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Battaglia Terme
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LA TERRA CAMBIA FREQUENZA di Eduardo Capuano


tende a solidificarsi.
Tuttavia, se osserviamo un solido al microscopia

possiamo osservare che esso
vibra sempre di energia; esso non esisterebbe se
non vibrasse. Un aumento della
velocità di vibrazione corrisponde a una

diminuzione della
densità dell’energia, come nel caso del ghiaccio che

diventa acqua e l’acqua diventa
vapore non visibile. Il calore ha

determinato un aumento della
velocità vibrazionale e il ghiaccio si è

liquefatto; l’ulteriore
elevazione del calore, e quindi della velocità

vibrazionale, ha reso l’acqua
ancor meno solida trasformandola in vapore.


Questo principio vale per ogni
sostanza solida. Ad esempio, anche il metallo

si scioglie nel momento in cui
viene sottoposto ad alte temperature a causa

del cambiamento del suo stato
vibrazionale. Un aumento dello stato

vibrazionale corrisponde a un
aumento della temperatura. Anche la Terra sta

modificando le sue vibrazioni
al rialzo, come è dimostrato dall’innalzamento

della temperatura. Gli
scienziati hanno identificato questo fenomeno già

1991.


Oggi il clima della Terra
è fortemente alterato e ciò viene attribuito al

"surriscaldamento globale".
Molte correnti scientifiche vogliono, a tutti i

costi, far credere all’opinione
pubblica che il fenomeno sia causato

dall’inquinamento industriale.
Gli agenti inquinanti non fanno bene

all’ecosistema, ma non sono
certo essi la vera causa dell’innalzamento delle

temperature. La vera causa del
rialzo delle temperature globali è dovuta

dall’aumento della frequenza
vibrazionale del campo energetico planetario

che sta aumentando in maniera
esponenziale.


Si tratta della frequenza
sonora della Terra che sta aumentando con molta

velocità. Essa è
la frequenza sonora di base conosciuta con il nome di

Risonanza di cavità
Schumann, che fu identificata già nel 1899. Dal momento

della sua scoperta al 1940
questa frequenza è rimasta inalterata a circa 7,8

hertz o 7 cicli al secondo.
L’inizio del suo innalzamento è avvenuto nel

1986-87 e all’inizio del 1996
aveva raggiunto gli 8,6 hertz. Attualmente,

secondo recenti stime, il
valore della risonanza di cavità Schumann avrebbe

già superato i 10 hertz
e continuerebbe ad aumentare ulteriormente.


Ma non finisce qui ! L’aumento
della risonanza di cavità Schumann è

"accompagnato" da un altro
fenomeno: la diminuzione del campo magnetico

terrestre. Il nostro pianeta
è un enorme magnete avente una moltitudine di

livelli che ruotano per formare
un campo magnetico. L’intensità della

densità del campo
magnetica è proporzionale alla velocità di rotazione del

pianeta. Tanto tempo fa,
all’incirca duemila anni fa, l’intensità del campo

magnetico terrestre raggiunse
il massimo della sua intensità, ma da allora

questa intensità
è sempre diminuita, man mano che la Terra diminuiva la sua

velocità di rotazione.
Attualmente il campo magnetico terrestre ha raggiunto

una flessione pari al 50 per
cento se comparato a quello di 1.500 anni fa.

Questo fenomeno, che è
destinato ad andare avanti, rientra in un meccanismo

del tutto naturale. Per rendere
l’idea, un po’ come il meccanismo che regola

le stagioni, ma assai
più complicato e potente.


Secondo il geologo
Gregg Braden , tanto tempo fa i
Maya ritenevano che il culmine della

trasformazione poteva essere
raggiunto nel 2012, quando la risonanza

magnetica potrebbe toccare i 13
cicli al secondo e il suo campo magnetico

potrebbe addirittura assestarsi
attorno allo zero. Secondo Gregg Braden, il

Punto Zero sarà
associato alla quasi totale diminuzione del campo magnetico.

Con questi parametri
così bassi la Terra cesserà di ruotare. Nonostante
ciò,

la gravità del pianeta
non sparirà in quanto essa è governata da altre

leggi, non dalla sua rotazione.
Non sarà la prima volta che accadrà una

simile trasformazione visto che
una cosa simile pare si sia palesata per ben

14 volte negli ultimi 4,5
milioni di anni. L’ultima volta che il fenomeno è

esordito risale tra gli 11mila
e 13mila anni fa, un’era che molti esperti

associano con la fine di
Atlantide e l’inizio della ricostruzione dopo il

grande cataclisma avvenuto dopo
il 10500 a.C.


Esiste un Grande Ciclo di
26mila anni che governa questo processo di

trasformazione e tredicimila
anni fa ci trovavamo nel mezzo di esso. Ora,

questo Grande Ciclo è in
dirittura d’arrivo e questo comporterà enormi

mutamenti. Gregg Braden non
scarta certo la possibilità che il nostro

pianeta possa smettere di
roteare. Inoltre, da analisi del ghiaccio in

Groenlandia e nelle aree polari
emerge che probabilmente l’asse terrestre si

sia spostato di recente, circa
3.500-3.600 anni fa. Tutte le volte che

l’intensità del campo
magnetico del nostro pianeta è diminuita, fenomeno che

oggi possiamo sperimentare in
prima persona, è corrisposto uno spostamento

dei poli, ovvero l’inversione
del nord e sud magnetico. Gregg Braden

sostiene che per alcuni giorni
la Terra smetterà di ruotare e poi inizierà a

farlo in senso opposto. Se il
pianeta smetterà temporaneamente di ruotare

avrà una metà
illuminata e l’altra metà al buio, E questo fenomeno è

descritto migliaia di anni fa
dagli antichi. Questo processo lo si può

osservare in una barra di ferro
quando il flusso di elettricità che la

attraversa viene invertito, si
ha l’inversione dei poli. Quando la Terra

inizierà a ruotare in
senso opposto muterà direzione il suo flusso

elettrico, e quindi si
invertiranno i poli.


Il dottor Brian Desborough
sostiene che i media tendono a sminuire, e alla

peggio, ignorare molti eventi
geofisici. Anch’egli conferma la veloce

diminuzione del campo magnetico
terrestre che prossimamente raggiungerà lo

zero. Anche il servizio
geologico degli Stati Uniti conferma queste tesi.

L’ente di stato sostiene che
ogni 500mila anni il campo magnetico terrestre

raggiunge lo zero per poi
riformarsi lentamente. Questa transazione causerà

epocali trasformazioni
geologiche, cataclismi terrestri, eruzioni esplosive

dei vulcani, ecc., a causa del
temporaneo blocco della rotazione del

pianeta. Colleghi di Brian
Desborough affermano che il campo magnetico della

Terra abbia già toccato
lo zero e che si sia elevata la conversione

dell’idrogeno in elio. Questo
processo di intensificazione delle frequenze

non interessa solamente il
nostro pianeta ma anche il sistema solare e

l’intera galassia.

Gli antichi sapevano molto bene
di queste svolte energetiche che causavano

epocali cambiamenti strutturali
e geofisici della Terra. I calendari dei

Maya (che risalgono a circa
18mila anni fa), degli egizi (che risalgono a

circa 39mila anni fa), dei
tibetani, dei cinesi e di altre civiltà portano

nel periodo che corrisponde a
quello nostro; quello che sta per terminare.

In particolare, i Maya
parlavano di un tempo di transizione, ovvero del

periodo di "Assenza di tempo",
in cui il vecchio tempo veniva sostituito dal

nuovo tempo. Secondo i Maya, il
tutto iniziava nel luglio del 1982 e avrebbe

condotto al cambiamento nel 2
1 dicembre 2012. Infatti,
neanche a farlo apposta, attorno agli anni ottanta

si inizia a sentire sempre con
maggiore intensità di mutamenti del clima,

del surriscaldamento della
Terra e via dicendo.


fonte: www.ecplanet.com/canale/ecologia-6/clima-61/1/0/14535/it/

Il comunicato stampa di Indymedia Italia

FBI sequestra i server di Indymedia nel
Regno Unito

Le autorità
statunitensi hanno emesso un ordine federale imponendo

all’ufficio di Rackspace
negli Stati Uniti di consegnare loro
l’hardware di

Indymedia situato a
Londra. Rackspace e’ uno dei providers che
ospitano il

web di Indymedia con
uffici negli Stati Uniti e a Londra. Rackspace
ha

acconsentito, senza
prima renderlo noto a Indymedia, e ha
consegnato i

server di Indymedia nel
Regno Unito. Questo atto ha colpito più di
20 siti

di Indymedia in tutto il
mondo.

Dal momento che
l’ingiunzione e’ stata inoltrata a Rackspace e non
a

Indymedia sono ancora
ignote a Indymedia le ragioni di
quest’azione.

Parlando ai volontari di
Indymedia, Rackspace ha affermato che
" non possono

fornire a Indymedia
nessuna informazione riguardante l’ordine
ricevuto".

Altri Internet service
Providers hanno ricevuto in simili
situazioni

obblighi di riservatezza
che impediscono alle parti coinvolte di
ricevere

aggiornamenti su quello
che sta succedendo.

A Indymedia non e’
chiaro come e perchè un server che e’ fuori
dalla

giuridisdizione
statunitense possa essere sequestrato dalle
autorità degli

Stati Uniti.

Allo stesso tempo,
sempre a Rackspace, un secondo server e’ stato

disconnesso: si tratta
di un server che ospita trasmissioni live
di diverse

stazioni radio, BLAG
(linux distro), e un’altra serie di cose
utili.

Negli ultimi mesi il
governo federale degli Stati Uniti ha
condotto numerosi

attacchi ai danni di
vari Indymedia nel mondo. In agosto i servizi
segreti

hanno cercato di
interrompere il NYC IMC prima della convention
repubblicana

provando a sequestrare i
logs da un provider internet negli Stati
Uniti e

nei Paesi Bassi. Il mese
scorso la Commissione Federale per le Comunicazioni

(FCC) ha chiuso numerose
radio comunitarie in tutti gli Stati
Uniti.

Due settimane fa l’ FBI ha chiesto che Indymedia rimuovesse
un
messaggio su

Nantes IMC che conteneva
delle foto di alcuni agenti della polizia
svizzera

sotto copertura. Altri
attivisti di IMC Seattle sono stati
visitati dall’

FBI per lo stesso motivo. Per contro,
Indymedia ed altre
organizzazioni di

media indipendenti hanno
recentemente vinto importanti cause, come
ad

esempio contro la
Diebold (compagnia che fornisce sistemi di
votazione

elettronica, coinvolta
nei conteggi scandalo delle ultime elezioni
USA) e

contro il "Patriot Act"
(una legge che consente all’FBI
in nome della

sicurezza nazionale e
della lotta al terrorismo di monitorare

sistematicamente, senza
richiedere l’autorizzazione della
magistratura, la

corrispondenza ordinaria
ed elettronica, la navigazione sul Web, e

perquisire le case dei
cittadini americani e non, negli Usa e
all’estero).

In questo quadro le
autorità degli Stati Uniti hanno deciso di
chiudere

decine di "Indymedia
Centers" in tutto il mondo

La lista degli IMC
locali colpiti da questa operazione include
Ambazonia,

Uruguay, Andorra,
Polonia, Massachusetts occidentale, Nizza,
Nantes, Lilles,

Marsiglia (tutta la
Francia), Euskal Herria (paese Basco), Liegi,
Vlaanderen

est, Antwerpen (tutto il
Belgio), Belgrado, Portogallo, Praga,
Galiza,

Italia, Brasile, Regno
Unito parte del sito della Germania ed il
sito della

radio
on-line di Indymedia.org.

http://italy.indymedia.org

Da sudditi a protagonisti

materiali, la potenzialità reale di eliminare fame, guerre e ignoranza dalla faccia della terra, porti gli uomini ad evolversi verso comportamenti più logici e civili, per allontanare il medioevo dei ricchi che dominano sui poveri, dei colti che si approfittano degli ignoranti, e per lasciare i dogmatismi di tutte le religioni nel buio della nostra storia.

Ciò non è avvenuto ed è importante che ci si cominci a chiedere perché, visto che diminuisce di giorno in giorno la possibilità del pianeta terra di resistere alla distruzione dei suoi equilibri.

Cominciamo a dire che l’unico vero potere che vi è oggi nel mondo, e che mantiene in subordine anche il potere politico, è il potere economico e finanziario di carattere multinazionale, saldamente in mano all’Occidente del G8, coperto da un gigantesco apparato militare che garantisce la continuità della ricchezza dei paesi ricchi, e soprattutto lascia in eterno sottosviluppo quelli poveri e arretrati.

