sono svolte in un contesto di militarizzazione della vita
civile, di arresti di religiosi e studenti sunniti accusati di boicottaggio elettorale e di resistenza armata, di una inesistente libera circolazione con la motivazione che se ne sarebbero avvantaggiati i terroristi, e quindi in pieno contesto illegale, come del resto è illegale la stessa occupazione militare, secondo le dichiarazioni pubbliche dello stesso Segretario dell’Onu.

Su 14 milioni di aventi diritto al voto si sono presentati ai seggi
elettorali il 58%, poco più di 8 milioni di elettori. – Ma questa è una
congettura. In realtà non è stato chiarito quanti fossero gli aventi diritto al voto sulla quale è stata calcolata la percentuale dell’affluenza ai seggi. –

Dalla Commissione elettorale è giunta l’informazione che la partecipazione al voto è stata massiccia nella parte nord, quella dei Curdi e nella parte sud, quella degli Sciiti (qualche timida ripresa televisiva si è girata in queste aree in funzione di propaganda); mentre al centro, dove vive la maggior parte dei Sunniti, la partecipazione al voto ha raggiunto a mala pena il 20%. La stessa Commissione elettorale, mentre continuano gli agguati mortali nelle province irachene, ha confermato la maggioranza relativa agli Sciiti che hanno ottenuto il 46,6 %, mentre i Curdi hanno ottenuto il 25,7%, e il partito di Allawi, nei centri Sunniti, ha rastrellato il 13,8 %.
Queste sono le crude informazioni provenienti dall’Iraq ufficiale, quello ancora sotto il tallone militare dell’esercito Usa, e quindi da prendere con beneficio di inventario futuro. Se mai sarà possibile, visto che l’Onu non si ritiene ancora in grado di intervenire. Costose operazioni militari quelle in corso in Afghanistan e soprattutto in Iraq, per le quali il Presidente Bush si prepara a chiedere un ulteriore stanziamento di 81 miliardi di dollari che saranno utilizzati, principalmente, a rendere permanente la presenza militare Usa nei due paesi, anche in funzione di controllo dell’intera, petrolifera, area mediorientale e dell’intera, petrolifera, area caucasica.
Le popolazioni del Kurdistan a nord, che vivono sopra un mare di petrolio -circa la metà dell’intero petrolio iracheno – naturalmente non nascondono la loro volontà separatista, anche se sono divisi in due fazioni l’una contro l’altra armata che per l’occasione elettorale hanno dato vita ad una alleanza denominata “Fratellanza Curda” che ha riunito i due principali partiti autonomisti curdi – quello di Jalal Talabani e quello di Massud Balzani) – e che ha fatto il pieno dei voti, ottenendo 75 seggi nella Nuova Assemblea Nazionale, allarmando la vicina Turchia che ha apertamente messo in dubbio il risultato elettorale iracheno.
La Turchia ha sottolineato la scarsa partecipazione al voto oltre che una serie di manipolazioni del voto che si sarebbero verificate in alcune zone del nord, Kirkuk compresa. Kirkuk attualmente non fa parte del Kurdistan iracheno) ed è la città principale dell’area petrolifera nel nord dell’Irak che i risultati elettorali hanno messo in mano ai curdi, andati in massa a votare.
Il ministero degli esteri turco denuncia il fatto che 100.000 curdi,
sfollati nei decenni trascorsi, siano stati fatti rientrare in Iraq nei mesi precedenti la data delle elezioni, modificando di fatto il rapporto numerico e demografico con le altre componenti arabe e turcomanne nel territorio,componenti minoritarie che pur avendo disertato le elezioni hanno ottenuto 3 seggi. – Ma questo fa parte dell’invito a rientrare e ad iscriversi a votare diretto a 2 milioni di iracheni in esilio. Non sono certo sunniti, ma piuttosto sciiti e curdi. – La Turchia denuncia l’inapplicabilità delle risultanze elettorali nell’intera regione, Kirkuk compresa, a causa degli squilibri derivanti dalla bassa affluenza dei votanti – in alcune aree non si è presentato nessuno a votare – e chiede che l’ONU assuma “un ruolo più efficace in questo processo” di costruzione della democrazia in Iraq.
Naturalmente la Turchia teme i riflessi della spinta all’indipendenza del Kurdistan iracheno. nel Kurdistan turco dove vivono 20 milioni di curdi, il cui leader separatista Abdullah Ocalan è ancora in carcere.
A sud, l’ayatollah Sciita Alì Al-Sistani a capo dell’Alleanza Unificata
Irachena, la maggioranza dei canditati torna in Iraq dopo decenni di esilio nel vicino Iran sciita, conquista 140 seggi nell’Assemblea Nazionale irachena ottenendo la maggioranza assoluta. E’ una novità millenaria che gli sciiti giungano al potere in un paese arabo e che vi possano instaurare la Sharia (i barbieri assassinati perché tagliano i capelli alla moda, le donne obbligate al velo, la proibizione alla vendita degli alcolici, il figlio maschio ha diritto ad una eredità doppia della femmina anche questo è la Sharia). Una novità che il leader sciita, Abdel Mahdi, che potrebbe essere il prossimo primo ministro iracheno, traduce in disponibilità a lavorare con i sunniti che si ritrovano minoranza anche a causa dell’auto-esclusione da queste elezioni considerate un appoggio inaccettabile agli invasori americani e ai loro alleati. .Altre formazioni minori hanno rastrellato 12 seggi, fra cui un rappresentante dei cristiani.
Al centro solo i Sunniti del presidente provvisorio iracheno, Ghazi al
Yawar, hanno ottenuto 5 seggi, mentre gli sciiti, cosiddetti “laici”, del primo ministro provvisorio, Yad Allawi, hanno ottenuto 40 seggi che
assommati agli altri 140 rappresentanti sciiti si attestano al 70% dei
componenti dell’assemblea nazionale.

