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LA VERA ARMA SEGRETA: IL TERRORISMO! di Jean Valjen

in un articolo apparso sul
MANIFESTO del 7 novembre 2001, denuncia che a Fort Benning, in Georgia,
è aperta dal 1946 la "Scuola
delle Americhe
". Lì gli Stati Uniti hanno "laureato"
terroristi, torturatori e dittatori latinoamericani: Salvador,
Guatemala, Cile, Argentina, Perù e Colombia sono lì a testimoniare i
risultati della formazione ricevuta dal paese che vanta più di ogni
altro tradizioni di "libertà e
democrazia
". Oggi la "scuola" cambia nome, azzerando così i
delitti pregressi per darsi una facciata nuova e più consona al nuovo
scenario internazionale. La "Scuola delle Americhe" è stata
ribattezzata col nome Western Hemisphere Institute for Security
Cooperation (Whisc). Si trova a Fort Benning, Georgia (sempre lì), ed
è finanziata dal governo Bush.


In un solenne discorso rivolto alla nazione e al mondo, il presidente
G.W. Bush, dopo i fatti dell’911 – il giorno in cui ha cominciato a
bombardare l’Afghanistan – ha affermato: " Qualunque governo, se sponsorizza fuorilegge e assassini di innocenti
diventa esso stesso fuorilegge e assassino. E prende questa strada
solitaria a suo rischio e pericolo
".


Sembra dimenticare, il presidente Bush che i dittatori argentini Roberto
Viola
e Leopoldo Galtieri,
i panamensi Manuel Noriega e Omar Torrijos, il peruviano Juan
Velasco Alvarado
e l’equadoregno Guillermo
Rodriguez
, si sono tutti avvalsi dell’addestramento ricevuto in
questa scuola. Altrettanto hanno fatto il capo dello squadrone della
morte "Grupo Colina"
nel Perù di Fujimori, quattro dei cinque ufficiali che comandavano
l’infame Battaglione 3-16 in
Honduras (che negli anni ’80 controllava gli squadroni della morte in
questo paese), e il comandante responsabile del massacro di Ocosigo
avvenuto in Messico nel 1994.


Tutto questo, assicurano i difensori della scuola, è storia vecchia!!!
Ma gli uomini addestrati alla Scuola delle Americhe sono coinvolti anche
nella sporca guerra che si combatte attualmente in Colombia con il
sostegno Usa. Come se non bastasse, nel 1999 il rapporto del
Dipartimento di stato americano sui diritti umani cita due uomini,
addestrati in questa scuola, come gli assassini del commissario di pace Alex
Lopera
.


L’anno scorso Human Rights Watch
ha rivelato che sette uomini provenienti dalla stessa scuola comandano
gruppi paramilitari in quel paese e hanno commissionato rapimenti,
sparizioni, omicidi, massacri. Nel febbraio di quest’anno un altro uomo
addestrato alla Scuola delle Americhe è stato condannato per complicità
nella tortura e nell’uccisione di trenta contadini da parte dei
paramilitari in Colombia. Nella scuola attualmente arrivano più
studenti dalla Colombia che da qualunque altro paese.


L’articolo continua inesorabile nella sua elencazione di Awards
collezionati da questa "benemerita scuola" ma ci fermiamo qui per
passare ad un’altra autorevole denuncia. Quella del semiologo e
scrittore ebreo-americano Noam
Chomsky
. Egli denuncia in svariati suoi scritti il disegno di
politica espansionistica e imperialista degli USA, ricordando che gli
Stati Uniti d’America sono, di fatto, l’unico paese al mondo ad
essere stato condannato per terrorismo (precisamente, per "uso
illegittimo della forza") dalla Corte internazionale di giustizia
dell’Aia. E che, insieme con Israele, si sono opposti ad una
risoluzione dell’Onu del dicembre 1987 di condanna del terrorismo. Il
passaggio che ha provocato il voto contrario di americani e israeliani
è quello in cui si afferma che la lotta al terrorismo non può comunque
"in alcun modo pregiudicare
il diritto all’autodeterminazione, alla libertà e all’indipendenza,
così come indicato nella Carta delle Nazioni Unite, dei popoli privati
con la forza di tale diritto… in particolare i popoli soggetti a
regimi coloniali e razzisti e all’occupazione straniera o ad altre
forme di dominazione coloniale, né… il diritto di tali popoli a
lottare per questo fine e a cercare e ricevere aiuto (in conformità
alla Carta e agli altri principi del diritto internazionale)
" (cfr.
Noam Chomsky, 11 settembre. Le
ragioni di chi?
e Sulla
nostra pelle
, entrambi editi da Tropea). Su tutto questo campeggia
l’assoluta indifferenza della comunità internazionale nel porre
qualunque governo, imparzialmente, di fronte alle proprie responsabilità
per pagarne il prezzo alla giustizia internazionale di cui i governi
occidentali, si sono eretti a rango di paladini.


Sono milioni i morti degli attacchi terroristici USA praticati nella più
assoluta impunità in tutto il mondo. Questi sono perseguiti con
metodica abnegazione ovunque gli interessi economici della superpotenza
debbano essere privilegiati. Voci libere, di denuncia, si levano
inascoltate da ogni parte del mondo contro questa oscena indifferenza
quasi ad ammettere la impossibilità da parte dei governi (soprattutto
quelli occidentali) di ostacolare il cammino degli USA che, manifestando
una innegabile superiorità militare, brandendo armi supertecnologiche
(comprese quelle di distruzione di massa, di cui sono gli unici ad avere
il diritto di detenerne insieme allo stato d’Israele), lasciano agli
altri paesi, Russia e Cina comprese, la possibilità dell’alleanza o
dell’omertà a quella della sottomissione (che poi avviene di fatto).
Oggi si sbandiera il terrorismo quale minaccia globale senza considerare
che il maggiore terrorista è colui che sparge terrore insinuando la
paura nei cittadini per giustificare tutte le restrizioni che si stanno
verificando in termini di libertà individuali e collettive, al fine di
garantirne la sicurezza (Orwell, 1984). Andiamo alla guerra contro una
Nazione ed un popolo stremati da 12 anni di embargo e bombardamenti
all’uranio impoverito, fingendo di non sapere che quel che interessa a
USA e GB è il petrolio di Saddam. Andiamo alla guerra impugnando le
risoluzioni ONU che l’Iraq ha disatteso e che Israele, invece, è
libero di ignorare da 55 anni mentre massacra bellamente un popolo,
ricevendo per contro, 12 miliardi di dollari, finanziati dagli USA, per
continuare il massacro. La patria della libertà e della democrazia
impone le linee politiche internazionali, impone importazioni di tutto
il suo prodotto di largo consumo (OGM compresi) attraverso accordi
capestro che qualunque cittadino minimamente dotato di senso logico
rifiuterebbe sdegnosamente e che compiacenti governi ratificano
omertosamente. Organizzazioni internazionali (WTO, FMI, OMS, etc.),
dagli USA stessi pesantemente controllati, dettano le regole in campo
sanitario, industriale e commerciale. Le multinazionali a stelle e
strisce spadroneggiano in tutto il mondo attraverso cavilli legali di
leggi internazionali che, di fatto limitano l’autodeterminazione degli
stessi governi che le ratificano.


Ci avviamo ad essere una popolazione mondiale di felici consumatori e
non di liberi cittadini, e chi si ribella… è un terrorista!!

RAELIANI: LA METAFORA DELLO SCIENTISMO di Mauro Quagliati

È meraviglioso constatare che una parte del mondo scientifico
non è scandalizzata dal fatto ontologico in sé, ma dalle conseguenze
marginali dell’aspetto tecnico. Infatti clonare una vita umana allo
stato "attuale"della ricerca è un atto criminale, per gli
interrogativi etici che pone il fatto di mettere al mondo una bambina
che può avere molti difetti genetici, perché non esiste un protocollo.
Insomma non era mai stato fatto prima e ci si espone a rischi
inaccettabili.


Questo implica che in un futuro in
cui la clonazione dell’uomo sarà una procedura normale e
scientificamente prevedibile, non ci sarà nessun dilemma etico nel
riprodurre la copia di un uomo per un fine giustificabile. Con tutto
questo trambusto, ci tengono a specificare i ricercatori, si getta il
discredito anche sulle applicazioni "buone" della clonazione: a
sentire le reazioni si apprende che la clonazione a scopo terapeutico è
utile, mentre quella a scopo riproduttivo è cattiva (o comunque
inutile, per adesso).


Così si armeggia con il concetto che
la scienza di per sé sia neutra e le sue eventuali applicazioni possano
avere una connotazione morale, come nel caso dell’energia atomica,
prontamente usata per l’applicazione cattiva (la bomba), ma utile
anche per quella buona (l’energia, salvo poi la seria ipoteca delle
scorie che rimangono sulla Terra a irradiare le future generazioni fino
alla prossima era glaciale). O come nel caso dell’ingegneria genetica,
così terribile nel progettare le armi batteriologiche, ma così
benefattrice nel creare gli OGM che dovranno sfamare il terzo mondo.


In realtà, come hanno spiegato i
pochi personaggi che del ‘900 possono dirsi filosofi, la scienza, anzi
la tecnica, non solo è neutra, ma è diventata priva di scopo. Per cui
lo scopo, se non glielo conferisce di volta in volta il potere politico
e l’ansia di profitto, se lo conferisce da sé. Diviene quindi fine a
sé stessa.


Perché mai la scienza accusa i
Raeliani di essere dei fanatici irresponsabili, per essere stati
sorpassati a destra sulla strada della sperimentazione? (è solo
questione di tempo: per quante riunioni bioetiche si possano fare, prima
o poi si deciderà di procedere ad una clonazione umana).


La ricerca seria rinfaccia loro di aver compiuto un’operazione fine a
sé stessa che può provocare dei danni ad una persona. In effetti è
questo che avrebbero fatto i Raeliani: clonare l’uomo perché erano
arrivati al punto in cui erano capaci di farlo. La loro azione non ha un
ritorno applicativo adesso, ma lo creerà. Non è forse così che
procede lo sviluppo tecnologico guidato dalle leggi della concorrenza?
L’uomo non è forse andato sulla Luna (abbiamo ancora il dubbio) per
il semplice motivo che era in grado di farlo?


Non si rende conto la "scienza"
di avere nei Raeliani il proprio riflesso deformato? Questa setta non è
altro che uno dei tanti prodotti della nostra civiltà priva di sacro e
di scopo. Dei tizi depongono dal piedistallo Dio e ci mettono sopra la
Scienza, si vestono con dei bianchi abiti talari fatti a immagine e
somiglianza dei camici di laboratorio e celebrano le loro liturgie nei
laboratori di genetica.


Ma questa è l’allegoria dello
scientismo! È la fede di poter risolvere con i mezzi della scienza ogni
problema dell’uomo, fino al sogno più recondito e inconfessato: la
vita eterna e la creazione di nuova vita. La scienza in realtà è
disturbata dal fatto che i Raeliani hanno materializzato Frankenstein
troppo presto, anzi peggio, anelano "Il Nuovo Mondo" di Aldous
Huxley. Il futuro della specie umana sarà roseo grazie alle sapienti
programmazioni genetiche che permetteranno ad ognuno di avere figli
felici e desiderati, privi di fastidiose tare genetiche. La promessa di
vita eterna sarà realizzata dal proprio corpo clonato, contenitore
vuoto da tenere in frigorifero in attesa di impiantarvi il nostro
cervello in punto di morte, in modo da diventare immortali (prospettiva
peraltro non dissimile da quella legittima e scientifica di tenere
parcheggiati embrioni clonati di sé stessi da usare come scorta di
ricambio).


Ma a che scopo prolungare
all’infinito una vita così inutile, stupida e priva di senso? Questa
prospettiva rivela non solo la povertà culturale di chi ha tristemente
perso ogni riferimento filosofico nella propria esistenza, ma anche
delle lacune scientifiche proprio laddove i mentori alieni di Rael
pensano di fare un bene all’umanità.


Tralasciamo la sciocca pretesa di
trapiantare il cervello e riutilizzarlo come un hard disk, come se
l’organo fosse la sede unica e ultima dell’autocoscienza. Tra le
poche leggi certe che la biologia ha compreso, aldilà dei
fraintendimenti evoluzionistici, vi è il concetto che la diversità
genetica che si ottiene attraverso il rimescolamento sessuale, mantiene
stabile e sana la specie. Lo sapevano tutte le culture primitive della
Terra, che con il tabù dell’incesto, si erano auto-prescritte l’esogamia
e quindi l’eterozigosi (senza peraltro aver frequentato corsi di
genetica). Per cui andarsi a cercare la riproduzione omozigotica per
prolungare la vita è una grande prova di stupidità da parte degli
Elohim, che oltretutto scendono sulla Terra per andare a parlare ad un
giornalista sportivo!

Ma c’è di peggio. Mary Shelly due
secoli fa aveva intuito che il tutto non è la somma delle parti. Il Dr.
Frankenstein rifugge inorridito dalla sua creatura, credendola
subnormale e capendo l’arroganza che ha veramente mosso le sue azioni,
non il desiderio di fare il bene dell’umanità, bensì la volontà di
sostituirsi a Dio. Ma in verità quell’agglomerato di parti umane, nel
prendere magicamente vita era diventato un uomo, la cui personalità
scaturiva dalla somma non lineare di tanti contributi separati. La
parabola moderna delle biotecnologie e della clonazione terapeutica è
esattamente l’opposto: si vorrebbe salvare il tutto curando oppure
riparando la "parte".

L’ingegnere genetico, fedele devoto
del dogma riduzionista che vede nel DNA l’origine di tutte le
informazioni, si autoinganna pensando di poter impunemente spostare
pezzi di geni da specie che non sono nemmeno parenti, e produrre degli
organismi compiacenti alle leggi del mercato. Dopo aver manipolato e
deturpato il genoma delle specie vegetali che mangiamo, li battezziamo
"sostanzialmente equivalenti": ecco un uso illuminato della tecnica.


Il medico specialista invoca la terapia genica e le cellule staminali,
con le quali potrà "aggiustare" le parti di corpo umano malate in
modo più efficiente e tecnicamente complesso degli attuali trapianti.
La contropartita della ricerca sulle cellule staminali, si afferma a
gran voce, è la possibilità di combattere malattie che, a sentire
Dulbecco, Veronesi e soci, affliggono 10 milioni di Italiani, come le
malattie neuro-degenerative (tipo morbo di Parkinson e di Alzheimer),
quelle del pancreas, il diabete, molte malattie cardiovascolari,
l’infarto e infine il male oscuro in persona, il cancro.

A parte l’assurdità di questi
numeri – se 1/5 della popolazione sviluppata del pianeta soffre di
queste malattie allora è un bene per l’umanità che noi ci
estinguiamo, anziché curarci – non riflettere sul fatto che tali
degenerazioni sono nate e cresciute con lo stile di vita del benessere e
del consumo, e proporre nuove ricette capaci di aggiustare i "pezzi"
che si guastano, significa, come sempre, non aver compreso la visione
d’insieme. Indicare con sicurezza la strada per combattere le malattie
note esclusivamente al mondo industrializzato, senza aver capito la
causa prima di alcuna di quelle malattie, significa essere stupidi ad
honorem. Sentire in un recente Tg scientifico che la ricerca sarà un
giorno in grado di "riparare gli errori della natura" è la prova
che il sogno faustiano è vivo e vegeto e i Raeliani lo hanno solo reso
improvvisamente appariscente, ridicolo e pericoloso.

Ma la nostra profetica scrittrice inglese aveva prefigurato un
avvenimento ancora più puntuale: la vendetta della creatura. Il
problema del procedere della scienza non è l’intenzione che la muove,
ma l’imprevedibilità degli effetti. Se il dottor Faust operava il
male, pur desiderando il bene, la scienza semplicemente non può
prevedere le conseguenze a lungo termine delle sue applicazioni tecniche
per due ordini di motivi.