Questo sistema rappresenta la dittatura del capitale finanziario e delle multinazionali e deriva direttamente dalla cultura e dalla pratica colonialista dell’Occidente “cristiano” e “democratico”, che dal 1500 fino alla seconda guerra mondiale, ha fatto genocidi, razzie, sfruttato milioni di schiavi, rubato risorse e terre ai legittimi proprietari che vi abitavano da secoli, per arrivare nell’ultimo dopoguerra ad una apparente decolonizzazione, immediatamente seguita da una feroce e più capillare conquista economica di tipo neo-colonialista, attraverso il controllo di organismi internazionali quali Fmi, Wto, Banca mondiale, col metodo della corruzione delle classi dirigenti per avere contratti di sfruttamento di giacimenti di materie prime, col metodo del traffico di armi per squilibrare rapporti di forza e far prevalere i propri amici, senza disdegnare l’assassinio politico, gli embarghi e la sempre valida minaccia di intervento militare diretto.

Questo è il vero potere del nostro tempo ed esso ha consenso perché investe enormi capitali per acquistare televisioni, giornali, riviste, case editrici, produzioni cinematografiche e di musica, aziende di pubblicità, fino alle spese elettorali, che nella realtà Usa, sono sostenute direttamente dalle varie aziende o lobby.

Il capitale finanziario possiede direttamente il 90% di tutti i media dei paesi occidentali, che considerano democratica e pluralista una situazione dove le idee e le immagini che girano sono solo quelle adatte a fabbricare la monocultura consumistica e indurre quei consumi o quei comportamenti decisi dai grandi gruppi.

Parlare di pluralismo democratico in una situazione, come in Italia, in cui tutti i giornali che contano sono in mano a gruppi capitalistici con gli stessi interessi, è una vera bestemmia, ma ci svela un fatto vero: la “libertà”, di cui si riempiono ogni momento la bocca, è solo quella loro e il famoso pluralismo è in realtà monopolio.

E al loro servizio si muove una sempre crescente corte di complici, che si chiamano giornalisti, stilisti, uomini e donne di spettacolo, critici, intellettuali, politici, cantanti, preti, strizzacervelli, che 24 ore su 24, e in regime di monopolio, ci consigliano come vestirci, cosa mangiare, stabiliscono nuovi orientamenti sessuali, fissano canoni estetici, creano e cancellano miti e personaggi, omettono informazioni importanti.

Hanno creato una cultura di massa in cui tutto deve essere breve e divertente e colorato, respingendo ogni contatto con la complessa e spesso drammatica realtà del nostro tempo.

La cultura del consumismo, dell’individualismo, dell’ “avere per essere”, del disimpegno politico, dell’immagine e dell’apparire a tutti i costi, nasce dal lavoro martellante di anni di televisione commerciale, alla cui cultura anche la Rai si è adeguata, che ha trasformato profondamente il nostro paese. Tale operazione, prevista e pianificata in ambienti piduisti, nulla ha a che fare con la democrazia, e sostenere che la presa di potere da parte del capitalista più ricco d’Italia in forza dei suoi soldi e delle sue Tv è evento di normale democrazia, significa gettare milioni di persone perbene nel disimpegno, nello sconforto e nella depressione.

Le oligarchie economiche al potere in Occidente si prendono anche la libertà, incontrastata da quando il potere politico è al loro servizio, di produrre merci pericolose per la salute, quali gli Ogm, decidono se investire nelle ricerche per trovare il vaccino anti-Aids o se continuare negli immensi profitti che arrivano alle case farmaceutiche dalla vendita a milioni di infettati dei farmaci antiretrovirali, decidono di ritardare l’introduzione dell’idrogeno nel sistema dei trasporti sino a quando gli farà comodo, decidono con la loro pubblicità martellante, diretta soprattutto ai bambini, di far diventare obesi gli stessi cittadini occidentali, per iniziativa delle industrie alimentari e dolciarie, che rendono irresistibili quei suggerimenti commerciali.

Queste oligarchie decidono della nostra salute, dell’aria che respiriamo, agiscono indisturbate, anche se operano contro gli interessi dei loro Stati che poi si devono fare carico dei costi delle malattie provocate da chi pensa solo ai propri profitti.

E’ importante comprendere che il cosiddetto “liberismo”, che altro non è che il monopolio del capitale su tutte le iniziative economiche, impedisce qualunque iniziativa di tipo statale in quei settori come l’energia e la sanità, dove solo chi ha la visione d’insieme dei problemi, come quella statuale appunto, può affrontarli nell’interesse della salute dei cittadini e nell’interesse dello Stato stesso che potrebbe ottenere forti risparmi.

Immaginiamo l’Enel che, invece di essere legato al petrolio, all’acquisto di energia dall’estero, a gruppi che vogliono costruire megacentrali e di tanto in tanto fanno rispuntare l’opzione nucleare, studiasse il miglior prototipo di pannello fotovoltaico, lo facesse produrre in Italia su vasta scala, abbattendone così i costi, per installarlo dovunque possibile con costi spalmati sulle bollette e con possibilità per i cittadini, che hanno spazio e mezzi economici, di installare potenze superiori al proprio fabbisogno, di poter vendere energia all’Enel con gli stessi prezzi che l’Enel stessa esige dai suoi utenti. Una possibilità del genere è assolutamente praticabile. Risolverebbe il problema blak-out, non renderebbe necessarie la costruzione di altre centrali, ridurrebbe drasticamente inquinamento e dipendenza dal petrolio.

Ciò non sarà mai possibile in una realtà privatizzata e non illudiamoci che si possa fare a meno di una iniziativa dal basso che spinga in tal senso, in quanto governi di destra e di sinistra nulla hanno fatto in questa direzione.

Lo stesso discorso riguarda la Sanità: se quasi tutti i medici sono comprati dalle multinazionali farmaceutiche con regali, soldi, congressi gratuiti, viaggi, e lo Stato non si difende con un suo rigoroso prontuario farmaceutico, con proprie informazioni scientifiche allegate ad ogni farmaco, se lo Stato non è in grado di limitare la pubblicità delle industrie alimentari e dolciarie e degli alcolici, se non riesce ad imporre a scuola l’educazione sanitaria con lo scopo di fare prevenzione, e quindi ridurre drasticamente i costi sanitari, esso è in mano al potere delle lobby commerciali e non svolge il suo ruolo di garante della salute dei cittadini.

Questi apparati industriali, mediatici e commerciali dettano legge senza alcun limite e agiscono in forte sinergia tra loro e sono il vero potere che bisogna assolutamente limitare, e siccome questo potere assoluto si dispiega in regimi democratici e arriva ad imporre le scelte politiche, bisogna urgentemente riconsiderare quale significato dare alla parola democrazia e produrre gli anticorpi necessari per riequilibrare i rapporti di forza.

E qui si arriva alle dolenti note: in tutti questi anni non vi è stata una opposizione politica capace di denunciare e interrompere questo processo di concentrazione del potere. Essa è ridicolmente divisa, non contrappone alcuna visione alternativa credibile, è formata da professionisti a vita della politica, ha dimostrato, una volta al potere, di non mettere in discussione il dominio delle forze economiche ed ha accettato la subalternità della politica ai padroni del vapore.

Con questa classe politica, abusivamente di sinistra, non è utile alcun confronto; abbiamo osservato la sufficienza e la doppiezza con cui hanno trattato i movimenti no-global e i girotondi con l’unico scopo di neutralizzarli e rimediare qualche voto.

La politica delegata ai professionisti a vita ha mostrato tutti i suoi limiti.

Essa deve essere sostituita da movimenti di massa che esprimono i bisogni dei cittadini e si deve cominciare a dimostrare, in prima persona con i propri comportamenti quotidiani, il rifiuto di continuare con uno sviluppo consumistico che genera alterazioni gravissime nel nostro ecosistema, che genera squilibri economici, prepotenze neo-coloniali, fino alle guerre preventive.

Le forze economiche egemoni non temono niente che abbia a che fare con l’etica o la moralità, esse vanno colpite al cuore, cioè al portafoglio, facendo diventare fenomeno di massa il rifiuto dei consumi, a cominciare da quelli superflui.

Se ricordiamo l’appello di Bush a ricominciare a consumare, pochi giorni dopo l’11 settembre, e leggiamo le indicazioni dei grandi economisti e banchieri, vediamo che tutto si conclude con il consigliare manovre e strategie che devono favorire il rilancio o l’espansione dei consumi.

Sempre lì si batte, è quello il nodo essenziale di tutto il sistema che però ha bisogno di sudditi obbedienti che si fanno guidare come pecore, senza preoccuparsi della propria salute fisica e mentale e di quella del pianeta terra.

Questo sistema è in guerra mondiale contro la salute dei cittadini. Esso pubblicizza con immensa capacità seduttiva cibi schifosi, pieni di chimica, Ogm, pesticidi, coloranti, cancerogeni, alimenti pieni di zuccheri e colesterolo, per creare obesi e malati da consegnare come clienti ad altre multinazionali, quelle farmaceutiche che hanno vitale bisogno di tale materia prima.

Per non parlare degli inviti subliminali a consumare alcolici e tabacco, che si servono di raffinate associazioni di colori, allusioni a conquiste sociali o erotiche, che sono messaggi criminali di chi sa benissimo che il consumo di queste sostanze ti porta alla morte sicura o con il cancro al polmone o spiaccicato sull’asfalto il sabato sera.

Contro questi poteri cinici, che martellano ogni giorno di ogni anno, in ogni casa, non c’è difesa, e la politica, che avrebbe il potere di intervenire e non lo fa, dimostra, se ce ne fosse bisogno, la completa subalternità alle esigenze dell’economia.

Visto che nessuno al di fuori dei capitalisti ha la possibilità di farsi sentire: una TV a carattere nazionale costa 1000 miliardi di vecchie lire, e visto che nessun partito politico ha nel suo programma un ridimensionamento di questi poteri, l’unica speranza è che le persone consapevoli di come le cose vanno veramente comincino ad associarsi per dare vita ad una grande Lega dei consumatori, nazionale ed internazionale, capace di contro-informazione e di iniziativa pratica che preveda il personale e collettivo boicottaggio di tutte quelle merci che provengono dai paesi guerrafondai, in testa Usa, Inghilterra, Israele, che rifiuti la loro cultura, i loro film pieni di violenza e di perversione, la loro musica intimamente legata alla diffusione delle droghe, gli Ogm il cui utilizzo significa consegnare il mercato globale delle sementi alle multinazionali Usa, i loro computer, la loro benzina, non facendo viaggi in questi paesi e quanto altro è possibile, adoperando l’etica e la propria coscienza.

L’immenso apparato militare Usa + Nato è mantenuto da questi consumi e solo una forte crisi economica può indurre una politica diversa da parte dei paesi guerrafondai.

E non si pensi di essere pochi. Questi colossi dei profitti possono essere messi in crisi anche da un 10-20% di consumatori non ubbidienti.

Bisogna rigettare immediatamente le critiche che piovono su queste posizioni con l’argomento che così si crea di disoccupazione, recessione, e si va contro i lavoratori.

Ricordiamoci che un prodotto multinazionale non consumato si trasforma in domanda di un prodotto simile del proprio paese e ciò crea lavoro.

Un altro aspetto importante è quello che arrivare a far fallire ad es. una piantagione di banane in Brasile in mano ad una multinazionale, per assenza di richiesta, significa lasciare questo territorio e quelle risorse alla gente locale.

Per rimanere in Italia, diciamo che quando i padroni decidono di chiudere l’azienda e andare a produrre in Albania o in Romania o in Cina o in Sud America per utilizzare mano d’opera a basso costo con assenza di normative su ambiente e sicurezza, nessuno si può opporre alla “inevitabile” globalizzazione.

E quanto alla difesa della “classe operaia”, la metà di essa ha votato Berlusca, e quando la Valsella Meccanotecnica fabbricava mine antiuomo esportandole a milioni in tutto il mondo, uccidendo e mutilando, pur essendo prodotte in una zona del Nord Italia in cui i cattolici sono il 100%, nessuno scrupolo etico e morale venne fuori, chiarendo il vero ruolo di padroni, religione, e degli schiavi salariati.

Noi vogliamo tagliare le unghie a chi produce senza etica e contro la nostra salute, vogliamo togliere certezze a chi vuole manovrare i consumi, vogliamo togliere risorse ai paesi guerrafondai, vogliamo la pace fra i popoli e vogliamo fare pace con l’ambiente e viverci in equilibrio.

Da un movimento del genere può nascere una nuova politica, nuovi dirigenti, una spinta verso riforme capaci di sostituire una falsa democrazia in mano ad oligarchie economiche, in una democrazia dei cittadini consapevoli che vogliono regole e strumenti di controllo capaci di orientare l’economia verso i bisogni e la salute dei cittadini e superare questa situazione di potere dittatoriale e di umiliante sudditanza.