Strane liste, quelle di queste elezioni festeggiate da molti come una
vittoria, nelle quali i candidati dei partiti erano secretati per garantirli dalla reazione violenta della guerriglia che si è scatenata in Irak, dopo l’invasione militare. Sulle testate principali occidentali si è vista la stessa soddisfazione per la “massiccia affluenza ai seggi elettorali della popolazione nonostante le minacce terroristiche” nelle elezioni che si svolsero nel Vietnam occupato dall’esercito USA nel lontano settembre del 1967. Del resto il Partito islamico iracheno, che rappresenta l’Islam sunnita, mette in dubbio la legittimità delle stesse votazioni a causa di una astensione “seriamente motivata” del 42% degli aventi diritto al voto.
Né questa argomentazione, unita sia alla mancanza di condizioni di sicurezza in vaste aree del Paese sia alle condizioni “forzose” dello stesso svolgimento delle elezioni, può essere sottaciuta da qualunque osservatore imparziale. Osservatori internazionali ed imparziali che sono mancati perché erano mancanti le garanzie di incolumità personale. Né l’Onu, né l’Osce, né la stessa Unione Europea hanno potuto inviare osservatori, salvo qualche singolo coraggioso, e, si sa, quando la sicurezza non è garantita gli elenchi degli eroici osservatori si assottigliano a vista d’occhio. Ma quei pochi coraggiosi qualcosa hanno visto e hanno raccontato.
Esponenti del partito di Allawi (primo ministro protempore insediato
dall’esercito occupante) hanno pagato gruppi di giovani, di donne, di
bambini e adulti disoccupati il cui compito era quello di stazionare di
fronte ai seggi elettorali per essere ripresi dalle telecamere straniere.
Non sono stati meno pronti gli esponenti del partito di Jalal Talibani che facevano regali elettronici a quelli che andavano a votare.
Sono stati rilevati almeno 4 casi di frode da parte di un coraggioso
osservatore dell’Onu: cittadini non iracheni muniti di falsi certificati di cittadinanza erano ammessi a votare.
E che ne dite della brillantissima idea di collegare il voto al diritto di ricevere il sostegno alimentare per la famiglia. Se gli osservatori
dell’Osce avessero rilevato questa “offerta di scambio” nelle recenti
elezioni in Ucraina avrebbero riempito le pagine dei quotidiani europei. Ma l’Iraq non è l’Ucraina.
Mentre vediamo distendersi nel territorio iracheno l’ombra nefasta degli
effetti della politica delle guerre preventive, come non cogliere
l’involontaria e amara ironia della frase pronunciata dal presidente Bush circa il risultato elettorale iracheno e il fine della presenza militare Usa in Iraq: :”Mettere in grado l’Iraq di provvedere da solo alla propria sicurezza” ha detto.
Imporre fatti compiuti sui quali tutti gli altri saranno costretti a
costruire le loro realtà non rende prevedibile il futuro ma falsifica gli eventi e costruisce un futuro imprevedibile. Sono crollati tutti gli imperi del passato che hanno basato la loro politica imperiale sulla forzatura degli eventi. Cosa fa credere ai moderni neocon (i neo conservatori americani) che l’impero che stanno costruendo non mostrerà, improvvisamente,i suoi piedi di argilla. Oppure lo sanno benissimo, ed è il vero motivo per cui cercano di imporre il massimo dei fatti compiuti, guerra alla Cina compresa, durante il secondo e ultimo mandato di Bush. Dobbiamo aspettarci, ancora per i prossimi quattro anni, che la Pandora americana continuerà a tirare fuori dal suo capiente vaso doni, che si riveleranno velenosi, per la democrazia mondiale.