Lo sviluppo è semplicemente troppo veloce da digerire per la
coscienza umana, perché una qualche filosofia o simil-bio-etica abbia
tempo di mettercisi a pensare e anzi, non ci serve proprio alcuna
filosofia, basta che la tecnica soddisfi i nostri desideri materiali.
Spesso sono stati i grandi autori di fantascienza a prefigurare gli
scenari futuri in cui la tecnica avrà stravolto le forme dei rapporti
sociali e dell’etica umana.


I modelli che interpretano la realtà, anche se incompleti,
"devono" essere usati non appena sono in grado di realizzare la
tecnica capace di produrre un nuovo oggetto da vendere ai consumatori o
ai militari, curare una malattia, assoggettare e sfruttare
economicamente un nuovo ambito della natura.


Ecco perché Archimede
Pitagorico realizza per Paperon de’ Paperoni delle innovazioni
tecnologiche che si rivelano regolarmente fallimentari; perché il
capitale ingordo che lo sprona non gli dà il tempo di riflettere su
tutte le possibilità che gli si pongono di fronte. Ma se nel fumetto
Disneyano le conseguenze sono soltanto economiche e creano un modesto e
divertente scompiglio sociale, nella realtà si rischia spesso la vita.

È seguendo questa strada che ci siamo immersi da capo a piedi in campi
elettromagnetici di cui non conosciamo le ripercussioni, ci siamo
sottoposti alla vaccinazione di massa, abbiamo prodotto armi atomiche in
grado di cancellare l’umanità e la cui sperimentazione nell’alta
atmosfera e nel sottosuolo ha prodotto degli effetti che solo oggi
qualcuno sta iniziando ad immaginare.

È questo il sentiero che ha portato alle attuali conquiste degli OGM,
forse la frontiera più pericolosa mai raggiunta dalla scienza, perché
mai prima d’ora aveva affrontato la realtà naturale più complessa e
non lineare (la cellula, la vita, la catena alimentare), con un modello
così inadeguato e riduzionista, per giunta nascondendo la ricerca del
profitto dietro alle motivazioni umanitarie. E molte delle conseguenze
delle manipolazioni, che oggi si stanno progettando in laboratorio e che
vengono diffuse nel mondo con tecniche para-militari, sono irreversibili
sia per la diminuzione di biodiversità, sia per la propagazione di
quelle catene estranee di nucleotidi che gli organismi stanno
trasmettendo alle generazioni successive.

Il prossimo passo è il brevetto
dell’essere umano, che i Raeliani propongono con gioia. E invece gli
scienziati si adirano solo perché questi signori sono impresentabili, a
causa della loro fede New Age e il loro dissenso verso
l’evoluzionismo. E quest’ultimo aspetto sarebbe l’unico che poteva
rendermeli simpatici, oltre ai loro modi cortesi e affabili da Testimoni
di Geova. Ma purtroppo anche qui la ribellione al vieto paradigma
darwiniano non solo è ingenua e priva di fondamento (paleontologico,
genetico, documentale), ma è paradossalmente scientista, altro che New
Age!

Che tristezza queste intelligenze
aliene che creano l’umanità a loro immagine e somiglianza manipolando
il genoma di un primate: non fanno altro che ragionare allo stesso modo
dei biotecnologi odierni, guidati da una teoria obsoleta e falsificata.
Che si tratti del Dio biblico o extraterrestre oppure dell’Orologiaio
cieco dell’assurda teoria evoluzionista siamo sempre in presenza del
Demiurgo: un’entità che assembla l’universo, la Vita e poi
l’uomo, come un artigiano fabbrica le proprie creazioni.

La natura non opera così.

NEUROSCIENZA. LE MANI SULLA MENTE di Margherita Fronte

I muscoli
sulla testa si contraggono forte, senza provocare dolore. Un istante
dopo l’uomo cerca nella memoria recente una traccia delle immagini che
fino a un attimo prima erano chiare davanti ai suoi occhi. Ma non le
ricorda. Non può più descriverle. Un campo magnetico intenso ha
distrutto, per qualche minuto, la sua capacità di formare ricordi. E
lui, per qualche minuto, cerca di afferrare nel buio le immagini
sbiadite. Uno scienziato, seduto di fronte, osserva e prende nota.


L’ultima frontiera delle neuroscienze si chiama stimolazione magnetica
transcranica. Ed è una tecnica potente.


A differenza degli strumenti di imaging usati finora, che permettevano
soltanto di osservare il cervello in funzione, la stimolazione magnetica
può interferire con l’attività nervosa. E se l’ultimo numero del
settimanale "The Economist" dedica la copertina alle tecniche
della vecchia guardia,
proponendo di usarle al posto della macchina della verità, i
neuroscienziati si sono già spinti molto oltre. Modificando l’attività
del tessuto nervoso, la stimolazione magnetica transcranica promette di
curare malattie e di svelare gli ultimi segreti sul funzionamento del
cervello. Ma può anche plasmare le coscienze, i comportamenti e le
capacità intellettive, rendendo incapace di parlare il migliore degli
oratori, o abilissimo a risolvere quiz matematici il più asino degli
scolari. Almeno sulla carta, il suo potenziale è illimitato. E proprio
per questo va maneggiata con molta cura.


La tecnica nasce nel 1985, quando Anthony Barker, fisico medico al Royal
Hospital di Sheffeld nel Regno Unito, stupì i colleghi con un
esperimento singolare. Barker applicò dei campi magnetici sulla testa
di un volontario e riuscì a far in modo che le sue dita tamburellassero
senza che egli avesse la minima intenzione di muoversi. L’esperimento
ebbe una vasta risonanza per le evidenti conseguenze che portava con sé.
E da allora parecchi laboratori in tutto il mondo hanno acquistato i
macchinari necessari per portare avanti queste ricerche. Un resoconto di
questi studi è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica
"Nature". Soltanto nel numero precedente la stessa rivista
aveva ospitato uno studio in cui alcuni scienziati erano riusciti a
dirigere a distanza i movimenti di alcuni ratti, stimolando regioni
precise del loro cervello. Un esperimento da circo. Ma la tecnica è un
affare serio.


La stimolazione magnetica transcranica si basa sull’applicazione di
campi magnetici potenti e di brevissima durata a livello dello scalpo.
Il campo magnetico penetra nella testa senza quasi subire modificazioni,
e induce correnti elettriche in zone localizzate del cervello. «In
pratica, i volontari stanno sdraiati oppure seduti, e l’operatore tiene
sulla zona da eccitare una bobina di rame, collegata a un condensatore»,
spiega Massimiliano Oliveri, che dopo essersi specializzato sulla
tecnica negli Stati Uniti è tornato in Italia, e conduce i suoi esperimenti fra
l’Ospedale Santa Lucia di Roma e l’Università di Palermo: «Quando
parte la scarica si avverte un rumore molto intenso. L’impulso dura un
millesimo di secondo, e può essere ripetuto anche 50 volte nello stesso
secondo. In questo modo si interferisce con l’attività normale del
cervello… e poi si vede che cosa succede».


In origine la stimolazione magnetica era nata con scopi di ricerca. «I
primi neurologi la usavano per studiare i meccanismi cerebrali che
governano il movimento», spiega Oliveri. Fra gli anni Ottanta e gli
anni Novanta le tecniche di imaging, che permettono di visualizzare in
diretta l’attivazione
delle aree del cervello in relazione alla percezione di stimoli e allo
svolgimento di compiti, hanno permesso di chiarire molti aspetti del
funzionamento del sistema nervoso. Ma la stimolazione magnetica
transuranica permette di compiere un passo in più. L’attività delle
cellule nervose,
infatti, può essere temporaneamente modificata, aumentata oppure
annullata. Così, gli scienziati non sono più semplici osservatori di
ciò che accade: possono fare esperimenti.


Lo scorso anno, stimolando con treni di impulsi magnetici ripetuti la
corteccia prefrontale (una zona del cervello implicata nei processi
verbali), il neuroscienziato Alfonso Caramazza e i suoi colleghi della
Harvard University hanno osservato che i soggetti in esame non
riuscivano più a coniugare i tempi e i modi dei verbi, mentre erano
perfettamente in grado di volgere i nomi al singolare e al plurale.
Questo significa che il cervello usa regioni diverse per coniugare i
verbi e per declinare i nomi.


Esperimenti analoghi hanno mostrato che è possibile rendere un soggetto
incapace di identificare le espressioni di ira dei suoi simili, o di
riconoscere volti familiari; di percepire il movimento degli oggetti, o
di articolare le parole. La stessa tecnica può poi essere usata per
migliorare le performance individuali. Jordan Grafman, dell’Istituto
nazionale delle malattie neurologiche di Bethesda (Usa) è riuscito a
incrementare per un breve periodo la capacità di alcuni volontari nel
risolvere problemi di geometria, semplicemente stimolando la zona della
corteccia che, secondo
studi precedenti, risulta attiva quando il cervello è alle prese con
puzzle e giochi di figure geometriche. E, a conferma dell’interesse non
solo scientifico per le possibilità praticamente illimitate della
tecnica, Mark George, psichiatra della Medical University della Carolina
del Sud, ha
ricevuto fondi dal Dipartimento della difesa statunitense per verificare
se la stimolazione magnetica può essere usata per migliorare le capacità
mnemoniche.

La fisica degli UFO

Nel dibattito innescato dalla pseudo-notizia dell'avvenuta clonazione umana, i mass-media hanno amplificato la reazione di condanna morale (religiosa o laica) per il comportamento irresponsabile della Clonaid, affiliata alla setta dei Raeliani.

Il compito dell'ufologia è prima di tutto di raccogliere informazioni e dati sugli avvistamenti, poi successivamente di analizzare i dati.

I fenomeni classificati come ufologici però non sono spiegabili in base alle leggi della fisica conosciute, ovvero quelle insegnate nelle università.

Nel corso della mia ormai trentennale ricerca, mi sono reso conto che la scienza ufficiale non considera quei ricercatori che hanno dato contributi decisivi per trovare spiegazioni ai fenomeni Ufo.

Gli esponenti della scienza ufficiale non si limitano a negare l'esistenza degli ufo, ma hanno addirittura eliminato dalla storia della scienza tutti quei ricercatori il cui contributo è di fondamentale importanza non solo per la comprensione dei fenomeni Ufo, ma per la comprensione di tutto quello che ci circonda, il nome più importante è senza dubbio quello di Nikola Tesla, su cui ho ampiamente riferito al meeting Usac 2000 www.usac..it/i_dischi_volanti_e_reticolo_elet.htm

Nel percorso di ricerca da me seguito poi ho richiamato l'opera di molti altri, a riguardo della gravitazione e dell'elettromagnetismo e della trasformazione della energia in materia, e ho sfiorato soltanto l'argomento del tempo, nel senso dei viaggi del tempo.

Di recente è stato pubblicato dall' editore francese Albin Michel un libro sul cronovisore di padre Pellegrino Ernetti. Da molto tempo questo interessante ricercatore era caduto nel dimenticatoio.

La possibilità di vedere e udire fatti del passato è sicuramente affascinante, certamente il viaggiare nel tempo fisicamente lo sarebbe ancora di più, ma comunque anche il poter assistere mediante una apposita apparecchiatura ai fatti del passato sarebbe assai interessante, e sicuramente meno pericoloso che andarvi di persona.

La rivelazione di nuovi dettagli mi dà lo spunto per approfondire ulteriormente l'argomento del tempo. Con la diffusione di videocamere si sono accumulati molti interessanti documenti in cui si vedono le straordinarie capacità di manovra di forme luminose, dette ufo, che seguono traiettorie tali da non potere essere che determinate da intelligenza e volontà. In alcuni casi si è poi notata la capacità di scomparire per poi riapparire a breve distanza, come nei famosi filmati di Città del Messico. In altri casi persone rapite, riportate indietro dopo poco tempo secondo i nostri orologi, presentavano chiari segni e ricordi di un periodo di tempo ben maggiore. In un famoso caso, l'individuo riapparso dopo 20 minuti aveva la barba cresciuta di tre giorni.

Il famoso esperimento Filadelfia è interessante per gli ufologi, perché da esseri umani è stato ricreato un fenomeno simile a quello degli Ufo, ovvero la sparizione alla vista di un oggetto, in questo caso una nave, e poi il suo riapparire. A conferma c'è un argomento inoppugnabile, questo fenomeno è stato riprodotto in laboratorio dal canadese Hutchinson,mediante l'impiego di bobine di Tesla. Queste producono variazioni di peso e di velocità dello scorrimento temporale, con apparecchiature piccole spariscono solo oggetti piccoli, ma l'importante è l'aver verificato il metodo. Anche la luminescenza caratteristica degli avvistamenti notturni di Ufo è stata ricreata in laboratorio, come l'effetto antigravitazionale Biefeld-Brown, si vedano le foto nel sito http://jnaudin.free.fr .

Tutto questo fornisce una base fondata per sospettare che possano anche esistere ufo "poco extra e molto terrestri", almeno nel senso della costruzione, se non del progetto, ma riguardo a questo argomento in questo convegno è stata presentata la relazione dell'amico Tom Bosco.

Invece lo scopo di questo mio intervento è di spiegare che l'esperimento Filadelfia, i successivi esperimenti a Montauk ed il cronovisore di Padre Ernetti sono riconducibili agli stessi principi fisici, e che tutto questo può apparire incredibile solo a chi non ha un quadro completo delle ricerche utili a comprendere questi fenomeni.

Nella fisica ufficiale si vorrebbe far credere che nell'elettromagnetismo sia stato capito tutto, e che rimane solo da comprendere meglio la gravitazione; quanto ai viaggi nel tempo, non manca chi pensosamente asserisce che teoricamente sarebbe possibile andando a fare un giro intorno ad un buco nero.

E poi questi scienziati trattano gli ufologi come dei poveri creduloni.
Si noti che a tutt'oggi non solo non esiste una teoria unificatrice di tutte le forze, ma nemmeno quelle che dovrebbero essere note lo sono per davvero. In realtà chi si affaccenda a trovare teorie sulla formazione dell'universo non sa nemmeno perché i suoi piedi stanno attaccati alla terra, e pretende di farci credere che la terra continui a girare intorno al sole, perché tanto tempo fa le è stata impartita una bella spinta e, poiché nello spazio vuoto non c'è attrito, da allora continua imperterrita nel suo moto, con buona pace di tutti i campi gravitazionali…

Il concetto di tempo non è comprensibile se non insieme ai concetti di spazio, materia ed energia elettromagnetica e gravitazionale.La maggiore difficoltà per me non è nel capire i concetti base, ma nell'esporli a persone che sono state istruite secondo la scienza ufficiale, per cui ad ogni termine vengono associati certi concetti, che in realtà sono soltanto vagamente descrittivi di apparenze; per poter ben spiegare si deve costruire una nuova terminologia, esplicativa della vera sostanza di ogni concetto. Alla parola tempo si associa il concetto dello scorrere inesorabile del medesimo in avanti, in un flusso apparentemente inarrestabile. I più vicini al vero sono i musicisti, che col termine tempo indicano una successione di battute separate da intervalli uguali, la maggiore o minore durata dei quali definiscono la velocità del tempo: adagio, medio, allegro, etc. In effetti il tempo, per quanto appaia un flusso continuo, in realtà non può non avere una unità fondamentale, osservò il Todeschini: se la sua unità fosse uguale a zero, una successione di zeri avrebbe come risultato sempre zero, non esisterebbe alcunché, per cui l'unità temporale deve essere diversa da zero. Quindi al concetto di tempo, che scorre come l'acqua di un fiume, dovremo sostituire il concetto di una natura oscillatoria, ritmica, come un onda. Todeschini è anche autore di una spiegazione della gravità semplicemente perfetta che più volte ho esposto; ricordo solo brevemente che l'effetto di gravitazione che noi avvertiamo come peso, che ci trattiene a terra, è l'effetto di un flusso di etere rotorivoluente che ci spinge verso il centro della Terra, ma che flussi di etere rotorivoluenti in senso opposto si respingono, dando luogo a quella che impropriamente per comodità viene chiamata antigravità, ma sarebbe corretto definire repulsione gravitazionale: in sostanza,come esistono attrazione repulsione magnetica, non diversamente esistono attrazione e repulsione gravitazionale.