Sugli argomenti trattati, e in particolare sul potere assoluto delle multinazionali, è già stato detto tutto da grandi scrittori americani come W. Blum, Noam Chomsky, Naomi Klein, per citare i maggiori, con il metodo ponderoso della citazione documentale, dei dati statistici, delle inchieste sul campo, ma è doveroso ricordare che grandi masse di cittadini non si accosteranno mai a queste letture,e che è dovere dei pochi intellettuali non venduti al sistema rendere chiare e divulgabili le affermazioni di questi studiosi, per arrivare ad un movimento di massa di persone consapevoli della gravità della situazione che riguarda la salute della terra, della salute dei suoi abitanti, della salute della democrazia che appare ai più un contenitore vuoto e subdolo.

Bisogna dire con chiarezza che di fronte all’esercito organizzato delle multinazionali, di Wto, e Fmi, con il grande fratello Usa pronto con la sua potenza militare, come individuo non conti niente, e bisogna arrivare a una forza organizzata che esprima analisi nuove sul rapporto tra ambiente e vita degli uomini, e spinga verso uno sviluppo economico che rompa con la logica del liberismo selvaggio e del consumismo, per colmare il vuoto lasciato da una sinistra appiattita sulle convenienze del capitalismo.

Senza questo rinascimento delle coscienze e della ragione siamo senza futuro.

Bisogna cominciare con le cose semplici: per aggregarsi tra sensibilità affini è necessario diffondere questo documento il più estesamente possibile, con eventuali modifiche e arricchimenti, offrendo un riferimento telefonico o e-mail laddove si formi qualche gruppo di persone.

Da qui si può passare alla formazione di gruppi d’acquisto che vadano a stabilire rapporti direttamente con i produttori, stimolandoli a produrre bio, con soddisfazione economica reciproca, con una qualità di rapporto che possa portare nei fine settimana un aiuto ai contadini nella raccolta, nel poter creare momenti conviviali e di frequentazione della campagna come vacanza attiva, per un rapporto nuovo fra città e campagna, che può e deve creare amicizia e alleanza su un nuovo modo di produrre e consumare per mettere in crisi il sistema industriale che ci riempie di pesticidi, concimi chimici, Ogm, coloranti, e prodotti senza sapore magari belli, ma molto nocivi alla nostra salute.

Su questo terreno si devono spendere comportamenti quali lealtà, onestà, sobrietà, collaborazione, comuni sentimenti per la salvezza della terra e della pace, che non sono ideologia ma pratica vissuta.

Il libero collegamento e coordinamento tra questi gruppi e quelli già esistenti (ricordiamo l’Annuario del biologico TUTTO BIO, edito da “Distilleria EcoEditoria pscrl”- distilleria@biobank.it – www.biobank.it- che comprende oltre 4000 indirizzi: 1005 aziende con vendita diretta, 746 agriturismi bio, 95 gruppi d’acquisto, 1026 negozi bio), che si muovono nel campo dell’ambiente, del consumo equo e solidale, della pace, può portare all’obiettivo di una grande Lega dei consumatori che punti a chiedere nuove regole perché l’equilibrio tra salute umana, salute della terra, e pace sia ristabilito.

—————————————–

Se condividete questi punti di vista aiutateci a diffonderli in modo semplice: qualche fotocopia alle persone giuste con preghiera di fare altrettanto.

Noi diffonderemo questo documento proponendone la pubblicazione a qualche rivista, lo invieremo via e-mail a tutti gli indirizzi dei movimenti, dei gruppi di acquisto, alle sedi dell’Equo e solidale, ai negozi biologici, a qualche cooperativa di base e a chi ci verrà in mente, per renderci conto se questa iniziativa trova interesse e disponibilità.

Movimento consumo consapevole: consumoconsapevole@tiscali.it

"Dapprima ti ignorano, poi ti ridono dietro. Poi cominciano a combatterti. Poi tu vinci".

(Mahatma Gandhi)

La guerra dei 40 minuti e il 9/11


La
guerra dei quaranta minuti
autori Janet e Chris Morris
Titolo originale del romanzo: The Forty-Minute War (I edizione USA 1984)
I edizione italiana: Urania 1033 del 12/10/1986


LA TRAMA

E’ una limpida
mattina 12 ottobre 1986 a Washington,
quando un Jumbo di linea dirottato da terroristi della Jihad islamica
viene
fatto esplodere con un ordigno nucleare proprio sopra la Casa Bianca.
Il
Presidente si salva, ma solo per scatenare una erronea e fatale
rappresaglia
che dà il via a una guerra atomica breve ma micidiale.

I terroristi sono
tutti provetti piloti in grado di
dirigere il jumbo al suo appuntamento con la storia; ognuno è
stato addestrato
a innescare e far esplodere l’ordigno nucleare che hanno a bordo, e
chiunque di
loro è in grado di farlo arrivare sull’obbiettivo a occhi
chiusi, o persino in
punto di morte.
I terroristi si erano impadroniti del jet senza che nessuno dei 257
passeggeri
si accorgesse di nulla. Ogni loro mossa era stata programmata con largo
anticipo da menti superiori.

Il jet non aveva
subìto modificazioni particolari,
non era munito di lanciarazzi sotto le ali, non aveva bisogno di
complicate
apparecchiature elettroniche di puntamento o di visori particolari.
Il commando era stato esclusivamente addestrato per deviare il volo del
jumbo
dalla rotta di atterraggio e farlo precipitare proprio sopra la tana
del
Malvagio più potente di tutti; sulla Casa Bianca, residenza del
presidente
degli Stati Uniti.

"Allah Akbar"
sussurrò la donna, Dio è
grande, un attimo prima di innescare la bomba nella valigia che avevano
portato
nella cabina del jet…

CHI SONO JANET
E CHRIS MORRIS

Janet Morris
è il presidente della M2 Technologies, azienda specializzata in
armi non
letali, applicazioni di nuove tecnologie e tattiche militari. I
concetti
sviluppati da Janet Morris sono stati applicati dal Laboratorio di
Guerra del
Corpo dei Marines, dal Dipartimento di Sviluppo delle Forze Armate USA,
dall’ufficio di Scienza Politica e Tecnologia della Casa Bianca.

Chris Morris
è il vicepresidente della M2 Technologies ed è
specializzato in pianificazione
strategica, supporto tattico e sfruttamento delle tecnologie. Il lavoro
di Chris
Morris sulle armi non letali e sulla politica mondiale sugli armamenti
è stato
amipamente utilizzato dall’ Esercito degli Stati Uniti, dal Corpo dei
Marines e
dall’Ufficio Munizioni per lo sviluppo di munizioni inabilitanti.


ALCUNE NOTE
(TRA LE TANTE) SULLA ATTIVITA’ DI
INTELLIGENCE DEI CONIUGI MORRIS

Janet Morris
è un membro della Accademia delle Scienze di New York e dal 1980
è un membro
della Associazione per la Difesa Elettronica ed è anche il
direttore delle
ricerche del Consiglio per la Strategia Globale Americano (USGSC).
Chris Morris, suo marito, è un ex magistrato ed
è un membro chiave del
Consiglio di Sicurezza Americano.

* Nel numero del 12/15/1992 di Defense News Janet Morris
dichiara che
lei e la Richmond (una società della Virginia che si occupa di
biomedicali)
"hanno discusso assieme a membri anziani dell’intelligence USA e
delle Forze Armate circa la capiacità dei russi di possedere un
congegno
portatile, per il controllo del personale militare e della folla
"
* Nel numero di aprile di Scientific American del 1994
(edizione USA) è
riportato che i coniugi Morris "sono stati coinvolti nella
promozione di tecnologie di "psico-correzione" sviluppate da uno
scienziato russo, tecnologie intese a influenzare le menti tramite
messaggi
subliminali nascosti in suoni od immagini
".
*
Sucessivamente alla caduta dell’Unione Sovietica i Morris hanno
"importato" gli scienziati russi che lavoravano alla
"psico-correzione" negli stati Uniti, impiegandoli nella intelligence
USA.
* Janet Morris e Chris Morris hanno scritto assieme un trattato dal
titolo:
Non-lethality: A Global Strategy (West Hyannisport, MA,
Morris &
Morris, 1994)


LINK PER
SAPERNE DI PIU’
SUI CONIUGI MORRIS E SULLE LORO ATTIVITA’ DI RICERCA

M2 Technologies
http://www.m2technologiesinc.com/whoweare.html
http://www.m2tech.us/

The
mind machine
(mind reading) and subliminal message techniques
http://members.aol.com/alanyu5/part1a1.htm

U.S. Explores Russian
Mind-Control Technology
http://home.att.net/~mcra/usexplor.htm

The
Mind Has No
Firewall
http://www.thememoryhole.org/mil/mind-firewall.htm


CHIAVI DI
RICERCA UTILI SU GOOGLE

(troverete
centinaia di pagine correlate)

"Chris Morris"
"Janet Morris"
russian psychotronic mind
electromagnetic wtc M2 Technologies psycho-correction



Il commento di
INNOVARI


Se la vicenda
dell’avvocato Stanley Hilton, seppure ben esposta, appare
fantasiosa, le vicende descritte ne "La guerra dei quaranta minuti" e
la professione (ben documentata) dei suoi autori mi fanno accaponare la
pelle.


La cosa che in qualche modo mi spaventa di più è che io
personalmente, assieme
ad un altro paio di persone, abbiamo correlato (inizialmente per caso
poi con
delle ricerche) queste informazioni che ora rendo pubbliche, e che non
sono
attualmente a conoscienza di altre persone che abbiano fatto la stessa
cosa.
Questa volta mi pare proprio non si tratti della solita "teoria del
complotto"… lascio a voi il giudizio.


Un particolare forse insignificante ma inquietante: nel libro la data
dell’attentato è il 12 Ottobre, nella realtà l’attentato
avviene l’11
Settembre… esattamente un mese e un giorno prima…


Io ho una mia ipotesi sul perchè questo libro esiste, ma qui le
ipotesi possono
essere migliaia… una cosa sicura è che il 9/11 le cose non
sono andate
come supponiamo di sapere…


Voi che ne pensate? quali sono le vostre ipotesi?

Una voce per il dott. Hamer

dalla polizia spagnola e recluso in un carcere di Madrid,
su
mandato dell’autorità giudiziaria francese di Chambery.

A
seguito di questo evento, l’Associazione A.L.B.A. (Associazione Leggi
Biologiche
Applicate), di recente costituzione e con sede in Italia, in nome e per
conto
dei suoi oltre 500 associati, soprattutto in rappresentanza di coloro,
tra
questi, che operano nell’ambito sanitario: medici, psichiatri,
psicologi e
terapeuti in genere, ritiene necessario e improrogabile levare la
propria voce
e presentarsi quale organismo strutturato e consolidato di ricerca
scientifica
a supporto delle scoperte effettuate dal medico dott. Hamer.

L’Associazione
si propone così anche quale portavoce delle altre migliaia di
persone e
molteplici associazioni che hanno già sperimentato la fondatezza
delle teorie
del dott. Hamer.

Nonostante
le ripetute verifiche, compreso il riconoscimento ufficiale
dell’Università di
Trnava (Slovacchia), una parte della medicina ufficiale, evidentemente
mossa da
pregiudiziali diverse da quelle scientifiche, non solo non ha mai
consentito la
possibilità di un confronto scientifico con il dott. Hamer, ma
ora è passata ad
un’azione di forza per impedire al medico tedesco di continuare la
divulgazione
delle sue scoperte.

Indubbiamente
la portata scientifica degli studi del dott. Hamer è di enorme
rilevanza, nella
misura in cui comporta un capovolgimento copernicano nella diagnostica
medica.

Su
questo presupposto l’Associazione A.L.B.A., di concerto con gli altri
organismi
costituitisi a livello europeo (Germania, Francia, Svizzera, Austria,
Spagna e
altri) e forte delle esperienze e verifiche consolidate, intende
portare avanti
con determinazione l’opera di riconoscimento delle scoperte del dott.
Hamer.

A tal fine,
nell’immediato, verranno attivate le procedure necessarie per
richiedere al
mondo scientifico un definitivo riconoscimento delle Leggi Biologiche
e, in
subordine, per ottenere la riabilitazione professionale del medico
tedesco,
permettendo così la diffusione delle sue scoperte e la
continuazione della sua
opera.

Il
proposito intentato presuppone e si fonda sui naturali e costituzionali
principi di libertà e di diritto alla ricerca scientifica, nel
rispetto di un
sereno e obbiettivo confronto, ad oggi invece continuamente rifiutato e
impedito senza motivo.

Il comunicato vale quindi
anche quale appello
a tutti coloro che hanno avuto modo di conoscere e
verificare le scoperte del medico tedesco, per supportare l’opera di
persone
che hanno il coraggio e la forza di difendere una rivoluzionaria
scoperta
scientifica, che, se da una parte presuppone l’umiltà di
accettare le
conseguenze di una ristrutturazione, dall’altra contiene il seme di una
più
ampia visione della terapia medica, dove l’unica finalità
perseguita è la
salute dell’essere umano.





