La teoria secondo cui viviamo in una simulazione (un’altra spiegazione all’effetto Mandela) sta ora diventando mainstream. Un rapporto di settembre 2016 della Bank of America Merrill Lynch suggerisce che esiste una possibilità, variabile dal 20 al 50 per cento, di vivere in una Matrix. Molti nella Silicon Valley sono diventati ossessionati dall’ipotesi della simulazione, secondo cui ciò che viviamo come realtà è invece inventato al computer. Quest’idea ha preso piede di recente, con i passi avanti fatti nel campo della tecnologia dell’intelligenza artificiale. Nel giugno del 2016, Elon Musk, CEO di Neuralink, Tesla e SpaceX, ha dichiarato che c’è «una possibilità su miliardi» di star vivendo nella «realtà base». Significa quindi che ritiene probabile che la nostra realtà sia, invece, una simulazione al computer. Afferma che alcune tecnologie, come il computer e i videogames, stanno diventando indiscernibili dalla vita vera: «Se si ipotizza un ulteriore miglioramento allora i giochi diventeranno indistinguibili dalla realtà». […] Interessante confrontare questa prospettiva con il concetto del Ba e Ka degli Antichi Egizi, che ritenevano che il Ka fosse il “doppio” dell’individuo e che fosse composto di materia molto inconsistente.
Il Ba fuoriesce dal corpo del defunto
Si credeva potesse vivere anche dopo la morte e il processo di imbalsamazione e le diverse pratiche funerarie erano volte ad assicurare che il Ka continuasse a vivere anche nella tomba. Se si ignorava questa prassi, si pensava che il Ka potesse ritornare dalla tomba per perseguitare i responsabili. Il Ba era considerato l’anima dagli Egizi. Era cosciente ma non fatto di materia. In vita, era racchiuso all’interno del Ka. Con la morte abbandonava sia il Ka che il corpo fisico. Esistono prove scientifiche a riprova di questa concezione…
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