Per legge di simmetria, essendo parimenti la natura del tempo oscillatoria, ne consegue che ad un tempo positivo debba fare riscontro un tempo negativo. Esattamente come alla materia fa da controparte l'antimateria. Prevengo chi volesse obiettare che non si sono mai viste le lancette dell'orologio andare all'indietro dicendo che Tesla lo ha visto in laboratorio, e di qui è scaturita l'idea che avrebbe poi messo nelle mani di alcuni sconsiderati, dopo la morte di Tesla, l'apparecchiatura con cui hanno combinato quel pasticcio chiamato esperimento Filadelfia. Ma è assolutamente inutile descrivere le apparecchiature senza che sia stato compreso il principio fisico.

Luce, elettromagnetismo, tempo, gravità e materia non sono cose indipendenti fra di loro, ma sono strettamente interdipendenti fra di loro esattamente nell'ordine in cui le ho elencate.

Dopo Todeschini,chi secondo me ha fatto un passo decisivo nella comprensione della realtà è il capitano Bruce Cathie,di cui ho riferito già in precedenti relazioni.

Soltanto da poco si comincia a segnalare che la velocità della luce non ha un valore massimo,ma c'è chi inascoltato se ne è accorto ben prima,e ne ha dedotto tutto quello che ne consegue. La velocità della luce non è la stessa nello spazio interstellare ed in prossimità di campi gravitazionali, e nemmeno fra l'equatore ed i poli terrestri. La insuperabilità della velocità massima della luce è l 'argomento chiave per negare la possibilità che qualche extraterrestre possa, anche solo per sbaglio, capitare dalle nostre parti. Il celeberrimo prof Carlo Rubbia dichiarò in un'intervista televisiva che, essendo tanto grandi le distanze interstellari, ammesso che si possa viaggiare alla velocità della luce, un ipotetico extraterrestre, accortosi che sulla terra c'è vita, impiegherebbe tanto tempo, per cui al suo arrivo la civiltà terrestre avrebbe fatto in tempo ad essersi estinta, dal che occorre dedurre che gli ufo debbono avere qualche altra spiegazione. La vita c'e sicuramente nel cosmo da qualche altra parte, chi potrebbe negarlo? Ma è tanto irraggiungibile, che è come se non esistesse, per cui si vuol far credere che gli extraterrestri non possono essere qui. Ciò veniva esposto con fare nervoso e falsamente cortese,come quando si dice qualcosa per non dispiacere a qualcuno, ma si è convinti del contrario… Un vero attore avrebbe recitato questa scena con più convinzione. Ma non si può pretendere che uno scienziato sappia anche recitare.

Ebbene non uno solo di questi dogmi è vero, a partire dalla massima velocità della luce, uno dei presupposti della famosa teoria della relatività di Einstein. Dove, stabilendo un limite invalicabile alla velocità della luce, si è dovuto far ricorso alle contrazioni di Lorentz e poi, per aver voluto negare l'esistenza dell'etere, si sono dovute attribuire proprietà allo spazio vuoto, ma il nulla non può aver alcuna proprietà, come fa ed esistere un nulla curvo? Il nulla non può essere altro che nulla, né dritto né curvo; se la luce, incontrando un campo gravitazionale, invece di tirar dritto per la sua strada come se niente fosse, si sente in dovere di seguire un percorso curvo, vuol dire che quel nulla attraversato non è poi così nulla come si vorrebbe far credere.

Ma gli scienziati hanno il dono di complicare le cose, al punto che nessuno ne capisce più nulla, ma per non fare brutta figura si ripete a pappagallo qualcosa che non si capisce che, essendo stato detto da qualcuno famoso, nessuno osa criticare per non rendersi un antipatico guastafeste, e magari nemmeno perdere il posto tanto sudato all'università.

Bruce Cathie ha trovato la relazione armonica fra la diminuzione della velocità luce e il formarsi di un campo gravitazionale, da cui si forma la materia. Riassumendo quelle che vengono chiamate particelle materiali, non sono altro che vortici di luce, formanti una onda stazionaria, che noi chiamiamo materia. Non è certamente una novità affermare che la materia altro non è che energia condensata, ma è nuovo il fatto che Cathie ha risolto la famosa equazione di Einstein esprimendo la massa m nel corrispondente valore energetico. La trasformazione della luce in materia avviene mediante lo stabilirsi di un campo elettromagnetico, che corrisponde al corpo eterico che ogni cosa ha, questa oscillazione è l'inizio della linea temporale, a cui fa seguito lo stabilirsi del campo gravitazionale, a cui fa seguito la materializzazione. Il tempo è il ritmo a cui oscilla una determinata realtà materiale, esattamente come vi sono nello spazio contemporaneamente oscillazioni elettromagnetiche di differente frequenza provenienti da differenti trasmettitori, altrettanto esistono differenti realtà materiali caratterizzate solo da una differente frequenza base.

Come ruotando la manopola di sintonia dei nostri apparecchi radio possiamo ascoltare differenti stazioni, così variando la nostra frequenza base è possibile passare da una dimensione all'altra, vedasi l'esperimento Filadelfia Fosse così semplice, si dirà, ma in linea di principio lo è, in pratica per far cambiare di dimensione qualcosa occorre mettere in moto ben più energia di quanta non ne serva per ascoltare la radio o vedere la televisione. E soprattutto occorre trovare le giuste frequenze e forma d'onda per formare il vortice eterico necessario.

Ma in natura c'è già tutto, comprendendo come l'energia si trasforma in materia si capisce tutto quello che serve. Purtroppo la scienza cosiddetta moderna fino ad ora ha mostrato solo di saper trasformare la materia in energia,come un bambino che impara prima a distruggere i giocattoli regalatigli dai suoi genitori, e solo da adulto impara a costruirne di nuovi.

Ma se la scienza attuale non esce alla svelta dallo stato infantile, rischia di non divenire mai adulta, e con essa l'intera umanità.

Il cronovisore di Ernetti è basato sul principio che nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma… Ogni avvenimento produce suoni ed immagini, questa energia non svanisce nel nulla, ma mediante sensibilissime antenne può essere captata.

Che l'energia non si distrugga è vero: Tom Bearden, il più grande studioso di Tesla, ha perfettamente capito il principio della free energy. Lo spazio è energia allo stato potenziale, dove noi non vediamo alcunché, diciamo che non c'è nulla, nulla che i nostri sensi, fisici od elettronici possano captare, perché noi chiamiamo energia solo il manifestarsi della medesima, ciò che è allo stato potenziale lo chiamiamo nulla, ma ciò è uno sbaglio, perché quel nulla, quando comincia ad organizzarsi in vortici sempre più complessi per noi diventa energia, luce, campo elettrico e magnetico, tempo, gravità, materia, e quando si disorganizza ritorna allo stato iniziale, ma in realtà ciò che noi chiamiamo creazione e distruzione sono soltanto trasformazioni.

Parimenti noi diciamo a proposito di una dinamo o di un alternatore che generano energia, e che l'energia è la capacità di compiere un lavoro, il compimento del lavoro consuma l'energia, e ne abbiamo bisogno di nuova. In realtà l'energia non viene generata, questo è un termine descrittivo che non spiega affatto come avvengono le cose, ma anzi confonde le idee e svia dalla giusta spiegazione.

Noi usiamo lo stesso termine a proposito di un bambino che viene generato dalla madre, in realtà si tratta di una serie di trasformazioni, lo stesso per l'energia, noi confondiamo una cosa con quello che fa, ma noi quando dormiamo, anche se no facciamo nulla, non cessiamo di essere noi stessi, così l'energia potenziale, quando non si manifesta come lavoro, non cessa di esistere, ha solo una forma differente, con i nostri apparati non facciamo altro che cambiarne la forma, ovvero trasformare l'energia potenziale in energia attuale, alla fine del processo si dice che l'energia è stata dissipata, in realtà è restituita all'ambiente da cui è stata prelevata.

Perciò il primo assunto di Ernetti è confermato.
Il secondo principio è che, per captare le onde, occorrono antenne, cosa ovvia, però l'unico punto in cui non è deliberatamente chiaro è su chi fa la sintonizzazione e come la fa.
Ma allora che segreto sarebbe?

Padre Ernetti sapeva bene di aver detto abbastanza per chi fosse a conoscenza di certe altre faccende, ma poiché non tutti le sanno, occorre riepilogarle.

Con il termine radioestesia si intende la sensibilità che talune persone dimostrano alle emissioni radianti, l'esempio più noto è chiamato rabdomanzia, ovvero la sensibilità di individuare sorgenti d'acqua nascoste, che talune persone dimostrano di avere; vi sono casi tanto famosi che è inutile soffermarsi su questo punto, ma oltre a questo tale sensibilità si spinge ben oltre, rendendo possibili molte altre ricerche. Sempre di più si parla di "Remote viewing" ovvero osservazione a distanza, detto così all'americana sembra un brevetto fresco fresco di qualche intraprendente multinazionale, ma in realtà trattasi di cosa vecchia quanto le più antiche tradizioni sciamaniche ed iniziatiche. Detto questo la cosa assume un aspetto decisamente meno attraente, e sembra far parte di superstizioni da poveri selvaggi, poveri sicuramente, visto come sono stati depredati dalla cosiddetta civiltà moderna, selvaggi in quanto vivono nella selva, finché dura, ma se continua il disboscamento al ritmo attuale, anche questo termine diverrà obsoleto, o forse saremo prima obsoleti noi tutti. Se per selvaggi intendiamo degli ignoranti, essi ignorano alcune cose che noi sappiamo, ma dovrebbe venirci il dubbio che forse essi conoscono qualcosa che noi ignoriamo. So bene che esiste una certa diffidenza nei confronti di tutto ciò che viene dall'oriente a proposito di santoni, sciamani e guru, non sono mancati gli imbrogli e le avventure, cominciate con le migliori intenzioni, ma finite tristemente, tuttavia occorre discernimento nel cogliere ciò che di positivo è arrivato a noi occidentali, senza lasciarci distogliere da pregiudizi, e da dogmi ben radicati ma tutti da dimostrare.

La capacità telepatica di comunicare da mente a mente a qualunque distanza, di vedere nel passato e prevedere il futuro, nel senso di vedere le possibilità in base alle proiezioni del Karma, sono facoltà possedute da maestri di Yoga, sciamani neri e pellerossa, saggi cinesi e giapponesi, anche da santi della chiesa cattolica, e da iniziati sapienti come Nostradamus, ma anche da tante persone che se le ritrovano per effetto Karmico dalle precedenti esistenze, senza che facciano parte di nessuna consorteria, come per esempio il famoso dott Rol. I veggenti al giorno d'oggi non mancano, anzi, forse sono anche troppi, il difficile sta nel distinguere chi vede il vero da chi vede solo le proprie fantasie: alle volte le due cose sono mescolate in modo tale che uno che non sia a sua volta veggente, non ce la può fare. Solo il tempo è giustiziere dei falsi profeti, ma nell'immediato l'impresa è ardua.
Ma allora, se la visione del passato può essere attuata con le sole facoltà umane, a cosa serve il cronovisore?
Serve come ad un miope servono gli occhiali, a un cieco non servono, perché non ha gli occhi funzionanti, ma a chi li ha funzionanti in modo imperfetto, gli occhiali servono a migliorare la vista.
La psicotronica consiste nell'applicazione della tecnologia elettronica alle facoltà psichiche, per amplificarle, registrarle, riprodurle. Una volta appreso che formando un campo energetico con bobine di Tesla si cambia dimensione, per non viaggiare a casaccio occorre stabilire dove e quando andare, l'onda contenente le coordinate tempo-spazio è formata nella mente umana, ed irradiata dal corpo astrale, e perciò captabile, registrabile ed amplificabile. Su questa base sono stati svolti gli esperimenti alla base di Montauk. Purtroppo fra gli autori della celebre saga pare, almeno da quanto leggo nei relativi siti internet, vi sia un certo disaccordo su chi stia facendo disinformazione, ma confrontando i contenuti con altre fonti, la base non è sbagliata, forse vi sono molte aggiunte fuorvianti, ma l'essenza è fondamentalmente corretta. Poi troppa verità dà fastidio, mescolando anche qualche storia inventata si passa nella pseudo fiction e la faccenda viene lasciata correre, tanto pare incredibile. Fino ad ora è l'unico modo di mettere in circolazione certe idee senza rimetterci le penne.
Anche in Russia è stata sviluppata la psicotronica, addirittura in anticipo rispetto agli Usa.

Mettendo insieme quanto abbiamo visto, sapendo creare un campo energetico adeguato, sintonizzandolo a dovere, la distanza spazio-temporale fra l'apparato ricevente e quello registratore diviene nulla, per cui sono come contemporanei ed il trasferimento di suoni ed immagini può aver luogo, se si innalza di più il livello energetico si può entrare fisicamente nel vortice, finché lo si chiama "stargate"allora è un film americano, o sono i trucchetti televisivi del simpatico Giacobbo, ma non si pensi che sia solo una fantasiosa trovata.
In realtà definire gli ufo navi spaziali è riduttivo, almeno gli esseri più evoluti non viaggiano fisicamente attraverso lo spazio, ma si trasmettono istantaneamente come un'onda telepatica, alla faccia di Einstein e della massima velocità della luce.

Ce ne sono anche di meno evoluti, e proprio per questo alcuni sono stati abbattuti, vedasi Roswell.
Quelli ancora meno meno evoluti sono imitazioni terrestri, buone solo per i non intenditori.
Mi auguro che la mia trattazione sulla fisica degli ufo e viaggi nel tempo possa esservi utile.

Articolo di Carlo Morsiani

Moongate: una bomba pronta ad esplodere? Di Simone Colzani


Ciclicamente la conquista della Luna da parte dell’Uomo (USA, 20-21
Luglio 1969) (1) viene messa in discussione da parte di alcuni
personaggi, scettici su quello che videro trasmesso dalle emittenti
televisive di tutto il Mondo.


Nell’anno corrente (2002) lo scetticismo ha raggiunto punte così alte
nella popolazione statunitense (2) che la NASA (ossia l’ente
responsabile delle missioni spaziali USA e che ufficialmente ci ha
portato sulla Luna nel 1969) ha deciso di controbattere le affermazioni
negativiste, assoldando a tal fine il debunker James Oberg, ingegnere
famoso per le sue stroncature sugli UFO. Successivamente la NASA ha
ritirato il suo progetto, ma Oberg è rimasto fermo nell’intento di
scrivere un libro contro Bill Kaysing, capostipite di una generazione di
"moonskeptics" (scettici lunari).


Fin
qui tutto bene, o quasi.

Infatti, chi studia gli UFO, sa che tutte le missioni americane hanno
rilevato la presenza di UFO, pure sulla superficie lunare. Come
conciliare le 2 tesi, apparentemente contrapposte, ed accomunate solo
dalla "stima" verso l’ing. Oberg?


Uno studio più approfondito mi ha portato a considerare le esperienze
di scettici e studiosi di UFO due facce della medesima medaglia, avendo
trovato molti punti di contatto.

Lo
spunto per condurre uno studio sugli strani fenomeni lunari mi è stato
offerto dall’esperienza (unica) vissuta dall’ ing. Vito Saccheri
(3) (il quale, a dispetto del
nome, è cittadino statunitense): costui, impegnato nel campo
petrolifero, non era assolutamente interessato a UFO e affini;
l’incontro, nel 1979, con il suo collega Lester Howard lo portò a
cambiare idea. Howard, in visita d’affari a Houston (dove Saccheri
operava), portò con sé una copia del libro "Somebody Is Else On The
Moon" dell’ex dipendente NASA H.George Leonard (4), che parlava
delle foto censurate delle missioni lunari, in cui furono rilevati UFO
di probabile origine aliena.