A.L.B.A

(Associazione Leggi
Biologiche Applicate)

IL
PRESIDENTE



Marco Pfister

Comitato
Scientifico:


dott. Gianni
Giannella
(medico odontoiatra)


dott. Roberto
Luciani
(medico
reumatologo)


dott. Emmanuele Lupi

(medico
di medicina generale)


dott. Danilo
Toneguzzi
(medico
psichiatra)

La carcerazione del dott.
R.G. Hamer

Non appena ho letto la notizia della
carcerazione del dottor
Hamer mi sono chiesto cosa avrei potuto fare per intervenire,
considerando che
non sono un medico e non sono stato un paziente curato con “l’Altra
Medicina”,
quella con la emme maiuscola che contraddistingue la reale e sincera
ricerca ed
è, ancora oggi, oscurata, perseguitata ed osteggiata con medoti
e sistemi non
più ammissibili, dall’altra medicina, quella che cura, e molto
bene, gli
interessi economici, facendoci credere che viviamo nella
necessità, e
nell’assenza di abbondanza. Ritengo non sia così, che l’Uomo sia
padrone del
proprio destino, abile co-creatore, di una realtà che sta
cambiando, pronta a
regalarci Amore ed Abbondanza per tutti. Perché il Dott. R.G.
Hamer non diventi
un altro triste esempio dell’incapacità di cogliere il nuovo,
perchè non ci si
ritrovi a chiedersi “che mondo sarebbe se avesse potuto comunicare……”

Rimango a disposizione affinché ci si
adoperi e venga
riconosciuta la validità e la scientificità delle leggi
biologiche, scoperte
dal dottor Hamer, sulla base sia delle verifiche scientifiche
già effettuate,
sia sull’ eventuale ulteriore verifica che venisse richiesta dalle
autorità
competenti.

Dott. Simone Baldo

Michela Negro

Lucia Pettenello

Maria Grazia Pittarello

UN’OPERAZIONE INTERNA della Redazione di NEXUS

patrocinatore di molti familiari delle
vittime degli attacchi dell’11 settembre 2001 e di numerosi cittadini
che come
contribuenti hanno fatto causa al governo per quei tragici fatti.

Il 10 settembre
2004 è stato intervistato in diretta
dal giornalista Alex Jones sulle frequenze della stazione radio FVOA,
Free
Voice of America. Dalla lunga e dettagliata intervista di cui
riportiamo degli
stralci una parte delle sue dichiarazioni ci danno modo di capire come,
con
tutta probabilità, si siano svolti realmente i fatti in quella
giornata
terribile e non come hanno cercato di farci credere. (Ndr)

SH. La nostra denuncia sostiene che Bush e i suoi pupazzi
come Rice, Cheney, Mueller (capo dell’FBI), Rumsfeld e Tenet (direttore della
CIA) e così via, furono
tutti coinvolti non soltanto nell’aiutare, favorire e
permettere che accadesse l’11/9 ma in realtà nell’ordinare il
suo compimento. Bush
lo ha
ordinato personalmente. Siamo in possesso di alcuni documenti molto
incriminanti così come abbiamo dei testimoni oculari che provano
come Bush
ordinò personalmente questo evento per suo vantaggio politico,
per perseguire
un falso programma politico a vantaggio dei neocons e del loro
deludente
ragionamento sul Medio Oriente.

Voglio soltanto brevemente ricordare di aver
compiuto i miei
studi con alcuni di questi neocons. Frequentai verso la fine degli anni
’60
l’università di Chicago con Wolfowitz, Feith e diversi altri,
quindi li conosco
personalmente. Discutevamo di questi fatti quasi tutto il tempo e io
feci la
mia tesi principale su questo soggetto – come trasformare gli USA in
una
dittatura presidenziale costruendo un falso evento tipo Pearl Harbor.
Per cui,
tecnicamente, quanto è successo era in programma da almeno 35
anni.

I personaggi che oggi
vengono chiamati neocons in quegli anni
studiavano all’università di Chicago ed erano
affascinati dal loro docente, il professor Leo Strass, un ebreo tedesco
emigrato negli USA. La linea filosofica e politica promossa da Leo
Strass e dai
suoi discepoli, mescolando concetti delle ideologie nazista e sionista, sostiene come l’elite debba servirsi della falsificazione, dell’inganno, del
fanatismo religioso e della guerra perpetua per mantenere il suo potere e il controllo sulle masse ignoranti.
(Ndr)

SH. Per conto dei miei clienti, che sono circa 400
tra
familiari delle vittime e cittadini contribuenti, abbiamo denunciato Bush, la Rice, Cheney, Rumsfeld, Mueller e altri per
complicità non soltanto nel
permettere che accadesse l’11/9 ma per averlo ordinato. Noi riteniamo i
dirottatori, e abbiamo la moglie di uno di loro come testimone, agenti
clandestini statunitensi. Erano agenti doppi pagati dalla CIA e dall’FBI
per
spiare i gruppi arabi negli USA. Erano controllati. I loro padroni di
casa a
San Diego e in altre località erano degli informatori dell’FBI. Questa fu un
operazione diretta, clandestina, ordinata personalmente da George W. Bush. Non
si trattò di incompetenza – anche se si tratta di un
incompetente. Il fatto è
che lui ha personalmente ordinato l’attacco di cui era a conoscenza.

Sono stato minacciato personalmente dal giudice capo
della
Corte Federale perché ritirassi l’esposto, minacciato di essere
espulso dal
tribunale con un atto disciplinare, dopo 30 anni di attività
forense senza aver
mai avuto problemi disciplinari. Sono stato minacciato dall’FBI, i miei
collaboratori sono stati minacciati. Il mio ufficio è stato
violato circa sei
mesi fa, hanno rubato i fascicoli dagli archivi, fascicoli che
riguardavano
questi fatti, in particolare quelli con i documenti che provavano come
alcuni
dei dirottatori fossero stipendiati regolarmente come agenti coperti di
CIA e FBI.

Le prove dimostrano come l’entità che loro
chiama Al Qaeda
sia, essenzialmente, una creazione dell’amministrazione Bush.
Tutti questi documenti vennero trafugati ma,
per fortuna, avevo fatto delle copie. Oltre ad aver minacciato i miei
assistenti l’FBI ha anche cercato di
inserire una spia tra i miei
collaboratori. Trovo oltraggioso che vengano usati questi metodi
nazisti per
ostacolare la giustizia, queste persone sono dei criminali.

Abbiamo raccolto prove documentali e testimonianze
giurate
da ex agenti clandestini e da informatori dell’FBI, sul fatto che funzionari
nel Pentagono,
nell’esercito e nell’aeronautica ebbero a che fare con molte
esercitazioni, molte prove generali sull’11/9 prima che questo
accadesse. BushBush abbia
personalmente ordinato gli eventi dell’11/9. Un ufficiale della FEMA (l’organizzazione
della protezione civile
statunitense. Ndr
) ha dichiarato in una registrazione come le loro
unità
fossero già sul posto la notte precedente, il 10 settembre, ed
è proprio così.
Aveva visto queste simulazioni sullo schermo in molte occasioni. Si
confuse
rivelando questo durante una conferenza stampa in California cinque
mesi dopo
l’11/9, dichiarò che aveva visto sul video il primo aereo
colpire la prima
torre. Ciò non è possibile perché ufficialmente
non esistono immagini video di
questo. Siamo in possesso di alcuni documenti che provano come

Ho interrogato dipendenti del NORAD e dell’Air Force.
Personalmente conosco il NORAD da
molti anni, dal periodo in cui lavoravo per
il senatore Dole. Conosco molto bene il sito di Cheyenne Mountain a
Colorado
Spring
dove ha sede il NORAD.
Questi ufficiali mi hanno confermato che vi
furono come minimo 35 prove dell’attacco
nei due mesi precedenti l’11/9. Tutto fu pianificato, l’obiettivo
esatto.

In quel giorno vi furono cinque missioni, forse Bush pensava
che fossero prove. Solo in questo modo si spiega la sua
tranquillità.

È per questo che l’11/9 nelle comunicazioni
di operatori del NORAD e
controllori del
traffico aereo si sente chiedere “È parte di
un’esercitazione? È una prova questa?” Ne sono venuto a
conoscenza nel marzo
2003. Fu tutto pianificato. Fu un’operazione ordinata dal governo. Bush firmò
personalmente l’ordine. Egli autorizzò personalmente gli
attacchi. Egli è
colpevole di tradimento e di strage di massa. E ora cercano di
ostacolare la
giustizia tentando di utilizzare un giudice federale e gli agenti
dell’FBI per
inibire una legittima denuncia civile in questo paese.

Parte della nostra denuncia è fatta in nome
degli Stati
Uniti perché sotto fraudolenza federale (Claim Act) noi
accusiamo
l’amministrazione Bush
di aver presentato delle dichiarazioni false al
Congresso. E per quanto previsto dal Titolo 31 del codice statunitense
essi
devono riferire queste informazioni. È per questo che cercano di
minacciarmi,
invadono il mio ufficio, rubano i miei documenti, creano evidente
ostacolo alla
giustizia e altri crimini per cercare di prevenire un esposto civile
legittimo
che espone questi criminali e i loro atti di tradimento e omicidio di
massa.

Non mi piacciono le minacce, ma devo dire che sono
state
molto scioccanti per me e i miei collaboratori. In particolare
perché ricevi
una minaccia dal giudice che presiede la tua corte.

Ho deciso di rivelare pubblicamente tutto questo
perché dopo
tutte le prove ed evidenze che sono riuscito a mettere insieme in oltre
un anno
e mezzo mi sembra ovvio che si sia tratto, al di là di ogni
dubbio, di
un’operazione governativa che risulta come il più grave atto di
tradimento e di
omicidio di massa nella storia degli Stati Uniti. Questo significa che
abbiamo
un criminale e traditore seduto alla casa Bianca che
pretende di essere un
patriota e si avvolge nella bandiera. È particolarmente
disgustoso perché
l’altro versante della cosiddetta opposizione, il campo di Kerry, non sta
proprio dicendo niente perché hanno paura di parlare.

I documenti classificati del National Security Council
sono
parte di una serie di documenti che hanno a che fare con i documenti
sulle
esercitazioni. Questi aerei erano telecomandati a distanza come
dichiarai oltre
un anno e mezzo fa; c’era un sistema chiamato Cyclops.
Sul muso dell’aereo era stato installato un circuito
computerizzato che abilitava il controllo da terra, il controllo
militare, per
disattivare il comando dei piloti sull’aereo e dirigerli direttamente
sulle
torri. Questo è quello che è successo. È una
tecnologia simile a quella del Global
Hawk
che è un aereo senza pilota
telecomandato a distanza. E loro hanno fatto questo. I documenti
riservati del National
Security Council

indicano chiaramente che ebbero semaforo verde
nell’ordinare l’attacco e che non era un’esercitazione. Le
esercitazioni che
fecero erano chiaramente sottolineate mentre questa fu un’operazione
del
governo.

Immaginate perché mai questi individui stiano
cercando di
minacciare e intimidire le persone che hanno scritto questa denuncia,
suppongo
perché hanno assassinato 3000 dei nostri concittadini assieme
alla corrotta
famiglia reale saudita come ha fatto Bush. E se poi ancora
sprechi miliardi di
dollari in un’inutile e sporca guerra in Iraq, suppongo che hai
qualcosa da
temere per cui minacci le persone per prevenire che la cosa venga fuori.

Vi sono indiscrezioni
sul fatto che questi arabi agenti della CIA,
furono addestrati presso la base aeronavale
di Pensacola e che fossero effettivamente a bordo degli aerei. Fonti
militari
affermano che tutti gli occupanti degli aerei furono uccisi dal gas
nervino e in
seguito gli aerei vennero diretti contro gli edifici. (Ndr)

SH- È una delle cose su cui stiamo lavorando,
sul fatto che
il gas nervino o qualcosa di simile abbia inibito le persone. È
possibile. Ma
onestamente non ne sono ancora sicuro.

Questi agenti a bordo degli aerei erano,
essenzialmente,
fumo. Intendo dire, il caso del
dirottamento e un classico decoy (falso obiettivo). Abbiamo una certa
esperienza militare e questo viene chiamato un decoy. Una operazione
mascherata. Fai in modo che le persone focalizzino la loro attenzione
sul decoy
per evitare che osservino i criminali reali. Così tutti si sono
focalizzati sui
cosiddetti 19 dirottatori e hanno detto: “Oh, saranno stati questi
arabi.”
Mentre, in realtà, la persona responsabile stava al 1600
Pennsylvania Avenue (indirizzo della Casa Bianca, Ndr)

seduta nell’ufficio ovale. Questo è il colpevole. È lui
la persona che ha
autorizzato questo. Vi è soltanto una persona che può
aver autorizzato questa
operazione e questa è Bush. Nonostante questi
fatti Bush sta per
essere
rieletto, perché gli organi d’informazione dormono.
Perché i mass-media, di
proprietà di quello stesso complesso militare-industriale che ha
ordinato
l’attacco, sono interessati soltanto a mantenere la fantasia ufficiale
del
governo. Quegli arabi non sarebbero neanche riusciti a rullare l’aereo
fino
alla pista.