I compiti dell’Assemblea Nazionale.

L’Assemblea Nazionale ha il compito di predisporre il testo della
costituzione da sottoporre a referendum popolare entro il 15 ottobre
prossimo. Se la carta costituzionale otterrà il voto della maggioranza degli iracheni, entro la metà di dicembre si svolgeranno le elezioni del nuovo parlamento, se invece la carta costituente sarà bocciata dal voto popolare dovrà essere eletta una nuova Assemblea nazionale. Nel frattempo la stessa Assemblea, che si insedierà il 20 febbraio prossimo, con una maggioranza di almeno due terzi (184 voti) eleggerà il Consiglio presidenziale (il presidente e due vice) che a sua volta, entro due settimane, designerà un premier incaricato che avrò quattro settimane di tempo per formare un nuovo governo che avrà pienezza di poteri se otterrà la maggioranza semplice dell’assemblea (almeno 138 voti). E in questo caso sono sufficienti i 140 voti degli sciiti religiosi.

Il progetto Maha

I 50 anni del Gruppo Bilderberg, una delle lobby ecomico-politiche più potenti del mondo 3 giugno 2004. Nella splendida cornice del lago Maggiore, in uno...

Da centinaia se non da migliaia d’anni esistono in tutto il mondo gruppi – preghiera il cui scopo è quello di mandare “energia positiva” a luoghi o persone. Più tecnicamente, questa energia è composta da forme-pensiero che, se sufficientemente consistenti e focalizzate, possono modificare in modo positivo lo status generale di un luogo o di una persona (1). Questo aspetto della “fisica sottile” della realtà è studiato ed utilizzato già da parecchi anni in numerose scuole di medicina americane (ad esempio, all’Università di Harward), per via degli indubbi benefici che la tecnica apporta al malato. In Italia questo campo di conoscenza è ancora visto dalle baronie mediche (fossilizzate in un passato meccanicistico) solo come folklore popolare, anteponendo così l’ideologia personale ad efficaci tecniche naturali a basso costo. Alcuni decenni fa il fisico indiano Maharishi Mahesh (creatore di una forma di meditazione chiamata Meditazione Trascendentale – MT) ha iniziato ad usare il suo metodo su larga scala. Nel primo esperimento, una contea americana (di circa cento chilometri quadrati) fu “occupata” da alcune migliaia di volontari che, per alcune settimane, praticarono lì la loro meditazione. La contea fu scelta in base all’esistenza di statistiche governative (a base mensile) che mostravano il livello di criminalità nella zona. L’esperimento e quelli che seguirono in altre parti del mondo hanno sempre chiaramente mostrato una modifica sostanziale (diminuzione dell’8% di azioni criminali nel primo caso) nella zona interessata, contro un aumento del 7% nelle zone di controllo per lo stesso periodo. L’influenza mentale di un gruppo di persone su una specifica zona è stata denominata Effetto Maharishi (2). Il Progetto Maha intende generalizzare quanto è già stato fatto: 1) Introducendo il principio della fisica chiamato “non-località”. Cioè l’azione non deve essere fatta in loco per avere impatto. Come il metodo della preghiera indica, l’influenza sul luogo e sulle persone continua ad esistere anche quando l’azione avviene a distanza. 