Vista la possibilità di visitare la sede NASA di Houston, dove si
trovava il centro di controllo delle missioni Apollo, Howard convinse
Saccheri a recarsi con lui sul "luogo del misfatto". Dopo diverse
peripezie, narrate con dovizia di particolari in diverse pubblicazioni (5),
gli ingegneri approdarono ad un edificio isolato nel quartiere generale
NASA, dove, con mille precauzioni poterono vedere le fotografie
originali scattate dalle varie missioni americane, e citate nel libro di
Leonard (ch’essi sfoggiarono nella loro avventura).


Fu incredibile: scattate ad altissima risoluzione (molto maggiore a
quella dichiarata ufficialmente), le fotografie mostravano attività
lunari, fra cui UFO veri e propri, macchinari sulla superficie, segni di
lavorazioni sulle rocce e molto altro ancora (6). Chiaramente chi
operava sul nostro satellite aveva una tecnologia al di là di quella
umana degli anni ’60, e quelle fotografie rappresentavano la prova di
una probabile intelligenza aliena molto vicina a noi!


In realtà sin dal 1920 almeno, come riporta il compianto Peter Kolosimo
(7), vengono rilevate ufficialmente luci sulla Luna. Il primo a
catalogare quelli che poi vennero chiamati Fenomeni Lunari Transienti (TLP
– Transient Lunar Phenomena) fu il selenografo austriaco Karl Muller,
nel 1927. Mancava la conferma sull’origine di tali luci, ma
probabilmente la NASA ha raggiunto una ragionevole certezza in
proposito.


Ritornando all’origine di questo articolo, ossia conciliare le due
tesi, degli scettici e degli ufologi, ora appare chiaro perché siano
state spacciate foto false, come quelle delle missioni Apollo: bisognava
coprire eventuali incontri ravvicinati. Chiaramente, se per 3 giorni gli
astronauti avevano avvistato e ripreso attività anomale, non avrebbero
potuto rivelare la verità: sarebbe stato molto più comodo
prefabbricare le foto e le riprese video in modo tale da avere una
comoda copertura per condurre in pace la missione. Un vero e proprio
"doppio canale" a protezione di interessi molto particolari. Questo
poteva avvenire (e può anche adesso), perché la NASA percepiva una
consistente parte del proprio budget dal Pentagono: gli astronauti erano
(e sono) militari vincolati agli ordini (e quindi anche al silenzio).


Una conferma alla mia teoria viene ancora da Vito Saccheri, il quale nel
corso della sua visita alla NASA, riuscì a leggere le trascrizioni
delle missioni Apollo. Poté constatare de visu la procedura con cui gli
astronauti, in caso di contatti anomali, cambiavano frequenza di
trasmissione. In seguito si incontrò con il ricercatore Marvin Czarnik,
che gli spiegò che non solo la NASA aveva la tecnologia del replay già
nel 1969, ma che le
commutazioni del canale di trasmissione facevano passare la
comunicazione ad alcune basi militari USA nel Nord Ovest del Paese. Nel
frattempo, agli ascoltatori e agli spettatori venivano propinate
audio/videoregistrazioni preconfezionate in cui si dava l’impressione
che tutto andasse bene.


Se tutto questo non vi sembra già abbastanza, sappiate, cari lettori,
che dal 1985 almeno il Pentagono dispone di uno Shuttle ad uso
"privato" (8), che fa partire dalla base militare di Vandenburg in
California. Casualmente nel serial televisivo Dark Skies si fa vedere
proprio questa base come sede del programma spaziale ombra condotto dal
Majestic 12 (9). Un caso?


Concludendo, si può dire che, anche sulla Luna ci siamo andati
veramente, noi comuni mortali non conosciamo le effettive modalità con
cui tale traguardo è stato raggiunto: probabilmente è stata questa
consapevolezza che ha offerto l’arma dello scetticismo ad
un’opinione pubblica (in primis quella americana) sempre più
informata consapevole ed agguerrita. Per G.W.Bush e soci questi sono
proprio tempi duri.

Note
Bibliografiche

(1)
Apollo 11 – Edwin Aldrin, Neil Armstrong, Michael Collins

(2)
Nel sondaggio del 1994 sul Washington Post il 30% degli
intervistati non credeva alla NASA e alle missioni lunari. Nel sondaggio
del 2002, riportato sul Corriere della Sera del 4 Novembre 2002, il 68%
della popolazione di colore americana non crede alla NASA.
(3)
Vito Saccheri – Le Foto Segrete Della NASA da Nexus Edizione
Italiana n°3 – Gennaio Febbraio 1996 già pubblicato su Houston Sky
(n°5-1995), bollettino bimestrale del MUFON di Houston, di cui Saccheri
è membro. Da leggere assolutamente.
(4)
H.George Leonard – Somebody Is Else On The Moon in italiano
Qualcun altro E’ Sulla Luna – Armenia Edizioni (1976)
(5)
Vito Saccheri – Le Foto Segrete Della NASA da Nexus Edizione
Italiana n°3 – Gennaio Febbraio 1996 già pubblicato su Houston Sky
(n°5-1995).
(6)
Vito Saccheri – Le Foto Segrete Della NASA da Nexus Edizione
Italiana n°3 – Gennaio Febbraio 1996 già pubblicato su Houston Sky
(n°5-1995).
(7)
Peter e Caterina Kolosimo – I Misteri Dell’Universo – Oscar
Mondatori 1986, vedi Capitolo VII – Preludio Lunare
(8)
Peter e Caterina Kolosimo – I Misteri Dell’Universo – Oscar
Mondatori 1986, vedi Capitolo XII – Suspence Cosmica
(9)
Dark Skies – Regressione Ipnotica (Mercury Rising)

IL PAPA, DIO E L’APOCALISSE di Paolo Cortesi

detto ciò che ha detto Giovanni Paolo II a proposito di Dio
sdegnato con l’uomo e del suo rifiuto di comunicare con il suo
figliolo mascalzone.

Pensate i commenti che sarebbero stati riservati a chiunque avesse
parlato di un Dio imbronciato, di una umanità decaduta, di un clima
apocalittico.

Per i cattolici, il papa quando parla ex
cathedra Sancti Petri
è infallibile, e le sue dichiarazioni sono
assistite e ispirate dallo Spirito Santo; non ho perciò nessuna voglia
di fare dell’ironia o del sarcasmo su questo episodio; insomma: se il
papa non fa il papa, chi dovrebbe farlo al suo posto?

Voglio invece focalizzare la vostra attenzione su un aspetto importante
ma trascurato di questo episodio.

Vedete, io lavoro in una emeroteca e l’emeroteca è, per chi non lo
sapesse, la biblioteca dei periodici; per lavoro, ho sotto gli occhi
tutti i giorni diciassette quotidiani nazionali e locali.

Una mattina (12 dicembre 2002) ho visto, sparati in prima pagina e con
titoli da favorire i miopi, la notizia che il papa ha avuto "terribili
parole sul silenzio divino" (La Repubblica); secondo il pontefice
"Dio è disgustato dall’umanità" (il Giornale), ed essendone
disgustato "si nasconde" (l’Unità).

I commenti che sono stati sventagliati a raffica dai giornalisti in una
caccia all’effetto tragico sono stati quasi più cupi e solenni delle
stesse dichiarazioni del papa.

"Parole di straordinaria drammaticità"(L. Accattoli sul Corriere
della Sera); "parole forti, drammatiche, forse pronunciate per la
prima volta da un pontefice, suonano come una denuncia e un
ammonimento" (R. Monteforte, sull’Unità); "un silenzio assordante
che fa rumore" (M. Luzi intervistato da Repubblica); "il Papa sembra
manifestare una preoccupazione profonda" (A. Tornielli sul Giornale);
"Giovanni Paolo II ha lanciato un grido accorato d’angoscia per un
mondo che vede minacciato dall’ombra della guerra e della carestia".
(F. Negro sul Resto del Carlino).

Le preoccupazioni del papa sono, fondamentalmente, le stesse dei
no-global, dei pacifisti, dei libertari, degli ecologisti, del
volontariato laico o credente; perché dunque il grido accorato del papa ottiene un riverente ascolto, viene
commentato con cura, riempie le pagine dei giornali, mentre a tutti gli
altri, qualche volta, toccano critiche aspre, talvolta botte, talvolta
denunce?

Perché se il papa accenna alla fine dei tempi, si muovono in massa i
biblisti ed i teologi; se ne parliamo noi su Nexus, ad esempio, siamo
compatiti come i soliti fanatici complottisti e dietrologi?

Perché la geremiade di Giovanni Paolo riscuote ammirati consensi,
mentre si ignorano le documentazioni che provano
la colpevolezza delle oligarchie finanziarie e dei petrolieri che sono
la causa principale del decadimento morale e materiale dell’umanità
cui il papa si riferisce?


Perché parlare in dimensione escatologica, quando sappiamo
chi, cosa e come è responsabile dell’abbrutimento umano che ha
motivato, dice il papa, il silenzio di Dio?


Perché la denuncia e l’ammonimento del papa vanno sui giornali
mentre quelle degli altri possono finire in tribunale? So bene che il
papa ha una visione dell’uomo e della storia molto particolare.

Ma credo che il suo recente pessimistico intervento non dovrebbe
concludersi all’italiana: fuoco di paglia, razzi, fischi, botti,
girandole e poi il vuoto pneumatico appena la notizia non è più calda.

Se il capo della chiesa di Roma ritiene che le colpe
dell’umanità siano tante e tali da aver deluso financo Dio, allora
non esagerano i sostenitori della controinformazione, i quali da anni
ripetono che la storia e la politica sono una palude al cui fondo, sotto
una superficie rassicurante, brulica e fermenta il più schifoso
verminaio.

STORIA DI UNA LUNGA RAPINA di Paolo Cortesi


Perché la società
occidentale liberistica è fondata sulla violenza? Perché essa si regge
e si autoconserva con la violenza? Perché essa non solo tollera ma
giustifica la violenza?


Forse non sarebbe necessario, ma per maggiore chiarezza voglio dire che
la violenza di cui parlo non è solo la fucilata o lo stupro, ma ogni
forma di violenza: morale, psicologica, economica. Credo che l’operaio
da 900 euro al mese percepisca come violenza
le migliaia di oggetti e servizi che la pubblicità gli sbatte in faccia
e che non potrà mai acquistare.
E ancora: perché c’è tanta morte nella società occidentale
liberistica?


Perché l’industria uccide la gente e il pianeta? Perché gli
interessi economici cancellano intere foreste in pochi mesi? Perché il
guadagno di poche persone deve costare sulla qualità della vita di
tutti e delle generazioni future? Perché
il simbolo di questo perverso sistema è una petroliera che vomita dal
suo ventre di acciaio tonnellate di petrolio grumoso in mare? Perché,
insomma, la nostra organizzazione sociale è così evidentemente, così
atrocemente ingiusta e feroce?


E’ una domanda che mi ha inseguito da anni, che mi ha incalzato, e che
talvolta ha avuto gli occhi perplessi dei miei figli quando, davanti ad
un telegiornale, mi chiedono cosa sta accadendo…


Credo che la macroscopica atrocità dell’attuale sistema sia dovuta al
fatto che esso nacque e si affermò
quando il livello morale delle classi dominanti europee era molto basso,
quasi primitivo, e legato a concetti quali la violenza ed il sopruso che
oggi sono inaccettabili ma che all’epoca erano praticamente normali,
anzi ovvi.


Voglio dire: oggi nessun paese civile tollera la tortura come
strumento di indagine; eppure, fino al XVIII secolo, era una pratica
tranquillamente ammessa da ogni tribunale.


Oppure pensate alla caccia alle streghe, o alla medicina medievale, o
alla cosmologia dei babilonesi: tutte realtà culturali legate ad un
livello evolutivo molto arcaico e che oggi nessuno si sognerebbe neppure
di riproporre.


Ma se in medicina ed astronomia le cose sono molto cambiate, non lo sono
abbastanza per l’economia e per la società che, nel XXI secolo dopo
Cristo, continuano ad essere rami di un albero troppo antico.


La attuale tecnocrazia è la diretta discendente della rivoluzione
industriale, di cui conserva ancora i tratti essenziali: lo sfruttamento
della manodopera (che ora si impiega di preferenza in paesi in via di
sviluppo perché là costa pochissimo), l’arricchimento illimitato dei
ricchi, la devastazione del pianeta.


Anche se ci trastulliamo con cellulari sofisticati e videogames
fantascientifici, i nostri televisori al plasma ci sputano nelle nostre
case le immagini di un mondo depredato e sfregiato dalla voracità dei
nuovi barbari.


E l’attuale modello di società umana – senza distinzione di
latitudine o ideologie – è un feudalesimo in versione Duemila: pochi
onnipotenti decidono della esistenza di miliardi di formiche umane
brulicanti. La sola differenza col Medioevo sta nelle forme: allora
bastava un araldo e un bargello con la scure a fare tremare il popolino;
oggi i padroni del mondo usano strumenti più raffinati e impalpabili per occultare il loro disegno di potere totale e
per farcelo apparire la più bella delle democrazie.


Ma torniamo alla storia. Forse abbiamo dimenticato che la rivoluzione
tecnologica iniziò ad opera di personaggi che chiamare faccendieri
sarebbe un complimento; il più furbo (e divenne anche il più ricco) di
costoro fu William Boulton (1728-1809) che commercializzò le invenzioni
di Watt e accumulò una quantità iperbolica di denaro: il capitale di
Boulton toccò le 150.000 sterline in un epoca in cui lo stipendio annuo
di un operaio specializzato non superava le 50 sterline.
Ma come divenne tanto ricco questo signore?


E’ ovvio che nessun essere umano può fare tanto in una sola vita per
meritare una mole così ingente di denaro; dunque il signor Boulton
arricchì sulla pelle degli altri.


Sfruttò Watt, in un rapporto poco chiaro e poco sano di sudditanza
psicologica; militarizzò la sua azienda, costringendo gli operai a fare
la guardia armata contro i ladri; corruppe rappresentanti al parlamento
per ottenere delle concessioni esclusive che non avrebbe dovuto avere;
truffò un inventore (William Murdock) che poteva essere un temibile
concorrente.


Questo campionario di disonestà è l’antologia del pensiero
vetero-capitalista: una spietata legge della giungla che giustifica e
premia ogni canagliata purché raggiunga lo scopo di fare soldi.


Ma non dimentichiamo che queste infamie avvenivano quando i borghesi e i
nobili affermavano la naturale disparità fra gli uomini; quando il
lavoro in fabbrica, in miniera o in bottega durava tredici, sedici ore
al giorno; quando il povero doveva restare tale tutta la sua miserabile
vita perché così aveva decretato l’ineffabile volere divino; quando
il concetto stesso di giustizia sociale era un’eresia o, peggio, una
istigazione alla rivolta.


Su questo humus di violenza e prevaricazione è nato e si è alimentato il
mondo occidentale e noi ne paghiamo ancora oggi le conseguenze.


Nel XVIII secolo idee quali capitalismo senza freni e senza regole,
liberismo assoluto, proprietà privata ad oltranza, spirito
imprenditoriale che sconfina nella spregiudicatezza erano il bagaglio
morale e culturale della borghesia; oggi sono un orrore intollerabile
alla nostra coscienza.


La tecnologia ha perfezionato la macchina a vapore, ma la mentalità da
rapina che ne è alla base è rimasta inalterata, dal Settecento ad
oggi: questo è il male del nostro tempo.


La società ha cambiato aspetto esteriore; si dice che si sono attutite
le distanze tra classi; si dice che le condizioni di vita generali sono
cambiate, ma non è cambiato il modello arcaico, addirittura
preilluminista, di una società fondata e retta da diseguaglianze e
soprusi.


Il mondo di oggi è ancora disegnato su uno schema troppo antico,
moralmente rudimentale, abbrutito, insopportabile: la struttura sociale
che ci viene elogiata, e imposta, come la migliore possibile è ancora
legata alle strutture dei secoli passati. E se nel Trecento era naturale
credere che il sovrano fosse tale per diritto divino, ora è ripugnante
dover accettare le mostruose disparità sociali.


Il nostro mondo è stato costruito in un’epoca in cui la violenza era
diffusa e normale; questo mondo si è perpetuato perché chi ne gode i
vantaggi non vuole eliminare violenza e predominio sugli altri.