Mi sembra che ora siamo in una situazione come
quando si
addensano i nuvoloni neri prima di una tempesta, nel senso che essi
sono
carichi di rabbia. Molti cittadini sono proprio furiosi verso i
politici
criminali che hanno ostacolato e abusato del governo per assassinare i
suoi
stessi cittadini e perseguire dubbie finalità politiche. Molte
persone, in
numero crescente, hanno voglia di parlare e parleranno di fronte ad un
mandato
di comparizione, ma solo di fronte ad esso perché la linea
ufficiale del
governo è il silenzio e il non parlare con gli avvocati del
processo. Sempre di
più, essi sono molto oltraggiati dal fatto che parte del governo
abbia fatto
questo al suo popolo, ai suoi propri concittadini. E il fatto che
questi
personaggi si atteggino come patrioti e si avvolgano nella bandiera
è
disgustoso.

Be’, sono convinto che abbiano un programma. Hanno
un piano
contingente. Penso che ora mostrino un basso profilo perché
c’è un numero
crescente di persone, come me, che li stanno apertamente sfidando
accusandoli
di condotta criminale. Credo che lo avrebbero rifatto se noi non
avessimo
alzato la voce. Penso che stiano pianificando, quello che gli
piacerebbe fare è
mettere a tacere ogni dissidente. È anche per questo che nella
denuncia stiamo
cercando di far dichiarare anticostituzionale il Patriot Act.

Penso che vogliano il Patriot Act per reprimere il
dissenso
politico. Devono farlo. Devono giocare in anticipo, non sono stupidi.
Li
conosco personalmente, come Wolfowitz. Sono
individui criminali ma sono
brillanti e così prevengono il dissenso politico. Ecco
perché, come i nazisti,
i loro antenati, i loro fratelli di sangue nazisti e stalinisti, sono
tutti per
la repressione politica. Ogni governo corrotto e criminale si è
comportato così,
ha represso il proprio popolo. Per questo abbiamo il Patriot Act. Hanno
pianificato di arrivare fino all’11/9, questo era parte del progetto.
Doveva
essere fatto. Era parte della mia tesi di dottorato di allora.
L’attacco
terroristico dev’essere seguito da un meccanismo di repressione
politica nella
legge. È’ per questo che essi vogliono il Patriot I e Patriot II
e i loro piani
sono di continuare a lanciare ulteriori attacchi terroristici per
giustificare
una maggiore repressione. L’obiettivo è quello di instaurare una
dittatura in
questo paese, di perseguire i loro dubbi fini con i loro fratelli di
sangue
come la famiglia reale saudita.

Notate come oggi viene largamente utilizzata la
parola
terrorista, sapete, è come quando la parola comunista veniva
usata per
qualsiasi cosa durante l’era McCarthy di caccia alle streghe. E nella
definizione di Bush
chiunque può essere chiamato terrorista. L’ironia è,
purtroppo, che il terrorista numero uno vive oggi nella Casa Bianca e
nell’ufficio ovale. Questa è la reale ironia.

Vedere stracciata così l’America è
molto inquietante per uno
che ha studiato la teoria e il concetto di dittatura, avevo
intervistato
personalmente a Monaco nel 1981 Albert Speer che era
il ministro degli
armamenti di Hitler.
Ho studiato la psicologia e la storia dei totalitarismi e
non ci sono dubbi che sono molto spaventosi. E oggi, con questa
tecnologia, per
la prima volta nella storia c’è la possibilità di avere
un impero mondiale
dominato da un governo elitario corrotto e orientato tecnologicamente.

Loro hanno ora quello che individui come Napoleone e Hitler
non avevano, ossia i mezzi tecnologici per dominare non soltanto il
loro paese
ma anche gli altri, il mondo intero.

Per questo vogliono la repressione, e ancora le
antiche
deviazioni, scatenare altri attacchi terroristici per ottenere che la
gente
viva nella paura. Penso che non ci siano limiti. Penso che tenteranno
un’altra
bravata poco prima delle elezioni per giustificare la rielezione di Bush. E
troveranno altre tattiche per deviare la gente dai fatti dell’11/9 se
l’attenzione dell’opinione pubblica dovesse aumentare.
Intendono anticipare il nascere di una simile
resistenza. Spero che si sbaglino per la loro incompetenza così
come per la
loro corruzione e colpevolezza. Se un sufficiente numero di cittadini
si
sentirà sufficientemente oltraggiato, le persone nella
burocrazia, nei servizi
pubblici e nei militari forniranno testimonianze per smascherare questi
individui.

Perché questi individui hanno un piano e sono
estremamente
pericolosi. Sono armati e pericolosi. Rappresentano un pericolo per
ogni
persona che ama la libertà non soltanto in America ma nel mondo
intero.

Quanto pubblichiamo è
un’altra briciola di verità sui fatti dell’11 settembre 2001.
Una verità
difficile da raggiungere a proposito di una tragedia che ha contribuito
a
determinare una svolta tragica nei destini del mondo. Una tragedia
pianificata
da anni, probabilmente da decenni, preparata con cura da un gruppo di
canaglie
dalla mente contorta che intendono imperare sul resto
dell’umanità rendendola
schiava produttrice del loro potere assoluto.

È una delle tante
briciole che fin dal momento della strage hanno iniziato a venire alla
luce
grazie al coraggio di politici, funzionari, investigatori e giornalisti
che a
questo gioco sporco non intendono starci.

Lyndon La Rouche, Gore
Vidal, Noam Chomsky, Jeff Rense,
Michael Ruppert, Michel Chossudowsky, Michael
Moore
, i colonnelli David Hackworth e Karen Kwiatkowski, l’ex
ministro tedesco Andreas von Bülow soltanto
per citarne
alcuni, che con la loro esperienza, cultura, sensibilità, buon
senso e spessore
etico hanno contribuito ognuno a modo suo a raccogliere qualche
briciola di
verità.

Che poi si tratti di
una verità ancora imperfetta, di una verità parziale o
lacunosa non è
certamente colpa loro. Lo sappiamo come sia estremamente difficile
corrodere
l’impianto che sostiene le bugie della ragion di stato. Noi italiani lo
sappiamo bene, ci siamo fatti le ossa: Enrico Mattei, Piazza Fontana,
Pinelli,
Calabresi, Ustica, l’Italicus, Moro, la P2,
ecc. ecc. ; anche la nostra storia
è lastricata
di episodi orrendi, ma grazie a
cittadini, funzionari e magistrati coraggiosi abbiamo capito che la
realtà è
sempre esattamente l’opposto di quello che ci dicono all’inizio.

Anche le persone che
abbiamo citato ci stanno provando, ognuna a modo suo e, con i loro
contributi,
in qualche modo ci stanno riuscendo. Ci vorranno ancora degli anni, ma
poco a
poco la verità verrà a galla. Una verità
spaventosa, quando la si conoscerà,
una verità che i popoli vittime di questa tempesta di odio e
morte dovranno saldamente
impugnare per reclamare il giusto giudizio degli autori di tale scempio.

CONTRO-INCHIESTA (e ricostruzione) DEL SEQUESTRO DI SIMONA PARI E SIMONA TORRETTA di Roberto Saviano


ha ricostruito lo scenario del
rapimento Pari-Torretta
attraverso

informative e documentazioni
ufficiali raccolte da Rita Pennarola è stato il

mensile La Voce della Campania
che ormai da anni combatte assieme al suo

direttore Andrea Cinquegrani
una solitaria battaglia contro il potere della

camorra e l¹idiozia del
giornalismo italiano, sopravvivendo con dignità

nonostante le querele
milionarie e le minacce continue. Nessuno ha avuto

decenza di dedicare del tempo
allo studio, alla ricerca degli elementi sino

ad ora raccolti dai servizi
segreti e dai magistrati. Nessuno. Presi dal

vortice cadenzato come un
metronomo delle Ansa, dalle notizie
battute dagli

uffici stampa militari, nessuno
ha voluto ricercare con calma e taglio

scientifico cosa poteva esserci
dietro il rapimento in Iraq delle due

volontarie italiane di "Un
Ponte per S"


Nessuno ha voluto indagare o
forse nessuno ha preferito farlo visto che ciò

che in ultima somma ne vien
fuori è una situazione di incredibile connivenza

di poteri che fanno del
sequestro di Simona
Pari e Simona Torretta
un nodo

gordiano insolvibile. Il
sequestro delle due
Simona
che ieri un messaggio

lanciato nel web vuole
addirittura assassinate, è strettamente legato al

sequestro dei quattro
"impiegati" italiani sequestrati in Iraq: Fabrizio

Quattrocchi, Salvatore Stefio,
Maurizio Agliana e Umberto Cupertino.


Questo sequestro invero rientra
in una logica di conflitto le cui parti in

causa nessuna inchiesta ha
voluto svelare ed i cui motivi sono talmente

chiari da avere il ben fondato
dubbio che ci sia una generale e pervicace

volontà di non lasciarli
emergere compiendo una vera e propria scelta di

censura.

Cercherò di almanaccare
i diversi elementi e congetturare con gli strumenti

della ragione e della
ricostruzione il reale motivo del sequestro. Iniziamo.

Le informative dei Servizi
Segreti italiani
dichiarano che la scelta di

sequestrare le due volontarie
italiane non è stata casuale, si dichiara che

i testimoni sfuggiti al
sequestro parlano di un commando che voleva proprio

le due giovani donne e che non
avendo le loro foto le cercava con agitazione

e soprattutto come principali
obiettivi dell¹operazione.


Per comprendere il motivo della
scelta di due italiane legate all’

organizzazione "Un Ponte perS"
come obiettivo di un’azione di rapimento

bisogna procedere a ritroso ed
arrivare sino al 2003 quando la giovane

Valeria Castellani arriva in
Iraq.


Questa intraprendente ragazza
arriva a Bassora collaborando con i volontari

dell¹associazione "Un
Ponte perS" e lavora ad un progetto particolarmente

interessante ovvero permettere
al dattero iraqeno, in assoluto il migliore

al mondo, di potersi nuovamente
imporre sul mercato. La qualità del dattero

di Bassora, il celebre Al
Bakhri, è stato fortemente danneggiato dall’

embargo poiché
l’impossibilità di esportarlo ha costretto alla rovina la

parte maggiore delle fattorie
irakene che coltivavano i datteri. A valutare

tale progetto sembrerebbe che
la Castellani è una giovane piena di idee ed

energia, proprio come i
giornali cattolici (come Famiglia Cristiana)
la

considerano e descrivono.

Nell¹aprile 2004
però dopo l’uccisione di Quattrocchi notiamo che il nome di

Valeria Castellani viene
iscritto nel registro degli indagati dai pm della

Procura di Genova, Francesca
Nanni e Nicola Piacente all’interno delle

indagini sul sequestro e la
morte di Quattrocchi. Come mai una impegnata

volontaria viene inscritta nel
registro degli indagati? Cosa mai potrà

centrare una donna votata al
progetto del rilancio dell¹agricoltura iraqena

senza alcun scopo di profitto
personale, con la melmosa vicenda di

Quattrocchi?

A ben scavare nei dati e nelle
carte giudiziarie viene fuori che Valeria

Castellani risulta essere una
rampante manager di Dts Itc. Security, l’

azienda con sede nel Nevada
(USA) che recluta gli addetti alla sicurezza

privata in Iraq. Castellani
ufficialmente risulta essere l¹amministratrice

dell¹azienda Dts. Per
comprendere come una giovane vicentina figlia della

piccola borghesia possa
arrivare ad essere amministratore di un¹azienda

americana capace di fatturare
cifre altissime perché fornisce contratti per

la protezione dei membri del
Congresso americano in visita in Iraq, bisogna

andare ad indagare sul suo
compagno, Paolo Simeoni. Anche quest¹ultimo,

genovese di 32 anni, è
entrato in Iraq attraverso le associazioni non

governative.