2) Introducendo varie modalità d’influenza, dalla preghiera, alla meditazione, al pensiero positivo, all’azione costruttiva in loco. L’obiettivo è la creazione di forme-pensiero positive mirate al luogo prescelto: qualsiasi modalità positiva può raggiungere quindi lo scopo. 3) In presenza di statistiche appropriate già esistenti, è possibile avere conferme sulla validità del metodo non solo a livello d’influenza sulla criminalità della zona, ma anche su altri aspetti socialmente indesiderabili, quali i suicidi, le separazioni coniugali e gli incidenti stradali o sul lavoro. L’esperimento si condurrà per l’intero mese di maggio 2005 in una provincia dell’Italia centrale che, per ovvi motivi, sarà indicata solo alla fine di aprile. Per dare maggiore impatto alla “messa a fuoco” mentale della zona (per fornire una sorta di ancoraggio per la mente), saranno distribuite ai partecipanti via internet cartine geografiche della provincia in questione. La cartina servirà solo come informazione iniziale: il suo uso non è necessario durante la creazione mentale. + Cosa si richiede dai partecipanti? Mancano circa tre mesi a maggio. Il tempo è perfetto per iniziare. Già pensare: “Questo m’interessa” è un inizio di partecipazione. Parlarne ad altri, ad amici, a compagni di lavoro o di studio, alla zia che si sente un pò inutile, dare questi fogli a chi è interessato, è partecipare al progetto. Anche sentire il progetto come una tua idea è una forma di partecipazione. Il massimo sarebbe mandarci via email un: “Io ci sono”. + Cosa dovrebbe fare il partecipante durante il mese? Molte migliaia di persone, non solo in Italia ma in altre nazioni, dalle Filippine, all’America, all’India, all’Australia parteciperanno all’esperimento, primo al mondo di questa scala. In aprile verranno dati dei suggerimenti più specifici, ma non c’è niente da imparare. Durante i giorni del mese di maggio, quando, ad esempio, siamo fermi al semaforo o sotto la doccia o stiamo mangiando o siamo a letto, possiamo pensare alla provincia ed ai suoi abitanti e mandare (pensare) pace, armonia, fratellanza, quello che vogliamo. + Per quanto tempo? Anche un “flash” di un secondo basta. Pochi secondi sono sufficienti. E’ più efficace farlo velocemente ma spesso (quando te lo ricordi), che farlo a lungo ma raramente (ma anche una sola volta al giorno aiuta). Se preghi o mediti puoi includere questi pensieri nella preghiera o nella meditazione. O puoi fare a tuo modo: l’importante è creare in qualche modo i pensieri positivi. Dobbiamo ricordare che, in questo progetto, l’intenzione è quella di aggregare e coinvolgere, piuttosto che separare ed escludere. Più riusciremo a restare in questo “spazio” mentale, più elevato sarà il beneficio, anche personale, che ne trarremo dal progetto. Perché tale è la natura della spiritualità. Chiederei quindi a coloro che conoscono gruppi di preghiera o di meditazione di contattarli, spiegando loro l’importanza sociale di ciò che ci accingiamo a fare.

1. Per una spiegazione più tecnica, in inglese, vedi www.spiritaction.net
2. Vedi www.mum.edu/m_effect/methodology.html

Dobbiamo far uscire l’ufologia dal Medioevo

Michael Ledeen l’ha ammesso: i neocon americani hanno “portato la democrazia” in Ucraina con finanziamenti occulti, supporto logistico e...  