Prima di ogni aggiustamento del modello, anzi assieme con esso, sarà
necessario cambiare il modello ideale, morale e concettuale della vita
umana, individuale e collettiva.


Solo quando uomini come William Boulton ci appariranno come dei
pericolosi malati di mente, allora potremo sperare in un mondo migliore,
rimboccarci le maniche e costruirlo assieme, senza che personaggi
squallidi e malsani come Boulton possano metterci mano.

INTERVISTA A DOMENICO DE SIMONE di Marcello Pamio

e questa nasce dal fatto che i redditi non sono sufficienti a
sostenere la produzione. Sembra assurdo, perché la gente continua a
lavorare e ci dicono che l’economia continua a crescere. Il problema,
infatti, è il denaro e la sua distribuzione. Quando manca il denaro la
gente vede ridurre la propria capacità di spesa, le industrie,
qualunque cosa producano, devono ridurre la produzione e per farlo
licenziano, questo riduce ulteriormente i redditi disponibili per il
consumo e così si innesca una spirale perversa che porta alla crisi.
Per questa ragione Keynes immaginò un meccanismo di spesa dello stato,
anche improduttiva, (ricordo l’esempio storico della squadra di operai
ingaggiata per aprire una buca per terra, e di un’altra squadra
ingaggiata per chiudere quella stessa buca), che però aveva la funzione
di far ripartire l’economia. Gli operai spendevano il loro reddito e
questo consentiva alle imprese di produrre altri beni e di assumere
altri operai che, a loro volta, avrebbero speso il loro reddito. In
questo modo si innescava un circolo virtuoso di
reddito-spesa-investimento che faceva ripartire l’economia. Keynes
disse che questo era un rimedio temporaneo contro la crisi, poiché
occorreva poi ripagare il debito aggiunto che lo stato assumeva. In
realtà, esso è divenuto il meccanismo permanente di stimolo
dell’economia, attraverso la creazione del denaro da parte delle
banche che genera debito tra tutti i soggetti dell’economia.
Per aumentare il denaro in circolazione le banche centrali
abbassano il tasso di sconto per rendere più facili i prestiti. Le
crisi precedenti sono state tutte superate in questo modo. Oggi questo
non è possibile, perché i soggetti dell’economia, imprese, Stati e
famiglie, sono troppo indebitati e non possono assumere nuovi impegni.
Il problema deve essere affrontato a monte, nel meccanismo di creazione
del denaro che, ora, è affidato alle banche per il
tramite del debito. Le banche locali si indebitano con la banca
centrale e moltiplicano, in funzione del proprio tasso di riserva, il
denaro concedendo nuovi prestiti. L’economia gira, però non solo sale
il debito complessivo, ma le banche in questo modo si appropriano della
ricchezza prodotta dalla società. D’altra parte il capitale
finanziario deve produrre interessi. E allora, solo uscendo dalla logica
del profitto, dalla generazione continua di interessi, possiamo
immaginare un’altra economia e un’altra società.

D: L’attuale
situazione politico-economica è stata paragonata a quella del 1929, che
sappiamo fu risolta con la Seconda Guerra Mondiale. E oggi? Non sarà
mica necessaria un’altra Grande Guerra?

R: Oggi Bush
vorrebbe farla la guerra. La 2° Guerra mondiale tolse dalle strade
tanti milioni di disoccupati e costrinse la gente a lavorare e produrre
in condizioni di assoluta soggezione, senza poter obiettare nulla sulle
condizioni di lavoro, anzi con lo slancio e lo spirito patriottico per
la difesa della patria.
Il concetto della "buca per terra" è identico a quello del
carro armato, del missile, dell’aereo che vengono distrutti: tu fai una
cosa che viene distrutta, e più produci più distruggi, più distruggi
più produci. Il sistema aveva le risorse, umane e materiali per fare un
grande salto nella produzione, e fu finanziato attraverso il debito
pubblico. In questo modo, nel 1942 il livello medio di vita degli
americani era più elevato di quello del 1937, cinque anni prima della
guerra, nonostante fossero in pieno sforzo bellico.
Ora però non è più possibile, perché non ci saranno 18 milioni di
americani che andranno a fare la guerra, nemmeno se decidessero di fare
la guerra a tutto al mondo…o in quel caso forse sì! La guerra non può
essere la soluzione a questa crisi. Semmai può risolvere la crisi delle
imprese di alcuni amici di Bush, che posseggono imprese di produzione di
armi, di software connesso alla guerra, di petrolio.
A proposito di petrolio, se
dovesse esserci la guerra in Iraq, o in Medio oriente il prezzo del
greggio salterà alle stelle, provocando profitti enormi.

D: Da esperto
economista quale è, oggi come oggi, chi controlla l’intera economia
mondiale? Vogliamo nomi e cognomi!

R: Un pugno di
signori che non conosciamo, che determinano le politiche economiche e
finanziarie del sistema mondiale. Signori che non sono mai stati eletti
da nessuno. Di alcuni i nomi li conosciamo: Greenspan, Duisenberg, il
"nostro" Fazio, insomma i governatori delle banche centrali. Ma in
realtà dietro loro ci sono delle lobby che decidono quelle politiche.
Che fanno parte di quei consigli di amministrazione della FED, il FOMC,
quelli del FMI, della Banca Mondiale, del WTO, ecc. che rappresentano le
grandi lobby finanziarie del mondo. Sono volti sconosciuti, che non
appaiono mai o quasi mai in circolazione. Su di essi girano anche molte
leggende. Ma sono questi i veri signori che controllano il mondo!

D: Le
multinazionali, tutte nelle mani del potere economico, che ruolo giocano
in tutto questo?

R: Le
multinazionali sono sostanzialmente nelle mani del potere finanziario
che decide le loro sorti. Non conta affatto la qualità del prodotto o
la sua utilità sociale, ma solo la logica del profitto. Se c’è una
ragione per cui i comportamenti delle multinazionali diventano sempre più
spietati è proprio che esse devono rispondere alla logica puramente
numerica ed immediata del profitto finanziario, mentre, se fossero
libere, pur rispondendo sempre alla logica del profitto, avrebbero un
minimo di sensibilità nel confronti delle ragioni della clientela, ed
un occhio diverso anche ai propri interessi. Insomma adotterebbero
strategie di più ampio respiro. Tutte le multinazionali sono dominate
da un manipolo di banche, per lo più londinesi. Questo è davvero
assurdo.

D: Le campagne
di boicottaggio possono essere utili in questo progetto di cambiamento?

R: Le ritengo
giustissime e soprattutto da approfondire e proseguire. Noi dobbiamo
prendere coscienza come consumatori. Dobbiamo capire una cosa
fondamentale, che noi dobbiamo passare da consumatori passivi a
consumatori critici. Questo passaggio è assolutamente rivoluzionario
perché sconvolge il meccanismo di riproduzione del capitale.
La lotta è contro la logica del profitto immediato del capitale
finanziario, ed è lì che dobbiamo colpire, anche con comportamenti di
consumo consapevole. Andare oltre la logica del profitto, combatterla
attraverso il consumo, crea un cortocircuito all’interno del loro
meccanismo.

D: Ritornando
a chi controlla l’economia: esiste un Nuovo Ordine Economico Mondiale.
Cioè un Ordine mondialista che con l’aiuto di gruppi elitari, enti
governativi e non, gli stessi governi, applica le leggi del mercato a
proprio vantaggio?

R: C’è un
Ordine, quello di oggi è un Ordine! Un progetto che si fonda sul
profitto e naturalmente sulla truffa. La truffa è proprio quella della
moltiplicazione del denaro, attraverso il quale ci si appropria
dell’esistenza di tutti. Questo è il punto! E’ un progetto che è nato
secoli fa, e precisamente con la nascita della Banca d’Inghilterra,
quando i depositi merce vennero sostituiti con il deposito del denaro
cartaceo. Nacque così il moltiplicatore del denaro. E’ vero che
tramite il denaro cartaceo si produce ricchezza. Però come funziona
oggi? Questo denaro produce interesse e cresce quindi su sé stesso.
L’economia deve crescere perché cresce il denaro. Noi siamo diventati
schiavi di un meccanismo che ha preso le nostre esistenze e le ha
trasformate in strumenti di produzione di denaro.
Siamo asserviti al potere finanziario, che è gestito dalle
banche centrali, banche tutte private. Le nostre vite sono quindi nelle
mani dei governatori della banche centrali, che nessuno ha mai eletto né
scelto, e che a volte nemmeno si conoscono.
Il vero potere è oggi, quello di creare il denaro!

D: Previsioni future: Argentina?

R: Hmm…ci siamo
quasi in Argentina. L’Europa si sta fermando, la Germania si è già
fermata proprio quest’anno. L’Europa crescerà pochissimo, e l’Italia
ancora meno, siamo di fatto in una fase di stagnazione economica.
L’economia americana forse sta ripartendo, ma si tratterà solo di una
breve fiammata tutta speculativa. Gli americani hanno un debito
spaventoso, che ha bisogno di alimentarsi con i "bagni di sangue".
Che cosa vuol dire? Che la caduta dei tassi di interesse (scesi dal 6,5%
di gennaio 2001 a 1,25% di oggi) produrrà forse una violenta ondata
speculativa poiché renderà possibile la creazione di nuovo denaro
attraverso le residue capacità di indebitamento dell’economia USA.
Però, poi, i problemi del debito torneranno rapidamente a premere
sull’economia e lo scenario muterà rapidamente. In borsa assisteremo
forse ad una nuova ondata speculativa e sarà lì che assisteremo
all’ennesimo bagno di sangue", poiché molti ci si getteranno per
rifarsi delle perdite subite e lenire i propri debiti. Insomma, si
indebiteranno ancora per cercare di salvarsi. Poi, quando i problemi
reali torneranno a galla, la situazione precipiterà di nuovo. A quel
punto, coni tassi prossimi allo zero, non ci sarà possibilità di
salvezza per l’economia americana e di conseguenza, per quella
mondiale. Con l’economia
mondiale tra la stagnazione e la recessione, sempre che non scoppi un
terzo conflitto mondiale, l’unico modo di uscire dalla crisi sarà
quello di superare il modello finanziario americano. L’unica soluzione
possibile e ragionevole è il tasso negativo, che però comporta il
superamento della logica del profitto. Sarà un periodo difficile per
tutti, ma sarà anche pieno di speranze, poiché abbiamo la possibilità
di costruire davvero un nuovo mondo, nel quale il valore sia la vita
umana e non il denaro.

——————————————


*Domenico
De Simone

Dopo aver esercitato la professione forense per trent’anni, ha
approfondito studi di filosofia ed economia che gli hanno permesso di
pubblicare cinque libri tra cui: "Un Milione al mese a tutti:
subito!"
(1999), "Dove andrà a finire l’economia dei
ricchi"
(2001), "Per un’economia dal volto umano"
(2001).

Tiene conferenze in tutta Italia e organizza corsi di
contro-economia.

Sito web: http://it.geocities.com/domenicods

REPUBBLICA E LA SCOPERTA DELL’AMERICA di Domenico De Simone

In che cosa consiste l’annunzio di Repubblica? Che alla FED (la banca
centrale americana, quella governata di Alan Greenspan, il grande
vecchio della finanza) stanno studiando il denaro che si svaluta come un
rimedio contro la crisi, dato che l’economia è in piena deflazione in
tutto il mondo occidentale e si sta avvitando in una recessione senza
sbocchi. Deflazione che è cominciata in Giappone, e che adesso sta
coinvolgendo sia gli USA che l’Europa, dove gli indici dei prezzi sono
praticamente fermi o in rapida caduta soprattutto per i beni
strumentali.

Insomma, quello che andiamo dicendo da qualche tempo e che è sotto gli
occhi di tutti quelli che hanno un po’ di dimestichezza con le
questioni della finanza. Il problema è la domanda, ed è necessario
fare qualcosa per fermare la deflazione ed evitare di cacciarsi
nell’imbuto in cui si dibatte il Giappone ormai da un decennio. Per la
verità, il problema della domanda si risolve solo con una distribuzione
meno iniqua della ricchezza e poiché questa è rappresentata oggi dal
possesso di mezzi finanziari, il rimedio consiste solo in un meccanismo
che consenta una maggiore circolazione del denaro, soprattutto tra le
classi meno abbienti.

Anche alla FED hanno capito che il problema è nel meccanismo del
denaro. Per uscire dalla recessione è necessario costringere la gente a
spendere, e così hanno pensato di creare una moneta che perde valore
con il tempo, in modo che le persone siano costrette a liberarsene per
evitare che gli si svaluti in mano. Questo evita la tesaurizzazione
delle monete, poiché sarebbe evidentemente sciocco mettersi i soldi
sotto il materasso per vederlo svalutare senza rimedio fino
all’estinzione con il passare dei giorni. Insomma, una specie di
inflazione artificiale per porre rimedio alla deflazione che nemmeno la
riduzione dei tassi di interesse ai minimi storici riesce a debellare.

Conclude Repubblica, che gli americani dimostrano con ciò di essere i
primi ad aver capito la vera natura della crisi, che è profondamente
diversa da quelle che si sono verificate negli ultimi decenni.

Eh già, c’è proprio bisogno di andare negli USA per scoprire quello
che qui è noto da anni.

Che il taglio dei tassi non avrebbe portato da nessuna parte lo andiamo
scrivendo da un paio di anni, da quando cioè Greenspan ha iniziato
quella lunga serie di tagli al tasso di sconto dalla quota record del
6,5% di gennaio 2001. Ma non è mica un’idea originale. Galbraith
sostiene da tempo che il taglio dei tassi di interesse non ha alcuna
efficacia. Il rialzo dei tassi ha sull’economia lo stesso effetto che
produce il tirare una corda su un oggetto munito di ruote:
presumibilmente verrà verso di noi. Tagliare i tassi somiglia allo
spingere su quella stessa corda, sperando che l’oggetto si allontani.
Insomma, una pia illusione.

Il denaro a tempo è un’idea di Silvius Gesell, argentino, e risale
agli anni venti. Allora venne sperimentata con successo in diversi paesi
del mondo alle prese con la crisi della ’29, ma poi gli esperimenti
furono travolti dalla guerra e poi dal nuovo assetto finanziario
stabilito a Bretton Woods.

Nonostante sia stato riproposto più volte, il denaro a tempo sempre
stato disdegnato dalla scienza economica ufficiale. La ragione è
semplice. Con il denaro a data, il potere finanziario, che si fonda
sulla rendita, è messo sostanzialmente in pericolo. Il denaro a data,
comporta l’impossibilità di gestire un’economia fondata sul debito.
Naturalmente, tutto il denaro dovrebbe assoggettato al meccanismo
di perdita di valore con il tempo, perché altrimenti ci rimetterebbero
solo quelli che hanno pochi soldi e che non potrebbero risparmiare
alcunché, mentre i ricchi si limiterebbero a tenere in contanti solo i
soldi per l’uso immediato ed il resto in altri strumenti finanziari
che non perdono valore. Diventerebbero, così, sempre più ricchi.
Oltretutto, messo in questi termini, il denaro a data non risolve il
problema della creazione del denaro, che resterebbe di fatto prerogativa
delle banche, e sempre attraverso il meccanismo del debito, a meno che
la FED non progetti di mettersi a stampare grandi quantità di dollari a
data, ma con effetti imprevedibili sul corso della moneta statunitense.

La cosa interessante è però, che persino i soloni della FED si sono
accorti che il problema è lì, e che per risolverlo la soluzione
ragionevole è quella di creare moneta a tempo.