In quanto esperto di operazioni
di sminamento e bonifica del territorio

Simeoni ha collaborato con "Un
Ponte perS" e soprattutto con Intersos

organizzazione umanitaria nata
con il finanziamento delle Confederazioni

Sindacali. Paolo Simeoni
è un ex incursore del Battaglione San Marco, poi

nella Legione Straniera a
Gibuti e in Somalia, successivamente andato in

missioni in Africa, Kosovo
Afghanistan ed alla fine in Iraq. Diviene nel

2002 un volontario umanitario
delle ong, approfittando delle sue qualità di

sminatore riesce ad essere ben
voluto ed anzi richiesto da molte ong. Ma ben

altro ha in mente che
bonificare terreni minati. Conosce perfettamente le

logiche dei paesi in guerra e
sa bene che non esiste cosa più redittizia che

fornire servizi militari alle
truppe in difficoltà.


La sicurezza privata è
un business che tende progressivamente ad aumentare

con l’impossibilità
delle truppe militari regolari di monitorare le

strutture che vengono ad
edificarsi. Costruzione di aziende, il viaggio dei

tir, spostamento di civili e
politici, cantieri. La necessità di guardie

private si è palesata
dalle prime ore della guerra irakena. Ed un occhio

esperto lo comprende
nell’immediato.


Paolo Simeoni infatti fonda in
un primo momento la Naf Security amministrata

dalla Castellani con sede in
Iraq, ma per la particolare situazione di paese

invaso la Naf non riesce a
vicere neanche un appalto. Le gare sono vinte

solo da aziende degli USA. La
coppia Simeoni-Castellani non demorde, muta in

brevissimo tempo tutto e
riescono a fondare in america la Dts Security.

L’azienda è la medesima,
identico amministratore, stessi impiegati, cambia

solo il nome e la sede che
infatti sarà in Nevada negli USA. Ciò gli basta

per vincere le gare d’appalto.
Vengono così chiamati dall¹Italia gli amici

di Simeoni, tra cui Fabrizio
Quattrocchi. Sfortuna però volle che gli USA

decisero di non inviare
più politici in Iraq, troppo pericoloso e così il

motivo primo della Dts Security
sembrò svanire.


La versatilità
imprenditoriale però non ha limite e così tutti gli
impiegati

piuttosto che tornare indietro
iniziarono ad essere "piazzati" dall’azienda

a difesa del personale delle
multinazionali americane ed in altre operazioni

di tutela di cittadini e di
aziende americane. Così la Dts Security in breve

tempo diviene una sorta di
azienda capace di fornire difese a tutti coloro,

imprese ed uomini stranieri,
che essendo esposti ne avevano bisogno. Diviene

in molti territori dell’Iraq un
esercito parallelo a tutela del flusso di

capitali che giunge in iraq
sottoforma di macchinari, politici, o trivelle.

La nostra coppia
Castellani-Simeoni quindi si è recata in Iraq attraverso le

ong ma giunta una volta sul
luogo dopo pochissimo tempo ha portato avanti il

suo progetto di edificare un
azienda di scorta e servizio armato.


Insomma Paolo Simeone e Valeria
Castellani hanno utilizzato le associazioni

non governative per inserirsi
su un territorio con la massima agilità e

copertura, poi lentamente hanno
mutato la loro prassi hanno abbandonato il

loro lavoro di volontariato
iniziando ad impegnarsi sul piano

imprenditoriale. Del resto
quale migliore copertura che quella del

volontariato quando si è
in luoghi di guerra? Ogni sospetto sulla

possibilità di fornire
mercenari svanisce dinanzi al passepartout dell¹

impegno civile e sociale.

Valeria Castellani a Vicenza
era nota per una sua spiccata simpatia per la

estrema destra antisemita ma
dopo la sua partecipazione alla missione di

Intersos in Afghanistan e dopo
aver collaborato con "Un Ponte perS" in Iraq,

beh ha indossato una robusta
panoplia di purezza. A questo punto si

comprende facilmente che le due Simona sono
state rapite per una logica

interna ai servizi di sicurezza
privati.


Del resto i primi a dare
notizia di come era avvenuto il rapimento sono

stati proprio Simeone e
Castellani. Insomma erroneamente con grande

probabilità viene
attaccata "Un Ponte perS" e vengono sequestrate Simona


Pari e Simona Torretta
al fine di attaccare l’agenzia di protezione che ha

avuto persone in qualche modo
provenienti dall¹associazione.


Ora bisogna comprendere se le
organizzazioni non governative, se le

associazioni di volontariato
che utilizzano i contatti con queste persone

sapevano chi erano questi
personaggi oppure hanno subito un operazione d’

infiltrazione. E’ facile del
resto poter entrare in un’operazione di

volontariato. Volontà e
serietà oltre che competenza sono gli elementi di

scelta nessun¹altra
selezione è presente. Oltre che sommarie indagini sui

propri volontari le ong non
hanno spesso la forza di conoscere a fondo i

personaggi che decidono di
partire per i propri progetti spesso, tra

l’altro, deficitari di
individui. O seguendo invece una tesi opposta si

potrebbe ipotizzare che le ong
preferiscono avere dei rapporti come dire,

strategici con questi
personaggi capaci di avere le mani dappertutto e

contatti in ognidove.
L¹unico ambito su cui bisogna (e spero di non dover

dire bisognava) è
proprio quello delle agenzie che garantisco servizio

privato e "soldati a pagamento".

Hanno mentito politici, media,
giornalisti distratti o zittiti da direttori

scrupolosi maestrini delle
verità d’ufficio. Invece di inventare mediazioni,

mediatori, e colpi di scena
televisivi bisogna riflettere sul ruolo

fondamentale di queste aziende
di protezione che nella strategia dello

scacchiere irakeno vengono
considerate dalla guerriglia vere e proprie spine

nel fianco perchè
tappano i buchi aperti delle truppe d’invasione.


I gruppi guerriglieri, i nuclei
terroristi hanno ovviamente tutto l’

interesse di a porre in crisi
le organizzazioni private che garantiscono

protezione a personaggi ed
aziende che l¹esercito USA non riuscirebbe a

proteggere in misura adeguata.
Le due ragazze volontarie ora sono nelle mani

di individui che per motivi
radicalmente diversi dal loro ruolo in Iraq le

usano come strumento di
pressione vero il governo italiano che finge

ovviamente di non sapere in
qual senso il rapimento è stato messo in

pratica.

L¹associazione "Un Ponte
per…" che da anni cerca di organizzare in Iraq

progetti che hanno
l¹esclusivo imperativo di concedere dignità e
possibilità

di vita ad una civiltà
devastata da decenni di embargo prima ed ora da un’

assurda guerra. "Un Ponte perS"
ha iniziato a lavorare in Iraq molto prima

che sulle sue città
devastate si accendessero i riflettori delle tv di mezzo

mondo.

Un lavoro certosino, continuo,
diuturno. Era prioritario che il Ministro

degli Esteri cercasse di
smentire il frainteso dei gruppi terroristi ovvero

di idenfiticare le due ragazze
in relazione all¹azienda di servizi di

sicurezza. Era fondamentale che
si facesse riferimento alla totale

estranietà di queste
ragazze al mondo "italiano" delle scorte e dei

mercenari. Ma in questa vicenda
sembra che più che a cuore del ritorno delle

due donne ci sia la
volontà non di far emergere la cancrena dei rapporti

economici di imprenditori
italiani che riescono ad entrare nel succulento

mercato iracheno attraverso la
mediazione militare dei servizi di scorta che

ovviamente sapranno far pendere
la bilancia dalla parte degli industriali

italiani quando ve ne
sarà bisogno.


Godere di un esercito
parallelo, non controllato dai media, che non conosce

divise e morti dichiarate
è forse in questa guerra l’elemento più

delicatamente fondamentale
ancor più perchè invisibile all’occhio ed

all’orecchio dell’Occidente.

Queste due donne pagano sulla
propria pelle le scelte imprenditoriali di

alcuni italiani che ben hanno
saputo dove affondare i canini della finanza

ed ora spolpano l’osso
dell’Iraq facendo finire tra le ferine ganasce due

donne innocenti che in Iraq non
erano per guadagnare stipendi lussuosi come

militari ed imprenditori ma per
portare avanti reali progetti di crescita

sociale. Indagare e riflettere
sulle aziende italiane che in Irak speculano

ed investono, capire che la
gestione dei mercenari, in breve, è nelle mani

di organizzazioni private
italiane, questo è l’ambito unico su cui bisogna

ragionare.

Mentre Rai e Mediaset
continuano a mandare in onda i volti dolci e

sorridenti delle due giovani
ragazze non viene pronunciata su questa vicenda

che una bugia perenne.

redazione@reporterassociati.org
Fonte:www.reporterassociati.org

DILUIZIONI PERICOLOSE del Dott. Mario C. Aluigi

L’ripropone la forte preoccupazione per i rovinosi interventi dell’uomo
sull’ambiente.

Come
si vede, ancora una volta i progressi (?) della ricerca farmaceutica
nel campo
dei prodotti di sintesi hanno dato i loro malefici frutti. La sostanza
base del
Prozac
(fluoxetina cloridrato) usata in grandi quantità dalle
popolazioni del
pianeta viene prescritta per la cura delle depressioni, di disturbi
ossessivo-compulsivi e bulimia nervosa con avvertenze molto precise
affinché
non venga associata ad altri particolari medicinali per cui potrebbero
verificarsi gravissimi problemi fino a determinare delirio, coma con
sintomi
simili alla Sindrome Maligna da Neurolettici (il che fa pensare che
anche i
neurolettici non scherzano!).

Il
problema non è limitato soltanto al Prozac. Esso si
estende ad un numero enorme
di sostanze nelle terapie correnti. L’organismo tende poi ad eliminarle
attraverso gli emuntori (pelle, polmoni, reni, apparato gastroenterico)
sotto
forma di sudore, muco bronchiale e nasale, urine, feci. Questi elementi
impregnano abiti intimi e biancherie varie sottoposti a lavaggio e
nell’acqua
vengono convogliati, anche se depurati (ma non del tutto) nelle
strutture
adeguate, se esistono, per poi finire nei corsi d’acqua, nelle falde
acquifere
ed, infine, nei laghi e nei mari.

Come
conseguenza queste sostanze di sintesi (ufficialmente degradabili) si
assommano
agli inquinanti già noti (mercurio, cromo, prodotti fosforati
per
l’agricoltura, diserbanti, ecc.) con combinazioni chimiche
imprevedibili, come
imprevedibili sono gli effetti sui viventi di ogni specie. Ma, per
limitare il
problema al solo Prozac,
si può ipotizzare che l’acqua di uso alimentare ne
contenga dosi infinitesimali che i flussi acquatici sottopongono a
dinamizzazione. L’assunzione continuativa dell’acqua può
instaurare una non
voluta sperimentazione simile a quella che viene attuata in soggetti
sani,
volontari, non prezzolati, non carcerati, non militari (nei quali dopo
un certo
tempo viene sospesa per accertare la risposta alla patogenesi
artificiale
indotta dalla sostanza diluita e dinamizzata alla 30^ Potenza*). La
reiterazione
dell’uso di tali acque potrebbe instaurare, nei soggetti sensibili, la
stessa
sindrome che viene curata con il Prozac.

La
vita moderna con le sue molteplici sollecitazioni (paure, dispiaceri,
intossicazioni banali o farmacologiche, inquinamenti, ecc.), induce
alterazioni
comportamentali che si possono qualificare con la generica parola di
nevrosi.

Le
Medicine Non Convenzionali hanno la possibilità, quando
esercitate con la
metodica corretta, di eliminare tali patologie senza che si verifichino
danni
ai viventi e all’ambiente.

Sarebbe
ora che lo scetticismo, il disprezzo o la ridicolizzazione delle
Medicine Non
Convenzionali (omeopatia, antroposofia, ayurvedica, medicina cinese e
altre)
fossero messi da parte prendendole seriamente in considerazione e
inserendole
in seri programmi universitari con l’intento di applicare il detto
ippocratico
del “Primum non nocère”!

Inoltre
l’utilizzazione di sostanze di origine minerale, vegetale ed animale,
opportunamente sottoposte a nuove verifiche e ricerche grazie alle
attuali
tecnologie, potrebbe benissimo prendere il posto di quelle di sintesi
per le
quali vale il principio di “rischio-beneficio” esistente nel settore
della
ricerca e dell’applicazione terapeutica.

E
non si venga a dire che se le M.N.C. funzionano ciò è
dovuto all’effetto
placebo, suggestione e via dicendo. Come spiegare, allora, che
funzionano
benissimo negli animali da reddito e da compagnia, come posso sostenere
io
assieme ad altri colleghi veterinari?

Gli
esponenti detrattori dell’omeopatia, in particolare, studino i testi
che
abbiamo utilizzato noi e smetteranno di parlare male di un argomento
che non
conoscono.

Commento
della
redazione

Sorge
spontaneo un dubbio: la ricerca in campo farmacologico è tale,
oggi, e capace
di ottenere dei finanziamenti, che risulta difficile pensare che la
medicina
allopatica e l’industria farmaceutica non conoscano i benefici
dell’omeopatia e
delle altre medicine cosiddette alternative. È, quindi,
più probabile che una
scelta di politica economica prevalga da molto tempo sul reale scopo
della
medicina stessa: la vera cura e la vera guarigione dei pazienti,
cioè noi
tutti.