Da un po' di tempo mi accorgo che noi ricercatori ufologici tendiamo a rimanere statici mentre lo scenario intorno cambia sempre più velocemente. Il nostro lavoro consiste ancora e sempre nell' archiviare casi di avvistamenti UFO che, ormai, sono così numerosi da rendere una speranza vana il poterli citare tutti; oppure ci dedichiamo accanitamente all'analisi delle tracce, all'intervista dei testimoni ed al cercare di far conoscere tutte queste cose ai mezzi di comunicazione. Basta iscriversi al "George Filer's File" per accorgersi che, ormai, grazie alla diffusione delle telecamere digitali, abbiamo accumulato così tante prove della presenza di oggetti anomali nei nostri cieli che qualunque giudice ci darebbe ragione, se questo fosse un processo. Eppure continuiamo a fare il nostro lavoro, sempre uguale a se stesso anche se, intorno a noi, tutto sta cambiando. Ma ora ci troviamo di fronte ad una nuova domanda che solo pochi anni orsono non avremmo mai pensato di doverci porre e che potremmo riassumere così: "Gli UFO che vediamo nei cieli sono "roba loro" o sono "roba nostra"? Ormai siamo consapevoli che l'enorme progresso tecnologico dei nostri velivoli può arrivare a confondere anche l'osservatore più esperto e sappiamo che, grazie alla retroingegneria condotta dai militari sui velivoli alieni, sono stati costruiti aerei segreti che vengono continuamente testati nei nostri cieli. Anche Clark Mc Lelland (ex ingegnere astronautico facente parte dello staff di terra) racconta di essere stato invitato a scrutare il cielo, quando si trovava in vacanza in Belize, per osservare l'ultimo aereo realizzato. (Cercate la storia intera sul mio sito) Ci troviamo, quindi, di fronte alla sfida etica di non attribuire ad extraterrestri ciò che, invece, potrebbe essere semplicemente terrestre. Tale sfida assume anche tratti minacciosi se pensiamo che, nel caso venissimo attaccati da tali ordigni, non sapremmo distinguere la loro matrice aliena o umana. Ormai dobbiamo guardarci sia dalla disinformazione che dalla "errata interpretazione" L'intero scenario degli avvistamenti assume nuovi contorni. Nel frattempo nuovi elementi hanno rivoluzionato anche il fronte dei rapimenti alieni. Il Dott. John Mack, nella sua ultima conferenza a Firenze, poco tempo prima della tragica morte, riferì che i rapimenti ad opera dei Grigi stanno diminuendo di numero. Sembra che i piani alieni nei nostri confronti si stiano modificando ed ora accade sempre più spesso che la gente, senza essere "rapita" si trovi semplicemente e direttamente "invasa" da immagini, messaggi ed informazioni. Sembra che "chiunque sia là fuori"abbia deciso di rivolgersi direttamente alle persone comunicando loro previsioni, profezie, nuove informazioni scientifiche e formule matematiche. Contemporaneamente assistiamo ad un progressivo avvicinarsi, grazie alla prospettiva quantistica, delle scienze fisiche alla metafisica e, più in generale, sembra che la conoscenza stia amalgamando in sé anche informazioni antiche di secoli per comprendere, finalmente, chi siamo e da dove veniamo. Tutto ciò delinea quel cambiamento epocale che John Mack definì "una nuova visione del mondo". L'enorme campo di studi che noi ricercatori chiamiamo Ufologia sta subendo una profonda trasformazione anche grazie all'emergere di un nuovo gruppo di professionisti, di propugnatori di nuove teorie e di attivisti politici tra cui vanno citati Grant Cameron (ricercatore sui coinvolgimenti della Presidenza degli Stati Uniti), Richard Dolan (editore della rivista Fate, autore di UFOS and the National Security State), il Dott. Michal Salla (autore di Exopolitics), Steven Basset (organizzatore della X-Conference e attivista politico) e Ryan e Bob Wood (documenti sul MJ-12 e conferenze sui ritrovamenti in siti di presunti UFO-Crashes). Tutte queste energie hanno portato alla creazione di nuovi corsi di studio presso istituti ed università e stanno contribuendo alla nascita di una nuova scienza sociale. (Cercate sul mio sito Rebecca Hardcastle) Sebbene io sia stata, finora, soprattutto una "ricercatrice sul campo", sono attualmente molto attratta da questa nuova componente accademica poichè credo sia giunto il momento di costruire una nuova filosofia in grado di affrontare il contatto con altri esseri, le loro visite e le loro interferenze con la nostra storia. Avendo vissuto per quasi tredici anni