E’ in pratica quello che scrivo da anni, e che si è tradotto nella
proposta concreta dei Titan. Con la differenza sostanziale che i Titan,
non solo introducono il principio del denaro a tempo, ma sottraggono
alle banche il potere di creare denaro, potere che tornerebbe sotto il
controllo della gente poiché sarebbe gestito dagli enti locali. I Titan
non sono altro che l’anticipazione, praticabile subito, dell’idea di
un’imposta su tutti gli strumenti finanziari, che si traduce in una
riduzione del valore nominale costante nel tempo. Con i Titan, quel
valore che prima era appannaggio degli interessi, e quindi della rendita
finanziaria e delle banche, ritorna sotto forma di tasso negativo alla
collettività che ne è la legittima proprietaria. Poiché è da essa
che nasce la ricchezza che giustifica l’emissione di quegli strumenti
finanziari. La cosa importante è che anche l’economia ufficiale,
incapace da anni di comprendere e di intervenire efficacemente in questa
crisi, si stria rendendo conto che è necessario un mutamento profondo
nella finanza per uscirne fuori. E che il problema è proprio il denaro.

Ai giornalisti di Repubblica vorrei dire che non è necessario prendere
la caravella e andare fino in America per scoprirla di nuovo. Basterebbe
leggere un po’ di più e non necessariamente in inglese, per rendersi
conto che certe idee circolano in questo paese già da qualche anno. Ah
già, ma dimenticavo un noto detto latino: nemo propheta in patria.

Alla ricerca del cronovisore

D: Domenico De Simone quali condizioni sono necessarie perché si verifichi una crisi e/o depressione economica? R: Beh, ma noi già siamo in una situazione di crisi economica! L'elemento che scatena le crisi come l'attuale è la carenza di domanda,...

Una macchina in grado di osservare gli eventi del passato che appaiono in forma olografica in un piccolo spazio cubico.
Questa la scoperta attribuita al monaco benedettino Padre Pellegrino Ernetti insieme a 12 scienziati, fra cui Enrico Fermi e Padre Agostino Gemelli fondatore dell'Università cattolica di Milano, nei primi anni '50 del secolo scorso. Una notizia che era entrata nell'oblio se non fosse per un libro di Peter Krassa nel marzo del 2000 e di Padre Francois Brune nel febbraio di quest'anno che accendono i riflettori su una vicenda ancora avvolta nel mistero e che coinvolgerebbe anche il Vaticano.
Una recensione "sui generis" del libro in francese "Il nuovo mistero del vaticano" di Padre Francois Brune , un teologo molto conosciuto in Francia, edito dalla Albin Michel di Parigi che ce lo ha inviato alla fine di agosto.
Anno 2002, verso la fine del mese di Luglio. Ricevo una telefonata da un amico del Veneto. Conoscendo i miei interessi di ricercatore, l'amico mi comunica che rimbalzano sui giornali veneti notizie di un libro su Padre Pellegrino Ernetti, scritto da Padre Francois Brune, edito dalla Albin Michel di Parigi dal titolo stimolante: "Le Nouveau mystere du Vatican".
Già, Padre Ernetti.
Intorno al 1997, con altri ricercatori, stavo raccogliendo informazioni su persone dotate della capacità di visione a distanza e della visione temporale.
Naturalmente eravamo interessati anche alle apparecchiature che avrebbero potuto rendere possibile osservare e registrare eventi di luoghi lontani nel tempo e nello spazio.
In questo contesto, mi ero anche documentato sulle ricerche molto particolari di Giuseppe Calligaris (13). Il Prof. Calligaris aveva scoperto che, sollecitando alcuni precisi punti del corpo umano, si potevano rivivere non solo eventi del passato personale, ma anche eventi storici non direttamente riconducibili alle esperienze personali.
Fra i ricercatori, in questo campo di frontiera, ero venuto a conoscenza delle ricerche di Padre Pellegrino Ernetti. Il monaco benedettino, nei decenni trascorsi, era stato trascinato al pesante onore della cronaca perché ritenuto ideatore e costruttore, con altri scienziati, di un apparecchio che sarebbe stato in grado di osservare e registrare eventi del passato. Feci ricerche su di lui per poterlo incontrare.
Seppi che, essendo monaco Benedettino, viveva presso il monastero benedettino dell'isola di San Giorgio maggiore a Venezia, dove era morto nell'aprile del 1994.
Nominato dal Ministero della Pubblica Istruzione, era stato anche insegnante di Prepolifonia, unica cattedra in Italia istituita nel 1955, presso il conservatorio Benedetto Marcello di Venezia.
Coinvolgendo due amici trovai il modo di recarmi con loro a Venezia con l'obiettivo di parlare con qualche suo confratello nel monastero. Era, infatti, mia intenzione sapere se esistessero, sulla questione della macchina del tempo poi chiamata cronovisore, documenti o appunti di cui si fosse potuto prendere visione.
Ci accompagnò al Monastero una giornalista del Gazzettino di Venezia che conosceva bene Padre Ernetti e ne aveva una grande stima; ma non sapeva nulla sulle ricerche scientifiche del Padre benedettino riguardanti la macchina del tempo.
Giunti al Monastero, fummo accolti, con molta disponibilità, da un confratello di Padre Ernetti. Il Padre benedettino ci condusse in quello che ci presentò come lo studio dello stesso Padre Ernetti, dove conversammo a lungo.
Lo studio di padre Ernetti si trovava vicino alla porta d'entrata del Convento, ritengo, a causa della sua attività pubblica prima e di esorcista poi.
Il Padre benedettino mise delicatamente in dubbio che questo gran chiasso, intorno a Padre Ernetti potesse, alla fine, avere un fondo di verità.
Com'era nel programma, chiedemmo di avere maggiori informazioni sull'argomento e di prendere visione di documenti scientifici lasciati da Padre Ernetti sulla sua macchina del tempo, ormai mondialmente famosa. Il Padre rispose che non poteva esserci d'aiuto perché presso il monastero non esistevano incartamenti sulle "ipotetiche" ricerche di Padre Ernetti.

LE LETTURE PER IL NATALE 2018

Ecco qui il nostro regalo di Natale a voi lettori, uno sconto del 28% su un pacchetto che contiene i 3 titoli che forse meglio riassumono il nostro ultimo anno di fatiche editoriali. Sono certo libri controversi, profondi, scomodi ma sono libri puri. Speriamo con questo sconto di fare un gradito regalo a tutti voi che ci seguite e continuate a sostenerci. Noi non siamo qui per dare la verità, la verità non è di questo mondo, ma siamo qui per diffondere delle chiavi di lettura della realtà, per aprire la vostra e la nostra mente. Nella speranza di riuscirvi al meglio, vi auguriamo Buone Feste! 

nexus letture per il Natale

 