* Per
Potenza si intende il grado di diluizione e di dinamizzazione di una
sostanza.
Quanto più è stata diluita e dinamizzata tanto maggiore
è l’effetto
terapeutico. Le diluizioni possono essere di ordine decimale (1/10), di
ordine
centesimale (1/100) e di ordine cinquantamillesimale (1/50.000). Per
fare un
esempio, una 5^ centesimale equivale al diecimiliardesimo di
diluizione. La
metodica di preparazione comporta liberazione di energia dalla materia.
Il
fondatore dell’omeopatia, agli inizi del 1800, espresse il concetto di
“espansione energetica della materia”, anticipando empiricamente il
pensiero di
Einstein
espresso nella formula E=MC2.

SANGUE POTERE E PETROLIO di Giacomo Catrame

mostre di Beslan
dove alcune decine di guerriglieri ceceni hanno preso in ostaggio
bambini e genitori di un complesso scolastico della città della
Repubblica autonoma dell’Ossezia del nord appartenente alla Federazione
Russa. La guerra in Cecenia sembra essere diventata permanente e a
pagarne le spese sono sempre di più le popolazioni civili della
Federazione Russa e della stessa repubblica secessionista ormai
pesantemente martirizzata. Lo scontro ceceno, però, non è
l’unica guerra in corso nella tormentata penisola ponte tra l’Europa e
l’Asia. In Georgia il neo presidente Mikheil Saakashvili,
dopo aver
piegato la repubblica secessionista dell’Adzaria, posta tra la Georgia
e la Turchia, ha iniziato le manovre di attacco all’Ossezia del Sud la
cui popolazione è etnicamente e culturalmente la stessa del
nord, ma il cui territorio è situato all’interno della Georgia.
L’Ossezia del Sud è indipendente de facto dal 1993 quando emerse
vittoriosa dalla breve guerra di secessione contro Tblisi all’indomani
dello scioglimento dell’URSS. Tale secessione venne appoggiata dai
Russi che, grazie ai movimenti indipendentisti in Ossezia, Abkhazia e
Adzaria poterono rientrare nella repubblica caucasica diventata
indipendente in funzione di peace-keepers, costruendo basi militari sul
suo territorio in zone non controllate da Tblisi. La cacciata del
Presidente Shevardnadze
avvenuta a dicembre del 2003 con l’appoggio
degli Stati Uniti è stato il primo segnale del palesarsi di un
progetto nazionalista georgiano per recuperare i territori perduti nel
1991-93. Tale progetto viene posto in essere oggi grazie all’appoggio
esplicito degli USA che contano alcune centinaia di militari sul campo,
ufficialmente in funzione antiterrorista, ma in pratica con quella di
addestratori dell’esercito della repubblica caucasica.


L’appoggio di Washington non nasce
da spiccate propensioni americane a favorire la Georgia nella sua
disputa territoriale con osseti ed abkhazi, ma dalla volontà di isolare
in modo drastico Mosca dal trasporto degli idrocarburi del Mar Caspio
verso l’Europa
. Il nuovo presidente georgiano, infatti, si è
impegnato alla costruzione dell’oleodotto Baku-Ceyan che dovrebbe
portare il petrolio del Caspio dall’Azerbaigian al porto turco
attraversando il territorio di Tblisi, mettendo così fuori gioco
la linea di trasporto verso il porto russo di Novorossijsk sul Mar Nero
. Inoltre, questo secondo oleodotto passa all’interno
della Cecenia. Diventa così chiaro perché il conflitto in
Cecenia ha un’importanza strategica nei rapporti Usa-Russia e
perché Washington si stia mobilitando per consentire ai
georgiani di piegare due piccole repubbliche ribelli e per espellere le
basi e le truppe russe dalla repubblica caucasica. La costruzione di un
oleodotto completamente controllato dalla Georgia nel momento in cui
l’oleodotto concorrente è a continuo rischio di sabotaggio da
parte della guerriglia cecena comporterebbe l’esclusiva USA nel
controllo delle risorse petrolifere del Caspio meridionale,
l’isolamento della Russia verso l’Europa e il completamento
dell’accerchiamento dell’Iran.


All’interno di
questo quadro deve essere posta la mobilitazione progressiva di decine
di migliaia di soldati della Georgia ai confini dell’Ossezia e il
rinnovato appoggio di Tblisi alla guerriglia cecena. Saakashvili
spera
di scatenare una guerra di breve durata che pieghi gli osseti, ne
provochi la fuga verso il territorio russo e gli consenta di annettersi
il territorio ribelle. Gli osseti da parte loro sanno, in caso di
sconfitta di doversi aspettare una feroce pulizia etnica che
"georgizzi" il loro paese e si preparano a una guerra di resistenza che
probabilmente assumerà tratti di una ferocia inimmaginabile, dal
momento che nessuno degli osseti si è dimenticato i 20.000 morti
(quasi tutti civili) subiti da questa popolazione nel corso della
guerra di secessione dalla Georgia.


I russi dal
canto loro sanno che la loro cacciata dalle basi ossete ed abkhaze
vorrebbe dire l’emarginazione di Mosca da qualsiasi gioco caucasico e
il diffondersi della ribellione all’interno delle molte repubbliche
autonome della Federazione. Anche Mosca, quindi, non abbandonerà
la mano se non a seguito di un conflitto catastrofico che potrebbe
portare alla dissoluzione della stessa Russia in un insieme di
staterelli oligarchici gestiti da locali feudatari di Washington.


La questione
dell’oleodotto è quella attorno alla quale si è venuto a
costruire il conflitto che più di ogni altro sta portando Russia
e USA sulla strada del confronto armato, sia pure per interposto
esercito. Inoltre Ossezia ed Abkhazia, in quanto stati de facto ma non
riconosciuti sono da sempre basi perfette per il contrabbando, il
traffico d’armi, di droga e di uomini, totalmente controllati dalla
mafia russa e dai suoi molti appoggi all’interno del Kremlino e
dell’Armata Russa; una ragione in più per la quale Mosca non
può permettersi di abbandonare le due repubbliche caucasiche
secessioniste.




Chi soffia sul fuoco: padri e
padrini dell’indipendentismo ceceno




L’assalto alla scuola di Beslan
e la successiva carneficina attuata dalla guerriglia cecena tra gli
ostaggi (bambini, maestre e qualche genitore) in seguito all’attacco
all’edificio condotto dalle forze speciali russe con il consueto mix di
ferocia ed incapacità al quale hanno abituato il mondo negli
ultimi anni si inserisce in questa partita come un episodio della
stessa guerra che devasta il Caucaso dalla fine dell’URSS ad adesso.
È vero, infatti, come ricordano molti commentatori sui media
occidentali che la guerra coloniale russa in Cecenia è iniziata
nella prima metà dell’Ottocento quando l’espansionismo russo
toccò le terre del Caucaso meridionale e non è mai
davvero finita, ma è altrettanto vero che la nuova fiammata
indipendentista iniziata con la dichiarazione d’indipendenza del 1991 e
con la successiva guerra voluta e persa da Eltsin nel biennio
1994-96,
ha sponsor e padrini in parte coincidenti con quelli che oggi
sponsorizzano la ventata nazionalista ed aggressiva georgiana.
Il moderno indipendentismo ceceno nasce
laico e guidato da ex ufficiali dell’esercito sovietico decisi ad
approfittare dello sfascio russo seguito ai convulsi giorni
dell’Autunno del 1991 per affermare l’indipendenza di un territorio che
avrebbe potuto contare sulla
rendita del transito petrolifero
per garantirsi una certa prosperità
.

Gli anni successivi vedono la progressiva emarginazione della
leadership laica e la sua sostituzione con una religiosa a base
wahabita, il cui finanziamento veniva effettuato in primo luogo dalla
monarchia saudita desiderosa di estendere la propria influenza politica
su tutti i territori a maggioranza islamica, tramite l’esportazione
della versione reazionaria ed oscurantista della religione musulmana,
nata in Arabia nel corso del XVIII secolo ed adottata dalla dinastia
dei Saud, allora re beduini del Neged in perenne conflitto con gli
altri regni della penisola arabica e con gli Sceriffi della Mecca
appartenenti alla dinastia Hascemita (quella per intendersi che tuttora
esprime il Re di Giordania).




Accanto al wahabismo saudita
opera all’islamizzazione dell’indipendentismo ceceno e alla sua
trasformazione in una guerriglia feroce, capace di utilizzare
l’attentato suicida come la strage di ostaggi, la guerra aperta come
l’infiltrazione nel territorio russo, anche una delle principali
compagnie petrolifere mondiali:
la
Chevron-Texaco, la cui consigliera per l’area caucasica, responsabile
per le politiche locali, è una signora che tutto il mondo ha
imparato a conoscere negli ultimi quattro anni: Condoleeza Rice,
l’attuale ministro per la Sicurezza nazionale dell’amministrazione Bush.



La presenza
di volontari wahabiti della più diversa estrazione nazionale
(arabi, algerini, egiziani, afgani, bengalesi.) tra i guerriglieri
ceceni indica, inoltre, che il reclutamento degli effettivi delle
formazioni wahabite cecene avveniva fin dalla prima metà degli
anni Novanta a cura dell’ISI, il famigerato servizio segreto pakistano
inventore e sostenitore del regime talebano afgano e delle
organizzazioni politiche e militari wahabita e deobandiste (un’altra
scuola islamica a forte orientamento reazionario nata nel XIX secolo
nell’India musulmana).

Insomma, come in Afganistan, la sinergia tra petroldollari ed ideologia
religiosa saudita, logistica ed addestramento pakistani e supervisione
geopolitica e geoeconomica a cura dell’intreccio tra dirigenza
economica e politica a stelle e strisce. L’interesse della
multinazionale americana nello sviluppo della guerriglia cecena
è chiaro: mettere fuori gioco la concorrenza europea ed asiatica
nel trasporto del greggio del Mar Caspio e tagliare le gambe al
monopolio russo. Questi obiettivi vengono perseguiti con una politica
di sostegno sempre più marcato alle oligarchie che governano in
modo autocratico gli stati asiatici creati dalla disintegrazione
dell’URSS, in primis l’Azerbaigian che possiede i giacimenti
maggiormente sviluppati, e al contempo con una spinta aggressiva
tendente a sabotare le linee di trasporto del greggio costruite al
tempo dell’Unione Sovietica che, invariabilmente, passano tutte
all’interno della Russia. Da questo punto di vista l’insurrezione della
Cecenia, sul cui territorio passa la condotta che porta a Novorossijsk,
il porto russo sul Mar Nero specializzato nell’esportazione
petrolifera, viene colta come un’occasione unica per il perseguimento
dell’obiettivo di inglobamento del controllo del petrolio.
Le amministrazioni americane, dal canto
loro, hanno continuato a perseguire una politica volta ad impedire che
la Russia potesse ripresentarsi come potenza autonoma dagli Stati
Uniti, capace di continuare la tradizione sovietica di contrapposizione
alla potenza americana, e a costruire le condizioni per le quali
l’immenso paese potesse diventare una buona occasione per la
speculazione finanziaria internazionale a guida USA.



D’altro canto in questa
politica hanno trovato l’interessata collaborazione all’interno del
paese di una nuova classe di ex funzionari del Partito Comunista
riciclatisi grazie alla loro posizione fra i capitalisti della "nuova
Russia", distruttivi dal punto di vista dello sviluppo produttivo ma
estremamente abili nel fare profitti nel campo finanziario. Sono loro
che hanno gonfiato al massimo la bolla della finanza russa esplosa poi
nel 1998 travolgendo il risparmio nazionale del paese ma salvaguardando
le immense fortune che questa classe di capitalisti senza imprenditoria
avevano accumulato negli anni precedenti.


La guerra in Cecenia è
sempre stata un buon affare per questa neo classe dominante; a
prescindere dai profitti realizzati con il contrabbando e il commercio
delle armi con il "nemico", in questi anni la guerriglia cecena
è stata soprattutto un ottimo pretesto per indirizzare il
malcontento della popolazione verso un obiettivo esterno e per decidere
i destini politici della Russia del XXI secolo; Eltsin e la sua banda
vengono definitivamente sacrificati grazie a una strana offensiva della
guerriglia a suon di bombe a Mosca ed occupazione di ospedali in
Daghestan (azioni, guarda caso, condotte dall’incredibile capo
guerrigliero Basayev,
concorrente del Presidente ceceno in esilio
Maskhadov,
responsabile anche del rapimento carneficina di Beslan) nel
1999, mentre Putin
viene presentato alla nazione come il futuro
Presidente grazie all’offensiva che porta alla rioccupazione del
martoriato paese caucasico e che tuttora non ha trovato la sua
conclusione.
Oggi
non si può che sospettare che la stessa classe di grandi
capitalisti finanziari, proprietari di tutte le risorse strategiche del
paese, sia interessata a contrastare il tentativo del gruppo dirigente
riunito attorno a Putin
di costruire un capitalismo nazionale
nel paese, sviluppando la propria base produttiva e rafforzando i
propri legami commerciali e politici con i paesi europei e,
necessariamente, esautorando questa classe di oligarchi legata a doppio
filo al capitale finanziario americano e alla svendita delle materie
prime del paese.