in Italia, paese che mi ha influenzato con una sorta di "visione Rinascimentale" in grado di modificare profondamente la mia filosofia ed il mio modo di pensare, ho iniziato recentemente a guardare alle ricerche con un nuovo punto di vista, anche grazie al lavoro del dott. Michael Salla, autore del nuovo libro Exopolitics. Credo che valga la pena di permettere a questo professore di gettare una nuova luce sugli studi che noi ufologi "dadi e bulloni" abbiamo svolto per così tanti anni (nel mio caso dai tempi di J.Allen Hynek, cioè fin dagli anni '70-'80!). Il suo libro Exopolitics ci permette di vedere le reali implicazioni dell'aumentato interesse che gli UFO hanno suscitato nella nostra cultura durante gli ultimi 50 anni a partire dal "regalo di Roswell". Roswell rappresentò un punto di svolta perchè fu l'inizio di quella corsa all'occultamento della verità e alla disinformazione che ci ha condotto all'attuale girare in tondo della ricerca senza che si scorgano possibili vie d'uscita. Noi continuiamo ad prendercela con un fantomatico Governo, ma quante volte esso ha cambiato di mano dal 1947, ed è possibile che esso abbia disinformato persino i propri Presidenti? Ce la prendiamo con i militari ma non possiamo certo ritenerli tutti responsabili di un tale cover-up di massa. Certamente alcuni di loro hanno tentato di tener nascosti gli esperimenti di retro-ingegneria ma, probabilmente, essi stessi non hanno avuto una visione completa della storia e di tutte le sue implicazioni. In questa faccenda la mano destra non sapeva cosa stesse facendo la sinistra e, oltretutto, i "manipolatori di informazioni" venivano progressivamente rimpiazzati negli anni. Quindi le domande oggi sono:1."Chi ha il potere, oggi?" 2."Cosa dobbiamo aspettarci dalla nostra tecnologia-fotocopia di quella UFO?"3. "Dove sono gli Alieni?" 4. "Dove sono i Crashes?"5. Perchè viene sempre più permesso a testimoni attendibili di parlare e chi è che conduce il Gioco?" Ho iniziato a vedere sotto una luce diversa questo cambiamento epocale da quando ho saputo che il Contatto sembra ora più indirizzato direttamente alle persone. Sembra quasi che qualcuno ci stia aprendo nuove interessanti porte alla conoscenza e ciò appare ancora più evidente se si pensa alle testimonianze che stanno emergendo grazie al Disclosure Project ed alla X-Conference del Dott.Steven Greer, entrambe iniziative con sede a Washington D.C. Ormai siamo nel 2005, cioè a più o meno cinquant'anni dal presunto Accordo di Eisenhower a Holloman o a Edwards e dobbiamo porci le domande: "Si verificherà un cambio nelle coscienze e nelle filosofie che porterà la gente a stancarsi di questo controllo sul pianeta esercitato a forza di paura e terrorismo oppure no? E accadrà che i militari si stanchino di custodire dei segreti che, oltre ad andare contro gli interessi della verità, potrebbero andare anche contro i loro stessi interessi?" Sono domande, queste, estremamente attuali per la nostra civiltà terrestre fatta di esseri umani che assistono ogni giorno a nuovi tragici cambiamenti dello stato del Pianeta, alcuni dei quali sicuramente imputabili alle violenze che perpetriamo sull'ambiente. GIRIAMO L'ANGOLO! Negli ultimi tempi mi sono accorta di una sempre maggiore urgenza di verità e di cooperazione allo scopo di diffondere le informazioni e di accelerare le scoperte che ha via via soppiantato i precedenti territorialismi e gelosie dei ricercatori, forse è arrivato finalmente il tempo in cui ci metteremo tutti d'accordo! Il caso di Charles Hall, che rappresenta un balzo quantistico tra le testimonianze di Esperti e Rivelatori, ha aperto molte porte alla cooperazione tra differenti tipi di ricercatori. Tutto iniziò con le mie ricerche condotte nel luglio del 2003 insieme al pilota civile David Coote ed al poliziotto di Los Angeles in pensione Steve Natale. Il nostro lavoro venne anche aiutato dai contributi di ricercatori in tutto il mondo desiderosi, come me, di approfondire la rivelazione che civiltà aliene siano state ospitate sulla Terra già nel 1965 all'interno di un proficuo programma di scambi tecnologici. Se esiste una persona che appare degna di fede questa è il meteorologo Charles Hall e i suoi racconti sul fatto che abbiamo ospitato per molto tempo intere famiglie di visitatori dalle stelle sono così ricchi di particolari che sembra assurdo non credergli. Ma, naturalmente, queste