D'altra parte, capimmo che non eravamo i soli ad aver varcato la soglia del Convento attratti da queste notizie.
Esposi quanto avevo letto su un'intervista rilasciata da Padre Ernetti alla Domenica del Corriere, pubblicata il 2 maggio 1972, di cui mi ero procurato una copia.
Il Padre negò che quanto apparso su quell'articolo potesse avere un qualunque concreto riscontro scientifico. E così, consapevoli del "giro" a vuoto, ci accomiatammo.
Ma cosa diceva quest'articolo pubblicato nel 1972 per scatenare l'interesse generale, oltre che il nostro, a quasi trent'anni di distanza.
Diceva, attraverso un non nominato signor X, che la macchina inventata da padre Ernetti, insieme ad un gruppo di 12 fisici, sarebbe stata in grado di fotografare il volto di Cristo mentre era ancora vivo sulla croce. Non solo ma, creando il massimo di rimbombo giornalistico, presentava un'immagine di Cristo, in molti punti combaciante, si dichiarava, con la Sacra Sindone. Un'immagine che il Signor X, e non Padre Ernetti, dichiarava proveniente da questa macchina del tempo che dunque esisteva e funzionava.
Ma com'era fatta questa macchina, come funzionava e con quali principi?
Dalla lettura dell'intervista della Domenica del Corriere n. 18 del 2 maggio 1972, che chi vuole può leggersi integralmente fra i documenti presenti in appendice (1), estraggo le seguenti risposte direttamente provenienti da Padre Ernetti:
– la macchina è formata da una serie di antenne per permettere la
sintonizzazione delle singole voci ed immagini.
– la procedura di funzionamento della macchina è la stessa utilizzata dagli astronomi che, calcolando gli anni-luce, riescono a ricostruire l'aspetto di una stella spentasi da migliaia di anni.
– il sistema di funzionamento si basa sul principio di fisica, comunemente accettato, secondo il quale le onde sonore e visive, una volta emesse, non si distruggono, ma si trasformano e restano eterne ed onnipresenti intorno alla terra; quindi possono essere ricostruite, come ogni energia, in quanto esse sono energia.
– il suono e la luce sono energie
– la luce può trasformarsi in suono e viceversa.
– Il suono, una volta emesso, inizia un processo di disgregazione in altri tipi di onde sonore che l'orecchio umano non è in grado di udire.
– Dal suono disgregato si può tornare al suono originario, così come dalla materia disgregata si può ricostruire la sua forma originaria, secondo i principi della teoria atomica.
Tutto parte dallo studio dei suoni attraverso l'analisi dell'oscillografia elettronica.
Ogni essere umano lascia dietro di sé una doppia scia, una sonora e una visiva, esse sono uniche, come sono uniche le impronte digitali.
Nell'intervista si parla anche della registrazione originale, con la macchina del tempo, di un'antica opera teatrale attribuita a Quinto Ennio dal titolo "il Thyeste" che fu rappresentata nel 169 a.c. presso il tempio di Apollo, che si trovava fra il Foro e il Circo Flaminio. In questo modo l'intera opera venne ricostruita. Tutte queste dichiarazioni sono attribuite, dal Giornalista Vincenzo Maddaloni, sempre al Signor X e non a Padre Ernetti che, sia pure sollecitato, non risponde.
Inoltre, Padre Ernetti, nell'intervista, considera la sua invenzione pericolosa perché potrebbe mettere in pericolo la libertà di parola, di azione e di pensiero. Infatti, dichiara che, con la sua macchina, si può captare anche il pensiero, essendo il pensiero stesso un'emissione di energia. Sarebbe quindi possibile, e questo viene considerato pericolosissimo, conoscere sia il pensiero del vicino di casa che il pensiero di un avversario.
Padre Ernetti, però, precisa che i suoi studi non hanno nulla a che vedere con la parapsicologia o con la metapsichica e, tanto meno, possono essere equiparati con gli studi che cercano di dare una spiegazione a tutto ciò che è voce, suoni o figure provenienti dall'aldilà.
Nel primo capitolo del libro di Padre Brune intitolato "Papà aiutami" Padre Ernetti racconta delle prime esperienze registrate nel laboratorio fisica sperimentale di Padre Gemelli, presso l'Università Cattolica di Milano, riguardanti le voci provenienti dal cosiddetto aldilà, ma anche della costruzione del cronovisore.
Padre Gemelli aveva l'abitudine di fronte a qualche difficoltà di dire "Ah! Papà aiutami". Un giorno, era il 17 settembre 1952, dopo l'ennesima esclamazione di Padre gemelli, sul magnetofono si registrò la voce del papà di Padre Gemelli che diceva: "Ma certo che ti aiuto, io sono sempre con te".
Il primo istinto di Padre Gemelli fu di spegnere l'apparecchio ma Padre Ernetti lo convinse a riaccenderlo per verificare quanto avevano ascoltato. Riudirono la voce che Padre Gemelli riconosceva come quella di suo padre che aggiungeva: "Ma si, zuccone, non vedi che sono proprio io?".
Il termine "Zuccone" era proprio il termine usato dal padre di Gemelli mentre era in vita nel rivolgersi in alcune occasioni al figlio ancora bambino.
Da questo episodio Padre Gemelli, che era anche specialista in fisica quantica, iniziò, con Padre Ernetti, una serie di ricerche nel campo della fisica applicata per andare a fondo delle possibilità che si aprivano.
Occorre anche tenere presente che Padre Gemelli era, in quegli anni, presidente dell'accademia scientifica pontificia. Incarico che Padre Gemelli utilizzò per ottenere, insieme a Padre Ernetti, un'udienza riservata con Pio XII il quale spinse i due a studiare accuratamente la questione.
Padre Ernetti, utilizzando la sua cattedra presso il conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, inizia a lavorare sul progetto del visore temporale, avvalendosi della collaborazione di una dozzina di scienziati fra cui Fermi e Werner Von Braun.
Il visore viene, alla fine, messo a punto e appaiono le immagini ed i suoni dell'evento del passato al centro di un piccolo spazio; appaiono in bianco e nero e come ologrammi, tridimensionali.
Tutte le esperienze vengono filmate.
Attraverso un regolatore di onde, per tentativi, si cercava di prendere contatto con le onde specifiche del personaggio su cui si voleva sviluppare la ricerca.
Mussolini, Napoleone, Cicerone. I mercati di Traiano a Roma,
(Probabilmente questa macchina, se esistente, veniva portata sul posto dove doveva richiamare l'evento del passato, nota mia)
Naturalmente, essendo prete, Padre Pellegrino vuole rivedere la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo.
Tutto viene filmato. Siamo negli anni '50.
Ma torniamo al 1972.
Dopo qualche tempo, sulla fotografia del Cristo, pubblicata dalla Domenica del Corriere, nasce una feroce polemica.
La polemica è innescata nel n. 17 del Giornale dei Misteri. In questo numero, nella rubrica di corrispondenza curata da Sergio Conti, viene pubblicata una lettera di un lettore del GdM che accusa Padre Ernetti di mistificazione.
In questa lettera, che trovate in appendice (2), un lettore di Roma scrive una lettera aperta a Padre Ernetti. Questo lettore afferma che il volto di Cristo apparso sulla Domenica del Corriere, e ripreso dal Giornale dei Misteri nr. 16, è lo stesso volto del Crocifisso ligneo, opera dell'artista Cullot Valera, venerato nel Santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza (Todi).
Alla lettera è allegata una copia del santino in cui appare il volto del crocefisso ligneo.
A fianco del santino è pubblicata, dal GdM, una copia invertita e schiarita dell'immagine del Cristo apparsa sulla Domenica del Corriere (1).
Sergio Conti, nel suo commento, afferma, per certo, che la foto pubblicata dalla Domenica del Corriere sia stata consegnata dallo stesso Padre Ernetti al giornalista curatore dell'articolo. Mentre noi sappiamo, dai documenti che abbiamo, che non è vero.
O Sergio Conti si è inventata la circostanza, oppure ha ricevuto questa informazione, non vera, direttamente o indirettamente da Vincenzo Maddaloni.
Padre Ernetti non interviene nella polemica. I suoi estimatori fanno capire che è stato ridotto al silenzio dai suoi superiori, su pressione dalle autorità ecclesiastiche vaticane.
Sulla rivista Arcani n. 25 del giugno 1974 appare un articolo di Teresa Pavese. E' un articolo-intervista dal titolo "Cronovisore – la materia racconta" nel quale viene presentata la ricerca di Don Luigi Borello nel campo della fisica neutrinica. (3)
L'articolo si propone di rendere note le ricerche di Don Luigi Borello. Ricerche, anche quelle di Don Borello, tendenti a recuperare e rendere visibili e udibili gli eventi del passato. Nello stesso articolo viene comunicato che lo stesso Don Borello sta preparando un libro sui risultati delle sue ricerche.
Sempre nel 1974, sul n. 24 della rivista Arcani, Don Luigi Borello, che vi tiene una rubrica nella sua qualità di sacerdote, sollecitato da un lettore, ci tiene a rimarcare la differenza tra la sua ricerca e quella di Padre Ernetti (4).
Padre Ernetti ritiene di poter pescare gli eventi intorno alla terra, Don Borello ritiene invece che gli eventi si fissino sulla materia.
Don Borello, in un'altra risposta, pubblicata nel numero con il quale cessa di tenere la rubrica per la rivista Arcani (5), sintetizza gli elementi teorici della sua ricerca nel campo della "cronovisione". Egli dichiara di basare le sue teorie su quelle di Renato Palmieri sulla fisica del campo antigravitazionale. Le teorie di Palmieri tendono ad inquadrare tutti i fenomeni dell'universo fisico in una precisa "geometria di campo". Cosa possibile solo se esiste un "plenum continuum" alternativo alla teoria dello spazio vuoto; che è, invece, una teoria che accomuna molti dei moderni cosmologi.
Personalmente non trovo contraddizione fra l'ipotesi Ernetti e l'ipotesi Borello: l'energia risultante degli eventi spazio-temporali del passato può trovarsi accumulata nella materia, attorno alla quale si sono svolti gli eventi stessi, oppure, la stessa energia risultante può avvolgersi attorno alla terra in movimento.
Ma questa è altra cosa dalla possibilità di ogni singolo essere vivente di collegarsi con gli eventi che si svolgono nel presente, nel passato, nel futuro.
Passano diversi anni. Sulla cronovisione, nonostante le speranze accese con l'articolo del 1972 sulla Domenica del Corriere, non ci sono più notizie.
Otto anni dopo, sul Giornale dei Misteri n. 114 del 1980 (6), lo stesso giornalista Sergio Conti che cura la rubrica di corrispondenza dal titolo "I lettori ci scrivono", entra in dura polemica con un difensore di Padre Ernetti: il signor Annunziato Gandi. Il titolo dell'articolo è: "Padre Ernetti e la cronovisione".
Il Signor Gandi è Presidente della Fondazione Giorgio Gandi Museo del Grammophon del Disco e delle voci celebri, ex Oratorio Della Fava che si trova a Venezia (dal 1991 il museo è stato chiuso), Il Gandi scrive una lettera dal titolo "Perché il Padre Pellegrino Ernetti non ha partecipato al Congresso di Fermo (ottobre 1979).
In questa lettera, il Signor Annunziato Gandi cerca di spiegare la mancata presenza di Padre Ernetti, suo amico carissimo, al Congresso di Fermo. Il Gandi afferma che l'organizzazione del congresso di Fermo era più opera sua che del Conte Mancini. Il Gandi afferma che fu appunto lui a convincere Padre Ernetti a partecipare al congresso di Fermo.
In questa lettera, si aggiunge che Padre Ernetti è il depositario delle idee segrete di Marconi, di Severi e di padre Gemelli, di cui fu allievo e collaboratore. Fu con Padre Gemelli che si verificò, il 17 settembre 1952, la registrazione di voci dall'aldilà (la voce del papà defunto di Padre Gemelli, nota mia). Nella sua lettera aggiunge la seguente nota:
P.S. – P. Pellegrino non fa alcun mistero dei suoi segreti: ne ha dato pubblicamente delle prove, ultima è stata la conferenza del 17 febbraio u.s. nell'aula magna dell'Università di S. Tommaso a Roma ove parlò sul tema «Nessuno muore» presenti fisici e scienziati (cito anche un amico di Mancini, il Prof. Marasca), nella quale egli svelò chiaramente il principio di fisica sia per le Voci dell'aldilà sia per la «cronovisione».
(Del Prof. Giuseppe Marasca insegnante di letteratura presso il collegio Amedeo d'Aosta di Jesi, parla anche Padre Brune nel capitolo "Quinto Ennio ritorna sulla scena").
Sergio Conti, nella sua risposta, mette in discussione che siano state presentate delle prove sulla possibilità di registrare immagini dal passato, (il ritorno nei mass media sarebbe stato immediato). Come può Padre Ernetti – chiede Conti – per partecipare ad un congresso di Parapsicologia, pretendere che non vi fossero parapsicologi, ("Dica un po', signor Gandi, cosa penserebbe se ad un congresso di biologia si escludesse la partecipazione dei biologi?")
Il Conti fa anche riferimento alla foto del Cristo apparsa sulla Domenica del Corriere, ecco testualmente cosa scrisse:
"Io personalmente non conosco Padre Ernetti, perciò non posso permettermi alcun giudizio sulla sua persona, ma sui fatti posso esprimere un'opinione. Fino a questo momento su questa sua «macchina che fotografa il passato» abbiamo soltanto una gran quantità di "si dice", ma prove concrete nessuna. L'unico fatto ufficialmente divulgato dalla stampa e da lui avallato come prova concreta, risultò essere un colossale falso. Mi riferisco all'immagine del volto di Cristo che Padre Ernetti consegnò ai giornalisti dichiarando di averla ottenuta con la sua "macchina". Tale foto all'esame non risultò essere altro che la riproduzione, rovesciata, di un'immagine sacra che viene venduta a cento lire nel Santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza, vicino a Todi (Perugia), riproducente una scultura lignea di Cullot Valera, che si trova appunto in quel Santuario (ne demmo precisa e documentata relazione sul n. 17 del G.d.M., invitando il Padre a chiarirci la cosa. Non avemmo alcun cenno da parte dell'interessato)."
Sergio Conti dichiara che lo stesso Padre Ernetti avrebbe consegnato ai giornalisti l'immagine del Cristo, proponendola come proveniente dal cronovisore. Questa circostanza, ad onor del vero, non corrisponde a verità.
E la presenza alla conferenza del Professor Giuseppe Marasca?:
"… pur essendo un vivo sostenitore di Padre Pellegrino Ernetti, mi ha dichiarato più volte che anche lui non ha mai veduto il misterioso apparecchio cronovisivo."
Conti incalza ancora il Gandi, rilevando che oltre i "si dice" non siano mai state prodotte prove concrete sull'esistenza del cronovisore:
"Lei lo ha visto, signor Gandi? Lo ha visto funzionare?".
Di questa polemica fa menzione anche Padre Brune nel suo libro, nei capitoli: "colpo di teatro" e "chi è veramente Padre Ernetti".
Quanto al prof. Giuseppe Marasca Padre Brune rivela, sempre nel capitolo "Quinto Ennio ritorna sulla scena", che fu lui stesso a chiedere a Padre Ernetti e al suo gruppo di lavoro di ritrovare il testo del Thyestes. Padre Ernetti gli fece avere il testo e la musica.
Passano ancora nove anni. Nel 1989, Don Luigi Borello pubblica il suo libro, da anni annunciato, dal titolo "Le pietre raccontano". Nell'introduzione (7) Teresa Pavesi attacca duramente Padre Ernetti chiamandolo "sedicente inventore". Lo stesso Don Borello a pag. 83 del libro definisce la notizia della costruzione della macchina del tempo "un'idea peregrina". (8)
Naturalmente la risposta di Padre Ernetti non si fa attendere. Infatti, in una lettera scritta nel novembre 1990, quattro anni prima della sua morte, il religioso ribadisce le sue lontane affermazioni con termini inequivocabili.
"La macchina del tempo è una verità sacrosanta", scrive. a Don Borello, il quale parla della lettera, ricevuta da Padre Ernetti, in un'intervista rilasciata al settimanale "Chi" (9). In quella lettera, Padre Ernetti entra nel merito della questione dell'immagine del Cristo, per il quale era stato accusato di mistificazione, scrivendo: "Il nostro Cristo fu captato nel 1953, mentre quello di Collevalenza venne realizzato circa sei anni dopo; e quando madre Speranza lo vide nella nostra foto, fece salti di gioia, perché corrispondeva a quello della sua visione: questi sono fatti storici".
Anche di questo episodio parla Padre Brune nel Capitolo: "Un confratello non proprio fratello". Ma sulla questione dell'immagine del Cristo, che tanta denigrazione aveva attirato verso Padre Ernetti, Padre Brune ha qualcosa da dire nel suo libro, precisamente nel capitolo "Padre Ernetti si spiega". In questo capitolo Padre Francois ricorda come un giorno, essendo di passaggio a Venezia, andò a trovare Padre Pellegrino e, senza mezzi termini, a costo di sembrare duro e scortese, gli chiese cosa avesse da dire su questa dura campagna di stampa che gli attribuiva la diffusione di una falsa immagine del Cristo. Ecco di seguito la risposta di Padre Pellegrino:
"Padre Ernetti spiega a Padre Brune che il crocefisso in questione è l'opera di uno scultore spagnolo e che era stato realizzato secondo le indicazioni di una religiosa anche lei Spagnola. Questa religiosa, Madre Speranza, aveva delle esperienze mistiche. Era una stigmatizzata e, come la maggior parte delle stigmatizzate, non solo riviveva i principali episodi della passione di Cristo, ma aveva, nello stesso tempo, delle visioni. Esisteva, come sempre, lo stesso problema e cioè che queste visioni di differenti mistici non coincidevano mai completamente fra loro. Questa mistica venne ad abitare in Italia, a Collevalenza, e Padre Ernetti l'aveva conosciuta molto bene e l'aveva seguita fino alla sua morte. E', evidentemente, l'immagine del crocifisso realizzato dopo le sue visioni che La Domenica del Corriere e altre riviste avevano pubblicato, ma quell'immagine non proveniva dal cronovisore."
"Del resto, con il cronovisore – mi spiega Padre Ernetti – abbiamo anche il movimento, che abbiamo filmato. Quello che è vero, piuttosto, è che la rassomiglianza fra l'immagine che noi abbiamo visto e la scultura di Cullot Valera è stupefacente.
Ma allora perché questo silenzio? Perché non avete risposto su questo argomento a tutti coloro che vi chiedevano spiegazioni?
Il fatto è che non sono libero. Ho già parlato troppo. Ho avuto l'impedimento assoluto da parte dei miei superiori di dare nuove spiegazioni, di rispondere alle accuse, di riaffermare la realtà del cronovisore e dei risultati raggiunti. Non posso neppure dire che sono i miei superiori che mi impediscono di parlare; perché, allora, la pressione dei giornalisti o dei servizi segreti stranieri si sarebbe esercitata su di loro. Io li avrei messi in pericolo. In un certo senso, le accuse mosse contro di me le ritenevano utili. Poiché non potevo rispondere, il discredito scoraggiava poco a poco tutti i curiosi. Ed era precisamente quello che volevano, dopo la decisione di smontare l'apparecchio e di mantenere il segreto."
Questa risposta, che ci giunge postuma, dovrebbe convincerci a buttare nella spazzatura tutte le accuse di mistificazione lanciate su Padre Ernetti e permetterci, quindi, di valutare con altra attenzione la questione dell'esistenza o meno della macchina audiovisiva temporale.
Ma torniamo a Don Borello il quale, nell'intervista sopra menzionata (9), dichiara di essersi incontrato con Padre Ernetti e di aver da lui ricevuto l'informazione che la macchina era stata smontata e portata in una sala del Viminale (il Ministero degli Interni italiano).
(Non, quindi, come affermato allo stesso Padre Brune e ad altri, in Vaticano).
Va da sé, che rimane non credibile che una macchina simile sia stata consegnata al vaticano dal Ministero degli Interni italiano; ma rimane altrettanto incredibile che il Vaticano l'abbia consegnata al Viminale.
Nel marzo del 2000, esce negli Stati Uniti un libro su Padre Ernetti scritto da Peter Krassa, dal titolo "Il cronovisore di Padre Ernetti – la costruzione e la scomparsa della prima macchina del tempo del mondo".
In questo libro è contenuta una testimonianza del Prof. Giuseppe Marasca. Infatti egli dichiara di aver ricevuto da Padre Ernetti il testo del Thyeste. Quel testo la cui autenticità, nel libro di Krassa "Il Cronovisore di Padre Ernetti", è messa in discussione dalla Professoressa Katherine Owen Eldred diplomata in letteratura classica all'Università di Princeton.
Padre Brune era stato, in precedenza, contattato da John Chambers direttore delle edizioni "New Paradigm Books" che stava preparando una edizione americana del libro, in tedesco, di Peter Krassa. A Padre Brune veniva richiesto di mettere a disposizione tutta la documentazione di cui poteva disporre. Nell'occasione, gli veniva inviata una copia dell'edizione americana in preparazione che risultava molto rimaneggiata rispetto all'edizione tedesca.
Padre Brune si rende conto che l'edizione americana ha un allegato esplosivo.
Un italiano che, venuto a conoscenza della nuova edizione in inglese, aveva inviato una lettera nella quale si dichiarava come una sorta di "figlio spirituale" di Padre Ernetti.
L'italiano voleva assolutamente rimanere anonimo e chiedeva formali garanzie a questo scopo, prima di permettere la pubblicazione della sua lettera.
Naturalmente il direttore della "New Paradigm Books" conduce una sua piccola inchiesta, al termine della quale, ritiene di avere buone ragioni per considerare il documento pervenuto autentico.
Il documento viene accompagnato da una perfetta traduzione in inglese, che è appunto quella utilizzata nell'edizione americana del libro di Krassa.
La lettera, pubblicata nel libro di Padre Brune, nel capitolo "Il bugiardo crolla alla fine", contiene, o vorrebbe contenere, una vera bomba; la confessione di Padre Ernetti che racconta la verità circa il cronovisore, il volto di Cristo, il Thyeste. (un'opera teatrale attribuita a Quinto Ennio di cui Padre Ernetti avrebbe recuperato con il suo cronovisore la rappresentazione tenuta a Roma nel 169 a.c.) (10).
Ecco sinteticamente il contenuto della lettera:
Padre Ernetti avrebbe confessato al figlio di un suo caro amico, che fin da bambino lo chiamava Zio Pellegrino, che:
– la ricostruzione del Thyeste era stata immaginata da lui e non proveniva
dalla macchina del tempo
– l'immagine di Cristo proveniente dalla macchina del tempo era una bugia
– la macchina l'aveva costruita da solo, Fermi non c'entrava nulla, anzi ogni
volta che lo incontrava lo prendeva in giro.
Insomma, gli eventi registrati dalla macchina sarebbero tutta una montatura.
Ma la macchina non era una fantasia, l'aveva veramente costruita, ma da solo.
Ecco cosa dice al giovane sul cronovisore:
"Lascia che ti dica a cosa assomiglia il mio cronovisore.
E' una sfera, come un apparecchio da immersione o un sottomarino individuale, con aperture all'altezza degli occhi in tutte le direzioni. E' sospesa a un cavo con un sistema che gli da la completa libertà di movimento. E' fatta di materiale molto leggero, una lega di alluminio. E' mossa dal solo potere del pensiero"
Qui c'è qualcosa che non va.
Riporto di seguito:
– l'intervista con Vincenzo Maddaloni, che non ha brillato per deontologia informativa, nel 1972, (1)
– la lettera scritta a Don Borello nel 1990 (9) , richiamata da Padre Brune nell'intervista rilasciata alla rivista "Chi" del luglio 2002 (12):
nell'intervista con Maddaloni del 1972 ecco cosa diceva della macchina:
Maddaloni: Captare, ma come ?
Padre Ernetti: Con l'uso di apparecchiature adatte.
La nostra èquipe è stata la prima nel mondo a costruirle.
L'attrezzatura è formata da una serie di antenne per permettere la sintonizzazione delle singole voci ed immagini.
Si sa che ciascun essere umano da quando nasce a quando muore lascia dietro di sé come una doppia scia una sonora e una visiva, una specie di carta di identità diversa per ogni persona.
E' in base a questa carta d'identità che si può ricostruire la singola persona in tutti i suoi fatti e i suoi detti, per questo motivo si è in grado oggi di risentire e di rivedere i personaggi più grandi della storia.
Allora questa macchina è una sfera attaccata ad un filo o è un insieme di apparecchiature collegate ad una selva di antenne?
E ancora, quando Padre Ernetti scrive a Don Borello (9)
"L'esistenza dell'apparecchio (la macchina del tempo) è una sacrosanta verità",
che si abbia captato (con quella macchina) tante cose del passato è pure una verità;
che tra queste cose captate ci sia anche l'immagine di Gesù e il Thyeste di Ennio è una verità,
e che le supreme autorità ne abbiano proibito l'uso è anche una verità"
Queste dichiarazioni, scritte a Don Borello, vengono ricordate e rafforzate anche nell'intervista rilasciata a "Chi" da Padre Brune (12) e naturalmente sono riportate nel suo libro.
La contraddizione tra la confessione di falso e queste dichiarazioni è più che palese.
In mezzo a questa nebbia artificiosa, dov'è la verità.
Se è vera la "confessione" allora anche la macchina è esistita, non ha importanza che forma avesse.
Su questa equivalenza si basa la considerazione di Padre Brune che questa lettera, pur avendo intento denigratorio, ammette che la macchina è esistita.
Il fatto è che la macchina, se mai è stata costruita, è stata ben occultata.
E senza prove vacillano anche gli angeli.
In sintesi.
Questa lettera, che dall'Italia ha varcato l'oceano, non sappiamo se è stata scritta e spedita per amore della verità.
Sarebbe opportuno che chi si nasconde nell'anonimato si facesse conoscere, prima che qualcuno lo rintracci. Può darsi, infatti, che, fra queste righe, fra i documenti allegati, ci sia il filo che potrebbe condurre all'estensore di quelle parole che calpestano l'onore di un sacerdote molto amato e rispettato, oltre che deriso e contrastato.
Quella lettera (10), che esce dall'ombra, invece di chiarire, rende tutto confuso. Che amico, che "figlio spirituale" sarebbe colui che rende pubblica una confessione, se mai vi sia stata, resa da una persona, incontestabilmente, non nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali.
Credo che non dovrebbero rallegrarsi di questa "confessione" i suoi detrattori, quand'anche abitanti su un colle, né dovrebbero rammaricarsene i suoi estimatori.
Circa un anno dopo questo colpo di scena, nel febbraio del 2001, nella sua Varazze, muore Don Borello. Nella Gazzetta d'Alba del 7 marzo 2001 (11) Don Eugenio Fornasari, ricordando la sua attività di sacerdote e di scienziato, ne traccia un profilo lusinghiero.
(Padre Brune che cerca di prendere contatto con Don Borello nella seconda metà del 2001 non sa ancora della sua morte.)
Nell'articolo della "Gazzetta" (11) si accenna anche al monaco Benedettino Padre Pellegrino Ernetti e delle sue ricerche simili a quelle di Don Borello.
E' degno di nota il fatto che, in Italia, la macchina del tempo, ovvero la possibilità di registrare gli eventi del passato, sia legata, per quanto riguarda la stampa non scientifica, a due figure di sacerdoti: Don Luigi Borello e Padre Pellegrino Ernetti appunto.
La reazione di Padre Brune, amico carissimo di Padre Ernetti, è decisa e senza tentennamenti. Una reazione sintetizzata nel titolo del 9° capitolo del suo libro: "Un contre-feu" che ho tradotto: "una risposta all'aggressione".
Un titolo del nono capitolo che vorrebbe essere il vero titolo del libro, essendone la vera motivazione.
Infatti, con questo libro titolato: "Il nuovo mistero del vaticano", Padre Brune cerca di ricondurre la ricerca della verità dove, forse, ancora c'è qualcuno che la conosce. Padre Brune rilascia al settimanale "Chi" una lunga intervista che viene pubblicata il 29 luglio 2002 nella quale parla appunto del suo ultimo libro (12).
"Ho la certezza che quella macchina sia stata veramente inventata da Padre Ernetti e che si trovi ora nascosta in Vaticano".
Una certezza che si basa:
«Su un'amicizia con Padre Ernetti che è durata trent'anni, dal 1964 alla sua morte, avvenuta nel 1994. Durante tutto questo tempo ci siamo incontrati spesso e abbiamo trascorso insieme decine di ore a parlare del cronovisore. In alcune occasioni sono andato a trovare Padre Ernetti anche con degli amici scienziati e anche loro hanno ascoltato le sue confidenze. Non ho alcun elemento per ritenere che Padre Ernetti fosse bugiardo o fosse un mitomane, per cui io credo ciecamente a quanto mi ha riferito».
Questo libro è la difesa appassionata di una amico che prende le difese dell'amico scomparso, mentre su di lui aleggiano, postume, accuse di frode.
Padre Brune cerca con grande determinazione, non tralasciando nessun indizio, qualcuno, un amico, una sorella, che abbia raccolto le confidenze di Padre Pellegrino, ma è una ricerca che sventaglia la mano al buio e nel vuoto.
Forse, bisognerebbe cercare di parlare con gli alunni del conservatorio Benedetto Marcello di Venezia o con studenti che lo abbiano avuto come docente all'università o a Roma, presso il Conservatorio di Santa Cecilia. E' possibile che Padre Ernetti non abbia mai detto nulla ai suoi alunni sulle sue ricerche e sulla macchina del tempo?
Se qualcuno degli alunni di Padre Ernetti avesse qualcosa da dire, dopo aver letto queste righe, accetterò volentieri un contatto a mezzo della mia posta elettronica. Anche mantenendo la riservatezza, se richiesta.
Padre Francois è così amico di Padre Pellegrino da non rendersi conto che il vero e unico amico di Padre Pellegrino, l'unico a cui ha detto tutto il dicibile
e con il quale si è veramente confidato, vive nello stesso luogo in cui lui abita. Padre Francois lo vede tutti i giorni, quando si specchia.
Caro Padre Francois, è lei l'unico, vero, amico per la pelle di Padre Pellegrino, e chi non vorrebbe avere un amico pronto a difenderti anche dopo che sei morto. Un amico che è pronto a fare lunghi viaggi, a parlare con tante persone; avendo come unico scopo quello di difendere la buona memoria dell'amico scomparso.
Caro Padre Francois, il suo libro dovrebbe essere letto, anche solo per l'inno all'amicizia vera e disinteressata che rappresenta.
Vorrei richiamare le affermazioni, espresse in varie interviste, sia di Padre Ernetti che di Don Borello.
Padre Ernetti nell'intervista del 1972 dice:

"Padre Ernetti: Questa macchina può provocare una tragedia universale
Maddaloni: Perché?
Padre Ernetti: Perché toglie la libertà di parola, di azione e di pensiero infatti, anche il pensiero è una emissione di energia, quindi è captabile.
Si potrà, cioè, per mezzo della macchina, sapere quello che il vicino o l'avversario pensa.
Le conseguenze sarebbero due:
– o un eccidio dell'umanità
– oppure, cosa difficile, nascerebbe una nuova morale.
Ecco perché è necessario che questi apparecchi non diventino alla portata di tutti, ma restino sotto il controllo diretto delle autorità.
Maddaloni: Fino a quando?
Padre Ernetti: Fino a quando l'uomo imparerà ad agire bene per il bene".

Don Borello, nell'intervista rilasciata al settimanale "Chi" (9), parlando della lettera che gli aveva scritto il monaco benedettino, in diversi punti dell'intervista dice:

«E se invece, attraverso quella macchina, si scoprirà che i fatti prodigiosi riguardanti la vita di Gesù sono stati inventati dai suoi discepoli ? ».

«Se le scoperte di padre Emetti fossero state autentiche, potevano diventare una "bomba" devastante. Avrebbero potuto portare alla dimostrazione che eventi fondamentali per la storia e per le religioni non sono mai esistiti con inimmaginabili conseguenze sociali».

«È chiaro che una invenzione del genere "sconvolge" il mondo. Se si riesce a ricostruire quanto è accaduto, è possibile risolvere tutti i dubbi, tutti i delitti, tutte le congiure. Non ci sarebbero segreti, vita privata. Ogni azione, per il fatto che diventa energia, vagherebbe nello spazio e potrebbe essere captata da chiunque abbia un "cronovisore"».

Sostanzialmente essi affermano che questo apparecchio:
– è pericoloso perché è in grado di leggere il pensiero e quindi in grado di
rendere visibile ogni segreto,
– è pericoloso perché potrebbe dimostrare che gli eventi straordinari attribuiti
a Gesù sono stati inventati dai suoi discepoli,
– è pericoloso perché potrebbe dimostrare che eventi considerati fondamentali
nella storia scritta e nella nascita delle religioni non sono mai esistiti.

Che dire di queste argomentazioni.
Nel campo ecclesiale, per quanto specialmente attiene alla Chiesa Cattolica, dovremmo ricordare che la stessa Chiesa è il corpo di Cristo. Le ricerche di Giuseppe Calligaris, (edite dall'Associazione Aquarius), contenute nei volumi "Le catene lineari del corpo e dello spirito" (13), dimostrano che ognuna delle singole parti del corpo umano contiene, anche, le informazioni di tutto il resto del corpo. Per quale motivo, all'interno della visione cristiana, il corpo di Cristo non dovrebbe funzionare, in quanto grande corpo concreto, allo stesso modo. Il principio della circolazione libera e totale di tutta l'informazione, anche in ogni singolo componente di un organismo, non solo motiverebbe lo stesso corpo cristico, ma sarebbe base, irrinunciabile, dello stesso scorrere della vita. Da qui, la deduzione conseguente che un corpo è morto quando non vi scorre l'informazione, perché non vi scorre la vita.
Ecco perché un cristiano non dovrebbe avere paura della verità. Dovrebbe, invece, augurarsi che scorra libera, anche senza strane macchine all'orizzonte.
In modo esplicito, nelle parole dette durante le interviste, sembra di cogliere un timore riflesso, proveniente dalle alte autorità del Vaticano.
Si ipotizza, fra le righe, che le alte autorità del Vaticano temano che una macchina come questa possa esistere, funzionare ed essere utilizzata.
Quali potrebbero essere queste informazioni relative al passato che non debbono essere conosciute.
Forse, si potrebbe scoprire che il cristianesimo cattolico romano non ha i duemila anni che vanta, ma, a mala pena, potrebbe arrivare a cinque/sei secoli, aggiungendo il secolo appena trascorso. Questa menzogna sarebbe più grave di eventuali alterazioni scritturali, se fosse accompagnata anche da alterazioni nel computo del tempo. Potrebbero essere state compiute alterazioni cronologiche che, se scoperte, porterebbero all'indietro, e di molto, il reale computo degli anni fino ad ora trascorsi.
Ammettiamo, solo per qualche secondo, che quanto si è detto e scritto, in questi ultimi trenta anni, sulla macchina del tempo fosse, anche minimamente, vero. E ancora ipotizziamo, sempre e solo per qualche secondo, che di là dal Tevere ritengano di avere qualcosa da nascondere, riferito al passato. Sarebbero credibili silenzi, assilentimenti, trappole, deviazioni non importa come motivate?
Si potrebbero essere credibili. Ma siamo nel campo delle congetture ne converrete.
Sempre nel campo delle congetture, cosa potremmo dire di una organizzazione semi-segreta, che, scoperta la tecnica dell'imbroglio (geniale: scrivi oggi quello che vuoi sia vero ieri), l'avesse usata a sua volta, negli ultimi tre secoli. Questa organizzazione avrebbe avuto la certezza del silenzio da parte di quelli che, loro malgrado spero, si fossero ritrovati complici della grande sceneggiata costruita contro l'intera umanità. Un piccolo, agguerrito, gruppo che, appena se ne creassero le condizioni, potrebbe avere in programma di liberarsi dello scomodo complice.
Un complice in carne ed ossa, soggetto alla mortalità. Nel corso dei ricambi generazionali ai vertici del potere, qualcuno, ricoprente la massima carica, potrebbe soffrire di crisi di pentimento, potrebbe essere spinto a dire la verità sulla tecnica utilizzata dei falsi documenti antichi.
Ma anche questa organizzazione semi-segreta, che è costretta a reggersi principalmente su uomini mortali, potrebbe, un giorno, iniziare a perdere pezzi a causa di una nuova sensibilità nei nuovi avvicendamenti umani nelle cariche del potere piramidale.
Tutti condizionali d'obbligo naturalmente.
Se aveste la pazienza di leggere, senza salti, tutta la documentazione raccolta in appendice, relativa alla storia dell'esistenza o meno di questa macchina, della sua capacità di vedere e sentire gli eventi del passato, anche voi, come me, potreste credere che qualche lampo di verità potrebbe essere visibile in tutta questa storia. Potreste, come me, ritenere non così incredibile che si possa essere attivata, negli ultimi cinquant'anni, una sorta di operazione "sabbie mobili". Un'operazione complessa e coordinata nel tempo, con un duplice obiettivo: condurre, lentamente, tutta la questione del cronovisore verso il dimenticatoio e, parallelamente, avvolgere il più esposto fra le persone coinvolte (Padre Ernetti) nel "fumus" della non attendibilità.
I documenti che ho raccolto possono aiutare chi vuole saperne di più. Di certo li spedirò volentieri a Padre Francois.
Queste pagine non vogliono essere, naturalmente, un intervento esaustivo sulla vicenda del cronovisore.
Essendo stato in qualche modo coinvolto in questa vicenda, sia pure in qualità di ricercatore, è naturale che in queste pagine cammini indisturbato il mio punto di vista.
Queste pagine sono principalmente una recensione, anche se "sui generis", del libro di Padre Francois Brune.
Invito quindi, e volentieri, per chi conosce il francese, alla lettura diretta del libro "Le nouveau mystere du Vatican", edito dalla Albin Michel di Parigi. Rinvio i lettori che non conoscono il francese ad una edizione italiana sperabilmente prossima.
Quanto a me che scrivo, se fossi riuscito, almeno in parte, a dissolvere qualche piccola ombra e ad illuminare, anche di poco, quel buio mortale che circonda tutta questa vicenda, mi riterrò, momentaneamente, pago.
Dovremmo essere grati ai ricercatori della verità come lo è Padre Francois Brune e come certamente lo era Padre Pellegrino Ernetti.
Un unico rammarico, alla fine di questo scritto che è stato, come intuirete, anche un lavoro di ricerca, che la completezza di tutta l'informazione disponibile, di per sé, non rende automaticamente visibile la verità.

Alberto Roccatano
Milano, 14 ottobre 2002

Documenti in appendice:

1 – DOMENICA DEL CORRIERE n. 18 del 2 Maggio 1972
Servizio di Vincenzo Maddaloni
2 – Il Giornale dei Misteri n. 17 – I lettori ci scrivono Rubrica di corrispondenza – a cura di Sergio Conti
SCOPPIA LA POLEMICA SULLE FOTOGRAFIE DEL PASSATO
Le rivelazioni di un lettore di Roma – Lettera aperta a P. Ernetti
3 – Articolo di Teresa Pavese – sulla ricerca di Don Luigi Borello
Pubblicato sulla rivista ARCANI n. 25 del giugno 1974
Cronovisione – LA MATERIA RACCONTA
4 – Arcani n. 24 – maggio 1974 – Don Luigi Borello tiene una rubrica intitolata "La posta di Padre Borello" – IMMAGINI E SUONI DEL PASSATO
5 – Arcani n. 29 – ottobre 74 – Con questo numero Padre Borello cessa per un periodo indefinito la sua collaborazione con il giornale per inderogabili impegni professionali
La posta di Padre Borello – il Mistero e la Fede è per il momento sospesa – TEORIE COSMOLOGICHE
6 – Giornale dei Misteri n. 114 – ottobre 1980 – I LETTORI CI SCRIVONO – Rubrica di corrispondenza a cura di Sergio Conti
Padre Ernetti e la «cronovisione»
7 – pagina 5 e 6 dell'introduzione del libro "Come le pietre raccontano"
INTRODUZIONE di Teresa
8 – pagina 83 del libro di Don Luigi Borello: "Come le pietre raccontano"
9 – CHI (Rivista italiana) n. 45 del 10 novembre 1999 – incontro con Don Luigi Borello, lo scienziato che sostiene la possibilità' di vedere nel passato – articolo di Renzo Allegri
10 – Dal libro "Il nuovo mistero del vaticano" di Padre Francois Brune
Un capitolo esplosivo – "le fradeur craque enfin" – "il bugiardo crolla alla fine" – traduzione in italiano con testo francese a fronte
11 – "Gazzetta d'Alba" n.10 del 7-3-2001 – di Don Eugenio Fornasari – Il sacerdote langarolo ha teorizzato la possibilità di leggere i "ricordi" della materia inanimata
12 – CHI (Rivista italiana) – del 29 luglio 2002 il giornalista Renzo Allegri intervista padre Francois Brune sul libro che ha scritto su Padre Pellegrino Ernetti e sulla sua scoperta e costruzione della "Macchina del tempo"

13 – Aquarius – Cenni biografici sulla vita di Giuseppe Calligaris

Questa documentazione verrà spedita, senza nessuna richiesta di denaro, solo a coloro che invieranno il loro nominativo e indirizzo, le motivazioni per cui richiedono la documentazione allegata al presente articolo e che si impegneranno ad un utilizzo personale e non commerciale del materiale richiesto.

Alberto Roccatano 23alberto@libero.it