La
facilità con
la quale i guerriglieri ceceni sono riusciti a far saltare in aria due
aviogetti, a far scoppiare due ordigni nella metropolitana di Mosca e,
infine, ad assaltare la scuola osseta, rimandano alla presenza di
sicure complicità all’interno del paese oltre che ai suoi
vulnerabili confini con la Georgia con la quale, come abbiamo visto,
è in corso una vera e propria guerra sul procinto di diventare
calda con sullo sfondo l’appoggio statunitense a Tblisi.



Dietro alle tragedie russe di
questi giorni si configura un’alleanza spuria tra gli interessi
strategici americani, quelli economici delle multinazionali petrolifere
USA, quelli del nazionalismo georgiano e del fondamentalismo wahabita a
guida saudita e quelli dell’oligarchia finanziaria russa. L’obiettivo
di questa alleanza oggi è quello di dimostrare che
l’amministrazione Putin
non è in grado di difendere la Russia e
di suscitare un clima che ne permetta la sostituzione con un’altra
più morbidamente incline ad assecondare gli interessi interni ed
esteri legati alla finanza internazionale.


L’assalto criminale con il
quale le forze di sicurezza russe hanno chiuso la vicenda del sequestro
di Beslan, con il
corollario di centinaia di morti tra bambini ed
adulti rinchiusi nella scuola osseta rimanda alla necessità per
il gruppo dirigente putiniano di mostrarsi deciso e feroce nei
confronti della guerriglia cecena per ottenere l’obiettivo di
impadronirsi realmente della Russia, defenestrandone i padroni
finanziari che continuano a muovere i fili fondamentali del potere
nell’immenso paese eurasiatico.


La posta in gioco è
enorme e le conseguenze della vittoria di uno o dell’altro dei due
contendenti sono tali che i massacri della popolazione civile, carne da
macello e massa di manovra per gli interessi contrastanti dei
contendenti in campo, sono destinati a continuare e ad approfondirsi,
tanto più adesso quando, dopo il massacro di Beslan, l’ultimo
dei tabù comunemente accettati dall’umanità, quello del
rispetto della vita dei bambini, è stato definitivamente violato
tanto dalla guerriglia che dalle forze di sicurezza russe in diretta
televisiva mondiale.




fonte: http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un27/art3356.html


<http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un27/art3356.html>
Umanità Nova

L’ASSURDO di Paolo Cortesi


Se io volessi parlare
degli
spigoli di una circonferenza, farei un discorso assurdo. Ma sarebbe non
meno
assurdo un commento sulla strage dei ragazzi di Beslan, perché
non si può
razionalmente parlare di ciò che è opposto ad ogni
caratteristica umana.

Non intendo parlare della
efferatezza di quella carneficina, non solo.

Non voglio parlare del
dolore
infinito che certi episodi continuano a ispirare, pur se siamo ormai
esposti ad
un continuo carosello di scempi e di tragedie.

Vorrei parlare della
evidente
follia dell’attacco alla scuola in Ossezia: colpire i bambini, da
sempre,
scatena una rabbiosa furia di vendetta; scatta in ciascuno di noi –
soprattutto
se genitore – l’atavico meccanismo che fa combattere fino alla morte
per la
difesa delle proprie creature; si toccano insomma energie e meccanismi
profondi, inconsci, ancestrali: fare del male ad un bambino è
l’abisso della
malvagità e, istintivamente, ripugna come nient’altro.

Dunque, chi prende in
ostaggio dei
bambini, in una scuola, con i loro insegnanti commette politicamente il
più
idiota dei suicidi, perché si attira automaticamente
l’esecrazione di tutti,
anche di chi avrebbe avuto forse interesse o indulgenza verso le
rivendicazioni.

Beslan è un
nuovo, mostruoso
capitolo di un copione che potremmo intitolare “La follia al potere”.

Noi, ora, stiamo vivendo
in un
mondo che ha globalizzato non solo l’economia (e l’ha globalizzata ad
esclusivo
beneficio dei capitalisti), ma ha diffuso un’allucinata condizione di
costante
assurdità.

Chi governa, chi detiene
il/un
potere sufficiente ha deciso di stravolgere il senso comune, le regole
non
scritte della civiltà umana: è assurda l’invasione
americana dell’Iraq, è
assurda la ferocia fondamentalista, è assurdo il massacro degli innocenti di Beslan, è
assurda la tentazione
di indicare “il cattivo” e di sterminarlo con nuove crociate, è
assurda
l’illusione che basti essere armati fino ai denti per avere sicurezza e
pace.

E che tutto ciò
sia assurdo non lo
dice un intellettuale in vena di moralismi; lo dimostrano i fatti, lo
certificano gli eventi, lo urlano i poveri corpi straziati di centinaia
di
bambini, uomini, donne maciullati a Beslan.

Da tre anni a questa
parte, il
caos è la strategia del potere, sia che si autodefinisca
legittimo e
democratico, sia che venga condannato come terrorismo.

Se esaminiamo
sommariamente le
azioni “forti” degli Usa, dobbiamo constatare che l’amministrazione di Bush jr
ha imboccato gagliardamente la via dell’assurdo, scatenando una guerra
il cui
esito era del tutto imprevedibile.

I neocons immaginavano
(forse
ispirati da qualche versetto biblico o da una nuova interpretazione
dell’Apocalisse, opera da loro prediletta) che in Iraq sarebbe stato
come
nell’Europa del 1945, con le folle festanti ad accogliere i liberatori.

Non era difficile capire
che il
parallelismo era assurdo.

Ma si è trattato
di banale
imbecillità, o forse c’è qualcosa che non appare subito
evidente?

Io credo che tutta la
confusione
delirante che avvelena i punti caldi della terra non sia casuale, non
sia
affatto una variabile impazzita o una funzione sfuggita al controllo e
alla
previsione. Io credo, al contrario, che questa assurda politica
neocolonialista
sia stata voluta dai neocons, e che il caos attuale (chi è
nemico di chi? chi è
amico di chi?…) sia l’ambiente più favorevole al folle sogno di
potere mondiale
cui mirano i neocons statunitensi.

In una situazione di
paura
costante e diffusa, i benpensanti chiedono più polizia e
più soldati. Non si
chiedono, queste anime elette, chi e perché abbia innescato
questa assurda
spirale di terrore e violenza. No, questa riflessione è troppo
profonda per le
loro teneri menti, abituate ad una ricettività passiva da pecore
(o da
telespettatori, il che è la medesima cosa): nelle loro menti
ottuse, vi è il
Capo che comanda e quello che dice lui va bene per tutti; se non ti va
bene,
non sei dei nostri, sei un nemico, vai eliminato.

Credo che nelle
tribù più
primitive della Nuova Guinea vi sia un’analisi sociopolitica più
raffinata.

I benpensanti reclamano
un
poliziotto ad ogni angolo, chiedono telecamere, controlli ed ispezioni
e dicono
“tanto non ho nulla da nascondere”; ma provate a chiedere loro notizie
sui loro
conti correnti, sugli stipendi, sui titoli azionari e gli immobili che
possiedono, provate a proporre una tassa (magari per dotare di armi
più potenti
le loro adorate forze dell’ordine) e vedrete di questi galantuomini un
aspetto
del tutto inedito, molto più nervosetto e virulento di quello
del bravo
patriota e giudice esemplare.

E’ questa, grosso modo,
la base
elettorale più consistente di tutte le forze reazionarie e
conservatrici in
tutto il mondo.

Questa massa (cioè
questa massa di
voti sicuri per certi politici) non riesce a sostenere il peso di una
analisi
politica più articolata del “io buono-tu cattivo-tu devi morire”.

Questa massa non avverte
l’assurdo
indotto, ma trova soltanto dei nemici da abbattere. Questa massa
è spaventosa
perché coagula e aizza gli istinti più bestiali della
specie umana. Sono gli
stessi che nell’Ottocento linciavano il primo disgraziato trovato per
strada e
poi tornavano tranquilli e soddisfatti nelle loro case, ad accarezzare
la nuca
del pupo.

In un mondo in cui le
relazioni
fra stati (e fra individui) sono state manipolate e spinte al caos,
domina solo
la minoranza che ha creato questa situazione. Oligarchie di petrolieri
texani
mandano a combattere e a morire soldati americani contro “irregolari”
mandati
alla guerra da oligarchie di miliardari islamici.

La gente è
plastilina nelle mani
di spietati gruppi di potere che non riconoscono alcun vincolo morale,
che
considerano le vite altrui come strumenti: come un martello, un
cacciavite…

Nell’assurdo si possono
fare
assumere valori a piacere: poiché nulla è definito e
stabile, tutto può essere
chiamato arbitrariamente: l’invasione di un paese si chiama missione di
pace;
la guerra di chi vuole cacciare l’invasore si chiama terrorismo; il
maniacale
controllo governativo sulla popolazione si chiama misure di sicurezza;
il
sequestro di persone pacifiche e inermi si chiama lotta di liberazione:
è il
delirio elevato a sistema di dominio.

Davanti all’assurdo che
dilaga, la
sola interpretazione che riesco a formulare è che si tratti di
una strategia di
dominio. Oggi non è più possibile additare un solo
nemico; la guerra fredda è
finita e le due superpotenze (ma la Russia è ancora una
superpotenza?) hanno
dovuto inventare nuovi scenari guerreschi per continuare a dominare il
pianeta.

L’America dei neocons ha
superato
l’ultima barriera della ragione e della logica ed ha inaugurato la
più
grandiosa delle guerre: una guerra totale contro un nemico sconosciuto
ma
terribile.

Chiunque, perciò,
può essere un
nemico, come ad esempio l’alleato di ieri (Saddam). In
questo clima di allarme
perenne, il potere statale può imporre ogni legge, ogni
arbitrio, ogni sopruso
sotto il velo della necessità di difesa.

Cambia il nome e il volto
del
Nemico, non cambia la assurda follia di vivere combattendo un nemico,
anzi di
esistere solo se si combatte un nemico.

Il sogno imperiale
statunitense
non nasce certo con Bush
jr. Già nel 1945 il generale H. H. Arnold, comandante
in capo dell’Aeronautica militare Usa durante la guerra, pensava che
“per poter
usare con profitto la nostra aviazione strategica dobbiamo avere basi
in tutto
il mondo, localizzate in modo da poter raggiungere qualsiasi obbiettivo
che ci
venga ordinato di distruggere” (“Global mission”, Harper and Bro.,
1949, pagg.
586/587).

Un geopolitico Usa, John
Kieffer,
scriveva nel 1952: “Noi dobbiamo arrivare nei più lontani angoli
del globo. Le nostre
truppe devono essere presenti sul territorio di decine di altri stati.
Le
nostre prime linee di difesa devono trovarsi a migliaia di miglia dai
nostri
confini. La geopolitica è nella sua essenza opposta ai principi
del diritto
internazionale. Dal punto di vista della geopolitica l’unica legge che
lo stato
può seguire è la legge della forza: ho bisogno, voglio,
prendo”. (“Realities of
world power”, D. Mc Kay, 1952).

Davvero edificante, non
c’è che
dire!…

I falchi misticheggianti
dell’amministrazione Bush
jr hanno imparato questa bella lezione, e l’hanno
messa in pratica: basta con la prudenza, basta con la ragionevolezza,
basta con
la cautela: usiamo la forza e usiamola senza scrupoli. E il primo
prodotto di
questa furia bellicista è stato il diffondersi convulso
dell’assurdo, del caos,
dell’imprevedibile.

Ma tutto ciò
è stato ed è tuttora
funzionale all’infame progetto, tanto che si può dire che il
caos sia un’arma
che hanno voluto impiegare per coprire le loro gravi
responsabilità e per
ottenere la sottomissione e la docilità delle masse, secondo il
vecchio assioma
“o con me o contro di me”.

Insomma: Bush agita lo
spauracchio
del caos mondiale, della minaccia terrorista, degli attacchi suicidi
che
possono colpire ovunque e sempre. Ma quanto il suo governo ha
contribuito a
creare questa situazione drammatica?

Se io fossi un parente di
uno
degli oltre mille morti americani in Iraq vorrei rivolgere questa
domanda a
Mister President.