cose mi erano state dette anni fa anche da Clifford Stone e chi è costui se non uno direttamente coinvolto nei recuperi di UFO caduti al suolo? Il fatto che a gente come Charles Hall, Clifford Stone, Philip Corso, Clark Mc Lelland e ad altri credibili testimoni militari sia stato concesso di parlare mi fa pensare che il piano generale sia cambiato e che sia vicino il momento della rivelazione. ESOBIOLOGIA ED ESOPOLITICA Ricordo quando Carl Sagan contribuiva a creare l'affascinante scienza dell'Esobiologia e ci parlava delle possibilità di vita extraterrestre sui programmi Nova. Appariva chiaro che egli sapeva molto più di quanto dicesse ma, evidentemente, la conoscenza doveva procedere a piccoli passi. Iniziò allora un processo che portava all'accettazione di nuove possibilità, un lento cammino verso la rivelazione della verità. Da quelle nebbiose ipotesi degli anni '70 siamo giunti ad una sempre maggiore concretezza grazie all'esplorazione delle nostre numerose sonde interplanetarie ed è logico, in questo millennio, che ad una Esobiologia sempre meno fantasiosa si accompagni una altrettanto concreta Esopolitica. Infatti si fa sempre più urgente lo studio non solo delle implicazioni del Contatto, ma anche delle regole e modalità che dovremo seguire quando esso avverrà! Grazie al lavoro pioneristico del Dott. Michael Salla ora ci è possibile cominciare a pianificare e a decidere come dovremo comportarci in quanto "Specie". Dovremo iniziare a dar forma ad una filosofia ed ad una strategia politica non più basate sulla paura ma, bensì, sul rispetto reciproco e, ipotizzando che non tutti i "Contatti Alieni" saranno positivi, dovremo iniziare ad estrapolare indicatori chiari ed inequivocabili dell'atteggiamento degli "Altri". Ora che le profezie di Wernher von Braun iniziano a realizzarsi, se la nostra reazione come specie fosse ancora del tipo "prima sparo e poi faccio domande" vedrei molto problematico il mettersi in guerra contro una forza super galattica. Quello che adesso è certo è che "siamo osservati"! Se la nuova strategia aliena consiste nel'andare direttamente dalle persone, queste, come reagiranno? (Una cosa è un comportamento accuratamente pianificato ed un'altra è una reazione violenta ed imprevedibile dettata dalla paura). E' questo il motivo per cui è così importante per noi valutare tutte le implicazioni esopolitiche dell'inevitabile Contatto, approfondendo tutti i fatti e le testimonianze attuali e riconsiderando la politica da noi seguita in passato. Tutto ciò diverrà supremamente più importante dell'analisi dei tracciamenti radar degli UFO o dell'accurata misurazione della radioattività nei siti di presunti atterraggi, anche perché, per colmo dell'ironia, gli UFO avvistati potrebbero essere nostri! E' ormai tempo di guardare a noi stessi come Specie e di decidere che posizione vogliamo assumere e che filosofia vogliamo adottare riguardo al Contatto. Per concludere, ciò di cui abbiamo bisogno è elaborare un nuovo corso di studi accademici per educare le generazioni future in modo che non si trovino a partire da zero, eliminare questo regime di "paura"tornando ai tempi dell'ingenuo entusiasmo dell'esplorazione spaziale anni '50 e ritrovare la capacità di immaginazione a tutto campo sull'Universo nello stile di Carl Sagan. Potendo disporre di una tale nuova filosofia il prossimo passo sarebbe l'elaborazione di un protocollo per il Contatto. L'ex aviere Charles Hall, quando si trovò di fronte alla presenza fisica degli alieni, dovette decidere se restare o fuggire, se comunicare o sparare, se era sano di mente o no e se comportarsi come un individuo o come il rappresentante di una specie con un programma stabilito. Qualunque futuro Contatto ci porrà di fronte agli stessi dilemmi. Ci sono persone che vogliono discutere di queste cose adesso, persone che vogliono riferire al mondo i progressi fatti, svelare la nostra storia reale ed aiutarci con una nuova scienza chiamata Esopolitica. Carl sagan non c'è più ma ci ha lasciato un' eredità visibile nel film Contact, forse c'è da credere al viaggio spazio-temporale fatto dal personaggio interpretato da Jodie Foster e forse c'è da credere a Charles Hall, quando racconta di avere incontrato ad Indian Springs degli extraterrestri, gente come noi, con bambini.

Articolo di di Paola Leopizzi Harris


Immagine in apertura: Paola Leopizzi Harris